dottorato di ricerca titolo tesi - UniCA Eprints - Università degli studi ...
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Conclusioni<br />
Nel caso in analisi il presente stu<strong>di</strong>o ha consentito <strong>di</strong> definire il consumo <strong>di</strong> suolo dovuto all’attività<br />
e<strong>di</strong>lizia a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> importanti superfici vegetali. La foto interpretazione ha mostrato come la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
suolo è stata soprattutto rivolta a superfici vegetali <strong>di</strong> macchia degradata. La degradazione vegetale,<br />
sebbene nel caso in analisi rappresenti una fase a carattere regressivo, non mostrava e tuttora non mostra,<br />
dal punto <strong>di</strong> vista potenziale, carattere irreversibile.<br />
A testimonianza <strong>di</strong> ciò è l’elevato grado <strong>di</strong> copertura quale in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> maggior pregio.<br />
Dall’analisi dei 3 perio<strong>di</strong> analizzati, si denota come il consumo <strong>di</strong> suoli e <strong>di</strong> soprassuoli, è stato svolto<br />
soprattutto su superfici a qualità definibili in primo grado, tenendo in considerazione unicamente l’ottica<br />
economica, come marginali e <strong>di</strong> scarso valore mercantile. Certamente, una pari superficie e<strong>di</strong>ficata mostra<br />
valori economici notevolmente più elevati, che consentono sia nella fase <strong>di</strong> costruzione sia nella fase<br />
successiva, elevati regimi <strong>di</strong> guadagno <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti e dovuti prevalentemente ad una mera attività<br />
turistica concentrata nel periodo estivo.<br />
A fronte <strong>di</strong> un consumo <strong>di</strong> suolo totale <strong>di</strong> circa 100 ha, nel periodo 1954-2006, si nota come la<br />
concentrazione dell’attività e<strong>di</strong>ficatoria si sia svolta senza tenere in considerazione alcun criterio<br />
ecologico in senso stretto ed ambientale in senso lato.<br />
In assenza <strong>di</strong> fattori antropici <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo, ed è d’obbligo il con<strong>di</strong>zionale, le formazioni vegetali presenti<br />
nelle <strong>di</strong>verse annate avrebbero potuto o evolvere in formazioni più stabili o comunque transitare in un<br />
gra<strong>di</strong>no ecologico superiore o almeno consolidare il proprio ruolo.<br />
Lo scenario attuale , relativo alla fascia <strong>di</strong> territori in seguito sottoposta ad attività e<strong>di</strong>ficatoria, sarebbe<br />
potuta essere dominata da una formazione vegetale più evoluta, dato che le macchie <strong>di</strong> degradazione<br />
avrebbero potuto evolvere verso una macchia evoluta e preforestale dominata dal corbezzolo (per poi<br />
successivamente evolvere in una lecceta pura, ma questo con ulteriori perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> “campana <strong>di</strong> vetro”<br />
quin<strong>di</strong> con l’assoluta assenza <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo) mentre le formazioni allora aventi carattere <strong>di</strong> macchia<br />
evoluta e preforestale avrebbero potuto mostrare oggi carattere <strong>di</strong> bosco <strong>di</strong> leccio.<br />
Quin<strong>di</strong> a favore delle leggi del guadagno rapido e delle logiche economiche, la mancanza <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong><br />
considerazioni a carattere meramente “ambientale” ha portato in più passi successivi, peraltro alcuni<br />
recenti (2000-2006), alla <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> un patrimonio vegetale ed insieme pedologico notevole,<br />
patrimonio che è definitivamente perso, in quanto è molto <strong>di</strong>fficilmente ricostituibile, non solo per ragioni<br />
ecologiche, ma soprattutto per ragioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pratico e legale.<br />
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