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dottorato di ricerca titolo tesi - UniCA Eprints - Università degli studi ...

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eversibili alla matrice (componente solubile o labile PPs) e la componente stabile avente elevata affinità<br />

con la matrice con la quale interagisce in maniera non reversibile (componente stabile PPh).<br />

L’origine dei polifenoli deriva sia dalla decomposizione dei residui vegetali sia dalla sin<strong>tesi</strong> microbica<br />

(Frimmel & Christman, 1988; Hartlry & Whitehead, 1985; Haslam, 1988), tuttavia non è ancora del tutto<br />

chiaro il ruolo che essi assumono quali fonti <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> polifenolici nei suoli e che potrebbe invece avere un<br />

peso variabile in relazione alle variazioni delle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni pedoambientali (Stevenson, 1982).<br />

I polifenoli mostrano notevole potere complessante, elevata mobilità e reattività chimica nei confronti dei<br />

colloi<strong>di</strong>. Per queste proprietà gli stessi sono coinvolti in <strong>di</strong>versi processi pedogenetici (Rubino et al.,<br />

2005).<br />

Nel suolo i composti fenolici possono essere subire una serie <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> decomposizione (liberazione<br />

<strong>di</strong> CO2 e H2O) o anche <strong>di</strong> polimerizzazione con formazione <strong>di</strong> sostanze umiche relativamente stabili<br />

(Hartlry & Whitehead, 1985).<br />

Relativamente ai residui vegetali, <strong>di</strong>versi aci<strong>di</strong> fenolici sono stati in<strong>di</strong>viduati nelle piante (materiali<br />

parentali) ad es. alcuni <strong>di</strong> essi sono ampiamente <strong>di</strong>ffusi tra le angiosperme (Rubino, 2006) e nelle pareti<br />

cellulari delle graminacee sono presenti con contenuti variabili dall’1 al 3% in peso (Kato et al. 1983)<br />

tanto che è possibile poter supporre che un sostanziale apporto <strong>di</strong> questi composti nel suolo, derivi proprio<br />

dalla parziale decomposizione delle stesse pareti (Hartlry & Whitehead, 1985).<br />

Altra fonte <strong>di</strong> composti polifenolici è quella derivante dalle deiezioni animali (Garraway & Ramirez,<br />

1982; Martin, 1982a; 1982b; Williams, 1964) e dalle acque <strong>di</strong> vegetazione in cui sono presenti (Fiestas,<br />

Borja, 1992).<br />

Tra i composti polifenolici meritano particolare attenzione i “tannini”, ampiamente <strong>di</strong>ffusi in tutti gli<br />

organismi vegetali (legno e più in generale nei tessuti morti, nei frutti immaturi, nelle ra<strong>di</strong>ci). Sono<br />

considerati prodotti metabolici secondari in quanto non è stati ancora definito completamente il loro ruolo<br />

e le funzioni che essi svolgono nei vegetali, (Haslam, 1981; 1988; Lotti, 1985).<br />

Nella componente microbica la sin<strong>tesi</strong> dei polifenoli è stata <strong>di</strong>mostrata da uno stu<strong>di</strong>o condotto da Haider<br />

& Martin (Haider & Martin, 1967). E’ stato osservato che la capacità <strong>di</strong> sintetizzare composti aromatici<br />

partendo da fonti <strong>di</strong> carbonio non aromatiche è superiore nei funghi e negli attinomiceti rispetto ai batteri<br />

(Stevenson, 1982).<br />

Per l’estrazione dei Polifenoli è stata utilizzata la metodologia descritta da Lowe (Lowe, 1993) e da<br />

Rubino (Rubino et al. 2006).<br />

La procedura necessita <strong>di</strong> una retta <strong>di</strong> taratura ottenuta impiegando una soluzione a <strong>titolo</strong> noto <strong>di</strong> acido<br />

vanillico (100 mg/l). Sono stati prelevati e trasferiti in ognuno <strong>di</strong> 9 matracci tarati da 50 ml, 6 ml <strong>di</strong> una<br />

soluzione <strong>di</strong> carbonato <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o [Na2CO3 20% (w/v)] e 2 ml <strong>di</strong> Folin-Ciocalteu’s phenol.<br />

Alla soluzione è stato poi aggiunto l’acido vanillico (concentrazioni <strong>di</strong> 1, 1,5, 2, 2,5, e 2, 4, 6, 8, 10 mg/l)<br />

con il primo tratto della retta <strong>di</strong> taratura <strong>di</strong> 0,5, 0,75, 1,0, 1,25 ml mentre per il secondo tratto <strong>di</strong> 1,0, 2,0,<br />

3,0, 4,0, 5,0 ml.<br />

Dopo aver portato a volume con acqua <strong>di</strong>stillata, agitato i matracci, e dopo 1 ora <strong>di</strong> attesa è stata effettuata<br />

la lettura spettrofotometrica (lunghezza d’onda <strong>di</strong> 720 nm contro bianco analitico). E’ stato impiegato uno<br />

spettrofotometro UV-Vis modello “Perkin Elmer Lambda bio 20”. I risultati sono stati espressi in g/kg<br />

con l’approssimazione <strong>di</strong> due cifre decimali.<br />

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