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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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l’altro tutti i giovani rampolli della sua famiglia ai quali avrebbe <strong>di</strong> volta <strong>in</strong> volta<br />

pensato come a dei vali<strong>di</strong> ere<strong>di</strong>: Marcello, figlio <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Marcello e <strong>di</strong> Ottavia,<br />

morto nel 23 a. C., e gli amatissimi Lucio e Gaio Cesari 7 , nati dall’unione tra il<br />

generale Agrippa e Giulia I, figlia del pr<strong>in</strong>ceps, ma presto scomparsi,<br />

rispettivamente, nel 2 e nel 4 d. C. All’appressarsi della morte del pr<strong>in</strong>ceps,<br />

dunque, Tiberio, essendo defunto da tempo anche suo fratello Druso I (9 a. C.),<br />

rappresentava l’unico uomo capace <strong>di</strong> reggere l’Impero nell’attesa che crescesse e<br />

maturasse Germanico; questi, nato proprio da Druso I, era stato imposto come<br />

figlio adottivo 8 da Augusto a Tiberio stesso nel 4 d. C., anno peraltro <strong>in</strong> cui fu<br />

ratificata anche l’adozione <strong>di</strong> Tiberio da parte del pr<strong>in</strong>ceps 9 . L’obbligo <strong>di</strong> adottare<br />

il nipote, aggiunto al fatto che Tiberio era già padre <strong>di</strong> quel Druso II a cui Augusto<br />

parve non dare alcuna importanza, <strong>di</strong>mostra come il pr<strong>in</strong>ceps volesse porre una<br />

significativa limitazione al potere del suo successore nel momento stesso <strong>in</strong> cui<br />

glielo conferiva, facendo nel contempo un estremo tentativo <strong>di</strong> garantire al proprio<br />

storico riferisce dell’impossibilità <strong>in</strong> cui si trovava Tiberio <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che la madre costituisse per lui una<br />

dom<strong>in</strong>ationis socia, e ne fornisce la seguente motivazione: cum dom<strong>in</strong>ationem ipsam donum eius accepisset. E<br />

magari proprio a Tiberio – o, almeno, anche a Tiberio - pensava l’amico <strong>di</strong> Tacito, Pl<strong>in</strong>io il Giovane, quando si<br />

rivolgeva a Traiano (Paneg. 7, 4) <strong>di</strong>cendo itaque adoptatus es non, ut prius alius atque alius, <strong>in</strong> gratiam uxoris. Il<br />

successore <strong>di</strong> Augusto, dal canto suo, cercò sempre <strong>di</strong> fare <strong>in</strong> modo che non lo si ritenesse salito al trono appunto per<br />

le trame <strong>di</strong> Livia piuttosto che per una scelta del Senato: Ann. I 7, 7, (Tiberio) dabat et famae ut vocatus electusque<br />

potius a re publica videretur quam per uxorium ambitum et senili adoptione <strong>in</strong>repsisse. Cfr. anche Suet., Tib. 21: il<br />

biografo riferisce le voci sulla possibilità che Augusto expugnatum precibus uxoris adoptionem non abnuisse, né<br />

tace il fatto che per alcuni il pr<strong>in</strong>ceps avesse maturato la propria decisione ambitione tractum, ut tali successore<br />

desiderabilior quandoque fieret (è, questo, il concetto cui rimanda anche la celebre comparatio deterrima <strong>di</strong> Ann. I<br />

10, 7). Svetonio, però, non crede ad alcuno <strong>di</strong> tali malevoli sospetti, ipotizza che il pr<strong>in</strong>cipe vit<strong>ii</strong>s Tiber<strong>ii</strong><br />

virtutibusque perpensis potiores duxisse virtutes e cita anche stralci <strong>di</strong> lettere che possano fornire prove della stima e<br />

dell’affetto <strong>di</strong> Augusto nei confronti <strong>di</strong> Tiberio. Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> avere un quadro ancora più completo della questione<br />

relativa alla scelta <strong>di</strong> Tiberio da parte del v<strong>in</strong>citore <strong>di</strong> Azio, è necessario citare anche la posizione <strong>di</strong> Cassio Dione, il<br />

quale a LVII 3, 3, ricorda che e\peidhè h| Liouiéa a"kontov tou% Au\gouéstou thèn a\rchèn au\t§% (a<br />

Tiberio) peripepoihkeénai e\leégeto (Tiberio) e"pratten o$pwv mhè par} e\keiénev (kaiè gaèr paénu<br />

au\t+% h"cjeto) a\llaè paraè th%v boulh%v a\nagkastoév, w|v kaiè kataè a\rethén sfwn prohékwn,<br />

doéxeien au\thèn ei\lhfeénai (per il testo dello storico greco, qui come altrove, cfr. U.P. BOISSEVAIN, Cass<strong>ii</strong><br />

Dionis Cocceiani Historiarum Romanarum quae supersunt, I-V, ed. U.P. B., Berol<strong>in</strong>i, Weidemann 1895-1931).<br />

7 Sugli onori precocemente tributati loro, cfr. Res Gestae 14, e Tac. Ann. I 3, 2. Delle morti sospette cui essi<br />

andarono <strong>in</strong>contro, della “presunta colpevole”, si <strong>di</strong>rà più avanti.<br />

8 Cfr. Ann. I 3, 5: (…) Germanicum, Druso ortum, octo apud Rhenum legionibus imposuit (Augusto) adscirique per<br />

adoptionem a Tiberio iussit, e Suet. Tib. 15, coactus (Tiberio) prius ipse Germanicum fratris sui filium adoptare, e<br />

Cal. 4, sic probatus et <strong>di</strong>lectus (Germanico) a suis ut Augustus (…) adoptandum Tiberio dederit.<br />

9 Prima <strong>di</strong> essere adottato nel 4 d. C., Tiberio aveva ricevuto (nel 6 a. C.?) la tribunicia potestas (su cui cfr. <strong>in</strong>fra);<br />

questa, r<strong>in</strong>novatagli per 10 anni (o forse a vita) nel 13 d. C., anno <strong>in</strong> cui, appunto, vi dovette essere anche la<br />

concessione dell’imperium proconsulare, <strong>di</strong> fatto associava nel potere il figlio <strong>di</strong> Livia al suo patrigno. Sulla<br />

cronologia della progressiva acquisizione <strong>di</strong> poteri e cariche da parte <strong>di</strong> Tiberio, comunque, vi sono notevoli<br />

<strong>in</strong>certezze; per una ricognizione delle <strong>di</strong>verse possibilità, cfr. F.R.D. GOODYEAR, The Annals of Tacitus, Books 1-6,<br />

e<strong>di</strong>ted with a commentary by F.R.D. G., volume I (Annals 1, 1-54) Cambridge 1972, p. 112.<br />

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