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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00<br />
<strong>Ravenna</strong> www.inmagazine.it<br />
®<br />
Anno XI - N. 5 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2012<br />
Riccardo<br />
Muti<br />
Trilogia di riconoscimenti<br />
Massimo Bucci Da Faenza al Mondo<br />
Borgo San Biagio Dove comincia <strong>Ravenna</strong><br />
Cristiano Marchetti - KRY Genio e sregolatezza
Arredamenti e progettazione d’interni<br />
quartadimensione<br />
Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it
14<br />
20<br />
| EDITORIALE di Andrea Masotti |<br />
Alta cultura e imprenditoria proiettate<br />
verso il mondo. È il tema di<br />
apertura per questo <strong>Ravenna</strong> e Faenza<br />
IN, con il Maestro Riccardo Muti,<br />
insignito recentemente di importanti<br />
riconoscimenti, e l’imprenditore<br />
Massimo Bucci, che a Faenza ha dato<br />
vita ad un’azienda per produrre merce<br />
da esportare in Cina. Originali<br />
percorsi di lavoro sono quelli seguiti<br />
da piccoli imprenditori locali, riusciti<br />
a creare in tempo di crisi nuove<br />
attività. Ripercorriamo poi la storia<br />
di <strong>Ravenna</strong> attraverso le memorie di<br />
borgo San Biagio e recuperiamo l’opera<br />
dei maestri mosaicisti ravennati<br />
attraverso il progetto di Felice Nittolo.<br />
Si prosegue nel segno dell’arte<br />
Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (RN)<br />
Direttore Responsabile:<br />
Andrea Masotti<br />
Redazione centrale:<br />
Roberta Brunazzi<br />
Progetto grafico: Lisa Tagliaferri<br />
Impaginazione: Marica Graziani<br />
Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli<br />
4 Annotare<br />
Brevi IN<br />
14 Essere<br />
Riccardo Muti<br />
20 Essere<br />
Massimo Bucci<br />
26 Lavorare<br />
Nuove imprese<br />
32 Raccontare<br />
Borgo San Biagio<br />
39 Valorizzare<br />
I Maestri Mosaicisti<br />
44 Creare<br />
Cristiano Marchetti-KRY<br />
e della cultura con i colori esplosivi<br />
di Cristiano Marchetti - KRY e con il<br />
Circolo di lettura creato da Daniela<br />
Mingozzi, Marina Manucci e Monica<br />
Randi. Una casa nella campagna<br />
lughese c’introduce nel tema del design<br />
storico; Meo e Terry Gordini ci<br />
parlano invece della loro avventura<br />
sportiva nel mondo della boxe. Protagonisti<br />
delle rubriche finali sono<br />
invece i tre ritratti dei Savoia tornati<br />
in mostra al Museo del Risorgimento,<br />
la fotografa Lidia Bagnara con<br />
la sua monografia “A occhi chiusi”<br />
e Martina Evangelisti, vincitrice del<br />
premio Campiello giovani. A noi<br />
non resta che augurarvi buona lettura,<br />
e buone feste di fine anno!<br />
Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Luca Retini<br />
Collaboratori:<br />
Linda Antonellini, Lidia Bagnara, Roberta Bezzi,<br />
Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Serena Focaccia,<br />
Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia<br />
Graziani, Aldo Savini, Michele Virgili.<br />
Chiuso per la stampa il 03/12/2012<br />
32<br />
44<br />
Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.<br />
Redazione e amministrazione:<br />
Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì<br />
tel. 0543.798463 - fax 0543.774044<br />
www.inmagazine.it<br />
inmagazine@menabo.com<br />
Sommario<br />
50 Leggere<br />
Circolo di lettura<br />
54 Abitare<br />
Campagna contemporanea<br />
58 Boxare<br />
Meo e Terry Gordini<br />
60 Esporre<br />
Museo del Risorgimento<br />
64 Fotografare<br />
Lidia Bagnara<br />
65 Scrivere<br />
Martina Evangelisti<br />
66 Scegliere<br />
Shopping<br />
Tutti i diritti sono riservati.<br />
Foto e articoli possono essere riprodotti solo con<br />
l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte.
Annotare | Brevi IN<br />
Teiere in ceramica<br />
per Shanghai<br />
Faenza - Le ceramiste faentine Mirta<br />
Morigi e Antonella Cimatti, insieme a<br />
Goffredo Gaeta, hanno rappresentato<br />
il made in Italy all’International<br />
Modern Pot Art Biennial Exhibition,<br />
organizzato all’interno del Shanghai<br />
Arts and Crafts Museum. La terza<br />
edizione di questo prestigioso<br />
concorso internazionale ha avuto<br />
come tema la teiera. Alla città cinese<br />
di Jingdezehng, capitale mondiale<br />
della porcellana, Mirta Morigi ha<br />
donato una sua originale teiera,<br />
appositamente realizzata. (A.S.)<br />
La Camera di Commercio<br />
in un volume<br />
<strong>Ravenna</strong> - Dal 1862, anno della<br />
fondazione, la Camera di Commercio<br />
ha rappresentato una delle istituzioni<br />
cardine dello sviluppo economico<br />
della provincia di <strong>Ravenna</strong>, nel<br />
passaggio da una società agricola<br />
ad una post-industriale. Il 150esimo<br />
anniversario ha offerto l’opportunità<br />
per la pubblicazione di un volume<br />
per i tipi di Danilo Montanari,<br />
“Camera di Commercio di <strong>Ravenna</strong>.<br />
Centocinquant’anni di sviluppo e<br />
innovazione” in cui s’intrecciano<br />
immagini e testo. Dante Bolognesi,<br />
Andrea Casadio e Paola Morigi<br />
tracciano un excursus sulle vicende<br />
storiche e sulle sfide future della<br />
Camera, mentre le cartoline della<br />
raccolta di Aldo Fabiani ed Enzo<br />
Turso e le fotografie di Giorgio Biserni<br />
e dell’archivio camerale presentano<br />
un panorama visivo della storia<br />
economica e sociale del ravennate fra<br />
l’Ottocento e il Duemila.<br />
4 | IN Magazine<br />
Premio Guidarello<br />
al ministro Severino<br />
<strong>Ravenna</strong> - Consegnati al Teatro<br />
Alighieri i riconoscimenti del Premio<br />
Guidarello, condotto da Bruno<br />
Vespa, che presiede la giuria nazionale,<br />
presentato da Margherita<br />
Ghinassi e inaugurato da Guido<br />
Ottolenghi, presidente di Confindustria<br />
<strong>Ravenna</strong>. Personaggio di<br />
spicco della manifestazione, tenuta<br />
il 25 novembre, è stato il Ministro<br />
della Giustizia Paola Severino, alla<br />
La magia del Colore<br />
di Guerrino Tramonti<br />
Faenza - Dopo il tour in Giappone<br />
le opere del ceramista faentino tornano<br />
a “casa”. “Guerrino Tramonti.<br />
La magia del colore”, è il titolo della<br />
retrospettiva antologica dedicata<br />
all’artista, esposta al Museo Internazionale<br />
delle Ceramiche di Faenza<br />
fino al 6 gennaio 2013, a vent’anni<br />
dalla scomparsa del maestro faentino.<br />
Vanno in mostra circa 150 suoi lavori<br />
tra sculture, dipinti e ceramiche, che<br />
esprimono il talento e la visione del<br />
mondo di uno dei protagonisti della<br />
ceramica del Novecento. L’antologica<br />
di Tramonti fa da cornice al monumentale<br />
soffitto, denominato “Terzo<br />
Cielo di Castelli”, presentato per la<br />
prima volta a Faenza. Quest’opera<br />
collettiva, risalente al periodo in cui<br />
l’artista dirigeva la Scuola d’Arte di<br />
quale è andato il premio Gudarello<br />
ad honorem (nella foto con Guido<br />
Ottolenghi). Per il Giornalismo<br />
Nazionale sono stati premiati invece<br />
gli economisti ed editorialisti<br />
del Corriere della Sera Giavazzi e<br />
Alesina. Il Premio Guidarello per<br />
il Turismo, nella sezione radio/televisione,<br />
è andato a Sveva Sagramola,<br />
regista e documentarista. Sul<br />
palcoscenico anche Alice ed Ellen<br />
Kessler, icone del varietà televisivo<br />
anni ’60 e ‘70, premiate per la sezione<br />
radio/tv. Per il Giornalismo<br />
Romagna i riconoscimenti sono<br />
andati a Paolo Gambi e ad Anna<br />
Tonelli. Il Guidarello alla Memoria<br />
è stato dedicato al professore<br />
ravennate Mario Pierpaoli, mentre<br />
il premio Giovani è stato assegnato<br />
alla classe II B del Liceo Classico di<br />
<strong>Ravenna</strong>. (A.D.L.)<br />
Castelli d’Abruzzo (dal 1953 al 1958),<br />
fu da Tramonti diretta e ideata assieme<br />
ai maestri emilano-romagnoli Serafino<br />
Mattucci e Arrigo Visani.
Faenza - Anche per le festività 2012<br />
Faenza C’entro, ha messo a punto un<br />
ricco calendario di iniziative, grazie ai<br />
suoi associati. Luci, animazioni, attività<br />
di vario genere e la magica pista di<br />
vero ghiaccio sono gli ingredienti di<br />
base, con apertura domenicale dei negozi<br />
allestiti a tema natalizio. Il grande<br />
abete di Natale posizionato sotto<br />
la torre dell’orologio farà da punto<br />
di riferimento, assieme alla fitta rete<br />
di luci, rigorosamente a basso consumo.<br />
Non mancheranno poi il trenino<br />
e la Carrozza di Natale trainata dal<br />
Il Natale in piazza<br />
di Faenza C’entro<br />
cavallo Briciola, che accompagnerà<br />
le famiglie in giro per la città nei<br />
pomeriggi delle domeniche di festa.<br />
Altro elemento clou è la pista di vero<br />
ghiaccio collocata in piazza della Molinella<br />
(nella foto): come l’anno scorso,<br />
chi effettuerà acquisti nei negozi Faenza<br />
C’entro potrà ricevere i biglietti<br />
per un ingresso gratuito o ridotto alla<br />
pista. I biglietti sono disponibili anche<br />
nella sede Avis di Faenza, in viale<br />
Stradone 9, dove verranno consegnati<br />
a chi effettuerà una donazione di sangue<br />
nel mese di dicembre.<br />
Fiori, cuori e decori<br />
IrIs e AmbrA, lA novItà In cIttà<br />
Mazzavillani, nuovo<br />
direttore di Cna <strong>Ravenna</strong><br />
Ph. Massimo Fiorentini<br />
<strong>Ravenna</strong> - La Cna provinciale<br />
di <strong>Ravenna</strong> ha un nuovo direttore:<br />
Massimo Mazzavillani, 48enne<br />
residente a Cervia. Prende il posto<br />
di Natalino Gigante, di cui era già<br />
vicepresidente da due anni, dopo aver<br />
ricoperto diversi incarichi all’interno<br />
della Confederazione a partire dal<br />
1986. Nel curriculum di Mazzavillani<br />
spicca l’esperienza politica come<br />
vicesindaco di Cervia, dal 2006<br />
al 2009, mentre attualmente riveste<br />
anche la carica di consigliere<br />
di gestione di Unifidi Emilia Romagna<br />
e di vicepresidente di Assicoop<br />
<strong>Ravenna</strong>, nonché di consigliere<br />
in alcune società nazionali<br />
del sistema Cna. (R.Be.)<br />
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Fiori, cuori, decori. È quanto offre Iris, nuovo concetto di negozio<br />
già sperimentato con successo nelle grandi città ma non ancora approdato<br />
a <strong>Ravenna</strong>. Lo spazio ampio e il cortile interno fanno pensare<br />
più ad una casa di amici che al classico negozio di fiori e regali. È<br />
questo il punto di forza di Iris, in via Romea Sud 11, a Ponte Nuovo<br />
di <strong>Ravenna</strong>. Ad affiancarlo è Ambra Poli wedding and event<br />
planner, pronto ad aiutarvi nell’organizzazione del matrimonio o di<br />
un evento importante, trovando la soluzione più adatta alle esigenze<br />
di ciascuno. Attraverso la costruzione di un budget planner personalizzato,<br />
stilato sulla base delle possibilità di spesa della coppia, e ad<br />
una pianificazione degli incontri con i fornitori, Ambra Poli wedding<br />
and event planner propone soluzioni affidabili e già testate, permettendo<br />
di risparmiare tempo e denaro, e liberando la coppia dall’ansia<br />
e dallo stress dei preparativi. Info: 0544 62288; 345 8229268;<br />
info@irisravenna.it; ambrapoli@irisravenna.it
Annotare | Brevi IN<br />
Festa della montagna<br />
e libro sul centenario Uoei<br />
Faenza - Un’edizione davvero<br />
speciale per la “Festa della<br />
montagna” organizzata dall’Uoei<br />
Faenza alla sala “Zanelli” del centro<br />
fieristico dal 7 al 10 novembre.<br />
Per celebrare il centenario dalla<br />
fondazione l’Uoei (Unione Operaia<br />
Escursionisti Italiani), ha organizzato<br />
una manifestazione ricca di stelle.<br />
Tra gli ospiti la pluricampionessa<br />
olimpionica e mondiale di sci di<br />
fondo Manuela Di Centa, lo scalatore<br />
Maurizio Oviglia, il “re degli Ottomila”<br />
Silvio Mondinelli ed Alberto Tomba,<br />
leggenda della storia dello sci (nella<br />
foto assieme a Giuseppe Sangiorgi,<br />
organizzatore dell’evento). Nel<br />
corso della manifestazione è stato<br />
presentato anche il libro “Storia<br />
della Festa della Montagna” di Carlo<br />
e Giuseppe Sangiorgi, pubblicato in<br />
occasione del centenario dell’Uoei.<br />
Il libro fa rivivere tutte le tappe della<br />
kermesse, punto fermo dell’attività<br />
sociale dell’associazione.<br />
Scuola di musica<br />
a Villa Malerbi<br />
Lugo - Pur non completato<br />
integralmente il restauro della Villa<br />
Malerbi, un tempo residenza<br />
di campagna dei fratelli Malerbi, noti<br />
musicisti lughesi, la Scuola di Musica<br />
ad essi intitolata ritorna al suo luogo<br />
naturale. Così, mentre si garantisce<br />
la conservazione del prestigioso<br />
edificio storico se ne permette<br />
la fruizione, mantenendone la<br />
destinazione a scuola di musica e sede<br />
dell’archivio storico musicale che<br />
custodisce il fondo Malerbi. Nel fondo<br />
sono raccolti documenti sugli anni<br />
giovanili di Gioachino Rossini e sul<br />
musicista Francesco Balilla Pratella,<br />
recentemente donati dalla figlia<br />
Eda Pratella. (A.S.)<br />
6 | IN Magazine<br />
<strong>Ravenna</strong> - Hublot orologio ufficiale<br />
della Juventus Campione d’Italia<br />
2012. La partnership, annunciata l’estate<br />
scorsa a Pechino in occasione<br />
della finale della Supercoppa italiana<br />
(nella foto Pierluigi Buffon e Andrea Pirlo,<br />
nel corso della presentazione ufficiale),<br />
vede rafforzare la presenza della<br />
Maison svizzera al fianco di società<br />
calcistiche di alto livello. Dopo essere<br />
Paolo Olmi e Uto Ughi<br />
alla Basilica di San Francesco<br />
<strong>Ravenna</strong> - Concerto di Natale il 12 dicembre<br />
alle ore 21 nella basilica di San<br />
Francesco d’Assisi, presentato dall’European<br />
Musicians Youth Orchestra diretta<br />
da Paolo Olmi (nella foto), con la<br />
partecipazione del grande Uto Ughi e<br />
del suo giovanissimo collega Roman<br />
Kim. In programma musiche di Mascagni,<br />
Bach, Paganini e Vivaldi, con<br />
finale natalizio eseguito assieme ad<br />
alcuni cori di voci bianche attivi in città.<br />
La manifestazione si propone di<br />
valorizzare e rinsaldare i legami tra<br />
la Terra Santa, la città di <strong>Ravenna</strong> e le<br />
zone emiliane colpite dal terremoto.<br />
Ad organizzarla è la cooperativa Emilia<br />
Romagna Concerti, che destinerà i<br />
fondi raccolti per l’occasione ai comuni<br />
terremotati di Finale Emilia e di<br />
Sant’Agostino.<br />
Hublot e Juventus,<br />
insieme nel Tempo<br />
stato il primo marchio di lusso a dedicarsi<br />
al calcio nel 2006, Hublot lavora<br />
da allora in stretta collaborazione<br />
con la FIFA come fornitore di orologi<br />
e cronometrista ufficiale dei Mondiali<br />
di calcio. A <strong>Ravenna</strong> gli orologi Hublot<br />
si trovano da Sì Anelli di Marcello<br />
Casadio, nello storico negozio di<br />
via Cavour e negli altri negozi della<br />
prestigiosa gioielleria e orologeria.
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Annotare | Brevi IN<br />
Cna, tredici progetti<br />
per <strong>Ravenna</strong> capitale<br />
<strong>Ravenna</strong> - Le Vie del Mosaico<br />
e un percorso per Dante; un<br />
museo dell’Accoglienza a Palazzo<br />
Testi Rasponi ed uno sul Porto e<br />
l’autotrasporto. Sono solo alcuni<br />
dei 13 progetti che il presidente<br />
comunale della CNA di <strong>Ravenna</strong>,<br />
Andrea Dalmonte, ha formalmente<br />
consegnato al coordinatore della<br />
candidatura di <strong>Ravenna</strong> a Capitale<br />
Europea della Cultura, Alberto<br />
Cassani (insieme nella foto). “La<br />
CNA – ha sottolineato Dalmonte - ha<br />
sempre creduto nel progetto della<br />
candidatura di <strong>Ravenna</strong> a capitale<br />
europea della cultura. Il lavoro che<br />
abbiamo svolto negli ultimi anni ci<br />
ha portato ad elaborare tante idee<br />
progettuali che oggi regaliamo<br />
alla città e al Tavolo di lavoro<br />
appositamente creato”.<br />
Vestire il sacro,<br />
ciclo di conferenze<br />
<strong>Ravenna</strong> - Abiti, tessuti e contesti<br />
rituali dalla Tarda Antichità<br />
al Settecento sono al centro<br />
di “Vestire il sacro”, ciclo<br />
di conferenze a cura di Luigi Canetti.<br />
Gli incontri si svolgono<br />
da novembre ad aprile 2013 nella<br />
Sala ex Refettorio del Museo<br />
Nazionale di <strong>Ravenna</strong> (via Fiandrini 9)<br />
e al Dipartimento di Beni Culturali<br />
a palazzo Strocchi (via degli Ariani<br />
1). Il prossimo appuntamento è per<br />
il 15 gennaio a palazzo Strocchi<br />
con Umberto Longo, che illustrerà<br />
il rapporto tra vestiario e identità<br />
religiosa nel mondo monastico<br />
ed eremitico. Il 5 febbraio Maria<br />
Parani parlerà invece del linguaggio<br />
simbolico degli abiti<br />
nell’età bizantina.<br />
8 | IN Magazine<br />
Castiglione di <strong>Ravenna</strong> - La richiesta<br />
di aiuto è stata fatta pubblicamente<br />
nell’ambito delle presentazioni di <strong>Ravenna</strong><br />
Festival 2012: una visita e uno<br />
spettacolo al Teatro Mazzini regalò il<br />
4 luglio una serata indimenticabile.<br />
Intorno alla richiesta di sostegno lanciata<br />
dall’Associazione Nuovo Teatro<br />
Mazzini Castiglione di <strong>Ravenna</strong> per<br />
recuperare questo luogo si sono stretti<br />
personaggi come Cristina Muti, Graziella<br />
Pasini e il vicesindaco Giannantonio<br />
Mingozzi. Il teatro fu realizzato<br />
ad inizio Novecento all’interno della<br />
Casa Repubblicana, costruita grazie<br />
ad una raccolta di fondi dei militanti<br />
della Società democratica “Pensiero<br />
e azione”, dal Circolo giovanile “Ciceruacchio”<br />
e con la loro manodopera<br />
gratuita. Ed ora si punta al recupero:<br />
Matilde e Celeste Pirazzini, allieve del<br />
Cervia - Musa, Museo del Sale di Cervia,<br />
invita al museo i giovanissimi con<br />
una serie di iniziative riservate proprio<br />
a loro. Il 24 novembre ha preso il<br />
via un ciclo di cinque laboratori dedicati<br />
ai bambini, organizzato dall’associazione<br />
Cervia Incontra L’Arte. Con<br />
un appuntamento al mese, fino ad<br />
arrivare a quello di sabato 16 marzo,<br />
Teatro Mazzini,<br />
un luogo da Salvare<br />
Per piccoli artisti<br />
laboratori al Musa<br />
Conservatorio “Maderna” di Cesena,<br />
con un percorso itinerante a <strong>Ravenna</strong><br />
hanno richiamato l’attenzione su<br />
questo progetto. Marco Martinelli,<br />
insieme al Teatro delle Albe, ha dato<br />
la propria disponibilità, mentre da un<br />
gruppo di spettatori è nato il gruppo<br />
“Teatro perché?”. Insomma, qualcosa<br />
si sta muovendo, nella speranza che il<br />
Mazzini torni ad essere un riferimento<br />
per Castiglione. (A.D.L.)<br />
gli artisti in erba possono così ritrovarsi<br />
al museo per giocare insieme,<br />
scoprendo spunti interessanti sulla<br />
salina e sull’identità locale. Oltre ai<br />
laboratori, il museo propone anche<br />
visite guidate gratuite al museo e iniziative<br />
alla salina Camillone, curate<br />
dai volontari del Gruppo Culturale<br />
Civiltà salinara.
Via Bussato, 68 • 48100 <strong>Ravenna</strong> -Italia<br />
Tel.Fax 0544-34656 • email: info@sianelli.it<br />
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Annotare | Brevi IN<br />
Città - Testo<br />
Feste di fine anno<br />
tra fuoco e ghiaccio<br />
Cervia - Brindisi col botto a Cervia<br />
per salutare il nuovo anno.<br />
Per la sera del 31 dicembre è infatti<br />
in programma nei Magazzini del sale<br />
una Cena di Gala che, allo scoccare<br />
della mezzanotte, sarà completata<br />
con un concerto di fuochi d’artificio<br />
che letteralmente avvolgerà con<br />
le fiamme i Magazzini. Uno spettacolo<br />
di grande suggestione, sintesi<br />
di esperienza e software avanzati,<br />
dove le luci e la musica daranno<br />
vita ad una coreografia unica e<br />
coinvolgente. Al termine dello show<br />
il porto canale si trasformerà in una<br />
discoteca, con Dj per poter continuare<br />
la festa ballando tutta la notte.<br />
Ad accompagnare il periodo delle<br />
feste nella cittadina cervese sono<br />
anche mostre d’arte, il tour dei<br />
presepi, animazioni per bambini e la<br />
pista del ghiaccio in piazza, aperta<br />
fino al 3 marzo.<br />
iBLU Faenza, tre piani<br />
per l’arredo di Qualità<br />
Faenza - Boffi e Living Divani rafforzano<br />
la propria distribuzione in Emilia<br />
Romagna grazie alla nuova collaborazione<br />
con lo showroom iBLU<br />
Faenza. Importante struttura commerciale<br />
specializzata nell’esposizione<br />
di prodotti di lusso per l’arredo bagno<br />
e nell’impiantista idraulica, vincitrice<br />
del Best Showroom Award 2010, iBLU<br />
Faenza ha rinnovato l’esposizione<br />
estendendo la propria offerta alle aree<br />
della cucina e del living, puntando su<br />
due tra i marchi più prestigiosi del design<br />
italiano, Boffi e Living Divani. Lo<br />
ROSA SCARLATTA<br />
creatività in fiore<br />
Rosa Scarlatta si rinnova, divenendo un<br />
laboratorio floreale creativo dove tutto è<br />
in evoluzione. Nuovi progetti, rivolti ad un<br />
pubblico sempre più ampio, stanno prendendo<br />
forma con iniziative di vario tipo.<br />
Come primo step sono già partiti i corsi<br />
di decorazione floreale, finalizzati a trasmettere<br />
la passione per il fiore (il mercoledì<br />
e il giovedì fino al 6 dicembre; in seguito<br />
verranno dedicate al corso due settimane<br />
al mese, sempre di mercoledì e giovedì). È<br />
inoltre già presente uno spazio espositivo<br />
nel loft soppalcato, dove Davide Bongiovanni<br />
di 10_10_10 Maison e Roberta<br />
spazio espositivo, di circa 1000 mq, si<br />
sviluppa su tre piani, ognuno caratterizzato<br />
da un proprio concept espositivo<br />
con proposte dal taglio classico,<br />
contemporaneo e minimale. Al primo<br />
piano si sviluppa la presentazione di<br />
HOME, “Luogo dove vivere o rifugio?”,<br />
vero e proprio appartamento<br />
composto da cucina e bagno (Boffi),<br />
con area spa (Effegibi), ambiente giorno<br />
e camera da letto allestiti da Living<br />
Divani. L’inaugurazione si è svolta il<br />
15 novembre, con architetti e professionisti<br />
del settore.<br />
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Melandri di 3R ricami daranno vita ad originali<br />
allestimenti che spaziano dalla quotidianità<br />
al mondo degli sposi, con capi d’abbigliamento<br />
e accessori tutti rigorosamente<br />
di tradizione artigianale italiana. Il gruppo<br />
creativo composto da questi abili professionisti<br />
si presenta ufficialmente alla città<br />
con una serata aperitivo aperta a tutti,<br />
mercoledì 12 dicembre alle ore 19.<br />
Sono tante, poi, le sorprese per questo<br />
Natale, con sconti dal 10% al 20% se si<br />
fa shopping in compagnia. Tutti gli aggiornamenti<br />
sulle attività in programma sono<br />
sulla pagina facebook Rosa Scarlatta.
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Annotare | Brevi IN<br />
Giardini in fiore<br />
per il Natale<br />
Faenza - Il Natale a Faenza significa<br />
anche magnifici giardini, aiuole<br />
e allestimenti verdi disseminati<br />
per le strade e le piazze del centro<br />
storico. I Giardini di Natale tornano<br />
infatti anche quest’anno, promossi<br />
dal Servizio Ambiente Giardini del<br />
Comune di Faenza e realizzati dai<br />
migliori vivaisti della zona. Novità<br />
di questa terza edizione è il concorso<br />
“Vota il Giardino Preferito”, che<br />
i cittadini potranno indicare sulla<br />
cartolina posta all’interno della<br />
mappa dei Giardini di Natale. Il tema<br />
del verde cittadino viene approfondito<br />
anche grazie agli appuntamenti<br />
di “Porte Aperte al Servizio Giardini”,<br />
il 13 e il 18 dicembre dalle 9 in via<br />
Argine Lamone, e al convegno<br />
“Il Verde in Città”, il 21 dicembre alle<br />
ore 16 nella sala del Consiglio<br />
del Comune di Faenza.<br />
Storie delle donne<br />
di Confartigianato<br />
<strong>Ravenna</strong> - Sarà in tour per tutto<br />
il 2013 la mostra fotografica<br />
“Questione di grinta - Storie<br />
delle donne di Confartigianato”,<br />
presentata in anteprima durante il<br />
quindicesimo congresso provinciale<br />
dell’associazione. Le 28 donne<br />
ritratte dal fotoreporter Giampiero<br />
Corelli, da anni impegnato sulle<br />
tematiche delle donne e del lavoro,<br />
sono diverse per età, provenienza<br />
e ambito professionale. “Dietro le<br />
storie di ognuna di loro - afferma<br />
Riccardo Caroli, neo presidente<br />
eletto lo scorso 13 novembre -, ci<br />
sono famiglie e preoccupazioni, ma<br />
soprattutto la giusta grinta e il forte<br />
legame col proprio lavoro”. (R.Be.)<br />
12 | IN Magazine<br />
Guido Gambone,<br />
omaggio al Ceramista<br />
Faenza - La mostra“Omaggio a Guido<br />
Gambone” è al Museo Internazionale<br />
delle Ceramiche di Faenza<br />
fino al 6 gennaio 2013. Esposta è la<br />
collezione di Giuseppe Tampieri,<br />
pittore faentino e stimato amico del<br />
ceramista, affiancata da alcuni inediti<br />
presenti nella collezione del museo.<br />
Di origine campana, Gambone<br />
si trasferì giovanissimo a Vietri, dove<br />
impara l’arte della ceramica. Qui lavora<br />
con le principali manifatture ed<br />
entra in contatto con la cosiddetta<br />
“colonia dei ceramisti tedeschi”, assimilandone<br />
lo stile fiabesco mediterraneo.<br />
Influenzato soprattutto da<br />
Irene Kowaliska, elabora un proprio<br />
stile attento alle forme primitive e<br />
alla decorazione astratto-figurativa<br />
fondando una sua manifattura, “La<br />
Faenzerella”. Guido Gambone e<br />
Giuseppe Tampieri si conoscono a<br />
Firenze tra il 1938 e il 1941; dopo 43<br />
anni dalla sua morte, Tampieri torna<br />
a celebrare l’amico con questa nuova<br />
esposizione, ricordandolo con affetto.<br />
www.micfaenza.org<br />
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con Arka Design<br />
<strong>Ravenna</strong> - Trasformare un progetto<br />
d’arredo in un’affascinante coreografia<br />
di luci, colori, forme e atmosfere.<br />
È il concetto di progettazione sviluppato<br />
da Arka Design di <strong>Ravenna</strong>, che<br />
lo scorso 24 novembre ha inaugurato<br />
ufficialmente il suo nuovo showroom<br />
in via Panfilia 47. Gli elementi d’ar-<br />
redo presentati sono supportati da<br />
una serie di servizi e consulenze a<br />
360 gradi, che partono dalla ristrutturazione<br />
muraria fino agli interventi<br />
in cartongesso e falegnameria per<br />
arrivare infine, in sintonia con le richieste<br />
della clientela, alla scelta dei<br />
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Essere | Riccardo Muti<br />
Trilogia<br />
di Riconoscimenti<br />
testo Anna De Lutiis - foto Silvia Lelli<br />
Una pioggia di premi incorona<br />
definitivamente il Maestro Riccardo Muti,<br />
che appartiene ormai alla storia della<br />
musica e dell’interpretazione. Impegnato<br />
ora anche nella produzione editoriale,<br />
con un libro dedicato a Verdi.
Sopra, Riccardo Muti durante una prova con<br />
giovani musicisti. In apertura, il Maestro nel<br />
corso di un’intensa direzione d’orchestra.<br />
16 | IN Magazine<br />
Nuovi prestigiosi riconoscimenti<br />
per il maestro Riccardo Muti, nel<br />
mese di novembre ne ha messi in<br />
bacheca ben tre. A Milano, città che<br />
lo ha visto presenza fondamentale<br />
nella storia della Scala, la IULM,<br />
nella persona del rettore Giovanni<br />
Puglisi, gli ha consegnato la Laurea<br />
Magistrale Honoris Causa con la seguente<br />
motivazione: “Erede e massimo<br />
rappresentante della tradizione<br />
musicale italiana, il suo nome è<br />
sinonimo di italianità, di prestigio<br />
culturale e di capacità artistica professionale<br />
che appartiene ormai<br />
alla storia della musica e dell’interpretazione”.<br />
E non basta: nella<br />
stessa occasione il maestro Muti ha<br />
ricevuto anche la Medaglia d’Oro<br />
del Ministero degli Affari Esteri per<br />
la promozione della cultura italiana<br />
all’estero, mentre a Roma, al Quirinale,<br />
gli è stato assegnato anche il<br />
Premio De Sica per la Musica.<br />
È Cristina Mazzavillani Muti, mo-<br />
glie del maestro, a commentare<br />
questo felice momento: “Io sono<br />
impegnata a <strong>Ravenna</strong> con la Trilogia<br />
Verdiana (programma che ha<br />
riscosso grande successo con nove<br />
serate tutte sold out, ndr), creatura<br />
che non ho potuto abbandonare,<br />
ma mio figlio era presente e ha<br />
assistito al calore e all’entusiasmo<br />
con cui il pubblico lo ha accolto. E<br />
lui, come è nel suo carattere, con<br />
un segno concreto e diretto ha<br />
trasformato la lectio magistralis in<br />
una prova con i giovani del Conservatorio<br />
milanese, con i quali ha<br />
eseguito e spiegato un concerto<br />
per archi di Vivaldi. Ha parlato<br />
con il suo linguaggio abituale, la<br />
musica, ma ha anche colto l’occasione<br />
per sottolineare la necessità<br />
di valorizzare i giovani talenti,<br />
che certamente erano tra i tanti<br />
presenti, per metterli nelle condizioni<br />
di emergere evitando quelle<br />
numerose fughe all’estero che ci
privano di tanta potenzialità”. Sono tante le esperienze<br />
che hanno portato il maestro Muti a crescere in Italia,<br />
con costanza e fatica. Memore di tali difficoltà continua<br />
a lavorare per dare ai giovani nuove occasioni: risale al<br />
2004 la creazione dell’Orchestra Giovanile Cherubini, con<br />
cui ha girato il mondo da Salisburgo a Parigi, da Madrid<br />
a Buenos Aires, riscuotendo grandissimo successo.<br />
Sempre in partenza o in arrivo da un continente all’altro,<br />
non è facile intervistarlo. Quando si concede è però<br />
semplice, diretto e schivo, anche se assolutamente consapevole<br />
del proprio valore. Era appena giunto a Chicago,<br />
nel settembre del 2010, dopo aver accettato l’incarico di<br />
Music Director della Chicago Symphony Orchestra, quando<br />
in un’intervista telefonica espresse sorpresa ed emozione<br />
per quanto la città gli andava dimostrando: “Certamente<br />
hanno voluto sottolineare con calore questo mio arrivo e<br />
l’hanno fatto in maniera spettacolare: sulla facciata del<br />
Museo di Chicago - dove, tra l’altro c’è la bellissima nuova<br />
ala dell’Art Institute progettata da Renzo Piano, una<br />
struttura leggera, stupenda, che sembra sollevarsi verso<br />
il cielo - domina la mia immagine, così come accade sui<br />
grattaceli, in tutte le fermate di auto e metrò. I 25mila al<br />
Millenium Park che hanno atteso per ore per ascoltare il<br />
L’ovazione di Chicago<br />
concerto donato alla città, la loro finale standing ovation,<br />
il loro calore quando abbiamo suonato Va Pensiero e l’Inno<br />
di Mameli, le bandierine bianche sventolate da grandi<br />
e piccoli con sopra la scritta ‘Muti Festa’, non possono<br />
lasciarmi indifferente. Così come non si è preparati ad<br />
apprendere che il Consiglio della città possa votare per<br />
proclamare il 19 settembre ‘Muti Day’, votazione certificata<br />
come è certificata la risoluzione successiva. Se ciò non<br />
bastasse, hanno anche denominato ‘Muti Mile’ il tratto<br />
di strada che conduce all’Orchestra Hall”.<br />
A distanza di pochi mesi il maestro Muti ricevette in America<br />
due ambiti riconoscimenti: due Grammy Awards per<br />
la registrazione della Messa da Requiem di Verdi e per<br />
l’album contenente una selezione dei migliori brani di<br />
musica classica. Il Premio Birgit Nilsson, Nobel per la<br />
musica classica, il riconoscimento assegnato da una fon-
dazione dedicata alla soprana svedese,<br />
l’ha innalzato tra i maggiori<br />
rappresentati della cultura mondiale<br />
per “Straordinari contributi<br />
all’opera e ai concerti, oltre che<br />
per la sua enorme influenza sul<br />
mondo della musica, sia sopra che<br />
fuori il palcoscenico”.<br />
Un grande maestro che si emoziona?<br />
Sì, come ha ammesso lui stesso<br />
quando, nel maggio 2012, ha diretto<br />
il concerto per Papa Ratzinger.<br />
La grande capacità di trasmettere<br />
la sua passione per la musica<br />
contagia e coinvolge come un torrente<br />
in primavera. È quanto accaduto<br />
lo scorso anno all’Opera di<br />
Roma: dopo l’esecuzione del “Va<br />
18 | IN Magazine<br />
pensiero” e la richiesta del bis il<br />
maestro Muti lo concesse invitando<br />
il pubblico a cantarlo insieme<br />
all’orchestra e ai cantanti. E anche<br />
in quella circostanza non si fece<br />
sfuggire l’occasione per invitare il<br />
presidente della Repubblica Giorgio<br />
Napolitano e le altre numerose<br />
figure istituzionali presenti ad evitare<br />
che i grandi valori culturali<br />
del nostro Paese fossero dimenticati.<br />
La sua spontaneità è spesso<br />
disarmante. Quando è a <strong>Ravenna</strong><br />
non è difficile incontrarlo alla Ca’<br />
de Ven: “Maestro, complimenti per<br />
i suoi successi in tutto il mondo,<br />
ma non dimentichi mai <strong>Ravenna</strong>!”.<br />
La risposta arriva spontanea: “E le<br />
A fianco, Muti con Papa Benedetto XVI<br />
e il Presidente della Repubblica Giorgio<br />
Napolitano. Sotto, il Maestro dirige una<br />
prova al Teatro Alighieri di <strong>Ravenna</strong>.<br />
sembra che possa dimenticarla?<br />
Sono qui seduto davanti ad un magnifico<br />
piatto di cappelletti...!”.<br />
Se solitamente comunica con la<br />
musica, Riccardo Muti non disdegna<br />
di esprimersi anche attraverso<br />
la scrittura, con un secondo libro<br />
dedicato a Verdi, dopo due anni<br />
dalla pubblicazione della sua autobiografia.<br />
“Verdi. L’italiano. Ovvero,<br />
in musica le nostre radici”,<br />
edito Rizzoli, è un ricco percorso<br />
fatto di pensieri e ricordi, affiancati<br />
a considerazioni sull’esecuzione<br />
delle opere di Verdi, che onorerà<br />
in occasione del bicentenario<br />
della sua nascita, inaugurando la<br />
stagione dell’Opera di Roma con<br />
Simon Boccanegra.<br />
Il libro è stato presentato al Castello<br />
Sforzesco di Milano il 18 novembre<br />
scorso, davanti ad un pubblico<br />
foltissimo che i locali predisposti<br />
alla presentazione non sono riusciti<br />
a contenere. Il volume è una<br />
dichiarazione d’amore ma anche<br />
un insieme di suggerimenti per<br />
meglio capire, gustare e stimare<br />
il grande compositore di Busseto.<br />
“Verdi è il musicista della Vita, e<br />
certo è stato il musicista della mia<br />
vita”, afferma Muti. “È un compositore<br />
talmente capace di mettere a<br />
nudo e trattare le nostre passioni e i<br />
nostri dolori, i nostri pregi e i nostri<br />
difetti, che noi ci riconosciamo in<br />
essi, e questo è uno dei motivi della<br />
sua universalità. Fino a quando<br />
l’uomo resterà tale, con le sembianze<br />
di oggi, e non avrà come in Star<br />
Trek le orecchie lunghe, la testa a<br />
fungo e le gambe rattrappite, ogni<br />
generazione troverà nella musica<br />
di Verdi una parola di conforto”. IN
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Essere | Massimo Bucci<br />
Da Faenza<br />
Potrebbe sembrare pura fantasia.<br />
È invece un’incredibile realtà. A<br />
Faenza è nata una nuova azienda,<br />
la Top Carbon, che qui produrrà<br />
bracci in carbonio per gru del settore<br />
delle costruzioni. E questi lavorati<br />
verranno esportati in Cina.<br />
Un percorso che va in direzione<br />
opposta a quella abituale.<br />
“Un caso quasi eccezionale di cooperazione<br />
tra Italia e Cina dove<br />
la tecnologia non viene esportata<br />
fuori dai nostri confini, ma viene<br />
valorizzata da una partnership di<br />
grande valore”. Sono le parole di<br />
Romano Prodi, che ha tenuto a battesimo<br />
la nuova società, nella sua<br />
funzione di presidente della Fondazione<br />
Italia-Cina.<br />
La Top Carbon è nata da un accordo<br />
tra la Riba Composites, del<br />
Gruppo Bucci, che ha sede a Faenza,<br />
e il gruppo cinese Zoomlion,<br />
colosso mondiale della meccanica.<br />
Presidente del gruppo faentino è<br />
Massimo Bucci, che ci racconta la<br />
sua storia.<br />
“Sono nato a Faenza 61 anni fa e<br />
20 | IN Magazine<br />
al Mondo<br />
testo Antonio Graziani - foto Lidia Bagnara<br />
Costruire in Romagna bracci<br />
in carbonio per esportarli in<br />
Cina. È la sfida controcorrente<br />
della Top Carbon, azienda varata<br />
da Massimo Bucci,<br />
con un organico di cento<br />
nuovi dipendenti.<br />
mi sono laureato in Economia e<br />
Commercio nel 1976. Sono sposato<br />
con Mary. Ho due figlie, Martina<br />
e Roberta. Ho iniziato a lavorare<br />
nelle aziende di famiglia facendo il<br />
ragioniere contabile a “La Faenza<br />
Ceramica”, dove i Bucci avevano<br />
una partecipazione. Dopo due<br />
anni fui trasferito alla Cisa, fabbrica<br />
di lucchetti e serrature che era<br />
stata fondata nel 1947 dal babbo<br />
assieme allo zio Luigi. Sono entrato<br />
alla Cisa nel 1979 e qui sono rimasto<br />
per vent’anni in diverse posizioni<br />
di responsabilità, fino a diventarne<br />
amministratore delegato. Poi, nel<br />
1999, l’azienda è stata ceduta per<br />
problemi sorti tra i soci. Io ne sono<br />
uscito acquisendo comunque due<br />
aziende di proprietà del gruppo<br />
Cisa - Iemca e Giuliani - e di lì sono<br />
ripartito. La Cisa fu rilevata dal<br />
gruppo americano Ingersoll Rand<br />
che fa anche serrature. Mi piacerebbe<br />
farla tornare nelle nostre<br />
mani, essendo un’azienda creata<br />
da mio padre e dove io ho lavorato<br />
per una ventina d’anni. Bisogna
IN Magazine | 21
però essere realisti e quindi verificare<br />
prima di tutto se l’Ingersoll<br />
Rand è disponibile a cederla e se ci<br />
sono le condizioni per diventarne<br />
di nuovo proprietari”.<br />
Dal ’99 in poi Massimo Bucci, assieme<br />
al fratello, ha dato vita ad<br />
attività in modo autonomo. Nel<br />
2000 hanno acquisito la Riba,<br />
piccola azienda di materiali compositi.<br />
Nel 2003 hanno fatto un<br />
altro acquisto, un’azienda di Longarone,<br />
in provincia di Belluno,<br />
che si chiama Sinteco, attiva nel<br />
settore dell’automazione e robotica.<br />
Infine, nel 2004 hanno acquisito<br />
la “Vire”, azienda di Faenza<br />
che produce macchine per il<br />
confezionamento di pannolini di<br />
22 | IN Magazine<br />
vario tipo, per adulti e bambini.<br />
La diversificazione delle produzioni<br />
ha molto aiutato il Gruppo nei<br />
momenti di crisi come quello del<br />
2009, quando ci furono forti difficoltà<br />
per il settore delle macchine<br />
utensili e di automazione.<br />
Del Gruppo fa parte anche la Roberto<br />
Bucci & C. immobiliare, che<br />
detiene la proprietà e la gestione di<br />
attività alberghiere, ristorazione e<br />
centri benessere.<br />
Bucci ricopre, inoltre, incarichi esterni<br />
alle attività imprenditoriali. È presidente<br />
di Centuriagenzia (Parco<br />
Scientifico Tecnologico della Romagna)<br />
e della Commissione regionale<br />
turismo di Confindustria Emilia<br />
Romagna. In tempi precedenti, ol-<br />
A fianco e nella pagina precedente,<br />
Massimo Bucci nel suo ufficio faentino.<br />
tre a varie cariche ricoperte, è stato<br />
anche presidente dell’Associazione<br />
Industriali della provincia di <strong>Ravenna</strong><br />
dal ’93 al ’97 e della Confindustria<br />
dell’Emilia Romagna dal ‘98 al<br />
2005, oltre ad essere stato membro<br />
del Consiglio Direttivo e della Giunta<br />
della Confindustria.<br />
Ed ora questa innovativa esperienza<br />
con la Top Carbon. È lo stesso<br />
presidente del Gruppo Bucci a raccontarci<br />
come è nato l’accordo con<br />
il colosso cinese: “L’azienda del<br />
nostro gruppo, Riba Composites,<br />
attiva nel settore dei materiali in<br />
fibra di carbonio, era da tre anni<br />
in relazione con l’azienda Cifa<br />
di Milano, di proprietà del gruppo<br />
cinese Zoomlion. Per questa<br />
azienda milanese abbiamo iniziato<br />
a costruire, tre anni fa, bracci in<br />
carbonio per gru che servono per<br />
pompare il cemento nelle costruzioni<br />
in altezza. La Cifa produce<br />
e vende in Europa e nel mondo<br />
mezzi che trasportano queste gru.<br />
I nostri prodotti sono apparsi interessanti<br />
e ci hanno quindi chiesto<br />
di instaurare una collaborazione<br />
per la loro produzione”.<br />
L’impresa milanese chiede all’azienda<br />
faentina di costruire una<br />
fabbrica in Cina. Ma il Gruppo faentino,<br />
di rimando, dice di essere<br />
disponibile soltanto per la realizzazione<br />
di uno stabilimento in Italia, a<br />
Faenza. Ed è andata così.<br />
“Una volta a regime - dice Bucci -<br />
dovremmo costruire circa 250 pezzi<br />
in un anno, secondo quanto richiesto<br />
dai partners cinesi. Una ventina<br />
di persone, già dipendenti nostri,<br />
verrà trasferita dalla Riba alla Top<br />
Carbon, e dovremo assumere altre
A fianco, il taglio del nastro del nuovo<br />
stabilimento Riba Composites affidato a<br />
Luca Cordero di Montezemolo, avvenuto nel<br />
giugno 2011. Sotto, Bucci e Montezemolo<br />
durante l’incontro inaugurale di Riba.<br />
80 persone”. Della nuova società, la<br />
Riba detiene il 51% e la Cifa il 49%.<br />
“Riba opera in tre settori: vetture e<br />
moto d’alte prestazioni, e la Ferrari<br />
è il nostro cliente più importante.<br />
Facciamo parti della carrozzeria,<br />
elementi di finitura interna delle<br />
vetture. Lavoriamo inoltre per Porche,<br />
Lamborghini e per aziende<br />
che costruiscono vetture di alta<br />
prestazione. Poi abbiamo il settore<br />
della nautica, delle imbarcazioni a<br />
vela. Facciamo alberi, timoni, accessori<br />
vari. Terzo settore è l’aerospaziale,<br />
che stiamo sviluppando.<br />
La fibra di carbonio è un materiale<br />
molto leggero e più resistente<br />
dell’acciaio, ma molto costoso”.<br />
Il Gruppo Bucci mantiene le sue<br />
radici a Faenza, conta oltre 800 dipendenti,<br />
dei quali circa 400 nella<br />
città romagnola. Si è però esteso in<br />
varie parti del mondo: ha una società<br />
in Francia, una in Germania,<br />
uno stabilimento di produzione a<br />
Taiwan, uno in Cina e uno negli<br />
Stati Uniti; altre due società che<br />
vendono i prodotti del Gruppo<br />
sono in Giappone e in Brasile. “In<br />
questi paesi dobbiamo essere presenti<br />
non solo per vendere, ma anche<br />
per costruire i prodotti e per<br />
fare assistenza”, spiega Bucci. “Il<br />
cliente vuole avere vicino un ufficio<br />
per essere sicuro che, in caso di<br />
bisogno, c’è qualcuno che l’aiuta.<br />
L’internazionalizzazione è un fatto<br />
fondamentale per il nostro settore.<br />
La prima fabbrica all’estero venne<br />
costruita nel 1997, a Taiwan”.<br />
Nel nome dell’impresa Bucci è riuscito<br />
anche a far superare le gelosie<br />
tra Cina e Taiwan.<br />
“Non è stato facile”, afferma. “Ab-<br />
24 | IN Magazine<br />
biamo avviato un’attività in Cina<br />
con personale che avevamo a Taiwan<br />
e un direttore cinese, ma la<br />
società è totalmente controllata da<br />
noi. Non esistono interferenze tra le<br />
due società. Quella cinese, vicino a<br />
Shangai, serve il mercato della Cina,<br />
quella di Taiwan vende a Taiwan e<br />
nei paesi dell’Estremo Oriente”.<br />
Capofila del Gruppo Bucci è la Iemca,<br />
che ha sede a Faenza, affiancata dalla<br />
Giuliani. La Iemca produce caricatori<br />
di verghe per torni automatici. Le<br />
barre vengono inserite meccanicamente<br />
nei torni, per permettere la<br />
lavorazione senza interruzioni. La<br />
Giuliani invece produce macchine<br />
speciali per la costruzione delle serrature,<br />
delle chiavi e dei lucchetti, e<br />
macchine per i settori delle fabbri-<br />
che di automobili, di attrezzi agricoli,<br />
di automezzi, oltre a macchine<br />
per compressori di frigoriferi.<br />
La diversificazione dei prodotti, assieme<br />
alla collocazione diffusa di<br />
produzione e punti di assistenza,<br />
ha permesso al Gruppo di andare<br />
avanti con una certa tranquillità,<br />
nonostante la crisi economica in<br />
atto. “A prescindere dall’Italia,<br />
che presenta una situazione veramente<br />
molto difficile, noi siamo<br />
abbastanza soddisfatti dei risultati<br />
del primo semestre di quest’anno.<br />
Mercati come la Germania, il Sudamerica<br />
o anche l’Estremo Oriente<br />
hanno tirato bene. In questi ultimi<br />
mesi c’è tuttavia un rallentamento<br />
anche in Germania. Ma speriamo<br />
sia solo momentaneo”. IN
Lavorare | Nuove imprese<br />
La necessità<br />
26 | IN Magazine<br />
fatta Virtù<br />
testo Roberta Bezzi - foto Lidia Bagnara e Massimo Fiorentini<br />
C’è chi fa servizi a domicilio e chi il baratto in osteria,<br />
chi promuove coupon e chi trasforma un chiosco<br />
in teledicola. Le nuove imprese in tempo<br />
di crisi nascono così, aguzzando l’ingegno.
La crisi economica non solo aguzza<br />
l’ingegno, ma offre una sferzata<br />
di creatività. Mai come in questi<br />
ultimi mesi, a <strong>Ravenna</strong>, si assiste<br />
ad un fiorire di nuove attività e<br />
idee che da un lato rappresentano<br />
un’occasione per reinventarsi<br />
a fronte di un mercato del lavoro<br />
in sofferenza e dall’altro di proporre<br />
ai consumatori nuovi servizi e<br />
prodotti anche in un’ottica sociale.<br />
La 38enne Laura Spada e la 52enne<br />
Fabiana Tampelli, da anni socie di<br />
una ditta che si occupa di organizzazione<br />
di spettacoli teatrali,<br />
avevano voglia di qualcosa di diverso<br />
e così hanno aperto il primo<br />
lavaggio senz’acqua a domicilio. Il<br />
loro L.F. Promo è affiliato Limpo,<br />
una catena in franchising italiana<br />
ma già presente in Australia e in<br />
diversi paesi europei. Basta fare<br />
una chiamata, per vedere arrivare<br />
il furgoncino di Laura e Fabiana<br />
che, come le inglesi Kim Woodburn<br />
e Aggie Mackenzie della<br />
trasmissione “Case da incubo” su<br />
Sky, si trovano spesso a dover dire<br />
“Oh, my God!” davanti ad interni<br />
d’auto raccapriccianti. “L’idea ci<br />
è venuta navigando su internet”,<br />
raccontano. “Pulire senz’acqua è<br />
il futuro del settore, considerando<br />
la costante crisi dell’acqua e<br />
l’emergenza siccità che cresce di<br />
anno in anno. Per lavare a secco<br />
la carrozzeria utilizziamo un prodotto<br />
a base naturale: l’estratto di<br />
una pianta brasiliana, la carnauba.<br />
Questa cera viene applicata sfruttando<br />
i principi della nanotecnologia,<br />
per detergere, lucidare e<br />
proteggere l’auto”. I costi sono un<br />
po’ più alti, ma ne vale la pena:<br />
per il lavaggio interno ed esterno<br />
di una berlina, occorre mettere in<br />
conto circa 35 euro e un diritto di<br />
chiamata, rispetto ai 20 - 22 euro<br />
degli altri autolavaggi.<br />
Anche la 32 enne Michela Minguzzi,<br />
cresciuta a passa di danza, ha<br />
deciso di diventare “imprenditrice<br />
di se stessa”, fondando Lo Faccio Io.<br />
Dopo aver lavorato come ballerina<br />
e coreografa per compagnie affermate<br />
come quella di Virgilio Sieni<br />
ed essersi aggiudicata il premio<br />
“Giovani Dan’Autori Emilia Romagna”<br />
ha deciso di cambiar rotta,<br />
coinvolgendo anche altri ragazzi<br />
artisti di età dai 30 ai 35 anni, in<br />
difficoltà nel sbarcare il lunario.<br />
“Sono tante le incombenze quotidiane<br />
che si tende a rimandare<br />
Aria di Berlino in città<br />
In alto, Laura Spada di L.F. Promo. Nella<br />
pagina precedente Michela Minguzzi,<br />
fondatrice di “Lo Faccio Io”.<br />
A <strong>Ravenna</strong>, in via Zirardini, ha aperto lo scorso maggio Minne Song, una boutique<br />
speciale in cui acquistare abbigliamento, proposte di lettura, musica selezionata,<br />
manufatti artistici e vini doc. Un negozio-salotto con tanto di soppalco e divanetti.<br />
Ma anche un luogo adatto per incontri letterari, live acustici e degustazioni.<br />
“L’ispirazione – spiega Valentina Benelli, (nella foto)mente creativa del progetto<br />
– è arrivata girovagando per le strade di una Berlino, entrando in un locale, che<br />
si chiamava Kauf Dich Glucklich, una gelateria al piano terra e sopra un negozio”.<br />
Non a caso il nome scelto s’ispira alla capitale tedesca, all’avanguardia per le<br />
nuove tendenze: “Minnesang” significa infatti canzone d’amor gentile,<br />
poi modificato in Minne Song perché suonava meglio.<br />
IN Magazine | 27
28 | IN Magazine<br />
all’infinito, a volte causa lavoro,<br />
altre per stanchezza - afferma -.<br />
Guardare la pila dei panni da stirare<br />
che aumenta. Non riuscire a<br />
ritagliarsi il tempo per andare alla<br />
Posta o dal medico, ma anche per<br />
fare la spesa. Osservare impotenti<br />
le erbacce che crescono nel proprio<br />
giardino o il proprio cane che<br />
reclama una passeggiata. Noi siamo<br />
in grado di aiutare le persone<br />
A fianco, Andrea Merli (a sinistra) e<br />
Pierpaolo Spadoni dell’Osteria del Pancotto<br />
a Gamberella. Sotto, Antonio Barovecchio<br />
e Samantha nella Teledicola di via<br />
Ravegnana, a <strong>Ravenna</strong>.<br />
offrendo un servizio espresso e veloce.<br />
Finora il passaparola ha funzionato<br />
bene, perché ispirare fiducia<br />
è ciò che più conta”. In maniera<br />
certosina, Michele ha anche stilato<br />
un vero e proprio tariffario: per la<br />
fila dal medico o in posta 5 euro;<br />
7/10 per fare la spesa; la pulizia del<br />
giardino può arrivare a 50 euro;<br />
come dog sitter, si va dai 5 euro<br />
per una passeggiata di un quarto<br />
d’ora, 10 per passeggiata e accudimento,<br />
e 30/40 euro per la pensione<br />
24 ore su 24; per le faccende domestiche,<br />
invece, la tariffa è oraria.<br />
Una novità è anche l’Osteria del<br />
Pancotto, in cui i due giovani ravennati<br />
Pierpaolo Spadoni (chef) e<br />
Andrea Merli fanno proprie le tradizioni<br />
della campagna e il gusto<br />
genuino di un cucina ‘confidenziale’,<br />
lanciando inoltre la virtuosa<br />
pratica del baratto. Scambiare una<br />
cena con materie prime che saranno<br />
poi trasformate in succulenti<br />
pietanze ma anche con oggetti di<br />
antiquariato, modernariato e prodotti<br />
dell’artigianato. Tutto questo<br />
è possibile a Gambellara, al Circolo<br />
IX Febbraio trasformato in osteria.<br />
Qui, ogni ultimo giovedì del mese,<br />
si apre l’Osteria del Baratto: famiglie,<br />
associazioni, gruppi di amici<br />
e di singoli, al momento della<br />
prenotazione, possono barattare<br />
la cena con oggetti e prodotti vari.<br />
Un modo nuovo per entrare nella<br />
vita della piccola comunità, diventando<br />
punto di incontro, mercato<br />
di scambio. “Già durante la fase di<br />
ristrutturazione dei locali - spiegano<br />
i due soci -, abbiamo scambiato<br />
cene e pranzi con i muratori o imbianchini<br />
che ci hanno aiutato nel
portare a termine i lavori. Una prassi comune che vale<br />
anche con i contadini del territorio, gli ortolani, i cacciatori<br />
o le aziende viticole. Per noi il cosiddetto “km zero”<br />
non è una moda da ostentare ma una realtà”. Dare alle<br />
famiglie un mezzo di economia domestica e alle imprese<br />
una vetrina gratuita per i loro prodotti e servizi. Nasce<br />
con una forte motivazione sociale più che commerciale il<br />
sito web stampaecompri.it promosso da Raffaele Casadio,<br />
odontotecnico, insieme ai due amici soci Luca Bezzi e<br />
Paolo Rambelli. “L’obiettivo - spiega Casadio - è quello di<br />
sviluppare a tal punto il sito che ogni mattina le persone<br />
possano stamparsi 4/5 coupon da utilizzare subito in giornata<br />
per risparmiare sulla spesa e sui servizi più necessari.<br />
Per fare questo stiamo coinvolgendo commercianti, artigiani,<br />
ristoratori, in modo che la gente possa trovare lo<br />
sconto sul caffè della mattina così come sul latte o sulla<br />
carne, ma anche sul servizio di riparazione dell’idraulico<br />
Servizi dedicati al sociale<br />
o su un pasto al ristorante”. La rivoluzione, rispetto ai<br />
grandi siti come appunto <strong>Group</strong>on, è che in questo caso i<br />
beni trattati sono quelli classici dell’economia domestica,<br />
dal pane ai quaderni per la scuola. L’idea è nata durante<br />
una lunga permanenza a Buenos Aires, osservando che la<br />
sera, sul quotidiano Clarin, mancavano sempre le ultime<br />
due pagine, piene di coupon.<br />
C’è poi chi ha arricchito un’attività tradizionale con piccoli<br />
innovativi servizi per venire incontro alle esigenze<br />
delle persone. È il caso del 44enne Antonio Barovecchio,<br />
che ha trasformato il classico chiosco di edicola in Teledicola,<br />
in via Ravegnana 162. “Quando ho rilevato l’attività<br />
nel gennaio scorso - ricorda -, ho pensato di apportare<br />
due novità: offrire la massima apertura, tutti i giorni mattino<br />
e pomeriggio e domenica mattina incluso, e fornire<br />
servizi collaterali quali fax, fotocopie, pagamenti di bollettini.<br />
Ma anche la possibilità di acquistare tessere-buoni<br />
per regalare abbonamenti a riviste, e di richiedere per<br />
esempio un aiuto nella gestione delle pagine Facebook.<br />
Grazie alla convenzione con una libreria, siamo inoltre in<br />
grado di fornire qualsiasi tipo di libro a chi non ha tempo<br />
di girare per procurarselo”. IN<br />
via Fiume M. Abbandonato, 138 <strong>Ravenna</strong> tel. 0544 405655<br />
via Fiume M. Abbandonato, 279/A <strong>Ravenna</strong> tel. 0544 405655<br />
via Francesco Baracca, 82/1 Lugo (RA) tel. 0545 27277<br />
via Cassino, 71/A <strong>Ravenna</strong> tel. 0544 401050<br />
info@salvagentetagliecomode.com<br />
www.salvagentetagliecomode.com
IN Magazine | Special ADV<br />
BamBini<br />
da mezzo secolo<br />
nozze d’oro con l’offshore<br />
pRiMi 50 Anni di Attività peR l’AziendA RAvennAte, FondAtA nel 1962<br />
dA MARio BAMBini. Che pResentA Un FAttURAto in ContinUA CResCitA<br />
e GUARdA Con FidUCiA Al FUtURo.<br />
Cinquant’anni alle spalle e un futuro aperto verso il mondo.<br />
Le nozze d’oro festeggiate quest’anno dall’azienda Bambini<br />
srl puntano i riflettori su un’eccellenza nel settore dell’offshore,<br />
punta di diamante dell’imprenditoria marittima ravennate.<br />
Fondata nel 1962 a Marina di <strong>Ravenna</strong> da Mario Bambini,<br />
pescatore originario di Porto Garibaldi, l’azienda specializzata<br />
nei servizi d’appoggio offshore e rimorchio è guidata<br />
oggi dalla seconda generazione dell’impresa familiare, i fratelli<br />
Gianluigi e Rosolino Bambini, il primo amministratore<br />
delegato e responsabile della parte commerciale e il secondo<br />
presidente e responsabile di quella finanziaria.<br />
Imponenti i numeri su cui si fonda l’odierna attività: 25 mezzi<br />
navali che operano in tutto il bacino del Mediterraneo e<br />
nell’Africa occidentale; un organico composto da oltre 200<br />
dipendenti tra personale di terra e imbarcato; 1200 metri<br />
quadrati di uffici e 1000 metri quadrati di superficie coperta<br />
adibita a magazzino attrezzature e ricambi; una mensa<br />
aziendale da 50 posti; 36mila metri quadrati di piazzali e
depositi scoperti, di cui 20mila edificabili. Anche sul fronte<br />
economico, in un’epoca non certo favorevole, la Bambini Srl<br />
presenta numeri interessanti, con prestazioni record messe<br />
a segno nel 2010, anno in cui il fatturato ha raggiunto quota<br />
20,5 milioni di euro, con un valore di produzione pari a 23,5<br />
milioni di euro.<br />
Alla flotta Bambini - costituita da crew boats, utility vessels<br />
e rimorchiatori – si è aggiunta a fine estate un’unità<br />
di tipo multi-purpose platform supply vessel, noleggiata ad<br />
un primario player del settore energia e idrocarburi. E il 29<br />
settembre scorso è stato effettuato il varo tecnico della nuova<br />
costruzione “Blue Mommy”, una Fast Support Vessel di<br />
56 metri all’avanguardia sotto il profilo tecnologico, risultato<br />
dell’importante programma di rinnovamento e ringiovanimento<br />
della flotta della Bambini srl iniziato nel 2009, con<br />
investimenti in progetti tecnologicamente all’avanguardia.<br />
Un traguardo di successi raggiunto in 50 anni di storia<br />
celebrato lo scorso 27 maggio a Cà Viola, casa di campagna<br />
di Gianluigi Bambini e della moglie Violetta a Roncalceci di<br />
<strong>Ravenna</strong>, in compagnia di 350 ospiti. Un degno riconoscimento<br />
per mezzo secolo di un’avventura imprenditoriale iniziata<br />
con un peschereccio, l’Antica Respa di Mario Bambini,<br />
che nel 1962 sottoscrisse il primo contratto per portare<br />
i tecnici sui pozzi, nello stesso anno in cui vennero realizzate<br />
davanti a <strong>Ravenna</strong> le prime piattaforme per l’estrazione del<br />
metano, gestite dall’AGIP. Vent’anni dopo, nel 1982, aveva<br />
inizio la fase di espansione dell’azienda, con l’acquisto di<br />
unità navali dall’estero, l’introduzione di nuove tecnologie e<br />
tipologie innovative, con graduale spostamento della Bambini<br />
anche in altre aree del mondo. Un primo passo effettuato<br />
prima in Italia, nel 1985 nella vicina Ortona, poi seguito in<br />
maniera costante all’estero, verso mercati sempre più lontani.<br />
A cominciare dalla Croazia, per proseguire poi verso il<br />
Congo e la Tunisia, la Libia e l’Angola. L’internazionalizzazione<br />
e la diversificazione commerciale, affiancate da<br />
una strategia di compatibilità sociale delle attività, si sono<br />
rivelate carte vincenti per l’azienda ravennate, da sempre<br />
proiettata verso il futuro.<br />
BAMBini sRl<br />
Viale IV Novembre 79, 48122 Marina di <strong>Ravenna</strong> (RA)<br />
Tel. 0544 530537 - Fax 0544 538544<br />
info@bambinisrl.it - www.bambinisrl.it
Raccontare | Borgo San Biagio
Dove comincia<br />
<strong>Ravenna</strong><br />
Dove comincia <strong>Ravenna</strong>? Una domanda<br />
alla quale per noi, viaggiatori<br />
post-novecenteschi, è difficile<br />
rispondere, accecati come siamo<br />
dalla cortina di capannoni, rotonde<br />
e urbanistica massificata che<br />
circonda il centro storico e disegna<br />
gli imponderabili contorni<br />
della moderna città sfrangiata e<br />
parcellizzata. Per chi si fosse incamminato<br />
lungo la Faentina provenendo<br />
da Russi fino a un secolo<br />
fa, la risposta sarebbe stata molto<br />
più agevole. La città sarebbe comparsa<br />
ben presto, con il profilo dei<br />
palazzi e dei campanili a stagliarsi<br />
in lontananza sulla campagna. Ad<br />
accogliere il viaggiatore, invece<br />
della grande periferia odierna, sarebbe<br />
stata una piccola appendice<br />
suburbana e quasi rurale, quella di<br />
borgo San Biagio.<br />
Le origini del borgo, allo stato<br />
delle nostre conoscenze, restano<br />
avvolte nella nebbia. Le prime<br />
testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini<br />
Segnava i confini cittadini fino ad un secolo fa,<br />
con il suo intrico di vie d’acqua e di terra.<br />
È il Borgo San Biagio, un tempo fitto di<br />
botteghe e osterie oggi area residenziale, in<br />
cui si respira ancora l’atmosfera di un tempo.<br />
notizie sicure risalgono al Medioevo,<br />
quando il Lamone, chiamato<br />
all’epoca Teguriense, correva lungo<br />
il tracciato di via Maggiore fin sotto<br />
porta Adriana (la cui presenza<br />
è attestata almeno dal X secolo,<br />
benché la sua forma odierna risalga<br />
in gran parte al ‘500), per poi<br />
piegare a nord-est costeggiando le<br />
mura lungo l’attuale circonvallazione<br />
San Gaetanino. Vera o falsa<br />
che sia la tradizione secondo la<br />
quale fu l’imperatore Federico II,<br />
nel corso del suo assedio del 1240,<br />
a deviare il fiume, fu comunque<br />
all’incirca in quel periodo che esso<br />
mutò il suo corso, allontanandosi<br />
dal centro urbano. Al suo posto,<br />
con il compito di assicurare la difesa<br />
della città, venne di lì a poco<br />
condotto da sud il Montone. Oggi i<br />
tracciati dei due fiumi sono evocati<br />
dai nomi di alcune strade (via Fiume<br />
abbandonato, via Sabbionara,<br />
via Rotta) e dalla conformazione<br />
stessa del terreno, con la circonvallazione<br />
che di fatto corre sul terrapieno<br />
del vecchio argine. La primitiva<br />
impronta del Lamone, invece,<br />
venne occupata dal Naviglio, un<br />
canale navigabile ad uso commerciale<br />
che, provenendo dalla zona<br />
di Sant’Alberto, si innestava su via<br />
Maggiore all’altezza di via Canalazzo<br />
(da cui appunto il nome), e<br />
terminava a poca distanza da porta<br />
Adriana.<br />
Un intrico di vie d’acqua e di terra,<br />
dunque, destinato naturalmente a<br />
favorire la nascita di una borgata.<br />
Se la zona più lontana dalle mura,<br />
quella denominata del Taurese<br />
(da cui via Dorese), restò a lungo<br />
completamente agricola, se non<br />
addirittura semi-valliva, quella più<br />
vicina alla città, dal nome singolarmente<br />
evocativo di “Vigna Tagliata”,<br />
dovette popolarsi di una comunità<br />
stabile relativamente presto, e<br />
comunque certamente prima del<br />
IN Magazine | 33
Sopra, il cortile di una casa del borgo di fine<br />
‘800 (foto tratta da “Caro, vecchio borgo San<br />
Biagio”, di G.Montanari Cipriani, <strong>Ravenna</strong>,<br />
Capit, 1996). In apertura, il borgo<br />
tra passato e presente: in alto com’era<br />
nell’800 (foto tratta da “<strong>Ravenna</strong><br />
nell’Ottocento” di B. Bandini, N. Pirazzoli,<br />
M. Scarano, <strong>Ravenna</strong>, Longo, 1982),<br />
sotto come appare oggi.<br />
34 | IN Magazine<br />
Trecento, quando le fonti storiche<br />
parlano già di un “borgo di Porta<br />
Adriana”. Una comunità fatta di<br />
popolani di recente immigrazione<br />
dalla campagna, che vivevano<br />
spesso nei “capannetti” di legno o<br />
canna palustre, o nei poveri “casetti”<br />
bassi e dai camini sporgenti,<br />
alcuni dei quali sopravvissuti ancora<br />
fino alle soglie del Novecento.<br />
Accanto ad essi, però, non mancavano<br />
locande, osterie e un edificio<br />
di culto, la chiesa di Santa Maria “in<br />
Vignatagliata”. Risalente al Medioevo,<br />
essa sopravvisse fino alla metà<br />
del ‘500, per poi decadere ed essere<br />
sostituita nello stesso luogo, alla<br />
fine di quel secolo, da un edificio<br />
del tutto nuovo: l’odierna San Bia-<br />
gio, che assunse il titolo di un altro<br />
tempio che sorgeva in precedenza<br />
nelle vicinanze di porta Serrata.<br />
La costruzione della nuova chiesa<br />
(ampliata nel corso del ‘600 e<br />
poi completamente rinnovata nel<br />
1840) fu una tappa decisiva nella<br />
storia del borgo, che difatti ne<br />
acquisì anche la denominazione.<br />
Altri due eventi destinati a mutare<br />
radicalmente il volto della località<br />
furono, già all’inizio del ‘500, il<br />
prosciugamento del vecchio Naviglio,<br />
e poi, verso il 1740, la deviazione<br />
del Montone. Nel frattempo,<br />
accanto al vecchio alveo del “fiume<br />
abbandonato”, aveva iniziato<br />
ad infittirsi il reticolo di viuzze, in<br />
parte parallele e in parte perpen-
dicolari all’argine (via Rampina, via Ghibuzza, via Scaletta…),<br />
che è anche oggi uno degli angoli più caratteristici<br />
della città. Dall’altra parte di via Maggiore, invece,<br />
le case si addensavano attorno alla chiesa, avendo come<br />
limite la linea di via Vallona e dell’attuale via Morelli.<br />
Nell’Ottocento, il borgo aveva ormai acquisito l’aspetto che<br />
ci è tramandato dalle prime fotografie in bianco e nero, in<br />
pratica quello che oggi ne costituisce il peculiare “centro<br />
storico”. Appena usciti da porta Adriana, nell’area<br />
del vecchio alveo del Montone oggi occupata da piazza<br />
Baracca, si apriva l’ampia distesa in parte alberata del<br />
“foro boario”, ossia il mercato dei bovini, che per qualche<br />
tempo fu anche sede delle esecuzioni capitali. Cuore della<br />
zona, fra la porta e l’incrocio, era “il Ponte”, punto in cui<br />
un tempo sorgeva appunto il ponte sul Montone e dove<br />
poi era stato costruito quello sul più modesto fossato che<br />
ne aveva preso il posto, luogo di ritrovo per braccianti,<br />
facchini e sfaccendati vari. A breve distanza, nella casa<br />
in angolo con via San Gaetanino, c’era la locanda della<br />
Zabariona, dove nel 1848 aveva alloggiato Garibaldi, e il<br />
cui ricordo è perpetuato da alcuni dei più noti sonetti di<br />
Olindo Guerrini. Più avanti, sulla destra, dove la cortina<br />
compatta degli edifici si allungava attorno alla larga visua-<br />
All’ombra di Porta Adriana<br />
le di una via Maggiore allora spoglia d’alberi, aveva già<br />
aperto i battenti la locanda del Gallo, tuttora esistente. Ma<br />
lungo tutta la strada, scriveva ai primi del ‘900 Gaetano<br />
Savini, “vi sono in gran numero le osterie e bettole, dove si<br />
beve e si canta allegramente: vi sono altresì negozi di tutti<br />
i generi, caffè, macellerie, salsamenterie ecc; una officina<br />
meccanica ed altre botteghe per svariati mestieri”.<br />
Questo clima popolare ispirava anche la vita sociale, per<br />
esempio nella militanza politica, che dalla fine dell’Ottocento<br />
si affiancò alla tradizionale devozione religiosa che<br />
faceva capo alla parrocchia. Da qui la fitta presenza dei<br />
circoli di partito: celebri, nella zona delle viuzze, quello<br />
socialista dell’Aurora e quello repubblicano dei Vicoli (poi<br />
trasferitosi in San Gaetanino con l’intitolazione ad Arnaldo<br />
Guerrini), e in seguito il comunista Strocchi, su via<br />
Maggiore. Del resto, fu proprio nel cuore del borgo che<br />
Via Mariani 22/B - <strong>Ravenna</strong> - Tel. 0544 213604
36 | IN Magazine<br />
A fianco, altre immagini recenti e passate<br />
del borgo. La foto d’epoca, risalente<br />
all’inizio del ‘900, è tratta da “Caro, vecchio<br />
borgo San Biagio”, di G. Montanari Cipriani,<br />
<strong>Ravenna</strong>, Capit, 1996.<br />
nel luglio del 1922 si verificarono i<br />
violenti scontri, con tanto di morti,<br />
che sancirono anche a <strong>Ravenna</strong> la<br />
vittoria del fascismo. Dal punto di<br />
vista urbanistico, invece, la maggiore<br />
novità della prima metà del<br />
Novecento fu la costruzione dello<br />
stabilimento della Callegari & Ghigi<br />
lungo via Fiume Abbandonato. Da<br />
allora il suono della sirena della<br />
fabbrica - e’ fis-cion - fu la caratteristica<br />
colonna sonora che scandì<br />
per un cinquantennio le giornate<br />
dei borghigiani.<br />
Una presenza decisamente ingombrante,<br />
quella della Callegari, ma<br />
niente di paragonabile a quanto si<br />
sarebbe verificato dopo il 1950. Allora,<br />
anche borgo San Biagio sarebbe<br />
rimasto coinvolto nella grande<br />
trasformazione che negli anni del<br />
“miracolo economico” mutò radicalmente<br />
il volto della città. In breve<br />
l’area urbana tracimò oltre gli<br />
antichi confini, e diventarono un<br />
ricordo sempre più sbiadito i tempi<br />
in cui in via Canalazzo si respirava<br />
già aria di campagna. Oggi San<br />
Biagio è una vasta area residenziale<br />
che ha ormai ben poco della borgata<br />
semi-rurale e popolare di un tempo.<br />
Ma anche se tutto si è diluito nell’ipertrofia<br />
urbanistica dell’espansione<br />
moderna, mentre le pizzerie e<br />
gli sportelli bancari hanno preso il<br />
posto di Chilò e di Scaì, le strade e<br />
i vicoli del borgo, con il loro clima<br />
rilassato e le vecchie casette ristrutturate,<br />
sono ancora un luogo in cui,<br />
dopotutto, si respira il senso di una<br />
“comunità”, e dove può valere la<br />
pena perdere un pomeriggio alla<br />
ricerca delle atmosfere perdute<br />
della “vecchia <strong>Ravenna</strong>”. IN
IN Magazine | Special ADV<br />
Timida<br />
Dall’Oriente alla PrOvenza<br />
ELEMEnTI DI ArrEDo E oggETTIsTICA IsPIrATI orA AnChE ALL’ELEgAnTE<br />
roMAnTICIsMo FrAnCEsE nELLA sEDE DI vIA DELLA LIrICA 29/31,<br />
A DICEMbrE APErTA sETTE gIornI su sETTE, DALLE orE 9 ALLE 19,30.<br />
Dalla magia incantata dell’Oriente all’elegante romanticismo<br />
della Provenza. Cambio di look per ‘Timida’, il negozio di arredo<br />
e oggettistica con sede in via della Lirica 29/31 che oggi<br />
si presenta in una rinnovata veste dal sapore francese.<br />
Dopo aver esplorato le molteplici sfaccettature dell’arredamento<br />
di stampo etnico il negozio si è ora orientato verso uno stile shabby<br />
chic, con mobili e complementi d’arredo tipici della Francia del<br />
Sud, patria della tecnica del dècaper e dei decori romantici, annaffiati<br />
da colori pastello e dalle raffinate tonalità tortora.<br />
I mobili in vendita nascono dalla mente creativa di Cristina Poggiali<br />
e Fabrizio Casadio, titolari del negozio da oltre dieci anni,<br />
e vengono prodotti in Indonesia utilizzando i materiali più pregiati<br />
secondo tecniche artigianali rigorosamente hand-made che rendono<br />
ogni pezzo unico nel suo genere.<br />
“Disegniamo noi i prodotti di arredamento e abbiamo scelto di<br />
produrli in Indonesia perché lì si lavora ancora con i legni ‘veri’ e<br />
secondo le antiche arti manuali”, spiega Cristina. “Quello che ci<br />
proponiamo, infatti, è trasmettere ai nostri pezzi qualcosa che gli<br />
altri negozi non hanno, regalando ai clienti qualcosa di esclusivo”.<br />
Così, accanto a piccoli Buddha in pietra, alle cornici di madre-<br />
perla e all’oggettistica in latta battuta tipica dello stile indonesiano,<br />
sono presenti ora credenze, ceramiche e vasi tipicamente<br />
provenzali, mentre l’altra ala del negozio è dedicata all’abbigliamento<br />
uomo-donna e ad un vasto assortimenti di accessori e<br />
bigiotteria, anche questa prodotta in Indonesia.<br />
“Siamo un negozio in costante evoluzione e ci teniamo costantemente<br />
aggiornati sulle nuove tendenze, anche attraverso la partecipazione<br />
a fiere di settore in Francia e Germania”, aggiunge Cristina.<br />
Lo facciamo però mantenendo ben salda la nostra identità, perché<br />
non vogliamo offrire prodotti standardizzati ma unici e originali”.<br />
Ricche le novità in arrivo per la stagione natalizia, che dal 1° dicembre<br />
vede il negozio aperto sette giorni su sette dalle<br />
ore 9 alle 19,30, con interessanti idee regalo di vario genere.<br />
TIMIDA<br />
Viale della Lirica, 29/31<br />
48124 <strong>Ravenna</strong><br />
timidashop@alice.it<br />
Tel.: +39 0544 408135
Le tessere<br />
Un progetto di Felice<br />
Nittolo punta l’attenzione<br />
sui maestri mosaicisti<br />
ravennati che nel<br />
Dopoguerra restaurarono<br />
i capolavori bizantini.<br />
Attraverso monografie,<br />
mostre e il recupero<br />
delle loro opere.<br />
della Storia<br />
testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini<br />
Il mosaico per Felice Nittolo cos’è?<br />
Materia, espressività, luci, forme,<br />
rigore o libertà? Probabilmente<br />
tutto questo e molto altro. Sicuramente<br />
è ricerca e scoperta. Due<br />
termini che bene si adattano ad un<br />
progetto molto interessante, nato<br />
quasi per caso, come ponte tra il<br />
presente e un momento storico,<br />
dal Dopoguerra in poi, che ha un<br />
significato profondo per <strong>Ravenna</strong>.<br />
Una indagine documentale scaturita<br />
dal desiderio di approfondimento<br />
sui maestri mosaicisti che restaura-<br />
Valorizzare | I Maestri Mosaicisti<br />
rono le opere musive, ora patrimonio<br />
dell’umanità, dopo la Seconda<br />
Guerra mondiale, artefici della trasmissione<br />
di un sapere antico che<br />
ha trovato espressione anche in<br />
opere moderne. Loro, poco più di<br />
una dozzina, hanno dato vita a botteghe<br />
di mosaico dal sapore rinascimentale,<br />
come ha detto il critico<br />
d’arte Giulio Guberti, dove hanno<br />
trasmesso conoscenza e coinvolto<br />
gli allievi migliori nei propri lavori.<br />
Felice Nittolo ha deciso di conoscere<br />
meglio questi protagonisti e di<br />
IN Magazine | 39
ealizzare per ognuno un volume,<br />
una mostra e recuperare opere dimenticate.<br />
Ha iniziato alcuni anni<br />
fa e l’obiettivo finale è realizzare<br />
un cofanetto che li racchiuda tutti,<br />
magari guardando al 2019 e alla<br />
candidatura di <strong>Ravenna</strong> Capitale<br />
Europea della cultura.<br />
“Tutto è nato negli anni Novanta<br />
- racconta Nittolo -, quando per<br />
approfondire il periodo prima del<br />
’68 iniziai ad intervistare i maestri<br />
mosaicisti del cosiddetto Gruppo<br />
dell’Accademia, fondato dall’unione<br />
dei due unici studi musivi esistenti<br />
nel 1947, quelli di Signorini<br />
e Salietti. Si aggiunsero poi Ines<br />
Morigi Berti, Libera Musiani, Sergio<br />
Cicognani e molti altri. Conoscevo<br />
il mosaico bizantino ma mi mancava<br />
il periodo storico ravennate del<br />
Dopoguerra, quello della prima<br />
mostra del mosaico contemporaneo<br />
fatta negli anni Cinquanta e<br />
le cui opere sono esposte tuttora al<br />
Mar”. Nittolo nel tempo ha raccolto<br />
documenti, fotografie, diari personali.<br />
Ha fotocopiato carte strapazzate.<br />
Ha la registrazione delle<br />
conversazioni avute con i maestri<br />
mosaicisti e le cui trascrizioni in<br />
parte sono riportate nei libri. Ha<br />
visitato cantine e soffitte, ha scovato<br />
opere in diverse città italiane.<br />
È stato come un lavoro di restauro,<br />
per recuperare le tessere di una storia<br />
e fare in modo di condividerla<br />
con la città. Nasce da qui l’idea dei<br />
volumi monografici, preceduti da un<br />
primo libro che è una sintesi dell’intero<br />
progetto editoriale. È il 2006<br />
e al ritmo di quasi uno all’anno i<br />
volumi sono diventati otto. Nittolo<br />
ha anche dato vita, nel 2005, ad<br />
un’associazione culturale, la niArt,<br />
attraverso la quale edita i libri ed<br />
organizza le mostre monografiche.<br />
Il prossimo protagonista sarà<br />
Giuseppe Ventura. “Disponibilità<br />
economiche permettendo - sotto-<br />
Il progetto delle monografie<br />
Il progetto editoriale delle monografie dedicate ai maestri del mosaico è giunto a<br />
metà strada. Per ora Nittolo ha pubblicato i volumi su Ines Morigi Berti, Lino Melano,<br />
Romolo Papa, Antonio Rocchi, da Azzaroni ai Signorini, Giuseppe Salietti e Sergio<br />
Cicognani. Sono ancora da realizzare quelli su Giuseppe Ventura, Libera Musiani,<br />
Luigi Guardigli, Alberto Milano, Zelo Molduzzi, Santo Spartà e Nedo Del Bene. E<br />
qui ridiamo voce ad una domanda che il critico d’arte Giulio Guberti scrisse nella<br />
prefazione del primo volume: “Quando il Comune di <strong>Ravenna</strong> vorrà dedicare una via o<br />
una piazza (magari non troppo periferica) ai maestri mosaicisti ravennati?”.<br />
40 | IN Magazine<br />
A fianco, Felice Nittolo accanto ai manifesti<br />
della mostre dedicati ai maestri mosaicisti.<br />
In apertura, con i volumi monografici<br />
già pubblicati.<br />
linea Nittolo senza alcuna vena<br />
polemica -. Le istituzioni culturali<br />
hanno riconosciuto il valore di ciò<br />
che sto realizzando e in molte occasioni<br />
c’è stata la collaborazione<br />
di Comune, Provincia e Fondazione<br />
Cassa di Risparmio. Sono convinto<br />
che, con la mia caparbietà,<br />
prima o poi lo concluderò”.<br />
Caparbietà che gli ha permesso<br />
di recuperare il mosaico di Lino<br />
Melano rimasto per tanto tempo<br />
nell’atrio della Stazione Ferroviaria,<br />
il primo che Nittolo vide al suo<br />
arrivo a <strong>Ravenna</strong> nel 1968. Accatastato<br />
e tagliato a pezzi nei magazzini<br />
delle FS, ora fa parte della<br />
collezione dei mosaici moderni<br />
del Mar. Un altro di Antonio Rocchi<br />
è stato riabilitato da dietro ad<br />
un armadio, dove lo stesso Nittolo<br />
casualmente lo aveva visto durante<br />
una visita specialistica, in una sala<br />
dell’Ausl di <strong>Ravenna</strong>. Un’altra operazione<br />
importante riguarda quelli<br />
che Nittolo ha chiamato i “Diari di<br />
bordo di Romolo Papa”, che lui tenne<br />
dal 1957 al 1996, su ciò che avveniva<br />
attorno al mosaico in città.<br />
“Li ho ordinati cronologicamente<br />
e li ho consegnati al Cidm, Centro<br />
internazionale documentazione<br />
mosaico. Ci sono episodi curiosi a<br />
proposito di tecniche musive o di<br />
personaggi ai quali Papa realizzò<br />
i mosaici, come Mike Bongiorno.<br />
Sono uno spaccato di un’epoca”.<br />
Una semplice frase racchiude ciò<br />
che per Felice Nittolo rappresenta<br />
questo progetto e che ha pubblicato<br />
sul primo dei volumi. Proprio quello<br />
dedicato a tutti i maestri mosaicisti:<br />
“A loro va un grazie per avermi<br />
indicato la strada maestra”. IN
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Un sorriso vale più di mille parole. La bellezza della nostra<br />
bocca è strettamente correlata a una buona igiene dentale<br />
che, a sua volta, passa dalla prevenzione. Questa è la<br />
filosofia del centro odontoiatrico Le Colonne di <strong>Ravenna</strong>,<br />
aperto nel gennaio 2011 dalle dottoresse Erika<br />
e Ylenia Pierucci, due sorelle con lo stesso sogno: uno<br />
studio autonomo in cui regalare il miglior sorriso ad adulti e<br />
bambini. Accomunate dalla giovane età e dagli stessi studi,<br />
una laurea in Igiene Dentale conseguita all’Università degli<br />
Studi di Bologna, in pochi anni hanno raggiunto l’obiettivo<br />
di dar vita ad uno studio. Situato in un zona di recente<br />
espansione e di facile accesso, in viale E. Berlinguer 80,<br />
il centro odontoiatrico colpisce subito per i locali spaziosi e<br />
accoglienti: da un’ampia reception si accede ai quattro<br />
ambulatori che ospitano altrettante poltrone, in cui<br />
esperti professionisti riescono a lavorare in contemporanea.<br />
Ogni sala gode di un’ottima vista grazie alle alte pareti finestrate<br />
che danno un’ottima luminosità. “La nostra idea -
spiegano le due titolari - è quella di riunire in un unico centro<br />
un’équipe medica qualificata e in grado di studiare soluzioni<br />
personalizzate per ogni tipologia di problema, in modo da<br />
coprire tutti gli ambiti dell’attività odontoiatrica. Per questo<br />
ci avvaliamo della collaborazione di validi dentisti<br />
specializzati in conservativa-endodonzia, protesi mobile<br />
e protesi fissa, ortodonzia, chirurgia paradontale<br />
e implantologia”.<br />
Il centro è molto attento all’estetica e per questo utilizza un’<br />
innovativa tecnologia per la rilevazione del colore in modo<br />
personalizzato e computerizzato, capace, sia nella fase del<br />
rilevamento delle informazioni come in quella della realizzazione<br />
del manufatto protesico, di essere risolutiva nella<br />
valutazione analitica di tutte le variabili legate all’aspetto cosmetico<br />
del colore. Questo strumento denominato SPETTRO-<br />
FOTOMETRO è in grado di fornire , una mappatura colorimetrica<br />
personalizzata che, associata sempre e comunque<br />
all’esperienza, assicura un risultato finale pressoché perfetto.<br />
Grande attenzione è riservata ai bambini, verso i quali l’approccio<br />
è volto principalmente alla prevenzione. Per questo<br />
il centro organizza un corso gratuito “DENTI splenDEN-<br />
TI” in cui i bambini, divisi in gruppi di circa dieci<br />
componenti, imparano giocando cosa sono i denti,<br />
com’è fatto un dente e cosa è necessario evitare per non<br />
compromettere la salute, il tutto con l’aiuto di cartoni animati<br />
e giochi educativi.<br />
Centro Odontoiatrico Le Colonne<br />
Viale Berlinguer, 80 - 48124 <strong>Ravenna</strong> (RA)<br />
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Creare | Cristiano Marchetti-KRY<br />
Genio<br />
e Sregolatezza<br />
testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara<br />
Dolcezza e aggressività, ripiegamento<br />
interiore e violenza non sono termini<br />
antitetici per Cristiano Marchetti, in arte<br />
KRY. Che nei suoi graffiti esprime un flusso<br />
di energia vitale in continuo movimento.
All’inizio dell’avventura artistica<br />
di KRY, all’anagrafe Cristiano<br />
Marchetti, c’è l’esperienza<br />
dell’arte di strada. Già la scelta del<br />
nome lo associa a molti graffitisti<br />
storici che rinunciavano ai loro<br />
nomi e cognomi, ritenuti anonimi<br />
e insignificanti, per adottare<br />
pseudonomi elementari. Basquiat<br />
firmava le sue azioni con SAMO,<br />
altri con A-One, Craze, Crash. Di<br />
derivazione americana e metropolitana,<br />
vicina alla Pop art e al<br />
Graffitismo, la Street art arriva<br />
in Italia nel corso degli anni Novanta,<br />
portatrice di una forte carica<br />
provocatoria e sovversiva. I<br />
giovani artisti newyorchesi con le<br />
bombolette spray, dai bassi costi<br />
e di facile uso, con immediatezza<br />
tracciavano segni elementari sui<br />
muri di edifici abbandonati nelle<br />
aree più degradate della città, nei<br />
sottopassi, nelle stazioni e sulle<br />
vetture della metropolitana.<br />
Per l’età KRY appartiene alla generazione<br />
di coloro che fin dai<br />
46 | IN Magazine<br />
primi anni hanno assorbito, molto<br />
spesso passivamente, le immagini<br />
televisive dei cartoon. Consapevolmente<br />
si è sottratto alla loro<br />
superficialità disarmante, non ne<br />
ha colto tanto l’aspetto puramente<br />
formale quanto la funzione<br />
narrativa e comunicativa.<br />
Clandestinamente, fin dagli anni<br />
della scuola, interviene con vernice<br />
spray in vari punti di Faenza,<br />
manifestando apertamente un bisogno<br />
di trasgressione e di critica,<br />
Street art made in Faenza<br />
Sopra e in apertura, KRY all’opera nella sua<br />
casa-studio.<br />
Cristiano Marchetti-KRY è nato a Faenza nel 1974. Affidato dalla madre ad una<br />
coppia di coniugi, trascorre a Modigliana l’infanzia. Di quel periodo ricorda i disegni<br />
e il piacere di disegnare. Ritornato a Faenza a 11 anni, dopo le medie frequenta<br />
l’Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini”, dove l’insegnante Alessandra Bonoli<br />
lo stimola e lo incoraggia a proseguire nella ricerca artistica. Completa la sua<br />
formazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Sono di quegli anni gli interventi<br />
liberi di Street art sui muri della Stazione ferroviaria e nei sottopassi, ormai andati<br />
perduti perché cancellati o corrosi dal tempo. Più recentemente ha eseguito<br />
decorazioni su commissione per saracinesche di negozi e pub. Oltre a varie mostre<br />
locali, tra cui una recente alla Bottega Bertaccini di Faenza. Ha partecipato alla<br />
Biennale di Venezia dello scorso anno, per la sezione Emilia Romagna di Reggio<br />
Emilia e alla Biennale-bis di Torino. Vive e lavora a Faenza.
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avvertibile più che nei contenuti,<br />
spesso indecifrabili, nell’atto stesso<br />
di agire in uno spazio pubblico<br />
al di fuori di quelli riservati all’espressione<br />
artistica. Già in questi<br />
lavori la varietà inesauribile d’immagini<br />
e di parole e la sovrabbondanza<br />
di stimoli forniti dalla<br />
cultura visiva giovanile, stratificati<br />
e incoerenti, confluiscono in composizioni<br />
neoimpressionistiche,<br />
per cui ogni dato figurativo è riconoscibile<br />
ma spesso non facilmente<br />
interpretabile. A volte facilitano<br />
la comprensione - altre la complicano<br />
- le frasi enigmatiche e sconnesse,<br />
le parole vaganti nello spazio<br />
pittorico. Sono termini di un<br />
linguaggio simbolico che, prescindendo<br />
dal contenuto, infrangono<br />
la separazione tra l’ambito delle<br />
immagini e quello della scrittura.<br />
Apparentemente non dicono<br />
48 | IN Magazine<br />
niente, eppure mantengono una<br />
valenza comunicativa, perché veicolano<br />
un messaggio visivo che ha<br />
il potere di attrarre e di coinvolgere.<br />
È una scrittura elementare che<br />
non evoca suoni, ma si confonde<br />
con una figurazione delineata pittoricamente<br />
a cui le cancellature<br />
e le sovrapposizioni prospettano<br />
una molteplicità di ricostruzioni<br />
di senso. L’immediatezza del gesto<br />
creativo, che rimanda spesso<br />
ad un affondo nel suo immaginario<br />
infantile, appare in aperto conflitto<br />
con ogni forma di concettualismo o<br />
di realismo. Su questi presupposti<br />
estetici continua a dipingere in<br />
studio. Per accentuare l’energia<br />
espressiva del segno e del colore<br />
delle immagini trova talvolta un<br />
fattore di rinforzo nei materiali di<br />
recupero utilizzati come supporto,<br />
che danno all’opera un senso<br />
A fianco, un’opera di KRY a tecnica mista,<br />
in cui evidenzia il suo enigmatico linguaggio<br />
simbolico.<br />
di vissuto. La bidimensionalità<br />
delle composizioni, con l’assenza<br />
di qualsiasi accenno alla prospettiva<br />
e alla simulazione della profondità,<br />
il ricorso ad immagini antigraziose<br />
con la scarnificazione<br />
delle figure, riconducibili ad un<br />
espressionismo primitivo, richiamano<br />
il percorso spesso contorto<br />
delle avanguardie del secolo scorso,<br />
percorso accidentato che va<br />
dall’Espressionismo all’Informale<br />
e dall’Action Painting americana<br />
all’Art Brut. Ma la sua forza comunicativa<br />
deriva anche da disagio<br />
esistenziale, inquietudine interiore,<br />
desideri, emozioni, pensieri<br />
e, soprattutto, da una tensione<br />
anticonformistica che assume i<br />
toni della critica ai valori comuni<br />
con evidenti implicazioni etiche,<br />
e al tempo stesso dall’esigenza insopprimibile<br />
di dar voce o forse<br />
semplicemente di buttar fuori ciò<br />
che si agita ed esplode dentro. I<br />
suoi recenti pannelli si presentano<br />
come sequenze di scene, come<br />
pagine di un diario visivo. Dolcezza<br />
e aggressività, ripiegamento interiore<br />
e violenza non sono termini<br />
antitetici e inconciliabili per KRY,<br />
che non intende attenersi a regole<br />
convenzionali e tanto meno dare<br />
l’impressione di rispecchiare l’ordine<br />
imposto. Non vuole imitare<br />
la vita bensì crearla e inventarla.<br />
Ecco perché le sue rappresentazioni<br />
costituiscono un flusso di<br />
energia vitale e creativa in continuo<br />
movimento, che non segue un<br />
andamento lineare, in cui non è<br />
facile individuare un punto d’inizio<br />
ed è impossibile prevederne lo<br />
svolgimento e l’approdo. IN
In alto a sinistra Elido Alpi, fondatore dell’azienda, affiancato nella foto di destra dal figlio Daniele.<br />
IN Magazine | Special ADV<br />
EDILMARMI FAENTINA<br />
storia di lavoro e passione<br />
VENT’ANNI DEDIcATI AL MARMo E AL gRANITo.<br />
UN’IMpRESA DI SUccESSo gUIDATA DA ELIDo ALpI<br />
Era il 1992 quando Elido Alpi, modiglianese classe ‘59, allora capocantiere di<br />
una piccola impresa edile, decise di acquistare da un anziano cementista locale<br />
un piccolo laboratorio artigianale ed avviare l’attività di marmista in proprio.<br />
Oggi, trascorsi vent’anni, animato dalla stessa passione e forte di una<br />
grande e riconosciuta professionalità acquisita, Elido Alpi, insieme<br />
alla moglie Marta e al figlio Daniele è titolare e dirige EDILMAR-<br />
MI FAENTINA, azienda leader a livello locale nella lavorazione<br />
di marmi e graniti per l’edilizia, l’arredamento e l’arte funeraria,<br />
avvalendosi di personale con anni di esperienza alle spalle, con doppia<br />
sede operativa a Faenza e Modigliana.<br />
“Il cambiamento dei gusti e delle esigenze dei clienti è sempre una sfida stimolante<br />
- dichiara l’artigiano imprenditore -. La nostra azienda si rivolge<br />
a imprese edili, studi tecnici, mobilifici e privati cittadini, proponendo<br />
una vasta e selezionata gamma di prodotti e rifiniture per rivestimenti, pavimenti,<br />
top da bagno e cucina, rivestimenti per scale, soglie, banchine nonché<br />
per interventi di ristrutturazione di marmi in chiese, di altari, monumenti<br />
funerari antichi, sostituzione di cornicioni e architravi, soglie e banchine per<br />
edifici storici con rifiniture di anticatura che riprendono le pre-esistenti”.<br />
Un autentico laboratorio artigianale dedicato all’arte del marmo e del granito<br />
a 360 gradi, che ha saputo rinnovarsi nel tempo investendo in innovazione<br />
con nuovi macchinari all’avanguardia, puntando sempre di più su nuovi<br />
accostamenti di materiali che rispondono alle esigenze del gusto contemporaneo,<br />
senza mai dimenticare lo stile classico, il sacro, il rustico e l’antico.<br />
Tra gli interventi più prestigiosi firmati Alpi Elido - Edilmarmi Faentina,<br />
spiccano la realizzazione nel 2011 del monumento della Zampogna di<br />
Acquafondata (ricavata da un blocco informe di marmo di 30 quintali circa,<br />
con rifiniture eseguite scrupolosamente a mano, sul modello in plastilina<br />
eseguito dallo scultore Dario Marconi, docente della Scuola del Marmo di<br />
Verona), il rifacimento della pavimentazione in pietra grigia e dell’altare<br />
della piccola cappella edificata a lato del Duomo di Modigliana (esecuzione<br />
manuale su disegno dell’artista Enzo Staffa) nel 2005, il rifacimento<br />
della pavimentazione in marmo bianco e rosa, dei gradini dell’altare e della<br />
gradinata di ingresso in pietra grigia del Duomo di Modigliana. Nel 2000,<br />
l’azienda è stata incaricata da Agriville La Collina di Tredozio, per i lavori<br />
di ristrutturazione di numerosi edifici di alto profilo storico e patrimoniale,<br />
collaborando con la Sovraintendenza delle Belle Arti.<br />
EDILMARMI FAENTINA<br />
SEDE DI FAENZA<br />
Via Graziola, 28 – 48018 Faenza (RA)<br />
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Leggere | Circolo di lettura<br />
Sfogliando<br />
Da un’dea di Daniela<br />
Mingozzi, Marina Manucci<br />
e Monica Randi nasce<br />
il Circolo di lettura,<br />
legato agli spettacoli<br />
della stagione di prosa<br />
del Teatro Alighieri. Per<br />
condividere impressioni,<br />
giudizi e passioni.<br />
50 | IN Magazine<br />
il Teatro<br />
testo Anna De Lutiis - foto Lidia Bagnara<br />
Il Circolo nasce dall’entusiasmo e<br />
dal desiderio di confrontarsi e condividere<br />
riflessioni che scaturiscono<br />
dalla lettura di un libro, con un<br />
percorso che si snoda parallelamente<br />
alla stagione di prosa del teatro<br />
Alighieri. I testi scelti, infatti, sono<br />
strettamente connessi con le opere<br />
che andranno in scena. Trattandosi<br />
di libri è stata ovviamente coinvolta<br />
la Biblioteca Classense nella persona<br />
della dottoressa Giuliani, che curerà<br />
le bibliografie. Ma com’è nata<br />
questa idea innovativa che ha già<br />
coinvolto un folto gruppo di lettori?<br />
L’abbiamo chiesto alle tre dirette<br />
protagoniste: Daniela Mingozzi, appassionata<br />
di prosa, che ha messo<br />
a disposizione la grande sala del<br />
suo B&B che ha chiamato ‘Al Tea-<br />
tro’, a <strong>Ravenna</strong> in via Guaccimanni<br />
38; Marina Mannucci scrittrice<br />
e insegnante, e Monica Randi, responsabile<br />
per <strong>Ravenna</strong> Teatro di<br />
organizzazione e promozione della<br />
stagione di prosa.<br />
Monica: “Avevo da tempo l’idea di<br />
creare un Circolo di Lettura. Durante<br />
l’estate scorsa sono venuta a conoscenza<br />
di una magnifica iniziativa a<br />
cui Daniela aveva dato vita, ‘La Corte<br />
Visionaria’, con incontri culturali<br />
e piccoli spettacoli ospitati nella sua<br />
casa. Ho pensato subito che Daniela<br />
sarebbe stata la persona giusta per<br />
il progetto che avevo in mente”.<br />
Daniela: “Quando Monica mi ha<br />
contattata ne sono stata felice e ho<br />
pensato a Marina, che aveva già<br />
collaborato con me durante l’e
Nella pagina precedente, da sinistra,<br />
Marina Mannucci, Daniela Mingozzi<br />
e Monica Randi.<br />
state, come fulcro dell’iniziativa.<br />
Lei è partita subito con tantissime<br />
idee, ha individuato come e con<br />
quali persone mettersi in contatto.<br />
È stato facile perché tutto è<br />
sostenuto dal desiderio di approfondire,<br />
in anticipo, i temi che si<br />
presentano di volta in volta sulla<br />
scena, perché è bello crescere confrontandosi<br />
in gruppo”.<br />
Marina: “Vorrei sottolineare il grande<br />
piacere di collaborare con Monica<br />
e Daniela, con le quali si è creata<br />
una alchimia di pensiero, un equilibrio<br />
tra persone provenienti da<br />
esperienze diverse che ha permesso<br />
di individuare la giusta direzione<br />
per realizzare questo progetto”.<br />
Il Circolo è stato presentato ufficialmente<br />
alla città in ottobre, e<br />
ha già affrontato il primo appuntamento<br />
legato allo spettacolo<br />
dedicato a Pantani, testo e regia<br />
di Marco Martinelli. Il libro che i<br />
lettori hanno dovuto leggere, per<br />
poi discuterne, è stato ‘Era mio<br />
figlio’, di Tonina Pantani, edizioni<br />
Mondadori.<br />
Chiediamo a Daniela qual’è stato il<br />
risultato di questo primo incontro:<br />
“È stato condotto da Marina ed ha<br />
visto l’appassionata partecipazio-<br />
ne di una trentina di persone tra<br />
lettori (gruppo di venti) e ospiti,<br />
tra i quali anche Marco Martinelli,<br />
Eddy Serri, ex-professionista e<br />
compagno di squadra di Marco<br />
Pantani, Denis Freschi, appassionato<br />
del mondo del ciclismo e fan<br />
dell’atleta scomparso, nonché di<br />
alcuni membri di ‘Teatro Perché’,<br />
laboratorio che cura un blog di recensioni<br />
teatrali scritte dai ragazzi<br />
di Castiglione di <strong>Ravenna</strong> e che,<br />
insieme ad altre realtà del luogo, si<br />
adopera per far rivivere il bellissimo<br />
teatro Mazzini.<br />
Il clima della serata è stato fin da<br />
subito informale e amichevole,<br />
ha favorito il libero scambio delle<br />
osservazioni e il loro confluire in<br />
un ragionamento collettivo che<br />
ha riguardato non solo la vicenda<br />
umana di Marco Pantani e il mondo<br />
del professionismo sportivo ma<br />
anche il giornalismo.<br />
Gli appuntamenti, ad ingresso gratuito,<br />
incombono con velocità e già<br />
sopraggiunge il prossimo spettaco-<br />
lo che vedrà protagonista Angela<br />
Finocchiaro con ‘Open Day’ di<br />
Walter Fontana, opera che ritrae<br />
il disorientamento verso la vita di<br />
una generazione di cinquantenni<br />
sempre in bilico tra piccole ossessioni<br />
quotidiane e bilanci esistenziali.<br />
Il libro scelto e consigliato al<br />
Circolo delle Lettrici e dei Lettori<br />
è “Quando l’amore finisce” di Donata<br />
Francescato (ed. Il Mulino).<br />
“Con i partecipanti del Circolo -<br />
Idee e proposte messe in comune<br />
Attori librai per un giorno con Angela Longo<br />
Scoprire cosa legge Alessandro Gassman, chiedere consiglio ad Angela Finocchiaro,<br />
incontrare Lello Arena, tutti nella Libreria Dante, nel centro di <strong>Ravenna</strong>, a disposizione,<br />
per un giorno, del pubblico. È l’iniziativa lanciata dalla giovane Angela (nella foto),<br />
terza generazione della storica famiglia di librai Longo. “La mia idea - racconta -<br />
nasce dalla suggestione avuta da una libreria di Cagliari che propone l’incontro con<br />
gli autori dei libri. Qui la cosa è diversa ed è legata al rapporto che da sempre ho con<br />
il Teatro delle Albe e alla mia assidua frequentazione della stagione teatrale. Gli attori<br />
che vorranno incontrare il pubblico trascorreranno un po’ di tempo in libreria facendo<br />
i librai, raccontando cosa amano leggere, suggerendo delle letture o semplicemente<br />
svolgendo l’attività di commessi”.<br />
conclude Marina - ci proponiamo,<br />
oltre al ragionare ‘sull’importanza<br />
del teatro, come divino anacronismo’,<br />
di avviare pensieri riguardo<br />
all’ambito teatrale che si occupa<br />
dell’esperienza umana nella sua<br />
totalità di espressioni: mentali,<br />
linguistiche, corporee, relazionali,<br />
storiche. Se il teatro non è quindi<br />
‘luogo’ dove si va solo per distrarsi<br />
ma un’attività di ricerca e di studio,<br />
questo circolo, ‘barattando idee’,<br />
intende confrontarsi su nuove formule<br />
contemporanee di dispositivi<br />
di cambiamento sociale”. IN<br />
IN Magazine | 51
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DREAMS<br />
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e creatività Di SiMona MeDri. che gUarDa aL FUtUro con ottiMiSMo.<br />
Le prime linee in vetrina, come nei negozi delle grandi<br />
città. Presentate in un ambiente raffinato e amichevole<br />
insieme, vera e propria frontiera del gusto nella<br />
provincia romagnola. Dreams, a Faenza in via<br />
Pistocchi 3/c, in 12 anni di storia è divenuto tutto<br />
questo e di più, imponendosi anche a carattere nazionale<br />
grazie ad un mix di prodotti delle più affermate<br />
griffe del settore calzature ed accessori moda. Gucci,<br />
Yves Saint Laurent, Stella Mc Cartney, Marc Jacobs;<br />
e ancora Fiorentini + Baker, K. Jacques, L’Autre<br />
Chose, Tricker’s, Santoni, Giuseppe Zanotti Design.<br />
L’anima di Dreams è Simona Medri, intraprendente<br />
e giovane imprenditrice che nel 2000 decise di dar vita<br />
nella sua città a questo raffinato negozio.<br />
“A Faenza - racconta Simona - una cosa come questa<br />
non c’era, un punto vendita solo al femminile dedicato<br />
esclusivamente ad accessori e calzature. Ho lasciato<br />
l’università per lanciarmi in questa avventura, che si è<br />
rivelata subito vincente”.<br />
Tanto che di lì a qualche anno gli spazi risultarono
insufficienti per poter esporre i prodotti delle grandi<br />
marche legati al sogno di Dreams.<br />
“Nel 2007 - prosegue Simona - abbiamo ampliato gli<br />
spazi espositivi, e il negozio è via via divenuto un salotto<br />
per la clientela abituale, punto d’incontro in<br />
cui trovarsi tra amiche”.<br />
Amiche che qui si ritrovano incrociando storie diverse:<br />
“La nostra clientela è molto varia per età e professione.<br />
Dalle studentesse ad imprenditrici e libere professioniste,<br />
accomunate dal gusto per gli oggetti raffinati<br />
e particolari. Ho una collaboratrice da sempre con me<br />
in negozio – sottolinea – e questo favorisce la creazione<br />
di un clima accogliente e rilassato per tutte”.<br />
Donne per le quali la ricerca della bellezza si<br />
traduce con un ottimistico sguardo verso il futuro.<br />
Un modo molto femminile di reagire alle avversità.<br />
“Abbiamo il dovere di guardare avanti, soprattutto noi<br />
commercianti – dice Simona - in un periodo non favorevole<br />
come l’attuale. Dobbiamo ricostruire nella clientela<br />
il desiderio di fare proprie le cose belle, attraverso<br />
un rapporto aperto e sincero”.<br />
Un salto in avanti che a Dreams si coglie bene<br />
anche nell’allestimento natalizio, che vede in<br />
vetrina le collezioni primavera estate delle<br />
grandi firme qui rappresentate, come avviene nei<br />
negozi monomarca delle capitali. Tra gli oggetti di<br />
pelletteria, perfetti per i regali di Natale, compaiono<br />
quindi qua e là anche sandali ed oggetti ammiccanti<br />
alla bella stagione. Collezioni nuove per rinnovare l’atmosfera,<br />
in un allestimento pieno di verve e fantasia.<br />
“Io sono un’ottimista – conclude Simona - credo davvero<br />
che i sogni aiutino ad andare avanti”. E non potrebbe<br />
essere diversamente per la creatrice di Dreams.<br />
Via Pistocchi 3/c, 48018 Faenza (RA) Tel. 0546 665581<br />
www.dreamsfaenza.com<br />
dreamsfaenza@libero.it
Abitare | Campagna contemporanea<br />
54 | IN Magazine
Le icone<br />
Di forte personalità è la ristrutturazione<br />
di una casa nelle prime<br />
campagne di San Potito, nei pressi<br />
di Lugo, ad opera dello studio<br />
d’architettura Lazzarini-Pinoni. La<br />
padrona di casa che ha commissionato<br />
l’intervento ha fornito un<br />
valido contributo progettuale e,<br />
in sintonia con le proposte degli<br />
architetti, ha creato un’abitazione<br />
moderna e accogliente. Da fuori<br />
il prospetto frontale si mostra<br />
omogeneo grazie ad un sistema di<br />
boiserie in legno che camuffa la<br />
mancanza di allineamento delle<br />
finestre originali, mentre sul retro<br />
una cortina frangisole verticale<br />
diviene pergolato orizzontale sulla<br />
terrazza della zona notte. Tale<br />
affaccio appare come un elemento<br />
aggettante verso la campagna,<br />
protetto da un parapetto “invisibile”<br />
in vetro, privo di montanti e<br />
trattato con un sistema antigoccia<br />
che ne preserva la limpidezza.<br />
La camera da letto prospiciente<br />
la terrazza, presenta un letto di<br />
design: il “Toledo” ideato da Carlo<br />
Scarpa nel 1975, realizzato in frassino<br />
e dotato di una testata rivesti-<br />
del Design<br />
testo Linda Antonellini - foto Massimo Fiorentini<br />
Una casa ristrutturata nelle prime<br />
campagne del lughese presenta<br />
pezzi storici di grandi designer<br />
internazionali. Un tocco di classe<br />
contemporanea, tra creatività<br />
e funzionalità.<br />
ta in cuoio bianco ottico regolabile<br />
d’inclinazione. Protagonista del<br />
bagno padronale, la vasca di Matteo<br />
Thun realizzata in cristalplant<br />
dalla Rapsel, la cui forma a tinozza<br />
s’ispira agli antichi rituali giapponesi.<br />
Tecnologica e confortevole<br />
anche la doccia multifunzione che<br />
funge da sauna e sprigiona il getto<br />
d’acqua da una fessura orizzontale.<br />
Anche nel bagno del piano terra<br />
i sanitari sospesi sono della Duravit<br />
e le pareti sono rivestite in resina<br />
della ditta Rezina di Torino; essendo<br />
questo un materiale versatile,<br />
impermeabile e decorativo, è stato<br />
utilizzato anche come rivestimento<br />
delle pareti della cucina. Si tratta di<br />
una “Rossana” con elettrodomestici<br />
Smeg: acquistata da Baccarat di<br />
Faenza disegna una semplice sagoma<br />
senza maniglie nei pensili,<br />
minimale e compatta come il mobile<br />
living che diviene un’essenziale<br />
parete d’arredo, con Tv inclusa<br />
dietro alle ante centrali. Lineare<br />
come un solido geometrico anche<br />
il camino “stile quadro”, alimentato<br />
a biomassa legnosa (pellet) e<br />
prodotto della Palazzetti, azienda<br />
IN Magazine | 55
In alto, la cucina minimale con gli sgabelli<br />
a tulipano “Soshun”. Sotto, il bagno con la<br />
vasca a tinozza di Matteo Thun. In apertura,<br />
il soggiorno con in primo piano le lampade<br />
“Bocci” del designer Omer Arbel. Nella<br />
pagina a fianco, la scala in granito nero con<br />
tagli di luce alle pareti.<br />
56 | IN Magazine<br />
fondata nel 1954 a Porcia (PN).<br />
Raffinato il basamento rivestito in<br />
Verde Alpi: un marmo legato alla<br />
tradizione italiana, di colore verde<br />
intenso e venature più chiare,<br />
in contrasto con il colore neutro<br />
dal pavimento in gress porcellanato<br />
a grandi lastre e il battiscopa<br />
in acciaio verniciato bianco, che<br />
si interrompe col “Nero Assoluto”<br />
della scala d’ingresso. Questa<br />
presenta un parapetto in vetro<br />
stratificato temprato, mentre un<br />
sistema a borchie fissa i gradini<br />
in granito levigato. Oltre ai tagli<br />
di luce nelle pareti, il sistema<br />
illuminante suggerito da Venturelli,<br />
propone anche la lampada<br />
a stelo “Toio” progettata nel 1962<br />
da Achille e Pier Giacomo Castiglioni:<br />
un oggetto “ready made”<br />
prodotto dalla Flos. La lampada<br />
“Bocci” del designer Omer Arbel<br />
è invece caratterizzata da un sistema<br />
di alimentazione tramite cavi<br />
in acciaio che raggruppano i corpi<br />
illuminanti a basso voltaggio;<br />
l’effetto è quello di piccole lampadine<br />
alogene, racchiuse in sfere<br />
di vetro fuso smerigliato. Insoliti<br />
anche gli sgabelli a tulipano “Soshun”<br />
di Edra Design, ideati nel<br />
1990 da Masanori Umeda e rivestiti<br />
in velluto nero. Sempre di Edra<br />
il divano “On the rocks” progettato<br />
nel 2004 dal Design Francesco<br />
Binfaré, composto da quattro<br />
elementi irregolari, componibili<br />
in maniera esponenziale. Le sagome<br />
sono modellate in una miscela<br />
brevettata da Gellyfoam®, che garantisce<br />
una speciale flessibilità. E<br />
ancora, in soggiorno, il tavolo “Il<br />
Doge” disegnato da Carlo Scarpa<br />
e riprodotto da Gavina nel 1968:<br />
in origine creato per l’arredamento<br />
della casa Zentner di Zurigo.<br />
Attorno al tavolo, le sedie Eraclea<br />
del design Giampiero Pistacchi<br />
con imbottitura in resina espansa,<br />
rivestimento sfoderabile in pelle<br />
nera e struttura in metallo elettrosaldato<br />
a induzione. Molto più<br />
“pop”, invece, le sedie in quattro colori<br />
diversi di Edra, serie “Spaghetti-Jenette<br />
disegnata dai Campana”<br />
disposte attorno al tavolino rotondo<br />
Tulip, design Eero Saarinen, con<br />
piedistallo in fusione di alluminio<br />
laccato bianco e piano in laminato<br />
liquido. Saarinen, lo ideò all’inizio<br />
degli anni ‘40 nell’ambito della ricerca<br />
promossa dal MOMA di New
York, intitolata “organic design in home furnishing collection”.<br />
Messo in produzione nel 1956, Tulip rappresenta un<br />
valido connubio tra forma, materiali e design minimalista.<br />
Gestito dagli interruttori “Absolut” della Biticino è poi anche<br />
il sistema di illuminazione con faretti dicroici, la lampada<br />
Pallucco, i neon “Miss” contenuti in tubolare di vetro e<br />
tecnologia in vista e prodotte da ViaBizzuno di Mario Nanni<br />
(BO) e gli elementi luce in vetro satinato di Davide Greppi.<br />
Lo studio Lazzarini-Pinoni ha curato molto l’aspetto tecnologico<br />
dell’abitazione, per cui sugli imbotti delle finestre<br />
il cappotto esterno si risvolta contro i telai in legno<br />
per evitare ponti termici, il riscaldamento e il raffrescamento<br />
sono a pavimento, la produzione elettrica per<br />
gestire la piscina è regolata dai pannelli fotovoltaici, le<br />
cabine armadio sono a scomparsa (di Emira Arredamenti<br />
di Lugo e della Performa di Bologna), le porte interne<br />
sono state ordinate grezze e successivamente intonacate<br />
di bianco come le pareti. Tutti gli infissi - porte a filo<br />
muro, finestre e portefinestre scorrevoli - sono state fornite<br />
dalla ditta EdilPiù di Bacchini (Lugo). Le maniglie<br />
sono state invece progettate dai due giovani architetti<br />
che hanno vinto il concorso “Not Ordinary” indetto da<br />
Lux Atelier e da Edilpiù. Nasce così, dall’attenzione per<br />
i dettagli, la maniglia Sunken, parola che significa incavo<br />
e coniuga la funzionalità dell’oggetto all’espressione<br />
estetica. Lo studio Lazzarini-Pinoni, sorto nel centro di<br />
Faenza nel 2010, ha così realizzato insieme alla proprietaria<br />
di quest’abitazione un restauro egregio, che ha<br />
portato contemporaneità in un contesto rurale. IN<br />
MENGOZZI & MAZZONI<br />
ATELIER MGM<br />
Atelier c.so Matteotti n 60 tel. 0546 26559<br />
Showroom c.so Matteotti n 44/A tel. 0546 660153<br />
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Boxare | Meo e Terry Gordini<br />
Padre e figlia accomunati<br />
dalla stessa, esaltante<br />
passione per la boxe. Sono<br />
Meo e Terry Gordini:<br />
lui ex pugile e allenatore,<br />
lei vicecampionessa<br />
del mondo.<br />
58 | IN Magazine<br />
In due<br />
sul Ring<br />
testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini<br />
“Il pugile non ha mai tragedie, ma solo<br />
motivi per rifarsi”. È una delle frasi<br />
che campeggiano sulla parete della<br />
palestra dove Bartolomeo “Meo”<br />
Gordini insegna pugilato ai circa 30<br />
ragazzi della Torre Fitness <strong>Group</strong>.<br />
Nel suo racconto di cinquant’anni<br />
di pugilato, dai primi anni vissuti<br />
a boxare sul ring e poi in veste di<br />
allenatore, viene fuori l’amore profondo<br />
per questo sport. “Giocavo<br />
a calcio all’oratorio - ricorda - ma<br />
ero molto istintivo, non riuscivo a<br />
stare mai fermo e don Liverzani, allora<br />
parroco di Cotignola, mi consigliò<br />
di andare in palestra a fare<br />
boxe. Con un mio amico che già<br />
la frequentava m’iscrissi alla Boxe<br />
Faenza e dopo un paio di mesi passai<br />
all’Edera <strong>Ravenna</strong>, dove sono<br />
rimasto per quattro anni”. Nel<br />
1966, chiusa la carriera da pugile<br />
per motivi di salute, inizia per lui<br />
quella di allenatore: “Ho avuto una<br />
palestra a Cotignola per un paio<br />
d’anni poi sono tornato all’Edera,
dove ho lavorato dal 1971 al 2001.<br />
Quando Renzo Zannoni ha lasciato<br />
la presidenza ho deciso di intraprendere<br />
una nuova avventura con<br />
la Torre”. In tanti anni di carriera<br />
Meo si è tolto molte soddisfazioni:<br />
“Ho vinto tanti campionati italiani,<br />
molti ragazzi sono arrivati in<br />
nazionale. La boxe è lo sport per<br />
eccellenza, raccoglie tante discipline.<br />
La palestra, la capacità di<br />
attraversare il dolore, il continuo<br />
mettersi in gioco sono una parte<br />
molto bella di questo sport”.<br />
Con un padre così è naturale che<br />
anche i figli siano stati contagiati<br />
da questo sport.<br />
“Ho sempre vissuto in questo ambiente<br />
- dice la figlia di Meo, Terry<br />
- ma ho iniziato un po’ tardi. D’altronde<br />
la boxe femminile in Italia<br />
nasce solo nel 2001. Sono venuta<br />
in palestra nel 2002 per tenermi in<br />
forma, poi per motivi di lavoro mi<br />
sono dovuta fermare e ho ripreso<br />
a fine 2004, sempre tesserata per<br />
la Torre. Per fare questo sport occorrono<br />
tanta passione e grandi<br />
motivazioni, visto che non si hanno<br />
riscontri economici”. L’umiltà è<br />
una delle caratteristiche principali<br />
della pugile ravennate: “Devo sempre<br />
migliorare. Velocità, esplosività<br />
tattica sono molto importanti, e io<br />
m’impegno molto per mettere in<br />
pratica gli insegnamenti di mio padre.<br />
In più ho la fortuna di allenar-<br />
A fianco, Terry Gordini (a destra) assieme<br />
al padre-allenatore Meo e alla campionessa<br />
mondiale Simona Galassi. In apertura,<br />
Simona e Terry si fronteggiano sul ring.<br />
mi con Simona Galassi, e da lei cerco<br />
di apprendere più cose possibili.<br />
Il prossimo obiettivo è l’Europeo<br />
2013, che la Federazione deve ancora<br />
decidere dove si svolgerà”.<br />
Tra i due è Meo a sentire di più<br />
gli incontri: “L’emozione non passa<br />
mai, ma ho imparato a gestirla.<br />
Ogni tanto è mio padre ad essere<br />
un po’ più agitato” dice sorridendo<br />
Terry. Sia con la Torre che con<br />
la nazionale sono arrivati grandi<br />
successi: “Tanti miei incontri mi<br />
sono piaciuti, in particolare quello<br />
di Roseto, superlativo secondo<br />
alcuni, e la semifinale del campionato<br />
del mondo con la Cruz. La<br />
nazionale ti regala emozioni particolari:<br />
quando sali sul podio ti<br />
rendi conto di aver fatto qualcosa<br />
di bello per il tuo Paese”.<br />
Prossimo obiettivo: l’Europeo 2013<br />
A 33 anni la Gordini sta valutando se<br />
diventare pugile professionista, 35<br />
anni è il limite massimo ma la Federazione<br />
potrebbe modificare il<br />
regolamento entro il 2013. “Sono<br />
indecisa, ho un marito, un lavoro,<br />
una casa... e poi bisogna sempre<br />
trovare qualcuno che investa su di<br />
te. La boxe comporta tanti sacrifici,<br />
già ora mi alleno tutti i giorni<br />
dalle 20 alle 21,30, quando posso<br />
anche la mattina”. La passione,<br />
però, non demorde: “Abbiamo<br />
tanti ragazzi che si allenano con<br />
me e Simona, ed è bello vedere<br />
che iniziano da giovani”. IN<br />
Passaggio di guantoni<br />
Bartolomeo “Meo” Gordini è nato<br />
a Cotignola il 6 ottobre 1947.<br />
Il 1° aprile scorso ha festeggiato i<br />
50 anni di pugilato: la sua carriera<br />
è partita infatti nel 1962 come<br />
pugile alla Boxe Faenza poi, dopo<br />
qualche mese, è passato all’Edera<br />
<strong>Ravenna</strong> dove è rimasto per 4 anni.<br />
Ha al suo attivo 33 combattimenti<br />
da dilettante. Nel 1966 per motivi<br />
di salute ha dovuto interrompere<br />
l’attività sportiva, intraprendendo<br />
la carriera di allenatore. Dal 1971<br />
al 2001 ha allenato l’Edera<br />
e attualmente allena la Torre<br />
Fitness <strong>Group</strong>. È sposato con<br />
Adelma e ha tre figli: Luca, Terry<br />
e Michele, nato da un precedente<br />
matrimonio. Terry Gordini è nata a<br />
<strong>Ravenna</strong> il 22 giugno 1979. Sempre<br />
tesserata per la Torre Fitness<br />
<strong>Group</strong>, ha iniziato a boxare nel 2002.<br />
Come dilettante ha conquistato tre<br />
bronzi ai campionati italiani nel<br />
2007, 2008 e 2009, un argento nel<br />
2011 e nel settembre 2012<br />
la medaglia d’oro. Con la nazionale<br />
ha vinto nel 2010 il torneo<br />
preolimpico di Ferrara; sempre<br />
nel 2010 ha partecipato<br />
al campionato del mondo alle<br />
Barbados e quest’anno è diventata<br />
vicecampionessa del mondo a<br />
Quinandhao, in Cina.<br />
IN Magazine | 59
Esporre | Museo del Risorgimento<br />
Dopo oltre cent’anni le tre tele che<br />
illustrano i personaggi di Casa Savoia<br />
sono nuovamente esposte al pubblico<br />
nel Museo del Risorgimento,<br />
in via Baccarini 3, grazie al piano<br />
museale della Regione Emilia-Romagna.<br />
L’iniziativa celebra i 150<br />
anni dell’Unità d’Italia ed ha anche<br />
la finalità di valorizzare e restituire<br />
alla città opere conservate da decenni<br />
nei depositi della Pinacoteca<br />
Comunale, oggi divenuta Istituzione<br />
Museo d’Arte della Città.<br />
“Il primo ‘Ritratto di Vittorio Emanuele<br />
II’ eseguito da Andrea Besteghi<br />
(foto a sinistra), - racconta Nadia<br />
Ceroni, conservatore del Mar e responsabile<br />
del progetto, - risulta inventariato<br />
con il n. 443 e collocato<br />
nella Segreteria dell’Accademia. Il<br />
secondo, “Ritratto di Vittorio Ema-<br />
60 | IN Magazine<br />
Reali<br />
in Cornice<br />
testo Anna De Lutiis<br />
Tre ritratti di Vittorio Emanuele II e Umberto I,<br />
opera dei pittori Besteghi e Moradei, escono dai<br />
depositi per trovare spazio tra le opere esposte<br />
nel Museo del Risorgimento.<br />
nuele”, sempre del Besteghi (foto al<br />
centro), e il “Ritratto di Umberto I”,<br />
eseguito da Arturo Moradei (foto a<br />
destra), sono invece stati annotati<br />
a matita, senza numero di inventario<br />
e collocati nel Magazzeno”.<br />
Per identificare queste due ultime<br />
opere è stato di grande aiuto il ritrovamento<br />
di un carteggio tra il<br />
direttore dell’Accademia Vittorio<br />
Guaccimanni e il sindaco di <strong>Ravenna</strong>,<br />
visto che le tele risultano essere<br />
di proprietà comunale. Nei quadri<br />
i reali sono effigiati in alta uniforme<br />
con numerose decorazioni, tra<br />
le quali si distinguono lo stemma di<br />
Casa Savoia, l’ordine della Corona<br />
d’Italia e la Stella di Gran Croce”.<br />
Con ogni probabilità la loro datazione<br />
può essere ricondotta alla<br />
visita dei reali a <strong>Ravenna</strong>: Vittorio<br />
Emanuele il 2 ottobre 1860 e Umberto<br />
I nel 1888.<br />
Andrea Besteghi, autore dei due<br />
ritratti del Re Galantuomo, era<br />
nato a Bologna nel 1817. Nella sua<br />
biografia - compilata da Filippo<br />
Lanciani nel 1870, un anno dopo<br />
la morte del pittore - si dice che<br />
suo padre “intendeva fare di lui un<br />
sacerdote perché d’indole mite e<br />
gentile: ma la natura, a cui non si resiste,<br />
ne aveva plasmato un artista”.<br />
Arturo Moradei, nato a Firenze nel<br />
1840, fu un personaggio centrale<br />
nella Romagna artistica di fine<br />
Ottocento. Chiamato ad insegnare<br />
pittura all’Accademia, si stabilì<br />
a <strong>Ravenna</strong> nel 1879 e vi rimase<br />
fino al 1901, ottenendo un vasto<br />
consenso tanto dal pubblico quanto<br />
dagli allievi. IN
IN Magazine | Special ADV<br />
Hi-Fi Video Music center<br />
All’AvAnguArdiA dA 43 Anni<br />
nel cAmpo dell’elettronicA<br />
AGGiornAMento CostAnte, riCerCA deLLe noVità e ConsuLenzA<br />
post VenditA sono Le CArAtteristiCHe peCuLiAri deL Centro speCiALizzAto<br />
di FAenzA, Gestito Fin dAL 1969 dA LAnFrAnCo LeGA.<br />
“La nostra sfida è sempre stata essere i pionieri”. È facile rendersene<br />
conto. Basta una breve intervista, uno sguardo all’archivio fotografico<br />
e una visita ai rinnovati spazi espositivi di via Mengolina.<br />
Ci troviamo presso l’HiFi Video Music Center di Faenza,<br />
centro specializzato nell’elettronica di consumo e<br />
professionale, punto di riferimento a livello locale e<br />
nazionale, per servizi e forniture di attrezzature all’avanguardia<br />
video, audio, luci e sale multimediali di<br />
elevato standard qualitativo.<br />
A raccontarci l’attività è il titolare Lanfranco Lega, faentino<br />
classe ‘49, che dal lontano 1969 – con ben 43 anni di<br />
consolidata esperienza -, dirige oggi l’azienda affiancato<br />
dal fedele e competente staff composto da Monica (amministrazione),<br />
Marco e Andrea (reparto tecnico).<br />
“Nei primi anni ‘70 il nostro core business era rappresentato<br />
dalla vendita degli strumenti musicali – ricorda Lega -. Erano gli<br />
anni dei Beatles, la scena musicale locale era particolarmente<br />
vivace e solo a Faenza si contavano diverse decine di rock band.<br />
In seguito, a metà anni ‘70 lasciammo gli strumenti musicali per<br />
specializzarci nell’Hi Fi e nell’amplificazione professionale”.<br />
“Appena uscita una novità – prosegue non senza una punta<br />
di orgoglio il titolare - facciamo il possibile per essere<br />
i primi a proporla al pubblico, nonostante gli elevati costi<br />
e relative incertezze che questo comporta. L’evoluzione<br />
tecnologica nel nostro settore è più veloce che altrove, è<br />
fondamentale per noi stare aggiornati e al passo coi tempi”.<br />
Fu così che durante gli anni ‘80 l’Hi Fi Video Music Center,<br />
per primo in Romagna, presentò il Compact Disc.
Nella foto l’ingegnere e imprenditore americano Amar Gopal Bose, fondatore dell’omonima multinazionale Bose Corporation, in visita da Hi Fi Video Music Center, nel 1974.<br />
Alcuni anni dopo fu la volta del videoproiettore a tre tubi, venduto<br />
inizialmente ad aziende, poi penetrato in larga scala nella<br />
case per uso domestico, con le nuove tecnologie Lcd – Dlp.<br />
“Oggi – spiega Lega - le ultime novità in ambito audio sono<br />
rappresentate dalla musica liquida, che a differenza dell’analogico<br />
non necessita di particolare supporto fisico, ma che per un<br />
ascolto di qualità rende necessario un pc e un buon DAC (convertitore<br />
digitale analogico), dotato di interfaccia usb asincrona.<br />
In ambito home cinema merita particolari attenzioni il sistema di<br />
intrattenimento integrato VideoWave della Bose, che incorpora<br />
al proprio interno l’impianto dolby digital completo di diffusori,<br />
regalando prestazioni audio di livello cinematografico”.<br />
“Ciò che ci differenzia dalla grande distribuzione di massa – ci<br />
tiene a precisare -, e che rappresenta il nostro punto di forza, è la<br />
consulenza e l’assistenza post vendita. Da noi trovi personale<br />
tecnico qualificato, con anni di comprovata esperienza sul cam-<br />
po, costantemente aggiornato, in grado di suggerire l’apparecchiatura<br />
in funzione di tutte le possibili esigenze. Il nostro servizio<br />
è completo e comprende il sopralluogo, la scelta delle tecnologie<br />
e dei materiali, l’installazione e tutta l’assistenza necessaria”.<br />
Massima affidabilità e competenza tecnica. Motivo per cui Lega<br />
Hi Fi Video Music Center è stato scelto da molteplici aziende ed<br />
organizzazioni di primo piano del panorama locale e non, per sistemi<br />
di videoproiezione, conference system, domotica,<br />
videoconferenze, lavagne interattive e amplificazione.<br />
Numerose anche le discoteche e i locali di pubblico intrattenimento<br />
che si sono affidate all’esperienza di Lega per gli impianti<br />
audio. “In particolare - ricorda il titolare di Hi Fi Video Music<br />
Center -, nel 1974 realizzammo il sistema di diffusione sonora<br />
della celebre e storica discoteca Cà del Liscio. Supervisore<br />
d’eccezione del progetto fu Amar Gopal Bose in persona,<br />
l’ingegnere e imprenditore americano fondatore dell’omonima<br />
multinazionale Bose Corporation”.<br />
HiFi Video MusiC Center<br />
Via Mengolina 39, 48018 Faenza (RA)<br />
Tel. 0546 46722 - Fax. 0546 46718<br />
legahifi@legahifi.it - www.legahifi.it
Fotografare | Lidia Bagnara<br />
Profumi di terre lontane<br />
evocati in immagini senza<br />
tempo. Così sono le foto<br />
di Lidia Bagnara raccolte<br />
nella monografia “A occhi<br />
chiusi”, accompagnata<br />
da una mostra alla<br />
Biblioteca Oriani.<br />
Sessantasei fotografie realizzate<br />
nel corso di molti anni, in stagioni<br />
diverse e in tanti luoghi diversi:<br />
India, Cappadocia, Cuba, Libano,<br />
Giordania, Siria. Firmate da Lidia<br />
Bagnara e raccolte ora in una preziosa<br />
monografia edita da Skira,<br />
presentata il 1° dicembre a Tamo e<br />
accompagnata da una mostra dei<br />
suoi scatti allestita alla Biblioteca<br />
Oriani fino all’8 dicembre. Il titolo<br />
è indicativo, “A occhi chiusi”, a sottolineare<br />
il tono evocativo più che<br />
descrittivo delle sue immagini. “La<br />
fotografia di Lidia Bagnara - scrive<br />
Giovanna Calvenzi nel suo saggio<br />
- è senza tempo e senza maestri.<br />
Diventa pittorica senza esserlo, diventa<br />
narrazione senza volerlo... I<br />
suoi non sono appunti di viaggio<br />
ma trascrizioni di sensazioni che<br />
raccontano di profumi, di odori,<br />
di calore, di polvere, colte con la<br />
velocità della percezione che non<br />
passa dalla razionalizzazione se<br />
non a posteriori”.<br />
64 | IN Magazine<br />
L’Oriente<br />
nell’ Anima<br />
testo Roberta Brunazzi<br />
“Lidia Bagnara - sottolinea Andrea<br />
Emiliani nel suo intervento - è ravennate<br />
e da quelle rive subisce<br />
da anni e anni, insieme alla sua<br />
gente, il fascino che ormai da almeno<br />
un paio di millenni giunge<br />
dall’Oriente. Prima ancora di Venezia,<br />
a Classe, nel porto romano,<br />
approdavano barche e triremi<br />
cariche di militari che venivano<br />
fin qui dall’Attica o dalla Cappadocia,<br />
dalla Tracia e dal Mar Nero<br />
per scaricare persone e merci che<br />
andavano per la Romagna. Non<br />
so se Lidia, come del resto il suo<br />
nome può testimoniare, venga da<br />
quelle navi e poi si sia arenata in<br />
queste terre di Sant’Apollinare<br />
e di Fosso Ghiaia”. I profumi del<br />
Medio Oriente impregnano le sue<br />
immagini, che sembrano indecise<br />
tra il vedere le cose e il coglierne<br />
gli aromi e le emozioni. “Credo<br />
anch’io, come Lidia - conclude<br />
Emiliani - che questo sia il suo più<br />
grande ritorno”. IN<br />
Uno scatto avanti<br />
Nata a <strong>Ravenna</strong> 53 anni fa, Lidia<br />
Bagnara è stata allieva di Marco<br />
Baldassari, fotografo della<br />
Soprintendenza per i Beni Artistici<br />
e Storici di Bologna. Dopo 19<br />
anni di lavoro impiegatizio sente<br />
di dedicarsi esclusivamente alla<br />
fotografia. Inizia la sua attività<br />
nel 1998. Dieci sue foto sono<br />
conservate al Dipartimento Stampa<br />
e Fotografie della Bibliothèque<br />
nationale de France, a Parigi.
In punta<br />
Il Campiello giovani, giunto alla<br />
17esima edizione, vede crescere<br />
ogni anno interesse e partecipazione.<br />
La vincitrice del 2012 è<br />
Martina Evangelisti di <strong>Ravenna</strong>,<br />
venti anni a novembre, bella nella<br />
sua semplicità ma consapevole<br />
del successo che l’ha gratificata.<br />
Frequenta il secondo anno di Lettere<br />
Moderne a Bologna e segue<br />
l’itinerario tracciato dagli editori<br />
del libro uscito di recente, Campiello<br />
Giovani ‘12, che raccoglie i<br />
racconti dei cinque finalisti e che<br />
verrà presentato in varie città.<br />
Quando hai cominciato a scrivere?<br />
“Fin da piccolissima amavo leggere;<br />
mi attraeva qualsiasi cosa, dai<br />
fumetti ai romanzi. A sedici anni<br />
ho partecipato al concorso indetto<br />
dal Liceo Torricelli di Faenza, arri-<br />
di Penna<br />
testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini<br />
vai seconda. Ho partecipato anche<br />
nei due anni successivi, vincendo il<br />
primo premio”.<br />
Il Campiello però è più impegnativo.<br />
Chi ti ha spinto a partecipare?<br />
“Frequentavo il Liceo Classico<br />
Dante Alighieri quando, due anni<br />
fa, venne in classe Alessandro<br />
Fabbri, vincitore del Campiello<br />
Giovani, a parlarci di questa sua<br />
esperienza. Decisi di provare e lo<br />
scorso anno arrivai tra i cinque<br />
finalisti con il racconto ‘Rose Rosse’.<br />
Quest’anno non avevo tanta<br />
voglia, ci pensai fino all’ultimo<br />
giorno. Anzi, fino all’ultima notte:<br />
ho scritto le dieci cartelle richieste<br />
tutte d’un fiato. Così è nato ‘Forbici’,<br />
scelto per il primo premio”.<br />
Il titolo è piuttosto inquietante,<br />
come viene fuori?<br />
Scrivere | Martina Evangelisti<br />
Con il racconto “Forbici”<br />
ha vinto l’edizione 2012<br />
del Campiello giovani.<br />
È Martina Evangelisti<br />
di <strong>Ravenna</strong>, 20 anni,<br />
studentessa di Lettere<br />
all’Università di Bologna.<br />
“Il racconto parla di due ragazzi di<br />
trent’anni che si rincontrano nel<br />
paese dove vivevano anni prima,<br />
quando avevano condiviso una storia<br />
d’amore. Le forbici stanno a rappresentare<br />
il distacco fra le due persone,<br />
perché ad un certo punto della<br />
propria vita bisogna lasciarsi dietro<br />
molte cose, tagliare col passato...”.<br />
Oltre al tempo che dedichi allo studio,<br />
alla lettura, alla scrittura, hai<br />
degli hobby?<br />
“Sono un po’ topo di biblioteca,<br />
non mi rimane troppo tempo. Mi<br />
piace però andare al cinema, uscire<br />
con gli amici e divertirmi come tutti<br />
i ragazzi della mia età. In questo<br />
periodo, poi, devo studiare per gli<br />
esami e seguire gli appuntamenti<br />
per la presentazione del libro, che<br />
mi porterà in diverse città”. IN<br />
IN Magazine | 65
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