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Ravenna - Menabó Group

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00<br />

<strong>Ravenna</strong> www.inmagazine.it<br />

®<br />

Anno XI - N. 5 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2012<br />

Riccardo<br />

Muti<br />

Trilogia di riconoscimenti<br />

Massimo Bucci Da Faenza al Mondo<br />

Borgo San Biagio Dove comincia <strong>Ravenna</strong><br />

Cristiano Marchetti - KRY Genio e sregolatezza


Arredamenti e progettazione d’interni<br />

quartadimensione<br />

Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it


14<br />

20<br />

| EDITORIALE di Andrea Masotti |<br />

Alta cultura e imprenditoria proiettate<br />

verso il mondo. È il tema di<br />

apertura per questo <strong>Ravenna</strong> e Faenza<br />

IN, con il Maestro Riccardo Muti,<br />

insignito recentemente di importanti<br />

riconoscimenti, e l’imprenditore<br />

Massimo Bucci, che a Faenza ha dato<br />

vita ad un’azienda per produrre merce<br />

da esportare in Cina. Originali<br />

percorsi di lavoro sono quelli seguiti<br />

da piccoli imprenditori locali, riusciti<br />

a creare in tempo di crisi nuove<br />

attività. Ripercorriamo poi la storia<br />

di <strong>Ravenna</strong> attraverso le memorie di<br />

borgo San Biagio e recuperiamo l’opera<br />

dei maestri mosaicisti ravennati<br />

attraverso il progetto di Felice Nittolo.<br />

Si prosegue nel segno dell’arte<br />

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (RN)<br />

Direttore Responsabile:<br />

Andrea Masotti<br />

Redazione centrale:<br />

Roberta Brunazzi<br />

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri<br />

Impaginazione: Marica Graziani<br />

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli<br />

4 Annotare<br />

Brevi IN<br />

14 Essere<br />

Riccardo Muti<br />

20 Essere<br />

Massimo Bucci<br />

26 Lavorare<br />

Nuove imprese<br />

32 Raccontare<br />

Borgo San Biagio<br />

39 Valorizzare<br />

I Maestri Mosaicisti<br />

44 Creare<br />

Cristiano Marchetti-KRY<br />

e della cultura con i colori esplosivi<br />

di Cristiano Marchetti - KRY e con il<br />

Circolo di lettura creato da Daniela<br />

Mingozzi, Marina Manucci e Monica<br />

Randi. Una casa nella campagna<br />

lughese c’introduce nel tema del design<br />

storico; Meo e Terry Gordini ci<br />

parlano invece della loro avventura<br />

sportiva nel mondo della boxe. Protagonisti<br />

delle rubriche finali sono<br />

invece i tre ritratti dei Savoia tornati<br />

in mostra al Museo del Risorgimento,<br />

la fotografa Lidia Bagnara con<br />

la sua monografia “A occhi chiusi”<br />

e Martina Evangelisti, vincitrice del<br />

premio Campiello giovani. A noi<br />

non resta che augurarvi buona lettura,<br />

e buone feste di fine anno!<br />

Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Luca Retini<br />

Collaboratori:<br />

Linda Antonellini, Lidia Bagnara, Roberta Bezzi,<br />

Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Serena Focaccia,<br />

Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia<br />

Graziani, Aldo Savini, Michele Virgili.<br />

Chiuso per la stampa il 03/12/2012<br />

32<br />

44<br />

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.<br />

Redazione e amministrazione:<br />

Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì<br />

tel. 0543.798463 - fax 0543.774044<br />

www.inmagazine.it<br />

inmagazine@menabo.com<br />

Sommario<br />

50 Leggere<br />

Circolo di lettura<br />

54 Abitare<br />

Campagna contemporanea<br />

58 Boxare<br />

Meo e Terry Gordini<br />

60 Esporre<br />

Museo del Risorgimento<br />

64 Fotografare<br />

Lidia Bagnara<br />

65 Scrivere<br />

Martina Evangelisti<br />

66 Scegliere<br />

Shopping<br />

Tutti i diritti sono riservati.<br />

Foto e articoli possono essere riprodotti solo con<br />

l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte.


Annotare | Brevi IN<br />

Teiere in ceramica<br />

per Shanghai<br />

Faenza - Le ceramiste faentine Mirta<br />

Morigi e Antonella Cimatti, insieme a<br />

Goffredo Gaeta, hanno rappresentato<br />

il made in Italy all’International<br />

Modern Pot Art Biennial Exhibition,<br />

organizzato all’interno del Shanghai<br />

Arts and Crafts Museum. La terza<br />

edizione di questo prestigioso<br />

concorso internazionale ha avuto<br />

come tema la teiera. Alla città cinese<br />

di Jingdezehng, capitale mondiale<br />

della porcellana, Mirta Morigi ha<br />

donato una sua originale teiera,<br />

appositamente realizzata. (A.S.)<br />

La Camera di Commercio<br />

in un volume<br />

<strong>Ravenna</strong> - Dal 1862, anno della<br />

fondazione, la Camera di Commercio<br />

ha rappresentato una delle istituzioni<br />

cardine dello sviluppo economico<br />

della provincia di <strong>Ravenna</strong>, nel<br />

passaggio da una società agricola<br />

ad una post-industriale. Il 150esimo<br />

anniversario ha offerto l’opportunità<br />

per la pubblicazione di un volume<br />

per i tipi di Danilo Montanari,<br />

“Camera di Commercio di <strong>Ravenna</strong>.<br />

Centocinquant’anni di sviluppo e<br />

innovazione” in cui s’intrecciano<br />

immagini e testo. Dante Bolognesi,<br />

Andrea Casadio e Paola Morigi<br />

tracciano un excursus sulle vicende<br />

storiche e sulle sfide future della<br />

Camera, mentre le cartoline della<br />

raccolta di Aldo Fabiani ed Enzo<br />

Turso e le fotografie di Giorgio Biserni<br />

e dell’archivio camerale presentano<br />

un panorama visivo della storia<br />

economica e sociale del ravennate fra<br />

l’Ottocento e il Duemila.<br />

4 | IN Magazine<br />

Premio Guidarello<br />

al ministro Severino<br />

<strong>Ravenna</strong> - Consegnati al Teatro<br />

Alighieri i riconoscimenti del Premio<br />

Guidarello, condotto da Bruno<br />

Vespa, che presiede la giuria nazionale,<br />

presentato da Margherita<br />

Ghinassi e inaugurato da Guido<br />

Ottolenghi, presidente di Confindustria<br />

<strong>Ravenna</strong>. Personaggio di<br />

spicco della manifestazione, tenuta<br />

il 25 novembre, è stato il Ministro<br />

della Giustizia Paola Severino, alla<br />

La magia del Colore<br />

di Guerrino Tramonti<br />

Faenza - Dopo il tour in Giappone<br />

le opere del ceramista faentino tornano<br />

a “casa”. “Guerrino Tramonti.<br />

La magia del colore”, è il titolo della<br />

retrospettiva antologica dedicata<br />

all’artista, esposta al Museo Internazionale<br />

delle Ceramiche di Faenza<br />

fino al 6 gennaio 2013, a vent’anni<br />

dalla scomparsa del maestro faentino.<br />

Vanno in mostra circa 150 suoi lavori<br />

tra sculture, dipinti e ceramiche, che<br />

esprimono il talento e la visione del<br />

mondo di uno dei protagonisti della<br />

ceramica del Novecento. L’antologica<br />

di Tramonti fa da cornice al monumentale<br />

soffitto, denominato “Terzo<br />

Cielo di Castelli”, presentato per la<br />

prima volta a Faenza. Quest’opera<br />

collettiva, risalente al periodo in cui<br />

l’artista dirigeva la Scuola d’Arte di<br />

quale è andato il premio Gudarello<br />

ad honorem (nella foto con Guido<br />

Ottolenghi). Per il Giornalismo<br />

Nazionale sono stati premiati invece<br />

gli economisti ed editorialisti<br />

del Corriere della Sera Giavazzi e<br />

Alesina. Il Premio Guidarello per<br />

il Turismo, nella sezione radio/televisione,<br />

è andato a Sveva Sagramola,<br />

regista e documentarista. Sul<br />

palcoscenico anche Alice ed Ellen<br />

Kessler, icone del varietà televisivo<br />

anni ’60 e ‘70, premiate per la sezione<br />

radio/tv. Per il Giornalismo<br />

Romagna i riconoscimenti sono<br />

andati a Paolo Gambi e ad Anna<br />

Tonelli. Il Guidarello alla Memoria<br />

è stato dedicato al professore<br />

ravennate Mario Pierpaoli, mentre<br />

il premio Giovani è stato assegnato<br />

alla classe II B del Liceo Classico di<br />

<strong>Ravenna</strong>. (A.D.L.)<br />

Castelli d’Abruzzo (dal 1953 al 1958),<br />

fu da Tramonti diretta e ideata assieme<br />

ai maestri emilano-romagnoli Serafino<br />

Mattucci e Arrigo Visani.


Faenza - Anche per le festività 2012<br />

Faenza C’entro, ha messo a punto un<br />

ricco calendario di iniziative, grazie ai<br />

suoi associati. Luci, animazioni, attività<br />

di vario genere e la magica pista di<br />

vero ghiaccio sono gli ingredienti di<br />

base, con apertura domenicale dei negozi<br />

allestiti a tema natalizio. Il grande<br />

abete di Natale posizionato sotto<br />

la torre dell’orologio farà da punto<br />

di riferimento, assieme alla fitta rete<br />

di luci, rigorosamente a basso consumo.<br />

Non mancheranno poi il trenino<br />

e la Carrozza di Natale trainata dal<br />

Il Natale in piazza<br />

di Faenza C’entro<br />

cavallo Briciola, che accompagnerà<br />

le famiglie in giro per la città nei<br />

pomeriggi delle domeniche di festa.<br />

Altro elemento clou è la pista di vero<br />

ghiaccio collocata in piazza della Molinella<br />

(nella foto): come l’anno scorso,<br />

chi effettuerà acquisti nei negozi Faenza<br />

C’entro potrà ricevere i biglietti<br />

per un ingresso gratuito o ridotto alla<br />

pista. I biglietti sono disponibili anche<br />

nella sede Avis di Faenza, in viale<br />

Stradone 9, dove verranno consegnati<br />

a chi effettuerà una donazione di sangue<br />

nel mese di dicembre.<br />

Fiori, cuori e decori<br />

IrIs e AmbrA, lA novItà In cIttà<br />

Mazzavillani, nuovo<br />

direttore di Cna <strong>Ravenna</strong><br />

Ph. Massimo Fiorentini<br />

<strong>Ravenna</strong> - La Cna provinciale<br />

di <strong>Ravenna</strong> ha un nuovo direttore:<br />

Massimo Mazzavillani, 48enne<br />

residente a Cervia. Prende il posto<br />

di Natalino Gigante, di cui era già<br />

vicepresidente da due anni, dopo aver<br />

ricoperto diversi incarichi all’interno<br />

della Confederazione a partire dal<br />

1986. Nel curriculum di Mazzavillani<br />

spicca l’esperienza politica come<br />

vicesindaco di Cervia, dal 2006<br />

al 2009, mentre attualmente riveste<br />

anche la carica di consigliere<br />

di gestione di Unifidi Emilia Romagna<br />

e di vicepresidente di Assicoop<br />

<strong>Ravenna</strong>, nonché di consigliere<br />

in alcune società nazionali<br />

del sistema Cna. (R.Be.)<br />

Special ADV<br />

Fiori, cuori, decori. È quanto offre Iris, nuovo concetto di negozio<br />

già sperimentato con successo nelle grandi città ma non ancora approdato<br />

a <strong>Ravenna</strong>. Lo spazio ampio e il cortile interno fanno pensare<br />

più ad una casa di amici che al classico negozio di fiori e regali. È<br />

questo il punto di forza di Iris, in via Romea Sud 11, a Ponte Nuovo<br />

di <strong>Ravenna</strong>. Ad affiancarlo è Ambra Poli wedding and event<br />

planner, pronto ad aiutarvi nell’organizzazione del matrimonio o di<br />

un evento importante, trovando la soluzione più adatta alle esigenze<br />

di ciascuno. Attraverso la costruzione di un budget planner personalizzato,<br />

stilato sulla base delle possibilità di spesa della coppia, e ad<br />

una pianificazione degli incontri con i fornitori, Ambra Poli wedding<br />

and event planner propone soluzioni affidabili e già testate, permettendo<br />

di risparmiare tempo e denaro, e liberando la coppia dall’ansia<br />

e dallo stress dei preparativi. Info: 0544 62288; 345 8229268;<br />

info@irisravenna.it; ambrapoli@irisravenna.it


Annotare | Brevi IN<br />

Festa della montagna<br />

e libro sul centenario Uoei<br />

Faenza - Un’edizione davvero<br />

speciale per la “Festa della<br />

montagna” organizzata dall’Uoei<br />

Faenza alla sala “Zanelli” del centro<br />

fieristico dal 7 al 10 novembre.<br />

Per celebrare il centenario dalla<br />

fondazione l’Uoei (Unione Operaia<br />

Escursionisti Italiani), ha organizzato<br />

una manifestazione ricca di stelle.<br />

Tra gli ospiti la pluricampionessa<br />

olimpionica e mondiale di sci di<br />

fondo Manuela Di Centa, lo scalatore<br />

Maurizio Oviglia, il “re degli Ottomila”<br />

Silvio Mondinelli ed Alberto Tomba,<br />

leggenda della storia dello sci (nella<br />

foto assieme a Giuseppe Sangiorgi,<br />

organizzatore dell’evento). Nel<br />

corso della manifestazione è stato<br />

presentato anche il libro “Storia<br />

della Festa della Montagna” di Carlo<br />

e Giuseppe Sangiorgi, pubblicato in<br />

occasione del centenario dell’Uoei.<br />

Il libro fa rivivere tutte le tappe della<br />

kermesse, punto fermo dell’attività<br />

sociale dell’associazione.<br />

Scuola di musica<br />

a Villa Malerbi<br />

Lugo - Pur non completato<br />

integralmente il restauro della Villa<br />

Malerbi, un tempo residenza<br />

di campagna dei fratelli Malerbi, noti<br />

musicisti lughesi, la Scuola di Musica<br />

ad essi intitolata ritorna al suo luogo<br />

naturale. Così, mentre si garantisce<br />

la conservazione del prestigioso<br />

edificio storico se ne permette<br />

la fruizione, mantenendone la<br />

destinazione a scuola di musica e sede<br />

dell’archivio storico musicale che<br />

custodisce il fondo Malerbi. Nel fondo<br />

sono raccolti documenti sugli anni<br />

giovanili di Gioachino Rossini e sul<br />

musicista Francesco Balilla Pratella,<br />

recentemente donati dalla figlia<br />

Eda Pratella. (A.S.)<br />

6 | IN Magazine<br />

<strong>Ravenna</strong> - Hublot orologio ufficiale<br />

della Juventus Campione d’Italia<br />

2012. La partnership, annunciata l’estate<br />

scorsa a Pechino in occasione<br />

della finale della Supercoppa italiana<br />

(nella foto Pierluigi Buffon e Andrea Pirlo,<br />

nel corso della presentazione ufficiale),<br />

vede rafforzare la presenza della<br />

Maison svizzera al fianco di società<br />

calcistiche di alto livello. Dopo essere<br />

Paolo Olmi e Uto Ughi<br />

alla Basilica di San Francesco<br />

<strong>Ravenna</strong> - Concerto di Natale il 12 dicembre<br />

alle ore 21 nella basilica di San<br />

Francesco d’Assisi, presentato dall’European<br />

Musicians Youth Orchestra diretta<br />

da Paolo Olmi (nella foto), con la<br />

partecipazione del grande Uto Ughi e<br />

del suo giovanissimo collega Roman<br />

Kim. In programma musiche di Mascagni,<br />

Bach, Paganini e Vivaldi, con<br />

finale natalizio eseguito assieme ad<br />

alcuni cori di voci bianche attivi in città.<br />

La manifestazione si propone di<br />

valorizzare e rinsaldare i legami tra<br />

la Terra Santa, la città di <strong>Ravenna</strong> e le<br />

zone emiliane colpite dal terremoto.<br />

Ad organizzarla è la cooperativa Emilia<br />

Romagna Concerti, che destinerà i<br />

fondi raccolti per l’occasione ai comuni<br />

terremotati di Finale Emilia e di<br />

Sant’Agostino.<br />

Hublot e Juventus,<br />

insieme nel Tempo<br />

stato il primo marchio di lusso a dedicarsi<br />

al calcio nel 2006, Hublot lavora<br />

da allora in stretta collaborazione<br />

con la FIFA come fornitore di orologi<br />

e cronometrista ufficiale dei Mondiali<br />

di calcio. A <strong>Ravenna</strong> gli orologi Hublot<br />

si trovano da Sì Anelli di Marcello<br />

Casadio, nello storico negozio di<br />

via Cavour e negli altri negozi della<br />

prestigiosa gioielleria e orologeria.


LUXURY NAUTICAL LEISURE<br />

Venezia - Milano - Trieste - Roma - Capri - Montecarlo - Tokio<br />

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Annotare | Brevi IN<br />

Cna, tredici progetti<br />

per <strong>Ravenna</strong> capitale<br />

<strong>Ravenna</strong> - Le Vie del Mosaico<br />

e un percorso per Dante; un<br />

museo dell’Accoglienza a Palazzo<br />

Testi Rasponi ed uno sul Porto e<br />

l’autotrasporto. Sono solo alcuni<br />

dei 13 progetti che il presidente<br />

comunale della CNA di <strong>Ravenna</strong>,<br />

Andrea Dalmonte, ha formalmente<br />

consegnato al coordinatore della<br />

candidatura di <strong>Ravenna</strong> a Capitale<br />

Europea della Cultura, Alberto<br />

Cassani (insieme nella foto). “La<br />

CNA – ha sottolineato Dalmonte - ha<br />

sempre creduto nel progetto della<br />

candidatura di <strong>Ravenna</strong> a capitale<br />

europea della cultura. Il lavoro che<br />

abbiamo svolto negli ultimi anni ci<br />

ha portato ad elaborare tante idee<br />

progettuali che oggi regaliamo<br />

alla città e al Tavolo di lavoro<br />

appositamente creato”.<br />

Vestire il sacro,<br />

ciclo di conferenze<br />

<strong>Ravenna</strong> - Abiti, tessuti e contesti<br />

rituali dalla Tarda Antichità<br />

al Settecento sono al centro<br />

di “Vestire il sacro”, ciclo<br />

di conferenze a cura di Luigi Canetti.<br />

Gli incontri si svolgono<br />

da novembre ad aprile 2013 nella<br />

Sala ex Refettorio del Museo<br />

Nazionale di <strong>Ravenna</strong> (via Fiandrini 9)<br />

e al Dipartimento di Beni Culturali<br />

a palazzo Strocchi (via degli Ariani<br />

1). Il prossimo appuntamento è per<br />

il 15 gennaio a palazzo Strocchi<br />

con Umberto Longo, che illustrerà<br />

il rapporto tra vestiario e identità<br />

religiosa nel mondo monastico<br />

ed eremitico. Il 5 febbraio Maria<br />

Parani parlerà invece del linguaggio<br />

simbolico degli abiti<br />

nell’età bizantina.<br />

8 | IN Magazine<br />

Castiglione di <strong>Ravenna</strong> - La richiesta<br />

di aiuto è stata fatta pubblicamente<br />

nell’ambito delle presentazioni di <strong>Ravenna</strong><br />

Festival 2012: una visita e uno<br />

spettacolo al Teatro Mazzini regalò il<br />

4 luglio una serata indimenticabile.<br />

Intorno alla richiesta di sostegno lanciata<br />

dall’Associazione Nuovo Teatro<br />

Mazzini Castiglione di <strong>Ravenna</strong> per<br />

recuperare questo luogo si sono stretti<br />

personaggi come Cristina Muti, Graziella<br />

Pasini e il vicesindaco Giannantonio<br />

Mingozzi. Il teatro fu realizzato<br />

ad inizio Novecento all’interno della<br />

Casa Repubblicana, costruita grazie<br />

ad una raccolta di fondi dei militanti<br />

della Società democratica “Pensiero<br />

e azione”, dal Circolo giovanile “Ciceruacchio”<br />

e con la loro manodopera<br />

gratuita. Ed ora si punta al recupero:<br />

Matilde e Celeste Pirazzini, allieve del<br />

Cervia - Musa, Museo del Sale di Cervia,<br />

invita al museo i giovanissimi con<br />

una serie di iniziative riservate proprio<br />

a loro. Il 24 novembre ha preso il<br />

via un ciclo di cinque laboratori dedicati<br />

ai bambini, organizzato dall’associazione<br />

Cervia Incontra L’Arte. Con<br />

un appuntamento al mese, fino ad<br />

arrivare a quello di sabato 16 marzo,<br />

Teatro Mazzini,<br />

un luogo da Salvare<br />

Per piccoli artisti<br />

laboratori al Musa<br />

Conservatorio “Maderna” di Cesena,<br />

con un percorso itinerante a <strong>Ravenna</strong><br />

hanno richiamato l’attenzione su<br />

questo progetto. Marco Martinelli,<br />

insieme al Teatro delle Albe, ha dato<br />

la propria disponibilità, mentre da un<br />

gruppo di spettatori è nato il gruppo<br />

“Teatro perché?”. Insomma, qualcosa<br />

si sta muovendo, nella speranza che il<br />

Mazzini torni ad essere un riferimento<br />

per Castiglione. (A.D.L.)<br />

gli artisti in erba possono così ritrovarsi<br />

al museo per giocare insieme,<br />

scoprendo spunti interessanti sulla<br />

salina e sull’identità locale. Oltre ai<br />

laboratori, il museo propone anche<br />

visite guidate gratuite al museo e iniziative<br />

alla salina Camillone, curate<br />

dai volontari del Gruppo Culturale<br />

Civiltà salinara.


Via Bussato, 68 • 48100 <strong>Ravenna</strong> -Italia<br />

Tel.Fax 0544-34656 • email: info@sianelli.it<br />

www.hublot.com • twitter.com/hublot • facebook.com/hublot<br />

Big Bang Gold Ceramic.<br />

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Annotare | Brevi IN<br />

Città - Testo<br />

Feste di fine anno<br />

tra fuoco e ghiaccio<br />

Cervia - Brindisi col botto a Cervia<br />

per salutare il nuovo anno.<br />

Per la sera del 31 dicembre è infatti<br />

in programma nei Magazzini del sale<br />

una Cena di Gala che, allo scoccare<br />

della mezzanotte, sarà completata<br />

con un concerto di fuochi d’artificio<br />

che letteralmente avvolgerà con<br />

le fiamme i Magazzini. Uno spettacolo<br />

di grande suggestione, sintesi<br />

di esperienza e software avanzati,<br />

dove le luci e la musica daranno<br />

vita ad una coreografia unica e<br />

coinvolgente. Al termine dello show<br />

il porto canale si trasformerà in una<br />

discoteca, con Dj per poter continuare<br />

la festa ballando tutta la notte.<br />

Ad accompagnare il periodo delle<br />

feste nella cittadina cervese sono<br />

anche mostre d’arte, il tour dei<br />

presepi, animazioni per bambini e la<br />

pista del ghiaccio in piazza, aperta<br />

fino al 3 marzo.<br />

iBLU Faenza, tre piani<br />

per l’arredo di Qualità<br />

Faenza - Boffi e Living Divani rafforzano<br />

la propria distribuzione in Emilia<br />

Romagna grazie alla nuova collaborazione<br />

con lo showroom iBLU<br />

Faenza. Importante struttura commerciale<br />

specializzata nell’esposizione<br />

di prodotti di lusso per l’arredo bagno<br />

e nell’impiantista idraulica, vincitrice<br />

del Best Showroom Award 2010, iBLU<br />

Faenza ha rinnovato l’esposizione<br />

estendendo la propria offerta alle aree<br />

della cucina e del living, puntando su<br />

due tra i marchi più prestigiosi del design<br />

italiano, Boffi e Living Divani. Lo<br />

ROSA SCARLATTA<br />

creatività in fiore<br />

Rosa Scarlatta si rinnova, divenendo un<br />

laboratorio floreale creativo dove tutto è<br />

in evoluzione. Nuovi progetti, rivolti ad un<br />

pubblico sempre più ampio, stanno prendendo<br />

forma con iniziative di vario tipo.<br />

Come primo step sono già partiti i corsi<br />

di decorazione floreale, finalizzati a trasmettere<br />

la passione per il fiore (il mercoledì<br />

e il giovedì fino al 6 dicembre; in seguito<br />

verranno dedicate al corso due settimane<br />

al mese, sempre di mercoledì e giovedì). È<br />

inoltre già presente uno spazio espositivo<br />

nel loft soppalcato, dove Davide Bongiovanni<br />

di 10_10_10 Maison e Roberta<br />

spazio espositivo, di circa 1000 mq, si<br />

sviluppa su tre piani, ognuno caratterizzato<br />

da un proprio concept espositivo<br />

con proposte dal taglio classico,<br />

contemporaneo e minimale. Al primo<br />

piano si sviluppa la presentazione di<br />

HOME, “Luogo dove vivere o rifugio?”,<br />

vero e proprio appartamento<br />

composto da cucina e bagno (Boffi),<br />

con area spa (Effegibi), ambiente giorno<br />

e camera da letto allestiti da Living<br />

Divani. L’inaugurazione si è svolta il<br />

15 novembre, con architetti e professionisti<br />

del settore.<br />

Special ADV<br />

Melandri di 3R ricami daranno vita ad originali<br />

allestimenti che spaziano dalla quotidianità<br />

al mondo degli sposi, con capi d’abbigliamento<br />

e accessori tutti rigorosamente<br />

di tradizione artigianale italiana. Il gruppo<br />

creativo composto da questi abili professionisti<br />

si presenta ufficialmente alla città<br />

con una serata aperitivo aperta a tutti,<br />

mercoledì 12 dicembre alle ore 19.<br />

Sono tante, poi, le sorprese per questo<br />

Natale, con sconti dal 10% al 20% se si<br />

fa shopping in compagnia. Tutti gli aggiornamenti<br />

sulle attività in programma sono<br />

sulla pagina facebook Rosa Scarlatta.


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CARTA DA PARATI • ARREDO BAGNO • SAUNE<br />

Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 <strong>Ravenna</strong> - Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 - commerciale@edilravenna.it - www.edilravenna.it


Annotare | Brevi IN<br />

Giardini in fiore<br />

per il Natale<br />

Faenza - Il Natale a Faenza significa<br />

anche magnifici giardini, aiuole<br />

e allestimenti verdi disseminati<br />

per le strade e le piazze del centro<br />

storico. I Giardini di Natale tornano<br />

infatti anche quest’anno, promossi<br />

dal Servizio Ambiente Giardini del<br />

Comune di Faenza e realizzati dai<br />

migliori vivaisti della zona. Novità<br />

di questa terza edizione è il concorso<br />

“Vota il Giardino Preferito”, che<br />

i cittadini potranno indicare sulla<br />

cartolina posta all’interno della<br />

mappa dei Giardini di Natale. Il tema<br />

del verde cittadino viene approfondito<br />

anche grazie agli appuntamenti<br />

di “Porte Aperte al Servizio Giardini”,<br />

il 13 e il 18 dicembre dalle 9 in via<br />

Argine Lamone, e al convegno<br />

“Il Verde in Città”, il 21 dicembre alle<br />

ore 16 nella sala del Consiglio<br />

del Comune di Faenza.<br />

Storie delle donne<br />

di Confartigianato<br />

<strong>Ravenna</strong> - Sarà in tour per tutto<br />

il 2013 la mostra fotografica<br />

“Questione di grinta - Storie<br />

delle donne di Confartigianato”,<br />

presentata in anteprima durante il<br />

quindicesimo congresso provinciale<br />

dell’associazione. Le 28 donne<br />

ritratte dal fotoreporter Giampiero<br />

Corelli, da anni impegnato sulle<br />

tematiche delle donne e del lavoro,<br />

sono diverse per età, provenienza<br />

e ambito professionale. “Dietro le<br />

storie di ognuna di loro - afferma<br />

Riccardo Caroli, neo presidente<br />

eletto lo scorso 13 novembre -, ci<br />

sono famiglie e preoccupazioni, ma<br />

soprattutto la giusta grinta e il forte<br />

legame col proprio lavoro”. (R.Be.)<br />

12 | IN Magazine<br />

Guido Gambone,<br />

omaggio al Ceramista<br />

Faenza - La mostra“Omaggio a Guido<br />

Gambone” è al Museo Internazionale<br />

delle Ceramiche di Faenza<br />

fino al 6 gennaio 2013. Esposta è la<br />

collezione di Giuseppe Tampieri,<br />

pittore faentino e stimato amico del<br />

ceramista, affiancata da alcuni inediti<br />

presenti nella collezione del museo.<br />

Di origine campana, Gambone<br />

si trasferì giovanissimo a Vietri, dove<br />

impara l’arte della ceramica. Qui lavora<br />

con le principali manifatture ed<br />

entra in contatto con la cosiddetta<br />

“colonia dei ceramisti tedeschi”, assimilandone<br />

lo stile fiabesco mediterraneo.<br />

Influenzato soprattutto da<br />

Irene Kowaliska, elabora un proprio<br />

stile attento alle forme primitive e<br />

alla decorazione astratto-figurativa<br />

fondando una sua manifattura, “La<br />

Faenzerella”. Guido Gambone e<br />

Giuseppe Tampieri si conoscono a<br />

Firenze tra il 1938 e il 1941; dopo 43<br />

anni dalla sua morte, Tampieri torna<br />

a celebrare l’amico con questa nuova<br />

esposizione, ricordandolo con affetto.<br />

www.micfaenza.org<br />

Progettazione d’interni<br />

con Arka Design<br />

<strong>Ravenna</strong> - Trasformare un progetto<br />

d’arredo in un’affascinante coreografia<br />

di luci, colori, forme e atmosfere.<br />

È il concetto di progettazione sviluppato<br />

da Arka Design di <strong>Ravenna</strong>, che<br />

lo scorso 24 novembre ha inaugurato<br />

ufficialmente il suo nuovo showroom<br />

in via Panfilia 47. Gli elementi d’ar-<br />

redo presentati sono supportati da<br />

una serie di servizi e consulenze a<br />

360 gradi, che partono dalla ristrutturazione<br />

muraria fino agli interventi<br />

in cartongesso e falegnameria per<br />

arrivare infine, in sintonia con le richieste<br />

della clientela, alla scelta dei<br />

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Essere | Riccardo Muti<br />

Trilogia<br />

di Riconoscimenti<br />

testo Anna De Lutiis - foto Silvia Lelli<br />

Una pioggia di premi incorona<br />

definitivamente il Maestro Riccardo Muti,<br />

che appartiene ormai alla storia della<br />

musica e dell’interpretazione. Impegnato<br />

ora anche nella produzione editoriale,<br />

con un libro dedicato a Verdi.


Sopra, Riccardo Muti durante una prova con<br />

giovani musicisti. In apertura, il Maestro nel<br />

corso di un’intensa direzione d’orchestra.<br />

16 | IN Magazine<br />

Nuovi prestigiosi riconoscimenti<br />

per il maestro Riccardo Muti, nel<br />

mese di novembre ne ha messi in<br />

bacheca ben tre. A Milano, città che<br />

lo ha visto presenza fondamentale<br />

nella storia della Scala, la IULM,<br />

nella persona del rettore Giovanni<br />

Puglisi, gli ha consegnato la Laurea<br />

Magistrale Honoris Causa con la seguente<br />

motivazione: “Erede e massimo<br />

rappresentante della tradizione<br />

musicale italiana, il suo nome è<br />

sinonimo di italianità, di prestigio<br />

culturale e di capacità artistica professionale<br />

che appartiene ormai<br />

alla storia della musica e dell’interpretazione”.<br />

E non basta: nella<br />

stessa occasione il maestro Muti ha<br />

ricevuto anche la Medaglia d’Oro<br />

del Ministero degli Affari Esteri per<br />

la promozione della cultura italiana<br />

all’estero, mentre a Roma, al Quirinale,<br />

gli è stato assegnato anche il<br />

Premio De Sica per la Musica.<br />

È Cristina Mazzavillani Muti, mo-<br />

glie del maestro, a commentare<br />

questo felice momento: “Io sono<br />

impegnata a <strong>Ravenna</strong> con la Trilogia<br />

Verdiana (programma che ha<br />

riscosso grande successo con nove<br />

serate tutte sold out, ndr), creatura<br />

che non ho potuto abbandonare,<br />

ma mio figlio era presente e ha<br />

assistito al calore e all’entusiasmo<br />

con cui il pubblico lo ha accolto. E<br />

lui, come è nel suo carattere, con<br />

un segno concreto e diretto ha<br />

trasformato la lectio magistralis in<br />

una prova con i giovani del Conservatorio<br />

milanese, con i quali ha<br />

eseguito e spiegato un concerto<br />

per archi di Vivaldi. Ha parlato<br />

con il suo linguaggio abituale, la<br />

musica, ma ha anche colto l’occasione<br />

per sottolineare la necessità<br />

di valorizzare i giovani talenti,<br />

che certamente erano tra i tanti<br />

presenti, per metterli nelle condizioni<br />

di emergere evitando quelle<br />

numerose fughe all’estero che ci


privano di tanta potenzialità”. Sono tante le esperienze<br />

che hanno portato il maestro Muti a crescere in Italia,<br />

con costanza e fatica. Memore di tali difficoltà continua<br />

a lavorare per dare ai giovani nuove occasioni: risale al<br />

2004 la creazione dell’Orchestra Giovanile Cherubini, con<br />

cui ha girato il mondo da Salisburgo a Parigi, da Madrid<br />

a Buenos Aires, riscuotendo grandissimo successo.<br />

Sempre in partenza o in arrivo da un continente all’altro,<br />

non è facile intervistarlo. Quando si concede è però<br />

semplice, diretto e schivo, anche se assolutamente consapevole<br />

del proprio valore. Era appena giunto a Chicago,<br />

nel settembre del 2010, dopo aver accettato l’incarico di<br />

Music Director della Chicago Symphony Orchestra, quando<br />

in un’intervista telefonica espresse sorpresa ed emozione<br />

per quanto la città gli andava dimostrando: “Certamente<br />

hanno voluto sottolineare con calore questo mio arrivo e<br />

l’hanno fatto in maniera spettacolare: sulla facciata del<br />

Museo di Chicago - dove, tra l’altro c’è la bellissima nuova<br />

ala dell’Art Institute progettata da Renzo Piano, una<br />

struttura leggera, stupenda, che sembra sollevarsi verso<br />

il cielo - domina la mia immagine, così come accade sui<br />

grattaceli, in tutte le fermate di auto e metrò. I 25mila al<br />

Millenium Park che hanno atteso per ore per ascoltare il<br />

L’ovazione di Chicago<br />

concerto donato alla città, la loro finale standing ovation,<br />

il loro calore quando abbiamo suonato Va Pensiero e l’Inno<br />

di Mameli, le bandierine bianche sventolate da grandi<br />

e piccoli con sopra la scritta ‘Muti Festa’, non possono<br />

lasciarmi indifferente. Così come non si è preparati ad<br />

apprendere che il Consiglio della città possa votare per<br />

proclamare il 19 settembre ‘Muti Day’, votazione certificata<br />

come è certificata la risoluzione successiva. Se ciò non<br />

bastasse, hanno anche denominato ‘Muti Mile’ il tratto<br />

di strada che conduce all’Orchestra Hall”.<br />

A distanza di pochi mesi il maestro Muti ricevette in America<br />

due ambiti riconoscimenti: due Grammy Awards per<br />

la registrazione della Messa da Requiem di Verdi e per<br />

l’album contenente una selezione dei migliori brani di<br />

musica classica. Il Premio Birgit Nilsson, Nobel per la<br />

musica classica, il riconoscimento assegnato da una fon-


dazione dedicata alla soprana svedese,<br />

l’ha innalzato tra i maggiori<br />

rappresentati della cultura mondiale<br />

per “Straordinari contributi<br />

all’opera e ai concerti, oltre che<br />

per la sua enorme influenza sul<br />

mondo della musica, sia sopra che<br />

fuori il palcoscenico”.<br />

Un grande maestro che si emoziona?<br />

Sì, come ha ammesso lui stesso<br />

quando, nel maggio 2012, ha diretto<br />

il concerto per Papa Ratzinger.<br />

La grande capacità di trasmettere<br />

la sua passione per la musica<br />

contagia e coinvolge come un torrente<br />

in primavera. È quanto accaduto<br />

lo scorso anno all’Opera di<br />

Roma: dopo l’esecuzione del “Va<br />

18 | IN Magazine<br />

pensiero” e la richiesta del bis il<br />

maestro Muti lo concesse invitando<br />

il pubblico a cantarlo insieme<br />

all’orchestra e ai cantanti. E anche<br />

in quella circostanza non si fece<br />

sfuggire l’occasione per invitare il<br />

presidente della Repubblica Giorgio<br />

Napolitano e le altre numerose<br />

figure istituzionali presenti ad evitare<br />

che i grandi valori culturali<br />

del nostro Paese fossero dimenticati.<br />

La sua spontaneità è spesso<br />

disarmante. Quando è a <strong>Ravenna</strong><br />

non è difficile incontrarlo alla Ca’<br />

de Ven: “Maestro, complimenti per<br />

i suoi successi in tutto il mondo,<br />

ma non dimentichi mai <strong>Ravenna</strong>!”.<br />

La risposta arriva spontanea: “E le<br />

A fianco, Muti con Papa Benedetto XVI<br />

e il Presidente della Repubblica Giorgio<br />

Napolitano. Sotto, il Maestro dirige una<br />

prova al Teatro Alighieri di <strong>Ravenna</strong>.<br />

sembra che possa dimenticarla?<br />

Sono qui seduto davanti ad un magnifico<br />

piatto di cappelletti...!”.<br />

Se solitamente comunica con la<br />

musica, Riccardo Muti non disdegna<br />

di esprimersi anche attraverso<br />

la scrittura, con un secondo libro<br />

dedicato a Verdi, dopo due anni<br />

dalla pubblicazione della sua autobiografia.<br />

“Verdi. L’italiano. Ovvero,<br />

in musica le nostre radici”,<br />

edito Rizzoli, è un ricco percorso<br />

fatto di pensieri e ricordi, affiancati<br />

a considerazioni sull’esecuzione<br />

delle opere di Verdi, che onorerà<br />

in occasione del bicentenario<br />

della sua nascita, inaugurando la<br />

stagione dell’Opera di Roma con<br />

Simon Boccanegra.<br />

Il libro è stato presentato al Castello<br />

Sforzesco di Milano il 18 novembre<br />

scorso, davanti ad un pubblico<br />

foltissimo che i locali predisposti<br />

alla presentazione non sono riusciti<br />

a contenere. Il volume è una<br />

dichiarazione d’amore ma anche<br />

un insieme di suggerimenti per<br />

meglio capire, gustare e stimare<br />

il grande compositore di Busseto.<br />

“Verdi è il musicista della Vita, e<br />

certo è stato il musicista della mia<br />

vita”, afferma Muti. “È un compositore<br />

talmente capace di mettere a<br />

nudo e trattare le nostre passioni e i<br />

nostri dolori, i nostri pregi e i nostri<br />

difetti, che noi ci riconosciamo in<br />

essi, e questo è uno dei motivi della<br />

sua universalità. Fino a quando<br />

l’uomo resterà tale, con le sembianze<br />

di oggi, e non avrà come in Star<br />

Trek le orecchie lunghe, la testa a<br />

fungo e le gambe rattrappite, ogni<br />

generazione troverà nella musica<br />

di Verdi una parola di conforto”. IN


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Essere | Massimo Bucci<br />

Da Faenza<br />

Potrebbe sembrare pura fantasia.<br />

È invece un’incredibile realtà. A<br />

Faenza è nata una nuova azienda,<br />

la Top Carbon, che qui produrrà<br />

bracci in carbonio per gru del settore<br />

delle costruzioni. E questi lavorati<br />

verranno esportati in Cina.<br />

Un percorso che va in direzione<br />

opposta a quella abituale.<br />

“Un caso quasi eccezionale di cooperazione<br />

tra Italia e Cina dove<br />

la tecnologia non viene esportata<br />

fuori dai nostri confini, ma viene<br />

valorizzata da una partnership di<br />

grande valore”. Sono le parole di<br />

Romano Prodi, che ha tenuto a battesimo<br />

la nuova società, nella sua<br />

funzione di presidente della Fondazione<br />

Italia-Cina.<br />

La Top Carbon è nata da un accordo<br />

tra la Riba Composites, del<br />

Gruppo Bucci, che ha sede a Faenza,<br />

e il gruppo cinese Zoomlion,<br />

colosso mondiale della meccanica.<br />

Presidente del gruppo faentino è<br />

Massimo Bucci, che ci racconta la<br />

sua storia.<br />

“Sono nato a Faenza 61 anni fa e<br />

20 | IN Magazine<br />

al Mondo<br />

testo Antonio Graziani - foto Lidia Bagnara<br />

Costruire in Romagna bracci<br />

in carbonio per esportarli in<br />

Cina. È la sfida controcorrente<br />

della Top Carbon, azienda varata<br />

da Massimo Bucci,<br />

con un organico di cento<br />

nuovi dipendenti.<br />

mi sono laureato in Economia e<br />

Commercio nel 1976. Sono sposato<br />

con Mary. Ho due figlie, Martina<br />

e Roberta. Ho iniziato a lavorare<br />

nelle aziende di famiglia facendo il<br />

ragioniere contabile a “La Faenza<br />

Ceramica”, dove i Bucci avevano<br />

una partecipazione. Dopo due<br />

anni fui trasferito alla Cisa, fabbrica<br />

di lucchetti e serrature che era<br />

stata fondata nel 1947 dal babbo<br />

assieme allo zio Luigi. Sono entrato<br />

alla Cisa nel 1979 e qui sono rimasto<br />

per vent’anni in diverse posizioni<br />

di responsabilità, fino a diventarne<br />

amministratore delegato. Poi, nel<br />

1999, l’azienda è stata ceduta per<br />

problemi sorti tra i soci. Io ne sono<br />

uscito acquisendo comunque due<br />

aziende di proprietà del gruppo<br />

Cisa - Iemca e Giuliani - e di lì sono<br />

ripartito. La Cisa fu rilevata dal<br />

gruppo americano Ingersoll Rand<br />

che fa anche serrature. Mi piacerebbe<br />

farla tornare nelle nostre<br />

mani, essendo un’azienda creata<br />

da mio padre e dove io ho lavorato<br />

per una ventina d’anni. Bisogna


IN Magazine | 21


però essere realisti e quindi verificare<br />

prima di tutto se l’Ingersoll<br />

Rand è disponibile a cederla e se ci<br />

sono le condizioni per diventarne<br />

di nuovo proprietari”.<br />

Dal ’99 in poi Massimo Bucci, assieme<br />

al fratello, ha dato vita ad<br />

attività in modo autonomo. Nel<br />

2000 hanno acquisito la Riba,<br />

piccola azienda di materiali compositi.<br />

Nel 2003 hanno fatto un<br />

altro acquisto, un’azienda di Longarone,<br />

in provincia di Belluno,<br />

che si chiama Sinteco, attiva nel<br />

settore dell’automazione e robotica.<br />

Infine, nel 2004 hanno acquisito<br />

la “Vire”, azienda di Faenza<br />

che produce macchine per il<br />

confezionamento di pannolini di<br />

22 | IN Magazine<br />

vario tipo, per adulti e bambini.<br />

La diversificazione delle produzioni<br />

ha molto aiutato il Gruppo nei<br />

momenti di crisi come quello del<br />

2009, quando ci furono forti difficoltà<br />

per il settore delle macchine<br />

utensili e di automazione.<br />

Del Gruppo fa parte anche la Roberto<br />

Bucci & C. immobiliare, che<br />

detiene la proprietà e la gestione di<br />

attività alberghiere, ristorazione e<br />

centri benessere.<br />

Bucci ricopre, inoltre, incarichi esterni<br />

alle attività imprenditoriali. È presidente<br />

di Centuriagenzia (Parco<br />

Scientifico Tecnologico della Romagna)<br />

e della Commissione regionale<br />

turismo di Confindustria Emilia<br />

Romagna. In tempi precedenti, ol-<br />

A fianco e nella pagina precedente,<br />

Massimo Bucci nel suo ufficio faentino.<br />

tre a varie cariche ricoperte, è stato<br />

anche presidente dell’Associazione<br />

Industriali della provincia di <strong>Ravenna</strong><br />

dal ’93 al ’97 e della Confindustria<br />

dell’Emilia Romagna dal ‘98 al<br />

2005, oltre ad essere stato membro<br />

del Consiglio Direttivo e della Giunta<br />

della Confindustria.<br />

Ed ora questa innovativa esperienza<br />

con la Top Carbon. È lo stesso<br />

presidente del Gruppo Bucci a raccontarci<br />

come è nato l’accordo con<br />

il colosso cinese: “L’azienda del<br />

nostro gruppo, Riba Composites,<br />

attiva nel settore dei materiali in<br />

fibra di carbonio, era da tre anni<br />

in relazione con l’azienda Cifa<br />

di Milano, di proprietà del gruppo<br />

cinese Zoomlion. Per questa<br />

azienda milanese abbiamo iniziato<br />

a costruire, tre anni fa, bracci in<br />

carbonio per gru che servono per<br />

pompare il cemento nelle costruzioni<br />

in altezza. La Cifa produce<br />

e vende in Europa e nel mondo<br />

mezzi che trasportano queste gru.<br />

I nostri prodotti sono apparsi interessanti<br />

e ci hanno quindi chiesto<br />

di instaurare una collaborazione<br />

per la loro produzione”.<br />

L’impresa milanese chiede all’azienda<br />

faentina di costruire una<br />

fabbrica in Cina. Ma il Gruppo faentino,<br />

di rimando, dice di essere<br />

disponibile soltanto per la realizzazione<br />

di uno stabilimento in Italia, a<br />

Faenza. Ed è andata così.<br />

“Una volta a regime - dice Bucci -<br />

dovremmo costruire circa 250 pezzi<br />

in un anno, secondo quanto richiesto<br />

dai partners cinesi. Una ventina<br />

di persone, già dipendenti nostri,<br />

verrà trasferita dalla Riba alla Top<br />

Carbon, e dovremo assumere altre


A fianco, il taglio del nastro del nuovo<br />

stabilimento Riba Composites affidato a<br />

Luca Cordero di Montezemolo, avvenuto nel<br />

giugno 2011. Sotto, Bucci e Montezemolo<br />

durante l’incontro inaugurale di Riba.<br />

80 persone”. Della nuova società, la<br />

Riba detiene il 51% e la Cifa il 49%.<br />

“Riba opera in tre settori: vetture e<br />

moto d’alte prestazioni, e la Ferrari<br />

è il nostro cliente più importante.<br />

Facciamo parti della carrozzeria,<br />

elementi di finitura interna delle<br />

vetture. Lavoriamo inoltre per Porche,<br />

Lamborghini e per aziende<br />

che costruiscono vetture di alta<br />

prestazione. Poi abbiamo il settore<br />

della nautica, delle imbarcazioni a<br />

vela. Facciamo alberi, timoni, accessori<br />

vari. Terzo settore è l’aerospaziale,<br />

che stiamo sviluppando.<br />

La fibra di carbonio è un materiale<br />

molto leggero e più resistente<br />

dell’acciaio, ma molto costoso”.<br />

Il Gruppo Bucci mantiene le sue<br />

radici a Faenza, conta oltre 800 dipendenti,<br />

dei quali circa 400 nella<br />

città romagnola. Si è però esteso in<br />

varie parti del mondo: ha una società<br />

in Francia, una in Germania,<br />

uno stabilimento di produzione a<br />

Taiwan, uno in Cina e uno negli<br />

Stati Uniti; altre due società che<br />

vendono i prodotti del Gruppo<br />

sono in Giappone e in Brasile. “In<br />

questi paesi dobbiamo essere presenti<br />

non solo per vendere, ma anche<br />

per costruire i prodotti e per<br />

fare assistenza”, spiega Bucci. “Il<br />

cliente vuole avere vicino un ufficio<br />

per essere sicuro che, in caso di<br />

bisogno, c’è qualcuno che l’aiuta.<br />

L’internazionalizzazione è un fatto<br />

fondamentale per il nostro settore.<br />

La prima fabbrica all’estero venne<br />

costruita nel 1997, a Taiwan”.<br />

Nel nome dell’impresa Bucci è riuscito<br />

anche a far superare le gelosie<br />

tra Cina e Taiwan.<br />

“Non è stato facile”, afferma. “Ab-<br />

24 | IN Magazine<br />

biamo avviato un’attività in Cina<br />

con personale che avevamo a Taiwan<br />

e un direttore cinese, ma la<br />

società è totalmente controllata da<br />

noi. Non esistono interferenze tra le<br />

due società. Quella cinese, vicino a<br />

Shangai, serve il mercato della Cina,<br />

quella di Taiwan vende a Taiwan e<br />

nei paesi dell’Estremo Oriente”.<br />

Capofila del Gruppo Bucci è la Iemca,<br />

che ha sede a Faenza, affiancata dalla<br />

Giuliani. La Iemca produce caricatori<br />

di verghe per torni automatici. Le<br />

barre vengono inserite meccanicamente<br />

nei torni, per permettere la<br />

lavorazione senza interruzioni. La<br />

Giuliani invece produce macchine<br />

speciali per la costruzione delle serrature,<br />

delle chiavi e dei lucchetti, e<br />

macchine per i settori delle fabbri-<br />

che di automobili, di attrezzi agricoli,<br />

di automezzi, oltre a macchine<br />

per compressori di frigoriferi.<br />

La diversificazione dei prodotti, assieme<br />

alla collocazione diffusa di<br />

produzione e punti di assistenza,<br />

ha permesso al Gruppo di andare<br />

avanti con una certa tranquillità,<br />

nonostante la crisi economica in<br />

atto. “A prescindere dall’Italia,<br />

che presenta una situazione veramente<br />

molto difficile, noi siamo<br />

abbastanza soddisfatti dei risultati<br />

del primo semestre di quest’anno.<br />

Mercati come la Germania, il Sudamerica<br />

o anche l’Estremo Oriente<br />

hanno tirato bene. In questi ultimi<br />

mesi c’è tuttavia un rallentamento<br />

anche in Germania. Ma speriamo<br />

sia solo momentaneo”. IN


Lavorare | Nuove imprese<br />

La necessità<br />

26 | IN Magazine<br />

fatta Virtù<br />

testo Roberta Bezzi - foto Lidia Bagnara e Massimo Fiorentini<br />

C’è chi fa servizi a domicilio e chi il baratto in osteria,<br />

chi promuove coupon e chi trasforma un chiosco<br />

in teledicola. Le nuove imprese in tempo<br />

di crisi nascono così, aguzzando l’ingegno.


La crisi economica non solo aguzza<br />

l’ingegno, ma offre una sferzata<br />

di creatività. Mai come in questi<br />

ultimi mesi, a <strong>Ravenna</strong>, si assiste<br />

ad un fiorire di nuove attività e<br />

idee che da un lato rappresentano<br />

un’occasione per reinventarsi<br />

a fronte di un mercato del lavoro<br />

in sofferenza e dall’altro di proporre<br />

ai consumatori nuovi servizi e<br />

prodotti anche in un’ottica sociale.<br />

La 38enne Laura Spada e la 52enne<br />

Fabiana Tampelli, da anni socie di<br />

una ditta che si occupa di organizzazione<br />

di spettacoli teatrali,<br />

avevano voglia di qualcosa di diverso<br />

e così hanno aperto il primo<br />

lavaggio senz’acqua a domicilio. Il<br />

loro L.F. Promo è affiliato Limpo,<br />

una catena in franchising italiana<br />

ma già presente in Australia e in<br />

diversi paesi europei. Basta fare<br />

una chiamata, per vedere arrivare<br />

il furgoncino di Laura e Fabiana<br />

che, come le inglesi Kim Woodburn<br />

e Aggie Mackenzie della<br />

trasmissione “Case da incubo” su<br />

Sky, si trovano spesso a dover dire<br />

“Oh, my God!” davanti ad interni<br />

d’auto raccapriccianti. “L’idea ci<br />

è venuta navigando su internet”,<br />

raccontano. “Pulire senz’acqua è<br />

il futuro del settore, considerando<br />

la costante crisi dell’acqua e<br />

l’emergenza siccità che cresce di<br />

anno in anno. Per lavare a secco<br />

la carrozzeria utilizziamo un prodotto<br />

a base naturale: l’estratto di<br />

una pianta brasiliana, la carnauba.<br />

Questa cera viene applicata sfruttando<br />

i principi della nanotecnologia,<br />

per detergere, lucidare e<br />

proteggere l’auto”. I costi sono un<br />

po’ più alti, ma ne vale la pena:<br />

per il lavaggio interno ed esterno<br />

di una berlina, occorre mettere in<br />

conto circa 35 euro e un diritto di<br />

chiamata, rispetto ai 20 - 22 euro<br />

degli altri autolavaggi.<br />

Anche la 32 enne Michela Minguzzi,<br />

cresciuta a passa di danza, ha<br />

deciso di diventare “imprenditrice<br />

di se stessa”, fondando Lo Faccio Io.<br />

Dopo aver lavorato come ballerina<br />

e coreografa per compagnie affermate<br />

come quella di Virgilio Sieni<br />

ed essersi aggiudicata il premio<br />

“Giovani Dan’Autori Emilia Romagna”<br />

ha deciso di cambiar rotta,<br />

coinvolgendo anche altri ragazzi<br />

artisti di età dai 30 ai 35 anni, in<br />

difficoltà nel sbarcare il lunario.<br />

“Sono tante le incombenze quotidiane<br />

che si tende a rimandare<br />

Aria di Berlino in città<br />

In alto, Laura Spada di L.F. Promo. Nella<br />

pagina precedente Michela Minguzzi,<br />

fondatrice di “Lo Faccio Io”.<br />

A <strong>Ravenna</strong>, in via Zirardini, ha aperto lo scorso maggio Minne Song, una boutique<br />

speciale in cui acquistare abbigliamento, proposte di lettura, musica selezionata,<br />

manufatti artistici e vini doc. Un negozio-salotto con tanto di soppalco e divanetti.<br />

Ma anche un luogo adatto per incontri letterari, live acustici e degustazioni.<br />

“L’ispirazione – spiega Valentina Benelli, (nella foto)mente creativa del progetto<br />

– è arrivata girovagando per le strade di una Berlino, entrando in un locale, che<br />

si chiamava Kauf Dich Glucklich, una gelateria al piano terra e sopra un negozio”.<br />

Non a caso il nome scelto s’ispira alla capitale tedesca, all’avanguardia per le<br />

nuove tendenze: “Minnesang” significa infatti canzone d’amor gentile,<br />

poi modificato in Minne Song perché suonava meglio.<br />

IN Magazine | 27


28 | IN Magazine<br />

all’infinito, a volte causa lavoro,<br />

altre per stanchezza - afferma -.<br />

Guardare la pila dei panni da stirare<br />

che aumenta. Non riuscire a<br />

ritagliarsi il tempo per andare alla<br />

Posta o dal medico, ma anche per<br />

fare la spesa. Osservare impotenti<br />

le erbacce che crescono nel proprio<br />

giardino o il proprio cane che<br />

reclama una passeggiata. Noi siamo<br />

in grado di aiutare le persone<br />

A fianco, Andrea Merli (a sinistra) e<br />

Pierpaolo Spadoni dell’Osteria del Pancotto<br />

a Gamberella. Sotto, Antonio Barovecchio<br />

e Samantha nella Teledicola di via<br />

Ravegnana, a <strong>Ravenna</strong>.<br />

offrendo un servizio espresso e veloce.<br />

Finora il passaparola ha funzionato<br />

bene, perché ispirare fiducia<br />

è ciò che più conta”. In maniera<br />

certosina, Michele ha anche stilato<br />

un vero e proprio tariffario: per la<br />

fila dal medico o in posta 5 euro;<br />

7/10 per fare la spesa; la pulizia del<br />

giardino può arrivare a 50 euro;<br />

come dog sitter, si va dai 5 euro<br />

per una passeggiata di un quarto<br />

d’ora, 10 per passeggiata e accudimento,<br />

e 30/40 euro per la pensione<br />

24 ore su 24; per le faccende domestiche,<br />

invece, la tariffa è oraria.<br />

Una novità è anche l’Osteria del<br />

Pancotto, in cui i due giovani ravennati<br />

Pierpaolo Spadoni (chef) e<br />

Andrea Merli fanno proprie le tradizioni<br />

della campagna e il gusto<br />

genuino di un cucina ‘confidenziale’,<br />

lanciando inoltre la virtuosa<br />

pratica del baratto. Scambiare una<br />

cena con materie prime che saranno<br />

poi trasformate in succulenti<br />

pietanze ma anche con oggetti di<br />

antiquariato, modernariato e prodotti<br />

dell’artigianato. Tutto questo<br />

è possibile a Gambellara, al Circolo<br />

IX Febbraio trasformato in osteria.<br />

Qui, ogni ultimo giovedì del mese,<br />

si apre l’Osteria del Baratto: famiglie,<br />

associazioni, gruppi di amici<br />

e di singoli, al momento della<br />

prenotazione, possono barattare<br />

la cena con oggetti e prodotti vari.<br />

Un modo nuovo per entrare nella<br />

vita della piccola comunità, diventando<br />

punto di incontro, mercato<br />

di scambio. “Già durante la fase di<br />

ristrutturazione dei locali - spiegano<br />

i due soci -, abbiamo scambiato<br />

cene e pranzi con i muratori o imbianchini<br />

che ci hanno aiutato nel


portare a termine i lavori. Una prassi comune che vale<br />

anche con i contadini del territorio, gli ortolani, i cacciatori<br />

o le aziende viticole. Per noi il cosiddetto “km zero”<br />

non è una moda da ostentare ma una realtà”. Dare alle<br />

famiglie un mezzo di economia domestica e alle imprese<br />

una vetrina gratuita per i loro prodotti e servizi. Nasce<br />

con una forte motivazione sociale più che commerciale il<br />

sito web stampaecompri.it promosso da Raffaele Casadio,<br />

odontotecnico, insieme ai due amici soci Luca Bezzi e<br />

Paolo Rambelli. “L’obiettivo - spiega Casadio - è quello di<br />

sviluppare a tal punto il sito che ogni mattina le persone<br />

possano stamparsi 4/5 coupon da utilizzare subito in giornata<br />

per risparmiare sulla spesa e sui servizi più necessari.<br />

Per fare questo stiamo coinvolgendo commercianti, artigiani,<br />

ristoratori, in modo che la gente possa trovare lo<br />

sconto sul caffè della mattina così come sul latte o sulla<br />

carne, ma anche sul servizio di riparazione dell’idraulico<br />

Servizi dedicati al sociale<br />

o su un pasto al ristorante”. La rivoluzione, rispetto ai<br />

grandi siti come appunto <strong>Group</strong>on, è che in questo caso i<br />

beni trattati sono quelli classici dell’economia domestica,<br />

dal pane ai quaderni per la scuola. L’idea è nata durante<br />

una lunga permanenza a Buenos Aires, osservando che la<br />

sera, sul quotidiano Clarin, mancavano sempre le ultime<br />

due pagine, piene di coupon.<br />

C’è poi chi ha arricchito un’attività tradizionale con piccoli<br />

innovativi servizi per venire incontro alle esigenze<br />

delle persone. È il caso del 44enne Antonio Barovecchio,<br />

che ha trasformato il classico chiosco di edicola in Teledicola,<br />

in via Ravegnana 162. “Quando ho rilevato l’attività<br />

nel gennaio scorso - ricorda -, ho pensato di apportare<br />

due novità: offrire la massima apertura, tutti i giorni mattino<br />

e pomeriggio e domenica mattina incluso, e fornire<br />

servizi collaterali quali fax, fotocopie, pagamenti di bollettini.<br />

Ma anche la possibilità di acquistare tessere-buoni<br />

per regalare abbonamenti a riviste, e di richiedere per<br />

esempio un aiuto nella gestione delle pagine Facebook.<br />

Grazie alla convenzione con una libreria, siamo inoltre in<br />

grado di fornire qualsiasi tipo di libro a chi non ha tempo<br />

di girare per procurarselo”. IN<br />

via Fiume M. Abbandonato, 138 <strong>Ravenna</strong> tel. 0544 405655<br />

via Fiume M. Abbandonato, 279/A <strong>Ravenna</strong> tel. 0544 405655<br />

via Francesco Baracca, 82/1 Lugo (RA) tel. 0545 27277<br />

via Cassino, 71/A <strong>Ravenna</strong> tel. 0544 401050<br />

info@salvagentetagliecomode.com<br />

www.salvagentetagliecomode.com


IN Magazine | Special ADV<br />

BamBini<br />

da mezzo secolo<br />

nozze d’oro con l’offshore<br />

pRiMi 50 Anni di Attività peR l’AziendA RAvennAte, FondAtA nel 1962<br />

dA MARio BAMBini. Che pResentA Un FAttURAto in ContinUA CResCitA<br />

e GUARdA Con FidUCiA Al FUtURo.<br />

Cinquant’anni alle spalle e un futuro aperto verso il mondo.<br />

Le nozze d’oro festeggiate quest’anno dall’azienda Bambini<br />

srl puntano i riflettori su un’eccellenza nel settore dell’offshore,<br />

punta di diamante dell’imprenditoria marittima ravennate.<br />

Fondata nel 1962 a Marina di <strong>Ravenna</strong> da Mario Bambini,<br />

pescatore originario di Porto Garibaldi, l’azienda specializzata<br />

nei servizi d’appoggio offshore e rimorchio è guidata<br />

oggi dalla seconda generazione dell’impresa familiare, i fratelli<br />

Gianluigi e Rosolino Bambini, il primo amministratore<br />

delegato e responsabile della parte commerciale e il secondo<br />

presidente e responsabile di quella finanziaria.<br />

Imponenti i numeri su cui si fonda l’odierna attività: 25 mezzi<br />

navali che operano in tutto il bacino del Mediterraneo e<br />

nell’Africa occidentale; un organico composto da oltre 200<br />

dipendenti tra personale di terra e imbarcato; 1200 metri<br />

quadrati di uffici e 1000 metri quadrati di superficie coperta<br />

adibita a magazzino attrezzature e ricambi; una mensa<br />

aziendale da 50 posti; 36mila metri quadrati di piazzali e


depositi scoperti, di cui 20mila edificabili. Anche sul fronte<br />

economico, in un’epoca non certo favorevole, la Bambini Srl<br />

presenta numeri interessanti, con prestazioni record messe<br />

a segno nel 2010, anno in cui il fatturato ha raggiunto quota<br />

20,5 milioni di euro, con un valore di produzione pari a 23,5<br />

milioni di euro.<br />

Alla flotta Bambini - costituita da crew boats, utility vessels<br />

e rimorchiatori – si è aggiunta a fine estate un’unità<br />

di tipo multi-purpose platform supply vessel, noleggiata ad<br />

un primario player del settore energia e idrocarburi. E il 29<br />

settembre scorso è stato effettuato il varo tecnico della nuova<br />

costruzione “Blue Mommy”, una Fast Support Vessel di<br />

56 metri all’avanguardia sotto il profilo tecnologico, risultato<br />

dell’importante programma di rinnovamento e ringiovanimento<br />

della flotta della Bambini srl iniziato nel 2009, con<br />

investimenti in progetti tecnologicamente all’avanguardia.<br />

Un traguardo di successi raggiunto in 50 anni di storia<br />

celebrato lo scorso 27 maggio a Cà Viola, casa di campagna<br />

di Gianluigi Bambini e della moglie Violetta a Roncalceci di<br />

<strong>Ravenna</strong>, in compagnia di 350 ospiti. Un degno riconoscimento<br />

per mezzo secolo di un’avventura imprenditoriale iniziata<br />

con un peschereccio, l’Antica Respa di Mario Bambini,<br />

che nel 1962 sottoscrisse il primo contratto per portare<br />

i tecnici sui pozzi, nello stesso anno in cui vennero realizzate<br />

davanti a <strong>Ravenna</strong> le prime piattaforme per l’estrazione del<br />

metano, gestite dall’AGIP. Vent’anni dopo, nel 1982, aveva<br />

inizio la fase di espansione dell’azienda, con l’acquisto di<br />

unità navali dall’estero, l’introduzione di nuove tecnologie e<br />

tipologie innovative, con graduale spostamento della Bambini<br />

anche in altre aree del mondo. Un primo passo effettuato<br />

prima in Italia, nel 1985 nella vicina Ortona, poi seguito in<br />

maniera costante all’estero, verso mercati sempre più lontani.<br />

A cominciare dalla Croazia, per proseguire poi verso il<br />

Congo e la Tunisia, la Libia e l’Angola. L’internazionalizzazione<br />

e la diversificazione commerciale, affiancate da<br />

una strategia di compatibilità sociale delle attività, si sono<br />

rivelate carte vincenti per l’azienda ravennate, da sempre<br />

proiettata verso il futuro.<br />

BAMBini sRl<br />

Viale IV Novembre 79, 48122 Marina di <strong>Ravenna</strong> (RA)<br />

Tel. 0544 530537 - Fax 0544 538544<br />

info@bambinisrl.it - www.bambinisrl.it


Raccontare | Borgo San Biagio


Dove comincia<br />

<strong>Ravenna</strong><br />

Dove comincia <strong>Ravenna</strong>? Una domanda<br />

alla quale per noi, viaggiatori<br />

post-novecenteschi, è difficile<br />

rispondere, accecati come siamo<br />

dalla cortina di capannoni, rotonde<br />

e urbanistica massificata che<br />

circonda il centro storico e disegna<br />

gli imponderabili contorni<br />

della moderna città sfrangiata e<br />

parcellizzata. Per chi si fosse incamminato<br />

lungo la Faentina provenendo<br />

da Russi fino a un secolo<br />

fa, la risposta sarebbe stata molto<br />

più agevole. La città sarebbe comparsa<br />

ben presto, con il profilo dei<br />

palazzi e dei campanili a stagliarsi<br />

in lontananza sulla campagna. Ad<br />

accogliere il viaggiatore, invece<br />

della grande periferia odierna, sarebbe<br />

stata una piccola appendice<br />

suburbana e quasi rurale, quella di<br />

borgo San Biagio.<br />

Le origini del borgo, allo stato<br />

delle nostre conoscenze, restano<br />

avvolte nella nebbia. Le prime<br />

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini<br />

Segnava i confini cittadini fino ad un secolo fa,<br />

con il suo intrico di vie d’acqua e di terra.<br />

È il Borgo San Biagio, un tempo fitto di<br />

botteghe e osterie oggi area residenziale, in<br />

cui si respira ancora l’atmosfera di un tempo.<br />

notizie sicure risalgono al Medioevo,<br />

quando il Lamone, chiamato<br />

all’epoca Teguriense, correva lungo<br />

il tracciato di via Maggiore fin sotto<br />

porta Adriana (la cui presenza<br />

è attestata almeno dal X secolo,<br />

benché la sua forma odierna risalga<br />

in gran parte al ‘500), per poi<br />

piegare a nord-est costeggiando le<br />

mura lungo l’attuale circonvallazione<br />

San Gaetanino. Vera o falsa<br />

che sia la tradizione secondo la<br />

quale fu l’imperatore Federico II,<br />

nel corso del suo assedio del 1240,<br />

a deviare il fiume, fu comunque<br />

all’incirca in quel periodo che esso<br />

mutò il suo corso, allontanandosi<br />

dal centro urbano. Al suo posto,<br />

con il compito di assicurare la difesa<br />

della città, venne di lì a poco<br />

condotto da sud il Montone. Oggi i<br />

tracciati dei due fiumi sono evocati<br />

dai nomi di alcune strade (via Fiume<br />

abbandonato, via Sabbionara,<br />

via Rotta) e dalla conformazione<br />

stessa del terreno, con la circonvallazione<br />

che di fatto corre sul terrapieno<br />

del vecchio argine. La primitiva<br />

impronta del Lamone, invece,<br />

venne occupata dal Naviglio, un<br />

canale navigabile ad uso commerciale<br />

che, provenendo dalla zona<br />

di Sant’Alberto, si innestava su via<br />

Maggiore all’altezza di via Canalazzo<br />

(da cui appunto il nome), e<br />

terminava a poca distanza da porta<br />

Adriana.<br />

Un intrico di vie d’acqua e di terra,<br />

dunque, destinato naturalmente a<br />

favorire la nascita di una borgata.<br />

Se la zona più lontana dalle mura,<br />

quella denominata del Taurese<br />

(da cui via Dorese), restò a lungo<br />

completamente agricola, se non<br />

addirittura semi-valliva, quella più<br />

vicina alla città, dal nome singolarmente<br />

evocativo di “Vigna Tagliata”,<br />

dovette popolarsi di una comunità<br />

stabile relativamente presto, e<br />

comunque certamente prima del<br />

IN Magazine | 33


Sopra, il cortile di una casa del borgo di fine<br />

‘800 (foto tratta da “Caro, vecchio borgo San<br />

Biagio”, di G.Montanari Cipriani, <strong>Ravenna</strong>,<br />

Capit, 1996). In apertura, il borgo<br />

tra passato e presente: in alto com’era<br />

nell’800 (foto tratta da “<strong>Ravenna</strong><br />

nell’Ottocento” di B. Bandini, N. Pirazzoli,<br />

M. Scarano, <strong>Ravenna</strong>, Longo, 1982),<br />

sotto come appare oggi.<br />

34 | IN Magazine<br />

Trecento, quando le fonti storiche<br />

parlano già di un “borgo di Porta<br />

Adriana”. Una comunità fatta di<br />

popolani di recente immigrazione<br />

dalla campagna, che vivevano<br />

spesso nei “capannetti” di legno o<br />

canna palustre, o nei poveri “casetti”<br />

bassi e dai camini sporgenti,<br />

alcuni dei quali sopravvissuti ancora<br />

fino alle soglie del Novecento.<br />

Accanto ad essi, però, non mancavano<br />

locande, osterie e un edificio<br />

di culto, la chiesa di Santa Maria “in<br />

Vignatagliata”. Risalente al Medioevo,<br />

essa sopravvisse fino alla metà<br />

del ‘500, per poi decadere ed essere<br />

sostituita nello stesso luogo, alla<br />

fine di quel secolo, da un edificio<br />

del tutto nuovo: l’odierna San Bia-<br />

gio, che assunse il titolo di un altro<br />

tempio che sorgeva in precedenza<br />

nelle vicinanze di porta Serrata.<br />

La costruzione della nuova chiesa<br />

(ampliata nel corso del ‘600 e<br />

poi completamente rinnovata nel<br />

1840) fu una tappa decisiva nella<br />

storia del borgo, che difatti ne<br />

acquisì anche la denominazione.<br />

Altri due eventi destinati a mutare<br />

radicalmente il volto della località<br />

furono, già all’inizio del ‘500, il<br />

prosciugamento del vecchio Naviglio,<br />

e poi, verso il 1740, la deviazione<br />

del Montone. Nel frattempo,<br />

accanto al vecchio alveo del “fiume<br />

abbandonato”, aveva iniziato<br />

ad infittirsi il reticolo di viuzze, in<br />

parte parallele e in parte perpen-


dicolari all’argine (via Rampina, via Ghibuzza, via Scaletta…),<br />

che è anche oggi uno degli angoli più caratteristici<br />

della città. Dall’altra parte di via Maggiore, invece,<br />

le case si addensavano attorno alla chiesa, avendo come<br />

limite la linea di via Vallona e dell’attuale via Morelli.<br />

Nell’Ottocento, il borgo aveva ormai acquisito l’aspetto che<br />

ci è tramandato dalle prime fotografie in bianco e nero, in<br />

pratica quello che oggi ne costituisce il peculiare “centro<br />

storico”. Appena usciti da porta Adriana, nell’area<br />

del vecchio alveo del Montone oggi occupata da piazza<br />

Baracca, si apriva l’ampia distesa in parte alberata del<br />

“foro boario”, ossia il mercato dei bovini, che per qualche<br />

tempo fu anche sede delle esecuzioni capitali. Cuore della<br />

zona, fra la porta e l’incrocio, era “il Ponte”, punto in cui<br />

un tempo sorgeva appunto il ponte sul Montone e dove<br />

poi era stato costruito quello sul più modesto fossato che<br />

ne aveva preso il posto, luogo di ritrovo per braccianti,<br />

facchini e sfaccendati vari. A breve distanza, nella casa<br />

in angolo con via San Gaetanino, c’era la locanda della<br />

Zabariona, dove nel 1848 aveva alloggiato Garibaldi, e il<br />

cui ricordo è perpetuato da alcuni dei più noti sonetti di<br />

Olindo Guerrini. Più avanti, sulla destra, dove la cortina<br />

compatta degli edifici si allungava attorno alla larga visua-<br />

All’ombra di Porta Adriana<br />

le di una via Maggiore allora spoglia d’alberi, aveva già<br />

aperto i battenti la locanda del Gallo, tuttora esistente. Ma<br />

lungo tutta la strada, scriveva ai primi del ‘900 Gaetano<br />

Savini, “vi sono in gran numero le osterie e bettole, dove si<br />

beve e si canta allegramente: vi sono altresì negozi di tutti<br />

i generi, caffè, macellerie, salsamenterie ecc; una officina<br />

meccanica ed altre botteghe per svariati mestieri”.<br />

Questo clima popolare ispirava anche la vita sociale, per<br />

esempio nella militanza politica, che dalla fine dell’Ottocento<br />

si affiancò alla tradizionale devozione religiosa che<br />

faceva capo alla parrocchia. Da qui la fitta presenza dei<br />

circoli di partito: celebri, nella zona delle viuzze, quello<br />

socialista dell’Aurora e quello repubblicano dei Vicoli (poi<br />

trasferitosi in San Gaetanino con l’intitolazione ad Arnaldo<br />

Guerrini), e in seguito il comunista Strocchi, su via<br />

Maggiore. Del resto, fu proprio nel cuore del borgo che<br />

Via Mariani 22/B - <strong>Ravenna</strong> - Tel. 0544 213604


36 | IN Magazine<br />

A fianco, altre immagini recenti e passate<br />

del borgo. La foto d’epoca, risalente<br />

all’inizio del ‘900, è tratta da “Caro, vecchio<br />

borgo San Biagio”, di G. Montanari Cipriani,<br />

<strong>Ravenna</strong>, Capit, 1996.<br />

nel luglio del 1922 si verificarono i<br />

violenti scontri, con tanto di morti,<br />

che sancirono anche a <strong>Ravenna</strong> la<br />

vittoria del fascismo. Dal punto di<br />

vista urbanistico, invece, la maggiore<br />

novità della prima metà del<br />

Novecento fu la costruzione dello<br />

stabilimento della Callegari & Ghigi<br />

lungo via Fiume Abbandonato. Da<br />

allora il suono della sirena della<br />

fabbrica - e’ fis-cion - fu la caratteristica<br />

colonna sonora che scandì<br />

per un cinquantennio le giornate<br />

dei borghigiani.<br />

Una presenza decisamente ingombrante,<br />

quella della Callegari, ma<br />

niente di paragonabile a quanto si<br />

sarebbe verificato dopo il 1950. Allora,<br />

anche borgo San Biagio sarebbe<br />

rimasto coinvolto nella grande<br />

trasformazione che negli anni del<br />

“miracolo economico” mutò radicalmente<br />

il volto della città. In breve<br />

l’area urbana tracimò oltre gli<br />

antichi confini, e diventarono un<br />

ricordo sempre più sbiadito i tempi<br />

in cui in via Canalazzo si respirava<br />

già aria di campagna. Oggi San<br />

Biagio è una vasta area residenziale<br />

che ha ormai ben poco della borgata<br />

semi-rurale e popolare di un tempo.<br />

Ma anche se tutto si è diluito nell’ipertrofia<br />

urbanistica dell’espansione<br />

moderna, mentre le pizzerie e<br />

gli sportelli bancari hanno preso il<br />

posto di Chilò e di Scaì, le strade e<br />

i vicoli del borgo, con il loro clima<br />

rilassato e le vecchie casette ristrutturate,<br />

sono ancora un luogo in cui,<br />

dopotutto, si respira il senso di una<br />

“comunità”, e dove può valere la<br />

pena perdere un pomeriggio alla<br />

ricerca delle atmosfere perdute<br />

della “vecchia <strong>Ravenna</strong>”. IN


IN Magazine | Special ADV<br />

Timida<br />

Dall’Oriente alla PrOvenza<br />

ELEMEnTI DI ArrEDo E oggETTIsTICA IsPIrATI orA AnChE ALL’ELEgAnTE<br />

roMAnTICIsMo FrAnCEsE nELLA sEDE DI vIA DELLA LIrICA 29/31,<br />

A DICEMbrE APErTA sETTE gIornI su sETTE, DALLE orE 9 ALLE 19,30.<br />

Dalla magia incantata dell’Oriente all’elegante romanticismo<br />

della Provenza. Cambio di look per ‘Timida’, il negozio di arredo<br />

e oggettistica con sede in via della Lirica 29/31 che oggi<br />

si presenta in una rinnovata veste dal sapore francese.<br />

Dopo aver esplorato le molteplici sfaccettature dell’arredamento<br />

di stampo etnico il negozio si è ora orientato verso uno stile shabby<br />

chic, con mobili e complementi d’arredo tipici della Francia del<br />

Sud, patria della tecnica del dècaper e dei decori romantici, annaffiati<br />

da colori pastello e dalle raffinate tonalità tortora.<br />

I mobili in vendita nascono dalla mente creativa di Cristina Poggiali<br />

e Fabrizio Casadio, titolari del negozio da oltre dieci anni,<br />

e vengono prodotti in Indonesia utilizzando i materiali più pregiati<br />

secondo tecniche artigianali rigorosamente hand-made che rendono<br />

ogni pezzo unico nel suo genere.<br />

“Disegniamo noi i prodotti di arredamento e abbiamo scelto di<br />

produrli in Indonesia perché lì si lavora ancora con i legni ‘veri’ e<br />

secondo le antiche arti manuali”, spiega Cristina. “Quello che ci<br />

proponiamo, infatti, è trasmettere ai nostri pezzi qualcosa che gli<br />

altri negozi non hanno, regalando ai clienti qualcosa di esclusivo”.<br />

Così, accanto a piccoli Buddha in pietra, alle cornici di madre-<br />

perla e all’oggettistica in latta battuta tipica dello stile indonesiano,<br />

sono presenti ora credenze, ceramiche e vasi tipicamente<br />

provenzali, mentre l’altra ala del negozio è dedicata all’abbigliamento<br />

uomo-donna e ad un vasto assortimenti di accessori e<br />

bigiotteria, anche questa prodotta in Indonesia.<br />

“Siamo un negozio in costante evoluzione e ci teniamo costantemente<br />

aggiornati sulle nuove tendenze, anche attraverso la partecipazione<br />

a fiere di settore in Francia e Germania”, aggiunge Cristina.<br />

Lo facciamo però mantenendo ben salda la nostra identità, perché<br />

non vogliamo offrire prodotti standardizzati ma unici e originali”.<br />

Ricche le novità in arrivo per la stagione natalizia, che dal 1° dicembre<br />

vede il negozio aperto sette giorni su sette dalle<br />

ore 9 alle 19,30, con interessanti idee regalo di vario genere.<br />

TIMIDA<br />

Viale della Lirica, 29/31<br />

48124 <strong>Ravenna</strong><br />

timidashop@alice.it<br />

Tel.: +39 0544 408135


Le tessere<br />

Un progetto di Felice<br />

Nittolo punta l’attenzione<br />

sui maestri mosaicisti<br />

ravennati che nel<br />

Dopoguerra restaurarono<br />

i capolavori bizantini.<br />

Attraverso monografie,<br />

mostre e il recupero<br />

delle loro opere.<br />

della Storia<br />

testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini<br />

Il mosaico per Felice Nittolo cos’è?<br />

Materia, espressività, luci, forme,<br />

rigore o libertà? Probabilmente<br />

tutto questo e molto altro. Sicuramente<br />

è ricerca e scoperta. Due<br />

termini che bene si adattano ad un<br />

progetto molto interessante, nato<br />

quasi per caso, come ponte tra il<br />

presente e un momento storico,<br />

dal Dopoguerra in poi, che ha un<br />

significato profondo per <strong>Ravenna</strong>.<br />

Una indagine documentale scaturita<br />

dal desiderio di approfondimento<br />

sui maestri mosaicisti che restaura-<br />

Valorizzare | I Maestri Mosaicisti<br />

rono le opere musive, ora patrimonio<br />

dell’umanità, dopo la Seconda<br />

Guerra mondiale, artefici della trasmissione<br />

di un sapere antico che<br />

ha trovato espressione anche in<br />

opere moderne. Loro, poco più di<br />

una dozzina, hanno dato vita a botteghe<br />

di mosaico dal sapore rinascimentale,<br />

come ha detto il critico<br />

d’arte Giulio Guberti, dove hanno<br />

trasmesso conoscenza e coinvolto<br />

gli allievi migliori nei propri lavori.<br />

Felice Nittolo ha deciso di conoscere<br />

meglio questi protagonisti e di<br />

IN Magazine | 39


ealizzare per ognuno un volume,<br />

una mostra e recuperare opere dimenticate.<br />

Ha iniziato alcuni anni<br />

fa e l’obiettivo finale è realizzare<br />

un cofanetto che li racchiuda tutti,<br />

magari guardando al 2019 e alla<br />

candidatura di <strong>Ravenna</strong> Capitale<br />

Europea della cultura.<br />

“Tutto è nato negli anni Novanta<br />

- racconta Nittolo -, quando per<br />

approfondire il periodo prima del<br />

’68 iniziai ad intervistare i maestri<br />

mosaicisti del cosiddetto Gruppo<br />

dell’Accademia, fondato dall’unione<br />

dei due unici studi musivi esistenti<br />

nel 1947, quelli di Signorini<br />

e Salietti. Si aggiunsero poi Ines<br />

Morigi Berti, Libera Musiani, Sergio<br />

Cicognani e molti altri. Conoscevo<br />

il mosaico bizantino ma mi mancava<br />

il periodo storico ravennate del<br />

Dopoguerra, quello della prima<br />

mostra del mosaico contemporaneo<br />

fatta negli anni Cinquanta e<br />

le cui opere sono esposte tuttora al<br />

Mar”. Nittolo nel tempo ha raccolto<br />

documenti, fotografie, diari personali.<br />

Ha fotocopiato carte strapazzate.<br />

Ha la registrazione delle<br />

conversazioni avute con i maestri<br />

mosaicisti e le cui trascrizioni in<br />

parte sono riportate nei libri. Ha<br />

visitato cantine e soffitte, ha scovato<br />

opere in diverse città italiane.<br />

È stato come un lavoro di restauro,<br />

per recuperare le tessere di una storia<br />

e fare in modo di condividerla<br />

con la città. Nasce da qui l’idea dei<br />

volumi monografici, preceduti da un<br />

primo libro che è una sintesi dell’intero<br />

progetto editoriale. È il 2006<br />

e al ritmo di quasi uno all’anno i<br />

volumi sono diventati otto. Nittolo<br />

ha anche dato vita, nel 2005, ad<br />

un’associazione culturale, la niArt,<br />

attraverso la quale edita i libri ed<br />

organizza le mostre monografiche.<br />

Il prossimo protagonista sarà<br />

Giuseppe Ventura. “Disponibilità<br />

economiche permettendo - sotto-<br />

Il progetto delle monografie<br />

Il progetto editoriale delle monografie dedicate ai maestri del mosaico è giunto a<br />

metà strada. Per ora Nittolo ha pubblicato i volumi su Ines Morigi Berti, Lino Melano,<br />

Romolo Papa, Antonio Rocchi, da Azzaroni ai Signorini, Giuseppe Salietti e Sergio<br />

Cicognani. Sono ancora da realizzare quelli su Giuseppe Ventura, Libera Musiani,<br />

Luigi Guardigli, Alberto Milano, Zelo Molduzzi, Santo Spartà e Nedo Del Bene. E<br />

qui ridiamo voce ad una domanda che il critico d’arte Giulio Guberti scrisse nella<br />

prefazione del primo volume: “Quando il Comune di <strong>Ravenna</strong> vorrà dedicare una via o<br />

una piazza (magari non troppo periferica) ai maestri mosaicisti ravennati?”.<br />

40 | IN Magazine<br />

A fianco, Felice Nittolo accanto ai manifesti<br />

della mostre dedicati ai maestri mosaicisti.<br />

In apertura, con i volumi monografici<br />

già pubblicati.<br />

linea Nittolo senza alcuna vena<br />

polemica -. Le istituzioni culturali<br />

hanno riconosciuto il valore di ciò<br />

che sto realizzando e in molte occasioni<br />

c’è stata la collaborazione<br />

di Comune, Provincia e Fondazione<br />

Cassa di Risparmio. Sono convinto<br />

che, con la mia caparbietà,<br />

prima o poi lo concluderò”.<br />

Caparbietà che gli ha permesso<br />

di recuperare il mosaico di Lino<br />

Melano rimasto per tanto tempo<br />

nell’atrio della Stazione Ferroviaria,<br />

il primo che Nittolo vide al suo<br />

arrivo a <strong>Ravenna</strong> nel 1968. Accatastato<br />

e tagliato a pezzi nei magazzini<br />

delle FS, ora fa parte della<br />

collezione dei mosaici moderni<br />

del Mar. Un altro di Antonio Rocchi<br />

è stato riabilitato da dietro ad<br />

un armadio, dove lo stesso Nittolo<br />

casualmente lo aveva visto durante<br />

una visita specialistica, in una sala<br />

dell’Ausl di <strong>Ravenna</strong>. Un’altra operazione<br />

importante riguarda quelli<br />

che Nittolo ha chiamato i “Diari di<br />

bordo di Romolo Papa”, che lui tenne<br />

dal 1957 al 1996, su ciò che avveniva<br />

attorno al mosaico in città.<br />

“Li ho ordinati cronologicamente<br />

e li ho consegnati al Cidm, Centro<br />

internazionale documentazione<br />

mosaico. Ci sono episodi curiosi a<br />

proposito di tecniche musive o di<br />

personaggi ai quali Papa realizzò<br />

i mosaici, come Mike Bongiorno.<br />

Sono uno spaccato di un’epoca”.<br />

Una semplice frase racchiude ciò<br />

che per Felice Nittolo rappresenta<br />

questo progetto e che ha pubblicato<br />

sul primo dei volumi. Proprio quello<br />

dedicato a tutti i maestri mosaicisti:<br />

“A loro va un grazie per avermi<br />

indicato la strada maestra”. IN


Dal mare alla montagna,<br />

dalla città al deserto, ovunque vadano le tue passioni,<br />

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Centro odontoiatriCo<br />

Le CoLonne<br />

Denti sani per il sorriso migliore<br />

UNa qUaLIFICaTa EqUIPE MEDICa FORNISCE SERvIzI SPECIaLIzzaTI NEL CENTRO<br />

DI vIaLE E. BERLINgUER 80 a RavENNa, gESTITO DaLLE SORELLE ERIka ED YLENIa PIERUCCI.<br />

Un sorriso vale più di mille parole. La bellezza della nostra<br />

bocca è strettamente correlata a una buona igiene dentale<br />

che, a sua volta, passa dalla prevenzione. Questa è la<br />

filosofia del centro odontoiatrico Le Colonne di <strong>Ravenna</strong>,<br />

aperto nel gennaio 2011 dalle dottoresse Erika<br />

e Ylenia Pierucci, due sorelle con lo stesso sogno: uno<br />

studio autonomo in cui regalare il miglior sorriso ad adulti e<br />

bambini. Accomunate dalla giovane età e dagli stessi studi,<br />

una laurea in Igiene Dentale conseguita all’Università degli<br />

Studi di Bologna, in pochi anni hanno raggiunto l’obiettivo<br />

di dar vita ad uno studio. Situato in un zona di recente<br />

espansione e di facile accesso, in viale E. Berlinguer 80,<br />

il centro odontoiatrico colpisce subito per i locali spaziosi e<br />

accoglienti: da un’ampia reception si accede ai quattro<br />

ambulatori che ospitano altrettante poltrone, in cui<br />

esperti professionisti riescono a lavorare in contemporanea.<br />

Ogni sala gode di un’ottima vista grazie alle alte pareti finestrate<br />

che danno un’ottima luminosità. “La nostra idea -


spiegano le due titolari - è quella di riunire in un unico centro<br />

un’équipe medica qualificata e in grado di studiare soluzioni<br />

personalizzate per ogni tipologia di problema, in modo da<br />

coprire tutti gli ambiti dell’attività odontoiatrica. Per questo<br />

ci avvaliamo della collaborazione di validi dentisti<br />

specializzati in conservativa-endodonzia, protesi mobile<br />

e protesi fissa, ortodonzia, chirurgia paradontale<br />

e implantologia”.<br />

Il centro è molto attento all’estetica e per questo utilizza un’<br />

innovativa tecnologia per la rilevazione del colore in modo<br />

personalizzato e computerizzato, capace, sia nella fase del<br />

rilevamento delle informazioni come in quella della realizzazione<br />

del manufatto protesico, di essere risolutiva nella<br />

valutazione analitica di tutte le variabili legate all’aspetto cosmetico<br />

del colore. Questo strumento denominato SPETTRO-<br />

FOTOMETRO è in grado di fornire , una mappatura colorimetrica<br />

personalizzata che, associata sempre e comunque<br />

all’esperienza, assicura un risultato finale pressoché perfetto.<br />

Grande attenzione è riservata ai bambini, verso i quali l’approccio<br />

è volto principalmente alla prevenzione. Per questo<br />

il centro organizza un corso gratuito “DENTI splenDEN-<br />

TI” in cui i bambini, divisi in gruppi di circa dieci<br />

componenti, imparano giocando cosa sono i denti,<br />

com’è fatto un dente e cosa è necessario evitare per non<br />

compromettere la salute, il tutto con l’aiuto di cartoni animati<br />

e giochi educativi.<br />

Centro Odontoiatrico Le Colonne<br />

Viale Berlinguer, 80 - 48124 <strong>Ravenna</strong> (RA)<br />

Tel. 0544 401486 - Fax. 0544 200798<br />

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Creare | Cristiano Marchetti-KRY<br />

Genio<br />

e Sregolatezza<br />

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara<br />

Dolcezza e aggressività, ripiegamento<br />

interiore e violenza non sono termini<br />

antitetici per Cristiano Marchetti, in arte<br />

KRY. Che nei suoi graffiti esprime un flusso<br />

di energia vitale in continuo movimento.


All’inizio dell’avventura artistica<br />

di KRY, all’anagrafe Cristiano<br />

Marchetti, c’è l’esperienza<br />

dell’arte di strada. Già la scelta del<br />

nome lo associa a molti graffitisti<br />

storici che rinunciavano ai loro<br />

nomi e cognomi, ritenuti anonimi<br />

e insignificanti, per adottare<br />

pseudonomi elementari. Basquiat<br />

firmava le sue azioni con SAMO,<br />

altri con A-One, Craze, Crash. Di<br />

derivazione americana e metropolitana,<br />

vicina alla Pop art e al<br />

Graffitismo, la Street art arriva<br />

in Italia nel corso degli anni Novanta,<br />

portatrice di una forte carica<br />

provocatoria e sovversiva. I<br />

giovani artisti newyorchesi con le<br />

bombolette spray, dai bassi costi<br />

e di facile uso, con immediatezza<br />

tracciavano segni elementari sui<br />

muri di edifici abbandonati nelle<br />

aree più degradate della città, nei<br />

sottopassi, nelle stazioni e sulle<br />

vetture della metropolitana.<br />

Per l’età KRY appartiene alla generazione<br />

di coloro che fin dai<br />

46 | IN Magazine<br />

primi anni hanno assorbito, molto<br />

spesso passivamente, le immagini<br />

televisive dei cartoon. Consapevolmente<br />

si è sottratto alla loro<br />

superficialità disarmante, non ne<br />

ha colto tanto l’aspetto puramente<br />

formale quanto la funzione<br />

narrativa e comunicativa.<br />

Clandestinamente, fin dagli anni<br />

della scuola, interviene con vernice<br />

spray in vari punti di Faenza,<br />

manifestando apertamente un bisogno<br />

di trasgressione e di critica,<br />

Street art made in Faenza<br />

Sopra e in apertura, KRY all’opera nella sua<br />

casa-studio.<br />

Cristiano Marchetti-KRY è nato a Faenza nel 1974. Affidato dalla madre ad una<br />

coppia di coniugi, trascorre a Modigliana l’infanzia. Di quel periodo ricorda i disegni<br />

e il piacere di disegnare. Ritornato a Faenza a 11 anni, dopo le medie frequenta<br />

l’Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini”, dove l’insegnante Alessandra Bonoli<br />

lo stimola e lo incoraggia a proseguire nella ricerca artistica. Completa la sua<br />

formazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Sono di quegli anni gli interventi<br />

liberi di Street art sui muri della Stazione ferroviaria e nei sottopassi, ormai andati<br />

perduti perché cancellati o corrosi dal tempo. Più recentemente ha eseguito<br />

decorazioni su commissione per saracinesche di negozi e pub. Oltre a varie mostre<br />

locali, tra cui una recente alla Bottega Bertaccini di Faenza. Ha partecipato alla<br />

Biennale di Venezia dello scorso anno, per la sezione Emilia Romagna di Reggio<br />

Emilia e alla Biennale-bis di Torino. Vive e lavora a Faenza.


I vostri piedi in ottime mani. Plantari - Calzature - Podologia - Esame computerizzato piede<br />

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avvertibile più che nei contenuti,<br />

spesso indecifrabili, nell’atto stesso<br />

di agire in uno spazio pubblico<br />

al di fuori di quelli riservati all’espressione<br />

artistica. Già in questi<br />

lavori la varietà inesauribile d’immagini<br />

e di parole e la sovrabbondanza<br />

di stimoli forniti dalla<br />

cultura visiva giovanile, stratificati<br />

e incoerenti, confluiscono in composizioni<br />

neoimpressionistiche,<br />

per cui ogni dato figurativo è riconoscibile<br />

ma spesso non facilmente<br />

interpretabile. A volte facilitano<br />

la comprensione - altre la complicano<br />

- le frasi enigmatiche e sconnesse,<br />

le parole vaganti nello spazio<br />

pittorico. Sono termini di un<br />

linguaggio simbolico che, prescindendo<br />

dal contenuto, infrangono<br />

la separazione tra l’ambito delle<br />

immagini e quello della scrittura.<br />

Apparentemente non dicono<br />

48 | IN Magazine<br />

niente, eppure mantengono una<br />

valenza comunicativa, perché veicolano<br />

un messaggio visivo che ha<br />

il potere di attrarre e di coinvolgere.<br />

È una scrittura elementare che<br />

non evoca suoni, ma si confonde<br />

con una figurazione delineata pittoricamente<br />

a cui le cancellature<br />

e le sovrapposizioni prospettano<br />

una molteplicità di ricostruzioni<br />

di senso. L’immediatezza del gesto<br />

creativo, che rimanda spesso<br />

ad un affondo nel suo immaginario<br />

infantile, appare in aperto conflitto<br />

con ogni forma di concettualismo o<br />

di realismo. Su questi presupposti<br />

estetici continua a dipingere in<br />

studio. Per accentuare l’energia<br />

espressiva del segno e del colore<br />

delle immagini trova talvolta un<br />

fattore di rinforzo nei materiali di<br />

recupero utilizzati come supporto,<br />

che danno all’opera un senso<br />

A fianco, un’opera di KRY a tecnica mista,<br />

in cui evidenzia il suo enigmatico linguaggio<br />

simbolico.<br />

di vissuto. La bidimensionalità<br />

delle composizioni, con l’assenza<br />

di qualsiasi accenno alla prospettiva<br />

e alla simulazione della profondità,<br />

il ricorso ad immagini antigraziose<br />

con la scarnificazione<br />

delle figure, riconducibili ad un<br />

espressionismo primitivo, richiamano<br />

il percorso spesso contorto<br />

delle avanguardie del secolo scorso,<br />

percorso accidentato che va<br />

dall’Espressionismo all’Informale<br />

e dall’Action Painting americana<br />

all’Art Brut. Ma la sua forza comunicativa<br />

deriva anche da disagio<br />

esistenziale, inquietudine interiore,<br />

desideri, emozioni, pensieri<br />

e, soprattutto, da una tensione<br />

anticonformistica che assume i<br />

toni della critica ai valori comuni<br />

con evidenti implicazioni etiche,<br />

e al tempo stesso dall’esigenza insopprimibile<br />

di dar voce o forse<br />

semplicemente di buttar fuori ciò<br />

che si agita ed esplode dentro. I<br />

suoi recenti pannelli si presentano<br />

come sequenze di scene, come<br />

pagine di un diario visivo. Dolcezza<br />

e aggressività, ripiegamento interiore<br />

e violenza non sono termini<br />

antitetici e inconciliabili per KRY,<br />

che non intende attenersi a regole<br />

convenzionali e tanto meno dare<br />

l’impressione di rispecchiare l’ordine<br />

imposto. Non vuole imitare<br />

la vita bensì crearla e inventarla.<br />

Ecco perché le sue rappresentazioni<br />

costituiscono un flusso di<br />

energia vitale e creativa in continuo<br />

movimento, che non segue un<br />

andamento lineare, in cui non è<br />

facile individuare un punto d’inizio<br />

ed è impossibile prevederne lo<br />

svolgimento e l’approdo. IN


In alto a sinistra Elido Alpi, fondatore dell’azienda, affiancato nella foto di destra dal figlio Daniele.<br />

IN Magazine | Special ADV<br />

EDILMARMI FAENTINA<br />

storia di lavoro e passione<br />

VENT’ANNI DEDIcATI AL MARMo E AL gRANITo.<br />

UN’IMpRESA DI SUccESSo gUIDATA DA ELIDo ALpI<br />

Era il 1992 quando Elido Alpi, modiglianese classe ‘59, allora capocantiere di<br />

una piccola impresa edile, decise di acquistare da un anziano cementista locale<br />

un piccolo laboratorio artigianale ed avviare l’attività di marmista in proprio.<br />

Oggi, trascorsi vent’anni, animato dalla stessa passione e forte di una<br />

grande e riconosciuta professionalità acquisita, Elido Alpi, insieme<br />

alla moglie Marta e al figlio Daniele è titolare e dirige EDILMAR-<br />

MI FAENTINA, azienda leader a livello locale nella lavorazione<br />

di marmi e graniti per l’edilizia, l’arredamento e l’arte funeraria,<br />

avvalendosi di personale con anni di esperienza alle spalle, con doppia<br />

sede operativa a Faenza e Modigliana.<br />

“Il cambiamento dei gusti e delle esigenze dei clienti è sempre una sfida stimolante<br />

- dichiara l’artigiano imprenditore -. La nostra azienda si rivolge<br />

a imprese edili, studi tecnici, mobilifici e privati cittadini, proponendo<br />

una vasta e selezionata gamma di prodotti e rifiniture per rivestimenti, pavimenti,<br />

top da bagno e cucina, rivestimenti per scale, soglie, banchine nonché<br />

per interventi di ristrutturazione di marmi in chiese, di altari, monumenti<br />

funerari antichi, sostituzione di cornicioni e architravi, soglie e banchine per<br />

edifici storici con rifiniture di anticatura che riprendono le pre-esistenti”.<br />

Un autentico laboratorio artigianale dedicato all’arte del marmo e del granito<br />

a 360 gradi, che ha saputo rinnovarsi nel tempo investendo in innovazione<br />

con nuovi macchinari all’avanguardia, puntando sempre di più su nuovi<br />

accostamenti di materiali che rispondono alle esigenze del gusto contemporaneo,<br />

senza mai dimenticare lo stile classico, il sacro, il rustico e l’antico.<br />

Tra gli interventi più prestigiosi firmati Alpi Elido - Edilmarmi Faentina,<br />

spiccano la realizzazione nel 2011 del monumento della Zampogna di<br />

Acquafondata (ricavata da un blocco informe di marmo di 30 quintali circa,<br />

con rifiniture eseguite scrupolosamente a mano, sul modello in plastilina<br />

eseguito dallo scultore Dario Marconi, docente della Scuola del Marmo di<br />

Verona), il rifacimento della pavimentazione in pietra grigia e dell’altare<br />

della piccola cappella edificata a lato del Duomo di Modigliana (esecuzione<br />

manuale su disegno dell’artista Enzo Staffa) nel 2005, il rifacimento<br />

della pavimentazione in marmo bianco e rosa, dei gradini dell’altare e della<br />

gradinata di ingresso in pietra grigia del Duomo di Modigliana. Nel 2000,<br />

l’azienda è stata incaricata da Agriville La Collina di Tredozio, per i lavori<br />

di ristrutturazione di numerosi edifici di alto profilo storico e patrimoniale,<br />

collaborando con la Sovraintendenza delle Belle Arti.<br />

EDILMARMI FAENTINA<br />

SEDE DI FAENZA<br />

Via Graziola, 28 – 48018 Faenza (RA)<br />

tel. 0546 620716 fax 0546 627210<br />

SEDE DI MODIGLIANA<br />

Largo Tito Livio 17/18 – 47015 Modigliana (FC)<br />

tel. 0546 942697 fax 0546 942697<br />

www.edilmarmifaentina.it • edilmarmi.faentina@libero.it


Leggere | Circolo di lettura<br />

Sfogliando<br />

Da un’dea di Daniela<br />

Mingozzi, Marina Manucci<br />

e Monica Randi nasce<br />

il Circolo di lettura,<br />

legato agli spettacoli<br />

della stagione di prosa<br />

del Teatro Alighieri. Per<br />

condividere impressioni,<br />

giudizi e passioni.<br />

50 | IN Magazine<br />

il Teatro<br />

testo Anna De Lutiis - foto Lidia Bagnara<br />

Il Circolo nasce dall’entusiasmo e<br />

dal desiderio di confrontarsi e condividere<br />

riflessioni che scaturiscono<br />

dalla lettura di un libro, con un<br />

percorso che si snoda parallelamente<br />

alla stagione di prosa del teatro<br />

Alighieri. I testi scelti, infatti, sono<br />

strettamente connessi con le opere<br />

che andranno in scena. Trattandosi<br />

di libri è stata ovviamente coinvolta<br />

la Biblioteca Classense nella persona<br />

della dottoressa Giuliani, che curerà<br />

le bibliografie. Ma com’è nata<br />

questa idea innovativa che ha già<br />

coinvolto un folto gruppo di lettori?<br />

L’abbiamo chiesto alle tre dirette<br />

protagoniste: Daniela Mingozzi, appassionata<br />

di prosa, che ha messo<br />

a disposizione la grande sala del<br />

suo B&B che ha chiamato ‘Al Tea-<br />

tro’, a <strong>Ravenna</strong> in via Guaccimanni<br />

38; Marina Mannucci scrittrice<br />

e insegnante, e Monica Randi, responsabile<br />

per <strong>Ravenna</strong> Teatro di<br />

organizzazione e promozione della<br />

stagione di prosa.<br />

Monica: “Avevo da tempo l’idea di<br />

creare un Circolo di Lettura. Durante<br />

l’estate scorsa sono venuta a conoscenza<br />

di una magnifica iniziativa a<br />

cui Daniela aveva dato vita, ‘La Corte<br />

Visionaria’, con incontri culturali<br />

e piccoli spettacoli ospitati nella sua<br />

casa. Ho pensato subito che Daniela<br />

sarebbe stata la persona giusta per<br />

il progetto che avevo in mente”.<br />

Daniela: “Quando Monica mi ha<br />

contattata ne sono stata felice e ho<br />

pensato a Marina, che aveva già<br />

collaborato con me durante l’e


Nella pagina precedente, da sinistra,<br />

Marina Mannucci, Daniela Mingozzi<br />

e Monica Randi.<br />

state, come fulcro dell’iniziativa.<br />

Lei è partita subito con tantissime<br />

idee, ha individuato come e con<br />

quali persone mettersi in contatto.<br />

È stato facile perché tutto è<br />

sostenuto dal desiderio di approfondire,<br />

in anticipo, i temi che si<br />

presentano di volta in volta sulla<br />

scena, perché è bello crescere confrontandosi<br />

in gruppo”.<br />

Marina: “Vorrei sottolineare il grande<br />

piacere di collaborare con Monica<br />

e Daniela, con le quali si è creata<br />

una alchimia di pensiero, un equilibrio<br />

tra persone provenienti da<br />

esperienze diverse che ha permesso<br />

di individuare la giusta direzione<br />

per realizzare questo progetto”.<br />

Il Circolo è stato presentato ufficialmente<br />

alla città in ottobre, e<br />

ha già affrontato il primo appuntamento<br />

legato allo spettacolo<br />

dedicato a Pantani, testo e regia<br />

di Marco Martinelli. Il libro che i<br />

lettori hanno dovuto leggere, per<br />

poi discuterne, è stato ‘Era mio<br />

figlio’, di Tonina Pantani, edizioni<br />

Mondadori.<br />

Chiediamo a Daniela qual’è stato il<br />

risultato di questo primo incontro:<br />

“È stato condotto da Marina ed ha<br />

visto l’appassionata partecipazio-<br />

ne di una trentina di persone tra<br />

lettori (gruppo di venti) e ospiti,<br />

tra i quali anche Marco Martinelli,<br />

Eddy Serri, ex-professionista e<br />

compagno di squadra di Marco<br />

Pantani, Denis Freschi, appassionato<br />

del mondo del ciclismo e fan<br />

dell’atleta scomparso, nonché di<br />

alcuni membri di ‘Teatro Perché’,<br />

laboratorio che cura un blog di recensioni<br />

teatrali scritte dai ragazzi<br />

di Castiglione di <strong>Ravenna</strong> e che,<br />

insieme ad altre realtà del luogo, si<br />

adopera per far rivivere il bellissimo<br />

teatro Mazzini.<br />

Il clima della serata è stato fin da<br />

subito informale e amichevole,<br />

ha favorito il libero scambio delle<br />

osservazioni e il loro confluire in<br />

un ragionamento collettivo che<br />

ha riguardato non solo la vicenda<br />

umana di Marco Pantani e il mondo<br />

del professionismo sportivo ma<br />

anche il giornalismo.<br />

Gli appuntamenti, ad ingresso gratuito,<br />

incombono con velocità e già<br />

sopraggiunge il prossimo spettaco-<br />

lo che vedrà protagonista Angela<br />

Finocchiaro con ‘Open Day’ di<br />

Walter Fontana, opera che ritrae<br />

il disorientamento verso la vita di<br />

una generazione di cinquantenni<br />

sempre in bilico tra piccole ossessioni<br />

quotidiane e bilanci esistenziali.<br />

Il libro scelto e consigliato al<br />

Circolo delle Lettrici e dei Lettori<br />

è “Quando l’amore finisce” di Donata<br />

Francescato (ed. Il Mulino).<br />

“Con i partecipanti del Circolo -<br />

Idee e proposte messe in comune<br />

Attori librai per un giorno con Angela Longo<br />

Scoprire cosa legge Alessandro Gassman, chiedere consiglio ad Angela Finocchiaro,<br />

incontrare Lello Arena, tutti nella Libreria Dante, nel centro di <strong>Ravenna</strong>, a disposizione,<br />

per un giorno, del pubblico. È l’iniziativa lanciata dalla giovane Angela (nella foto),<br />

terza generazione della storica famiglia di librai Longo. “La mia idea - racconta -<br />

nasce dalla suggestione avuta da una libreria di Cagliari che propone l’incontro con<br />

gli autori dei libri. Qui la cosa è diversa ed è legata al rapporto che da sempre ho con<br />

il Teatro delle Albe e alla mia assidua frequentazione della stagione teatrale. Gli attori<br />

che vorranno incontrare il pubblico trascorreranno un po’ di tempo in libreria facendo<br />

i librai, raccontando cosa amano leggere, suggerendo delle letture o semplicemente<br />

svolgendo l’attività di commessi”.<br />

conclude Marina - ci proponiamo,<br />

oltre al ragionare ‘sull’importanza<br />

del teatro, come divino anacronismo’,<br />

di avviare pensieri riguardo<br />

all’ambito teatrale che si occupa<br />

dell’esperienza umana nella sua<br />

totalità di espressioni: mentali,<br />

linguistiche, corporee, relazionali,<br />

storiche. Se il teatro non è quindi<br />

‘luogo’ dove si va solo per distrarsi<br />

ma un’attività di ricerca e di studio,<br />

questo circolo, ‘barattando idee’,<br />

intende confrontarsi su nuove formule<br />

contemporanee di dispositivi<br />

di cambiamento sociale”. IN<br />

IN Magazine | 51


IN Magazine | Special ADV<br />

DREAMS<br />

I sognI son desIderI<br />

Le coLLezioni DeLL’aLta MoDa internazionaLe coLorano Le eLeganti vetrine<br />

Di via PiStocchi 3/c a Faenza, LUogo tUtto aL FeMMiniLe nato DaLLa FantaSia<br />

e creatività Di SiMona MeDri. che gUarDa aL FUtUro con ottiMiSMo.<br />

Le prime linee in vetrina, come nei negozi delle grandi<br />

città. Presentate in un ambiente raffinato e amichevole<br />

insieme, vera e propria frontiera del gusto nella<br />

provincia romagnola. Dreams, a Faenza in via<br />

Pistocchi 3/c, in 12 anni di storia è divenuto tutto<br />

questo e di più, imponendosi anche a carattere nazionale<br />

grazie ad un mix di prodotti delle più affermate<br />

griffe del settore calzature ed accessori moda. Gucci,<br />

Yves Saint Laurent, Stella Mc Cartney, Marc Jacobs;<br />

e ancora Fiorentini + Baker, K. Jacques, L’Autre<br />

Chose, Tricker’s, Santoni, Giuseppe Zanotti Design.<br />

L’anima di Dreams è Simona Medri, intraprendente<br />

e giovane imprenditrice che nel 2000 decise di dar vita<br />

nella sua città a questo raffinato negozio.<br />

“A Faenza - racconta Simona - una cosa come questa<br />

non c’era, un punto vendita solo al femminile dedicato<br />

esclusivamente ad accessori e calzature. Ho lasciato<br />

l’università per lanciarmi in questa avventura, che si è<br />

rivelata subito vincente”.<br />

Tanto che di lì a qualche anno gli spazi risultarono


insufficienti per poter esporre i prodotti delle grandi<br />

marche legati al sogno di Dreams.<br />

“Nel 2007 - prosegue Simona - abbiamo ampliato gli<br />

spazi espositivi, e il negozio è via via divenuto un salotto<br />

per la clientela abituale, punto d’incontro in<br />

cui trovarsi tra amiche”.<br />

Amiche che qui si ritrovano incrociando storie diverse:<br />

“La nostra clientela è molto varia per età e professione.<br />

Dalle studentesse ad imprenditrici e libere professioniste,<br />

accomunate dal gusto per gli oggetti raffinati<br />

e particolari. Ho una collaboratrice da sempre con me<br />

in negozio – sottolinea – e questo favorisce la creazione<br />

di un clima accogliente e rilassato per tutte”.<br />

Donne per le quali la ricerca della bellezza si<br />

traduce con un ottimistico sguardo verso il futuro.<br />

Un modo molto femminile di reagire alle avversità.<br />

“Abbiamo il dovere di guardare avanti, soprattutto noi<br />

commercianti – dice Simona - in un periodo non favorevole<br />

come l’attuale. Dobbiamo ricostruire nella clientela<br />

il desiderio di fare proprie le cose belle, attraverso<br />

un rapporto aperto e sincero”.<br />

Un salto in avanti che a Dreams si coglie bene<br />

anche nell’allestimento natalizio, che vede in<br />

vetrina le collezioni primavera estate delle<br />

grandi firme qui rappresentate, come avviene nei<br />

negozi monomarca delle capitali. Tra gli oggetti di<br />

pelletteria, perfetti per i regali di Natale, compaiono<br />

quindi qua e là anche sandali ed oggetti ammiccanti<br />

alla bella stagione. Collezioni nuove per rinnovare l’atmosfera,<br />

in un allestimento pieno di verve e fantasia.<br />

“Io sono un’ottimista – conclude Simona - credo davvero<br />

che i sogni aiutino ad andare avanti”. E non potrebbe<br />

essere diversamente per la creatrice di Dreams.<br />

Via Pistocchi 3/c, 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 665581<br />

www.dreamsfaenza.com<br />

dreamsfaenza@libero.it


Abitare | Campagna contemporanea<br />

54 | IN Magazine


Le icone<br />

Di forte personalità è la ristrutturazione<br />

di una casa nelle prime<br />

campagne di San Potito, nei pressi<br />

di Lugo, ad opera dello studio<br />

d’architettura Lazzarini-Pinoni. La<br />

padrona di casa che ha commissionato<br />

l’intervento ha fornito un<br />

valido contributo progettuale e,<br />

in sintonia con le proposte degli<br />

architetti, ha creato un’abitazione<br />

moderna e accogliente. Da fuori<br />

il prospetto frontale si mostra<br />

omogeneo grazie ad un sistema di<br />

boiserie in legno che camuffa la<br />

mancanza di allineamento delle<br />

finestre originali, mentre sul retro<br />

una cortina frangisole verticale<br />

diviene pergolato orizzontale sulla<br />

terrazza della zona notte. Tale<br />

affaccio appare come un elemento<br />

aggettante verso la campagna,<br />

protetto da un parapetto “invisibile”<br />

in vetro, privo di montanti e<br />

trattato con un sistema antigoccia<br />

che ne preserva la limpidezza.<br />

La camera da letto prospiciente<br />

la terrazza, presenta un letto di<br />

design: il “Toledo” ideato da Carlo<br />

Scarpa nel 1975, realizzato in frassino<br />

e dotato di una testata rivesti-<br />

del Design<br />

testo Linda Antonellini - foto Massimo Fiorentini<br />

Una casa ristrutturata nelle prime<br />

campagne del lughese presenta<br />

pezzi storici di grandi designer<br />

internazionali. Un tocco di classe<br />

contemporanea, tra creatività<br />

e funzionalità.<br />

ta in cuoio bianco ottico regolabile<br />

d’inclinazione. Protagonista del<br />

bagno padronale, la vasca di Matteo<br />

Thun realizzata in cristalplant<br />

dalla Rapsel, la cui forma a tinozza<br />

s’ispira agli antichi rituali giapponesi.<br />

Tecnologica e confortevole<br />

anche la doccia multifunzione che<br />

funge da sauna e sprigiona il getto<br />

d’acqua da una fessura orizzontale.<br />

Anche nel bagno del piano terra<br />

i sanitari sospesi sono della Duravit<br />

e le pareti sono rivestite in resina<br />

della ditta Rezina di Torino; essendo<br />

questo un materiale versatile,<br />

impermeabile e decorativo, è stato<br />

utilizzato anche come rivestimento<br />

delle pareti della cucina. Si tratta di<br />

una “Rossana” con elettrodomestici<br />

Smeg: acquistata da Baccarat di<br />

Faenza disegna una semplice sagoma<br />

senza maniglie nei pensili,<br />

minimale e compatta come il mobile<br />

living che diviene un’essenziale<br />

parete d’arredo, con Tv inclusa<br />

dietro alle ante centrali. Lineare<br />

come un solido geometrico anche<br />

il camino “stile quadro”, alimentato<br />

a biomassa legnosa (pellet) e<br />

prodotto della Palazzetti, azienda<br />

IN Magazine | 55


In alto, la cucina minimale con gli sgabelli<br />

a tulipano “Soshun”. Sotto, il bagno con la<br />

vasca a tinozza di Matteo Thun. In apertura,<br />

il soggiorno con in primo piano le lampade<br />

“Bocci” del designer Omer Arbel. Nella<br />

pagina a fianco, la scala in granito nero con<br />

tagli di luce alle pareti.<br />

56 | IN Magazine<br />

fondata nel 1954 a Porcia (PN).<br />

Raffinato il basamento rivestito in<br />

Verde Alpi: un marmo legato alla<br />

tradizione italiana, di colore verde<br />

intenso e venature più chiare,<br />

in contrasto con il colore neutro<br />

dal pavimento in gress porcellanato<br />

a grandi lastre e il battiscopa<br />

in acciaio verniciato bianco, che<br />

si interrompe col “Nero Assoluto”<br />

della scala d’ingresso. Questa<br />

presenta un parapetto in vetro<br />

stratificato temprato, mentre un<br />

sistema a borchie fissa i gradini<br />

in granito levigato. Oltre ai tagli<br />

di luce nelle pareti, il sistema<br />

illuminante suggerito da Venturelli,<br />

propone anche la lampada<br />

a stelo “Toio” progettata nel 1962<br />

da Achille e Pier Giacomo Castiglioni:<br />

un oggetto “ready made”<br />

prodotto dalla Flos. La lampada<br />

“Bocci” del designer Omer Arbel<br />

è invece caratterizzata da un sistema<br />

di alimentazione tramite cavi<br />

in acciaio che raggruppano i corpi<br />

illuminanti a basso voltaggio;<br />

l’effetto è quello di piccole lampadine<br />

alogene, racchiuse in sfere<br />

di vetro fuso smerigliato. Insoliti<br />

anche gli sgabelli a tulipano “Soshun”<br />

di Edra Design, ideati nel<br />

1990 da Masanori Umeda e rivestiti<br />

in velluto nero. Sempre di Edra<br />

il divano “On the rocks” progettato<br />

nel 2004 dal Design Francesco<br />

Binfaré, composto da quattro<br />

elementi irregolari, componibili<br />

in maniera esponenziale. Le sagome<br />

sono modellate in una miscela<br />

brevettata da Gellyfoam®, che garantisce<br />

una speciale flessibilità. E<br />

ancora, in soggiorno, il tavolo “Il<br />

Doge” disegnato da Carlo Scarpa<br />

e riprodotto da Gavina nel 1968:<br />

in origine creato per l’arredamento<br />

della casa Zentner di Zurigo.<br />

Attorno al tavolo, le sedie Eraclea<br />

del design Giampiero Pistacchi<br />

con imbottitura in resina espansa,<br />

rivestimento sfoderabile in pelle<br />

nera e struttura in metallo elettrosaldato<br />

a induzione. Molto più<br />

“pop”, invece, le sedie in quattro colori<br />

diversi di Edra, serie “Spaghetti-Jenette<br />

disegnata dai Campana”<br />

disposte attorno al tavolino rotondo<br />

Tulip, design Eero Saarinen, con<br />

piedistallo in fusione di alluminio<br />

laccato bianco e piano in laminato<br />

liquido. Saarinen, lo ideò all’inizio<br />

degli anni ‘40 nell’ambito della ricerca<br />

promossa dal MOMA di New


York, intitolata “organic design in home furnishing collection”.<br />

Messo in produzione nel 1956, Tulip rappresenta un<br />

valido connubio tra forma, materiali e design minimalista.<br />

Gestito dagli interruttori “Absolut” della Biticino è poi anche<br />

il sistema di illuminazione con faretti dicroici, la lampada<br />

Pallucco, i neon “Miss” contenuti in tubolare di vetro e<br />

tecnologia in vista e prodotte da ViaBizzuno di Mario Nanni<br />

(BO) e gli elementi luce in vetro satinato di Davide Greppi.<br />

Lo studio Lazzarini-Pinoni ha curato molto l’aspetto tecnologico<br />

dell’abitazione, per cui sugli imbotti delle finestre<br />

il cappotto esterno si risvolta contro i telai in legno<br />

per evitare ponti termici, il riscaldamento e il raffrescamento<br />

sono a pavimento, la produzione elettrica per<br />

gestire la piscina è regolata dai pannelli fotovoltaici, le<br />

cabine armadio sono a scomparsa (di Emira Arredamenti<br />

di Lugo e della Performa di Bologna), le porte interne<br />

sono state ordinate grezze e successivamente intonacate<br />

di bianco come le pareti. Tutti gli infissi - porte a filo<br />

muro, finestre e portefinestre scorrevoli - sono state fornite<br />

dalla ditta EdilPiù di Bacchini (Lugo). Le maniglie<br />

sono state invece progettate dai due giovani architetti<br />

che hanno vinto il concorso “Not Ordinary” indetto da<br />

Lux Atelier e da Edilpiù. Nasce così, dall’attenzione per<br />

i dettagli, la maniglia Sunken, parola che significa incavo<br />

e coniuga la funzionalità dell’oggetto all’espressione<br />

estetica. Lo studio Lazzarini-Pinoni, sorto nel centro di<br />

Faenza nel 2010, ha così realizzato insieme alla proprietaria<br />

di quest’abitazione un restauro egregio, che ha<br />

portato contemporaneità in un contesto rurale. IN<br />

MENGOZZI & MAZZONI<br />

ATELIER MGM<br />

Atelier c.so Matteotti n 60 tel. 0546 26559<br />

Showroom c.so Matteotti n 44/A tel. 0546 660153<br />

www.mengozzi-mazzoni.com


Boxare | Meo e Terry Gordini<br />

Padre e figlia accomunati<br />

dalla stessa, esaltante<br />

passione per la boxe. Sono<br />

Meo e Terry Gordini:<br />

lui ex pugile e allenatore,<br />

lei vicecampionessa<br />

del mondo.<br />

58 | IN Magazine<br />

In due<br />

sul Ring<br />

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini<br />

“Il pugile non ha mai tragedie, ma solo<br />

motivi per rifarsi”. È una delle frasi<br />

che campeggiano sulla parete della<br />

palestra dove Bartolomeo “Meo”<br />

Gordini insegna pugilato ai circa 30<br />

ragazzi della Torre Fitness <strong>Group</strong>.<br />

Nel suo racconto di cinquant’anni<br />

di pugilato, dai primi anni vissuti<br />

a boxare sul ring e poi in veste di<br />

allenatore, viene fuori l’amore profondo<br />

per questo sport. “Giocavo<br />

a calcio all’oratorio - ricorda - ma<br />

ero molto istintivo, non riuscivo a<br />

stare mai fermo e don Liverzani, allora<br />

parroco di Cotignola, mi consigliò<br />

di andare in palestra a fare<br />

boxe. Con un mio amico che già<br />

la frequentava m’iscrissi alla Boxe<br />

Faenza e dopo un paio di mesi passai<br />

all’Edera <strong>Ravenna</strong>, dove sono<br />

rimasto per quattro anni”. Nel<br />

1966, chiusa la carriera da pugile<br />

per motivi di salute, inizia per lui<br />

quella di allenatore: “Ho avuto una<br />

palestra a Cotignola per un paio<br />

d’anni poi sono tornato all’Edera,


dove ho lavorato dal 1971 al 2001.<br />

Quando Renzo Zannoni ha lasciato<br />

la presidenza ho deciso di intraprendere<br />

una nuova avventura con<br />

la Torre”. In tanti anni di carriera<br />

Meo si è tolto molte soddisfazioni:<br />

“Ho vinto tanti campionati italiani,<br />

molti ragazzi sono arrivati in<br />

nazionale. La boxe è lo sport per<br />

eccellenza, raccoglie tante discipline.<br />

La palestra, la capacità di<br />

attraversare il dolore, il continuo<br />

mettersi in gioco sono una parte<br />

molto bella di questo sport”.<br />

Con un padre così è naturale che<br />

anche i figli siano stati contagiati<br />

da questo sport.<br />

“Ho sempre vissuto in questo ambiente<br />

- dice la figlia di Meo, Terry<br />

- ma ho iniziato un po’ tardi. D’altronde<br />

la boxe femminile in Italia<br />

nasce solo nel 2001. Sono venuta<br />

in palestra nel 2002 per tenermi in<br />

forma, poi per motivi di lavoro mi<br />

sono dovuta fermare e ho ripreso<br />

a fine 2004, sempre tesserata per<br />

la Torre. Per fare questo sport occorrono<br />

tanta passione e grandi<br />

motivazioni, visto che non si hanno<br />

riscontri economici”. L’umiltà è<br />

una delle caratteristiche principali<br />

della pugile ravennate: “Devo sempre<br />

migliorare. Velocità, esplosività<br />

tattica sono molto importanti, e io<br />

m’impegno molto per mettere in<br />

pratica gli insegnamenti di mio padre.<br />

In più ho la fortuna di allenar-<br />

A fianco, Terry Gordini (a destra) assieme<br />

al padre-allenatore Meo e alla campionessa<br />

mondiale Simona Galassi. In apertura,<br />

Simona e Terry si fronteggiano sul ring.<br />

mi con Simona Galassi, e da lei cerco<br />

di apprendere più cose possibili.<br />

Il prossimo obiettivo è l’Europeo<br />

2013, che la Federazione deve ancora<br />

decidere dove si svolgerà”.<br />

Tra i due è Meo a sentire di più<br />

gli incontri: “L’emozione non passa<br />

mai, ma ho imparato a gestirla.<br />

Ogni tanto è mio padre ad essere<br />

un po’ più agitato” dice sorridendo<br />

Terry. Sia con la Torre che con<br />

la nazionale sono arrivati grandi<br />

successi: “Tanti miei incontri mi<br />

sono piaciuti, in particolare quello<br />

di Roseto, superlativo secondo<br />

alcuni, e la semifinale del campionato<br />

del mondo con la Cruz. La<br />

nazionale ti regala emozioni particolari:<br />

quando sali sul podio ti<br />

rendi conto di aver fatto qualcosa<br />

di bello per il tuo Paese”.<br />

Prossimo obiettivo: l’Europeo 2013<br />

A 33 anni la Gordini sta valutando se<br />

diventare pugile professionista, 35<br />

anni è il limite massimo ma la Federazione<br />

potrebbe modificare il<br />

regolamento entro il 2013. “Sono<br />

indecisa, ho un marito, un lavoro,<br />

una casa... e poi bisogna sempre<br />

trovare qualcuno che investa su di<br />

te. La boxe comporta tanti sacrifici,<br />

già ora mi alleno tutti i giorni<br />

dalle 20 alle 21,30, quando posso<br />

anche la mattina”. La passione,<br />

però, non demorde: “Abbiamo<br />

tanti ragazzi che si allenano con<br />

me e Simona, ed è bello vedere<br />

che iniziano da giovani”. IN<br />

Passaggio di guantoni<br />

Bartolomeo “Meo” Gordini è nato<br />

a Cotignola il 6 ottobre 1947.<br />

Il 1° aprile scorso ha festeggiato i<br />

50 anni di pugilato: la sua carriera<br />

è partita infatti nel 1962 come<br />

pugile alla Boxe Faenza poi, dopo<br />

qualche mese, è passato all’Edera<br />

<strong>Ravenna</strong> dove è rimasto per 4 anni.<br />

Ha al suo attivo 33 combattimenti<br />

da dilettante. Nel 1966 per motivi<br />

di salute ha dovuto interrompere<br />

l’attività sportiva, intraprendendo<br />

la carriera di allenatore. Dal 1971<br />

al 2001 ha allenato l’Edera<br />

e attualmente allena la Torre<br />

Fitness <strong>Group</strong>. È sposato con<br />

Adelma e ha tre figli: Luca, Terry<br />

e Michele, nato da un precedente<br />

matrimonio. Terry Gordini è nata a<br />

<strong>Ravenna</strong> il 22 giugno 1979. Sempre<br />

tesserata per la Torre Fitness<br />

<strong>Group</strong>, ha iniziato a boxare nel 2002.<br />

Come dilettante ha conquistato tre<br />

bronzi ai campionati italiani nel<br />

2007, 2008 e 2009, un argento nel<br />

2011 e nel settembre 2012<br />

la medaglia d’oro. Con la nazionale<br />

ha vinto nel 2010 il torneo<br />

preolimpico di Ferrara; sempre<br />

nel 2010 ha partecipato<br />

al campionato del mondo alle<br />

Barbados e quest’anno è diventata<br />

vicecampionessa del mondo a<br />

Quinandhao, in Cina.<br />

IN Magazine | 59


Esporre | Museo del Risorgimento<br />

Dopo oltre cent’anni le tre tele che<br />

illustrano i personaggi di Casa Savoia<br />

sono nuovamente esposte al pubblico<br />

nel Museo del Risorgimento,<br />

in via Baccarini 3, grazie al piano<br />

museale della Regione Emilia-Romagna.<br />

L’iniziativa celebra i 150<br />

anni dell’Unità d’Italia ed ha anche<br />

la finalità di valorizzare e restituire<br />

alla città opere conservate da decenni<br />

nei depositi della Pinacoteca<br />

Comunale, oggi divenuta Istituzione<br />

Museo d’Arte della Città.<br />

“Il primo ‘Ritratto di Vittorio Emanuele<br />

II’ eseguito da Andrea Besteghi<br />

(foto a sinistra), - racconta Nadia<br />

Ceroni, conservatore del Mar e responsabile<br />

del progetto, - risulta inventariato<br />

con il n. 443 e collocato<br />

nella Segreteria dell’Accademia. Il<br />

secondo, “Ritratto di Vittorio Ema-<br />

60 | IN Magazine<br />

Reali<br />

in Cornice<br />

testo Anna De Lutiis<br />

Tre ritratti di Vittorio Emanuele II e Umberto I,<br />

opera dei pittori Besteghi e Moradei, escono dai<br />

depositi per trovare spazio tra le opere esposte<br />

nel Museo del Risorgimento.<br />

nuele”, sempre del Besteghi (foto al<br />

centro), e il “Ritratto di Umberto I”,<br />

eseguito da Arturo Moradei (foto a<br />

destra), sono invece stati annotati<br />

a matita, senza numero di inventario<br />

e collocati nel Magazzeno”.<br />

Per identificare queste due ultime<br />

opere è stato di grande aiuto il ritrovamento<br />

di un carteggio tra il<br />

direttore dell’Accademia Vittorio<br />

Guaccimanni e il sindaco di <strong>Ravenna</strong>,<br />

visto che le tele risultano essere<br />

di proprietà comunale. Nei quadri<br />

i reali sono effigiati in alta uniforme<br />

con numerose decorazioni, tra<br />

le quali si distinguono lo stemma di<br />

Casa Savoia, l’ordine della Corona<br />

d’Italia e la Stella di Gran Croce”.<br />

Con ogni probabilità la loro datazione<br />

può essere ricondotta alla<br />

visita dei reali a <strong>Ravenna</strong>: Vittorio<br />

Emanuele il 2 ottobre 1860 e Umberto<br />

I nel 1888.<br />

Andrea Besteghi, autore dei due<br />

ritratti del Re Galantuomo, era<br />

nato a Bologna nel 1817. Nella sua<br />

biografia - compilata da Filippo<br />

Lanciani nel 1870, un anno dopo<br />

la morte del pittore - si dice che<br />

suo padre “intendeva fare di lui un<br />

sacerdote perché d’indole mite e<br />

gentile: ma la natura, a cui non si resiste,<br />

ne aveva plasmato un artista”.<br />

Arturo Moradei, nato a Firenze nel<br />

1840, fu un personaggio centrale<br />

nella Romagna artistica di fine<br />

Ottocento. Chiamato ad insegnare<br />

pittura all’Accademia, si stabilì<br />

a <strong>Ravenna</strong> nel 1879 e vi rimase<br />

fino al 1901, ottenendo un vasto<br />

consenso tanto dal pubblico quanto<br />

dagli allievi. IN


IN Magazine | Special ADV<br />

Hi-Fi Video Music center<br />

All’AvAnguArdiA dA 43 Anni<br />

nel cAmpo dell’elettronicA<br />

AGGiornAMento CostAnte, riCerCA deLLe noVità e ConsuLenzA<br />

post VenditA sono Le CArAtteristiCHe peCuLiAri deL Centro speCiALizzAto<br />

di FAenzA, Gestito Fin dAL 1969 dA LAnFrAnCo LeGA.<br />

“La nostra sfida è sempre stata essere i pionieri”. È facile rendersene<br />

conto. Basta una breve intervista, uno sguardo all’archivio fotografico<br />

e una visita ai rinnovati spazi espositivi di via Mengolina.<br />

Ci troviamo presso l’HiFi Video Music Center di Faenza,<br />

centro specializzato nell’elettronica di consumo e<br />

professionale, punto di riferimento a livello locale e<br />

nazionale, per servizi e forniture di attrezzature all’avanguardia<br />

video, audio, luci e sale multimediali di<br />

elevato standard qualitativo.<br />

A raccontarci l’attività è il titolare Lanfranco Lega, faentino<br />

classe ‘49, che dal lontano 1969 – con ben 43 anni di<br />

consolidata esperienza -, dirige oggi l’azienda affiancato<br />

dal fedele e competente staff composto da Monica (amministrazione),<br />

Marco e Andrea (reparto tecnico).<br />

“Nei primi anni ‘70 il nostro core business era rappresentato<br />

dalla vendita degli strumenti musicali – ricorda Lega -. Erano gli<br />

anni dei Beatles, la scena musicale locale era particolarmente<br />

vivace e solo a Faenza si contavano diverse decine di rock band.<br />

In seguito, a metà anni ‘70 lasciammo gli strumenti musicali per<br />

specializzarci nell’Hi Fi e nell’amplificazione professionale”.<br />

“Appena uscita una novità – prosegue non senza una punta<br />

di orgoglio il titolare - facciamo il possibile per essere<br />

i primi a proporla al pubblico, nonostante gli elevati costi<br />

e relative incertezze che questo comporta. L’evoluzione<br />

tecnologica nel nostro settore è più veloce che altrove, è<br />

fondamentale per noi stare aggiornati e al passo coi tempi”.<br />

Fu così che durante gli anni ‘80 l’Hi Fi Video Music Center,<br />

per primo in Romagna, presentò il Compact Disc.


Nella foto l’ingegnere e imprenditore americano Amar Gopal Bose, fondatore dell’omonima multinazionale Bose Corporation, in visita da Hi Fi Video Music Center, nel 1974.<br />

Alcuni anni dopo fu la volta del videoproiettore a tre tubi, venduto<br />

inizialmente ad aziende, poi penetrato in larga scala nella<br />

case per uso domestico, con le nuove tecnologie Lcd – Dlp.<br />

“Oggi – spiega Lega - le ultime novità in ambito audio sono<br />

rappresentate dalla musica liquida, che a differenza dell’analogico<br />

non necessita di particolare supporto fisico, ma che per un<br />

ascolto di qualità rende necessario un pc e un buon DAC (convertitore<br />

digitale analogico), dotato di interfaccia usb asincrona.<br />

In ambito home cinema merita particolari attenzioni il sistema di<br />

intrattenimento integrato VideoWave della Bose, che incorpora<br />

al proprio interno l’impianto dolby digital completo di diffusori,<br />

regalando prestazioni audio di livello cinematografico”.<br />

“Ciò che ci differenzia dalla grande distribuzione di massa – ci<br />

tiene a precisare -, e che rappresenta il nostro punto di forza, è la<br />

consulenza e l’assistenza post vendita. Da noi trovi personale<br />

tecnico qualificato, con anni di comprovata esperienza sul cam-<br />

po, costantemente aggiornato, in grado di suggerire l’apparecchiatura<br />

in funzione di tutte le possibili esigenze. Il nostro servizio<br />

è completo e comprende il sopralluogo, la scelta delle tecnologie<br />

e dei materiali, l’installazione e tutta l’assistenza necessaria”.<br />

Massima affidabilità e competenza tecnica. Motivo per cui Lega<br />

Hi Fi Video Music Center è stato scelto da molteplici aziende ed<br />

organizzazioni di primo piano del panorama locale e non, per sistemi<br />

di videoproiezione, conference system, domotica,<br />

videoconferenze, lavagne interattive e amplificazione.<br />

Numerose anche le discoteche e i locali di pubblico intrattenimento<br />

che si sono affidate all’esperienza di Lega per gli impianti<br />

audio. “In particolare - ricorda il titolare di Hi Fi Video Music<br />

Center -, nel 1974 realizzammo il sistema di diffusione sonora<br />

della celebre e storica discoteca Cà del Liscio. Supervisore<br />

d’eccezione del progetto fu Amar Gopal Bose in persona,<br />

l’ingegnere e imprenditore americano fondatore dell’omonima<br />

multinazionale Bose Corporation”.<br />

HiFi Video MusiC Center<br />

Via Mengolina 39, 48018 Faenza (RA)<br />

Tel. 0546 46722 - Fax. 0546 46718<br />

legahifi@legahifi.it - www.legahifi.it


Fotografare | Lidia Bagnara<br />

Profumi di terre lontane<br />

evocati in immagini senza<br />

tempo. Così sono le foto<br />

di Lidia Bagnara raccolte<br />

nella monografia “A occhi<br />

chiusi”, accompagnata<br />

da una mostra alla<br />

Biblioteca Oriani.<br />

Sessantasei fotografie realizzate<br />

nel corso di molti anni, in stagioni<br />

diverse e in tanti luoghi diversi:<br />

India, Cappadocia, Cuba, Libano,<br />

Giordania, Siria. Firmate da Lidia<br />

Bagnara e raccolte ora in una preziosa<br />

monografia edita da Skira,<br />

presentata il 1° dicembre a Tamo e<br />

accompagnata da una mostra dei<br />

suoi scatti allestita alla Biblioteca<br />

Oriani fino all’8 dicembre. Il titolo<br />

è indicativo, “A occhi chiusi”, a sottolineare<br />

il tono evocativo più che<br />

descrittivo delle sue immagini. “La<br />

fotografia di Lidia Bagnara - scrive<br />

Giovanna Calvenzi nel suo saggio<br />

- è senza tempo e senza maestri.<br />

Diventa pittorica senza esserlo, diventa<br />

narrazione senza volerlo... I<br />

suoi non sono appunti di viaggio<br />

ma trascrizioni di sensazioni che<br />

raccontano di profumi, di odori,<br />

di calore, di polvere, colte con la<br />

velocità della percezione che non<br />

passa dalla razionalizzazione se<br />

non a posteriori”.<br />

64 | IN Magazine<br />

L’Oriente<br />

nell’ Anima<br />

testo Roberta Brunazzi<br />

“Lidia Bagnara - sottolinea Andrea<br />

Emiliani nel suo intervento - è ravennate<br />

e da quelle rive subisce<br />

da anni e anni, insieme alla sua<br />

gente, il fascino che ormai da almeno<br />

un paio di millenni giunge<br />

dall’Oriente. Prima ancora di Venezia,<br />

a Classe, nel porto romano,<br />

approdavano barche e triremi<br />

cariche di militari che venivano<br />

fin qui dall’Attica o dalla Cappadocia,<br />

dalla Tracia e dal Mar Nero<br />

per scaricare persone e merci che<br />

andavano per la Romagna. Non<br />

so se Lidia, come del resto il suo<br />

nome può testimoniare, venga da<br />

quelle navi e poi si sia arenata in<br />

queste terre di Sant’Apollinare<br />

e di Fosso Ghiaia”. I profumi del<br />

Medio Oriente impregnano le sue<br />

immagini, che sembrano indecise<br />

tra il vedere le cose e il coglierne<br />

gli aromi e le emozioni. “Credo<br />

anch’io, come Lidia - conclude<br />

Emiliani - che questo sia il suo più<br />

grande ritorno”. IN<br />

Uno scatto avanti<br />

Nata a <strong>Ravenna</strong> 53 anni fa, Lidia<br />

Bagnara è stata allieva di Marco<br />

Baldassari, fotografo della<br />

Soprintendenza per i Beni Artistici<br />

e Storici di Bologna. Dopo 19<br />

anni di lavoro impiegatizio sente<br />

di dedicarsi esclusivamente alla<br />

fotografia. Inizia la sua attività<br />

nel 1998. Dieci sue foto sono<br />

conservate al Dipartimento Stampa<br />

e Fotografie della Bibliothèque<br />

nationale de France, a Parigi.


In punta<br />

Il Campiello giovani, giunto alla<br />

17esima edizione, vede crescere<br />

ogni anno interesse e partecipazione.<br />

La vincitrice del 2012 è<br />

Martina Evangelisti di <strong>Ravenna</strong>,<br />

venti anni a novembre, bella nella<br />

sua semplicità ma consapevole<br />

del successo che l’ha gratificata.<br />

Frequenta il secondo anno di Lettere<br />

Moderne a Bologna e segue<br />

l’itinerario tracciato dagli editori<br />

del libro uscito di recente, Campiello<br />

Giovani ‘12, che raccoglie i<br />

racconti dei cinque finalisti e che<br />

verrà presentato in varie città.<br />

Quando hai cominciato a scrivere?<br />

“Fin da piccolissima amavo leggere;<br />

mi attraeva qualsiasi cosa, dai<br />

fumetti ai romanzi. A sedici anni<br />

ho partecipato al concorso indetto<br />

dal Liceo Torricelli di Faenza, arri-<br />

di Penna<br />

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini<br />

vai seconda. Ho partecipato anche<br />

nei due anni successivi, vincendo il<br />

primo premio”.<br />

Il Campiello però è più impegnativo.<br />

Chi ti ha spinto a partecipare?<br />

“Frequentavo il Liceo Classico<br />

Dante Alighieri quando, due anni<br />

fa, venne in classe Alessandro<br />

Fabbri, vincitore del Campiello<br />

Giovani, a parlarci di questa sua<br />

esperienza. Decisi di provare e lo<br />

scorso anno arrivai tra i cinque<br />

finalisti con il racconto ‘Rose Rosse’.<br />

Quest’anno non avevo tanta<br />

voglia, ci pensai fino all’ultimo<br />

giorno. Anzi, fino all’ultima notte:<br />

ho scritto le dieci cartelle richieste<br />

tutte d’un fiato. Così è nato ‘Forbici’,<br />

scelto per il primo premio”.<br />

Il titolo è piuttosto inquietante,<br />

come viene fuori?<br />

Scrivere | Martina Evangelisti<br />

Con il racconto “Forbici”<br />

ha vinto l’edizione 2012<br />

del Campiello giovani.<br />

È Martina Evangelisti<br />

di <strong>Ravenna</strong>, 20 anni,<br />

studentessa di Lettere<br />

all’Università di Bologna.<br />

“Il racconto parla di due ragazzi di<br />

trent’anni che si rincontrano nel<br />

paese dove vivevano anni prima,<br />

quando avevano condiviso una storia<br />

d’amore. Le forbici stanno a rappresentare<br />

il distacco fra le due persone,<br />

perché ad un certo punto della<br />

propria vita bisogna lasciarsi dietro<br />

molte cose, tagliare col passato...”.<br />

Oltre al tempo che dedichi allo studio,<br />

alla lettura, alla scrittura, hai<br />

degli hobby?<br />

“Sono un po’ topo di biblioteca,<br />

non mi rimane troppo tempo. Mi<br />

piace però andare al cinema, uscire<br />

con gli amici e divertirmi come tutti<br />

i ragazzi della mia età. In questo<br />

periodo, poi, devo studiare per gli<br />

esami e seguire gli appuntamenti<br />

per la presentazione del libro, che<br />

mi porterà in diverse città”. IN<br />

IN Magazine | 65


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