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BETTOLA<br />
RISTORANTE AGNELLO<br />
Indirizzo: Piazza C. Colombo, 53 - Betto<strong>la</strong><br />
In sa<strong>la</strong>: Vittorio Mosch<strong>in</strong>i<br />
In cuc<strong>in</strong>a: Teresa Porliod e Maurizio Mosch<strong>in</strong>i<br />
Telefono: 0523 917760<br />
Orari di apertura: mezzogiorno e sera<br />
Giorno di chiusura: martedì<br />
Periodo di ferie: febbraio<br />
Numero di coperti: 220 all’<strong>in</strong>terno e 60 all’aperto<br />
Prezzo medio di un pasto (v<strong>in</strong>i esclusi): euro 22<br />
Carte di credito: le pr<strong>in</strong>cipali<br />
I piatti del<strong>la</strong> tradizione piacent<strong>in</strong>a: salumi tipici piacent<strong>in</strong>i, torta di<br />
patate, tortelli burro e salvia, pisarei e faso’, panzerotti al burro, crespelle,<br />
vitello arrosto, faraona al cartoccio, coppa di maiale, st<strong>in</strong>co di maiale,<br />
costolette di agnello al<strong>la</strong> griglia, cacciagione con polenta, crostate, torta<br />
di ricotta e uvetta.<br />
Le mura dell’Agnello hanno visto diversi momenti importanti del<strong>la</strong> cuc<strong>in</strong>a<br />
tradizionale - e non - piacent<strong>in</strong>a: è qui che il noto chef Georges Cogny si<br />
<strong>in</strong>namorò dei tortelli piacent<strong>in</strong>i (per questo motivo si trasferì da Parigi<br />
<strong>in</strong> Val Nure); è qui che si sperimentò e codificò <strong>la</strong> ricetta del<strong>la</strong> faraona<br />
al<strong>la</strong> creta. L’attuale tito<strong>la</strong>re dell’Agnello, pur provenendo da una lunga<br />
esperienza nel settore alberghiero <strong>in</strong>ternazionale, ha mantenuto le tipicità<br />
del luogo tanto che sua moglie Teresa, di ascendenza Valdostana, padroneggia<br />
al<strong>la</strong> perfezione ogni ricetta del panorama gastronomico piacent<strong>in</strong>o.<br />
In cuc<strong>in</strong>a, dallo scorso anno, c’è anche il figlio, Maurizio, che a sua volta<br />
perpetuerà le tradizioni locali.<br />
Il consiglio di Vittorio Mosch<strong>in</strong>i<br />
«Il segreto dei nostri gnocchi, così richiesti, sta proprio nel tipo di patata<br />
che utilizziamo: quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Val Nure, di Mareto, a pasta gial<strong>la</strong>, molto<br />
friabile. Per prepararli occorre un chilo di queste patate, bollite, pe<strong>la</strong>te<br />
e schiacciate, una manciata di formaggio a grana grattugiato, un pizzico<br />
di sale e 250 gr di far<strong>in</strong>a; si impasta e si fanno gli gnocchi come di consueto».<br />
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