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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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alle mene con cui cercò <strong>di</strong> procurarsi il favore dei senatori e dei clientes 161 , spesso<br />

co<strong>in</strong>cidenti gli uni con gli altri, il tutto sempre facili Tiberio atque (…) prono 162 .<br />

Dei misfatti che il potente m<strong>in</strong>istro perpetrò <strong>in</strong> seno alla corte <strong>di</strong> Tiberio, dunque<br />

del progetto <strong>di</strong> uccidere Druso e dell’adulterio con Livia, lo storico parla solo a IV<br />

3, laddove però la messa <strong>in</strong> opera dell’azione assass<strong>in</strong>a costituirà argomento,<br />

ad<strong>di</strong>rittura, <strong>di</strong> IV 8. Nell’ottica <strong>di</strong> una necessaria coerenza con la successione dei<br />

tre punti <strong>in</strong> cui Tacito aveva articolato il “piano <strong>di</strong> lavoro” fissato a IV 1, 1,<br />

peraltro pienamente rispettata per i primi due <strong>di</strong> essi, l’origo ed i mores; nell’ottica<br />

<strong>di</strong> tale coerenza, dunque, non si può far co<strong>in</strong>cidere il fac<strong>in</strong>us solo ed<br />

esclusivamente con «the murder of Drusus», a meno <strong>di</strong> non essere <strong>di</strong>sposti ad<br />

accettare l’idea <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> vuoto narrativo, <strong>di</strong> sospensione della ricostruzione<br />

storiografica, che si determ<strong>in</strong>erebbe <strong>in</strong> corrispondenza dell’<strong>in</strong>tero secondo capitolo<br />

del libro 163 , e del ricordo delle scaltre manovre compiute da Seiano nei suoi<br />

rapporti con le coorti pretorie, con i senatori, con i clientes. Inoltre, va posto nella<br />

dovuta evidenza come Tacito, parlando dell’arco temporale che il Volus<strong>in</strong>o<br />

sapientemente fece <strong>in</strong>tercorrere tra l’uno e l’altro dei suoi crim<strong>in</strong>i compiuti a corte,<br />

accenni ad <strong>in</strong>tervalla scelerum, necessari perché richiesti dal dolus 164 : l’uccisione<br />

<strong>di</strong> Druso risulta <strong>in</strong> tal modo essere, nell’espressione e nella coscienza storiografica<br />

tacitiana, uno scelus fra molti, piuttosto che un fac<strong>in</strong>us 165 . Alle considerazioni<br />

161<br />

Cfr. Ann. IV 2, 3, neque senatorio ambitu abst<strong>in</strong>ebat clientes suos honoribus aut prov<strong>in</strong>c<strong>ii</strong>s ornan<strong>di</strong>. Al riguardo,<br />

R.H. MARTIN - A.J. WOODMAN, Tacitus. Annals IV, cit., p. 89, puntualizzano che «the senators are the second<br />

object of Sejanus’ attention after the troops; the third will be the emperor himself». Invero, penso che l’osservazione<br />

dei due commentatori debba essere <strong>in</strong>tegrata con quanto sostenuto, <strong>di</strong>versi anni prima, da R. SYME, Seianus on the<br />

Avent<strong>in</strong>e, «Hermes» 84, 1956, pp. 257-66 (part., p. 260): Seiano mirò anche ad accattivarsi la plebs, che «was not<br />

just a mass and a mob», ma anzi «had a corporate existence». Infatti un’iscrizione (ILS 6044) mutila, trovata a<br />

Roma, ricorda le modalità attraverso cui Seiano fu eletto console nel 31. Ebbene, tale elezione ebbe luogo<br />

sull’Avent<strong>in</strong>o, fatto questo eccezionale <strong>in</strong> quanto i comitia centuriata si tenevano <strong>in</strong> Campo Marzio (e poi, dal 14,<br />

Tiberio trasferì l’elezione <strong>in</strong> senato). Ora, se davvero si deve credere che lo sfondo per almeno una parte (o per i<br />

prelim<strong>in</strong>ari) dell’elezione a console del Volus<strong>in</strong>o fu l’Avent<strong>in</strong>o, è evidente che con questa mossa il prefetto del<br />

pretorio volle astutamente <strong>in</strong>staurare un legame tra sè e la plebs, per la quale si sa quanto importante fosse il colle <strong>in</strong><br />

questione. Tornando al luogo citato, ricor<strong>di</strong>amo <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e che L. LENAZ, <strong>in</strong> Tacito, cit., p. 1178, sottol<strong>in</strong>ea il paradosso<br />

per cui dei senatori erano f<strong>in</strong>iti per essere clientes <strong>di</strong> un eques.<br />

162<br />

Ibid. Sulla coppia <strong>di</strong> aggettivi, cfr. <strong>in</strong>fra.<br />

163<br />

Ed anzi, ad<strong>di</strong>rittura, dei capitoli che vanno dal secondo al settimo, visto che, come si è detto, l’omici<strong>di</strong>o è narrato<br />

solo a IV 8.<br />

164<br />

Ann. IV 3, 1.<br />

165<br />

E’ vero che lo storico, <strong>in</strong> riferimento alla tresca posta <strong>in</strong> essere da Seiano e all’allontanamento della moglie<br />

Apicata, parla <strong>di</strong> magnitudo fac<strong>in</strong>oris (cfr. Ann. IV 3, 5): ma ritengo che, anche qui, l’allusione sia ad una<br />

“grandezza dell’impresa, dell’azione, della macch<strong>in</strong>azione”, più che alla “grandezza del delitto”.<br />

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