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VIGOLZONE<br />

RISTORANTE DEL BISCIONE<br />

Indirizzo: Piazza G. Galeazzo Visconti, 18 - Grazzano Visconti - Vigolzone<br />

In sa<strong>la</strong>: Raffaello Savi<br />

In cuc<strong>in</strong>a: Mirko Caser<strong>in</strong>i<br />

Telefono: 0523 870149 - Fax: 0523 872668<br />

www.ristorantebiscione.it - <strong>in</strong>fo@ristorantebiscione.it<br />

Orari di apertura: mezzogiorno e sera<br />

Giorno di chiusura: lunedì e martedì<br />

Periodo di ferie: <strong>in</strong> gennaio<br />

Numero di coperti: 80 all’<strong>in</strong>terno e 50 all’aperto<br />

Prezzo medio di un pasto (v<strong>in</strong>i esclusi): euro 26<br />

Carte di credito: le pr<strong>in</strong>cipali<br />

I piatti del<strong>la</strong> tradizione piacent<strong>in</strong>a: salumi tipici piacent<strong>in</strong>i, torte sa<strong>la</strong>te<br />

calde, pisarei e faso’ basotti, tortelli di magro, anol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> brodo, batù<br />

d’oca con polenta fritta, coppa arrosto, vitello al forno, bolliti misti,<br />

sbrisolona, crostate di frutta, dolci al cucchiaio fatti <strong>in</strong> casa, liquori di<br />

noc<strong>in</strong>o, bargnol<strong>in</strong>o e di erba Luigia.<br />

Ai primi del Novecento, Giuseppe Visconti di Modrone, conte ed<br />

imprenditore mi<strong>la</strong>nese, volle fare edificare tutt’<strong>in</strong>torno al Castello del<br />

Quattrocento, il suo borgo ideale. Progettò ogni chiesa, pa<strong>la</strong>zzo, strada<br />

e anche il ristorante del Biscione f<strong>in</strong> nei m<strong>in</strong>imi partico<strong>la</strong>ri. Pochi,<br />

selezionati ristoratori lo hanno avuto <strong>in</strong> gestione; ormai da un anno c’è<br />

Raffaello Savi che, nativo del borgo, proviene da una famiglia di ristoratori.<br />

Nel locale si servono pietanze con i prodotti di stagione, preparate secondo<br />

le tradizioni del posto. Le sale dal gusto antico fanno da sfondo a pranzi<br />

sereni e gustosi; nel cortile, le sere d’estate, pochi tavoli e una cande<strong>la</strong><br />

accolgono gli ospiti deliziati.<br />

Il consiglio di Raffaello Savi<br />

«Per fare il batù d’oca bisogna dividere accuratamente le parti grasse da<br />

quelle magre dell’oca. Il grasso viene fatto sciogliere <strong>in</strong> padel<strong>la</strong>, mentre<br />

il magro viene unito a spezie e messo a sgoccio<strong>la</strong>re <strong>in</strong> un canovaccio appeso.<br />

Una volta che il magro ha perso tutta l’acqua <strong>in</strong> eccesso si mette <strong>in</strong> barattoli<br />

di vetro e si ricopre con il grasso sciolto <strong>in</strong> precedenza. Così si può<br />

conservare e far saltare <strong>in</strong> padel<strong>la</strong> quando si vuole».<br />

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