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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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iteneva fossero esistite, sì, un tempo, ma che risultavano assai <strong>di</strong>fficili a trovarsi<br />

nell’epoca <strong>in</strong> cui è collocata la materia del racconto 239 . Non va certo <strong>di</strong>menticato,<br />

d’altro canto, che alcuni <strong>in</strong>terpreti valutano <strong>in</strong> modo assai <strong>di</strong>verso, f<strong>in</strong>anche<br />

ra<strong>di</strong>calmente opposto, il rapporto esistente nella narrazione tacitiana tra la figura <strong>di</strong><br />

Tiberio e quella del nipote. Secondo il Ross 240 , ad esempio, Tacito presenta <strong>in</strong> Ann.<br />

I 31-52 un Germanico tutt’altro che mitico o eroico, piuttosto mostrando al lettore<br />

una figura scialba, un uomo ed un duce avventato ed irresponsabile; anche la<br />

Rutland 241 è tra quanti negano un’idealizzazione della figura del figlio adottivo <strong>di</strong><br />

Tiberio: «we must, I th<strong>in</strong>k, <strong>di</strong>scard at the outset the notion that he (Tacito)<br />

idealized» 242 Germanico, è la sua op<strong>in</strong>ione al riguardo. Secondo D.C.A. Shotter 243 ,<br />

poi, la lettura positiva della figura <strong>di</strong> Germanico, da una parte, e quella negativa<br />

dell’azione e dei moventi <strong>di</strong> Tiberio, dall’altra, riflettono la percezione che al<br />

tempo si ebbe <strong>degli</strong> eventi narrati da Tacito, non la “visione” <strong>di</strong> essi che fu dello<br />

storico. Meritevole <strong>di</strong> menzione mi pare <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, qui, quanto sostenuto da Zvi<br />

Yavetz <strong>in</strong> relazione al rapporto Tiberio-Germanico negli Annales: Tacito non<br />

presenterebbe il pr<strong>in</strong>ceps <strong>in</strong> un atteggiamento <strong>di</strong> aperta ostilità nei confronti del<br />

nipote nonché figlio adottivo (ed anzi – sottol<strong>in</strong>ea lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso – <strong>in</strong> occasione delle<br />

239<br />

A quelle più <strong>di</strong>ffusamente citate, si può ancora aggiungere la non <strong>di</strong>ssimile <strong>in</strong>terpretazione proposta da A.<br />

WANKENNE, Germanicus, idéal du pr<strong>in</strong>ce selon Tacite, «LEC» 43, 1975, pp. 270-79. Per concludere, un bilancio<br />

delle <strong>di</strong>verse op<strong>in</strong>ioni proposte dagli <strong>in</strong>terpreti <strong>in</strong> relazione a questo problema si legge <strong>in</strong> O. DEVILLERS, Rôle des<br />

passages…, cit., pp. 226-27. Lo stesso Devillers, va detto, si pone <strong>in</strong> parte lungo la l<strong>in</strong>ea che abbiam visto seguita,<br />

per esempio, dal Michel e dal Goodyear, arrivando a sostenere che Germanico costituiva «la meilleure ‘arme’ dont<br />

l’historien <strong>di</strong>spose contre Tibère dans les livres I-II» (p. 241). Il Devillers riprende <strong>in</strong>vero molto da vic<strong>in</strong>o le<br />

posizioni <strong>di</strong> Goodyear, <strong>in</strong> quanto si <strong>di</strong>ce come lui conv<strong>in</strong>to che l’esaltazione <strong>di</strong> Germanico serva a Tacito anche per<br />

sod<strong>di</strong>sfare una precisa esigenza narrativa e storiografica: mettere <strong>in</strong> cattiva luce Tiberio, creando un personaggio<br />

quasi assolutamente positivo che gli faccia da antitesi, umana e letteraria; <strong>in</strong> tal modo, fuori del confronto, Tacito<br />

può essere critico nei confronti del suo “eroe”.<br />

240<br />

D.O. ROSS, The Tacitean Germanicus, «Yale Class. Stud.» 35, 1973, pp. 209-27.<br />

241<br />

L<strong>in</strong>da W. RUTLAND, The Tacitean Germanicus, «RhM» 130 (2), 1987, pp. 153-64.<br />

242<br />

EAD., ibid., p. 154.<br />

243<br />

D.C.A. SHOTTER, Tacitus, Tiberius and Germanicus, «Historia» 17, 1968, pp. 194-214. Ancora, cfr. ID., Tacitus.<br />

Annals IV, cit., p. 19 dell’Introduzione, dove Shotter afferma che «Tacitus is not seek<strong>in</strong>g to adorn Germanicus and to<br />

denigrate Tiberius. Their contemporaries <strong>di</strong>d this». Inoltre, cfr. ID., Tiberius and the Spirit of Augustus, «G&R» 13,<br />

1966, pp. 207-12 (part., p. 209): lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso osserva come dalla pag<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Tacito emerga che, sempre ed <strong>in</strong> vari<br />

ambiti rispettoso delle prescrizioni <strong>di</strong> Augusto, «<strong>in</strong> spite of misgiv<strong>in</strong>gs, he (Tiberio) dutifully promoted the future of<br />

Germanicus». Eppure, ricorderemo come, a p. 211 del medesimo articolo, partendo dal presupposto che Tiberio non<br />

mostrò mai aperto risentimento verso quel predecessore il quale pure gli aveva preferito, nel tempo, <strong>di</strong>versi aemuli<br />

per la successione, si riconosca che, appena possibile, il pr<strong>in</strong>ceps riversò proprio su questi (e tra essi non v’era forse<br />

anche Germanico?) la propria frustrazione. Successivamente, comunque, Shotter, tornando sulla questione, ha<br />

riba<strong>di</strong>to che fu l’op<strong>in</strong>ione pubblica ad esasperare l’antagonismo tra Tiberio e Germanico: siccome il pr<strong>in</strong>ceps cercò<br />

<strong>di</strong> nascondere i propri timori relativi al figlio adottivo, le masse r<strong>in</strong>vennero «<strong>di</strong>etro la reticenza imperiale (…)<br />

propositi s<strong>in</strong>istri» (cfr. D.C.A. SHOTTER, Tiberio Cesare, cit., p. 57).<br />

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