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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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essere <strong>in</strong>tenzionato a conferirgli perf<strong>in</strong>o la tribunicia potestas, peculiare<br />

dell’imperatore 135 : Seiano, <strong>in</strong>somma, nel 31, poteva sembrare ad un passo<br />

dall’associazione al potere imperiale. Per quanto concerne poi l’episo<strong>di</strong>o decisivo<br />

del rapporto tra l’imperatore ed il suo praefectus praetor<strong>ii</strong>, è noto che la natura<br />

fortemente lacunosa del testo <strong>degli</strong> Annales proprio <strong>in</strong> corrispondenza della<br />

narrazione relativa al crollo <strong>di</strong> Seiano, rappresenti un serio, forse <strong>in</strong>superabile<br />

problema per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso 136 . Meritano certo menzione le argomentazioni <strong>di</strong> quanti<br />

sostengono che su Tiberio furono esercitate forti pressioni da parte <strong>di</strong> rilevanti<br />

gruppi <strong>di</strong> potere, miranti ad abbattere la autorità del Volus<strong>in</strong>o, ormai <strong>di</strong>venuta per<br />

loro <strong>in</strong>tollerabilmente smisurata 137 ; non<strong>di</strong>meno, ritengo si debba tenere nella<br />

135 Essa era stata conferita a vita dal senato ad Augusto nel 23 a. C., e venne poi attribuita a lui ed ai suoi ere<strong>di</strong> «ex<br />

senatusconsulto da una apposita lex tributa», non <strong>in</strong>cludendo, nelle prime fasi, «il limitato ius tribunicium<br />

precedentemente goduto da Augusto e fonte specifica della sua sacrosanctitas». In base alla potestà tribunizia, il<br />

pr<strong>in</strong>ceps poteva convocare, presiedendole, le assemblee senatorie, nonché esercitare il ius <strong>in</strong>tercessionis contro tutte<br />

le cariche magistratuali, così come un tempo era stato consentito ai tribuni della plebe: questi, però, non avevano<br />

facoltà <strong>di</strong> <strong>in</strong>tercedere contro il pr<strong>in</strong>ceps, non essendo egli loro collega né, tanto meno, un magistrato. «L’istituto<br />

pose dunque il pr<strong>in</strong>ceps <strong>in</strong> una situazione <strong>di</strong> <strong>in</strong>s<strong>in</strong>dacabilità nella respublica; fu il mezzo <strong>in</strong><strong>di</strong>retto del suo prepotere<br />

<strong>in</strong> essa e fu la fonte <strong>di</strong> tutte le attribuzioni che vennero <strong>in</strong> sèguito implicitamente o esplicitamente a lui<br />

riconosciute». Per le <strong>in</strong>formazioni e le citazioni da me riportate relativamente a quella che rappresentò una delle due<br />

pr<strong>in</strong>cipali potestà del pr<strong>in</strong>ceps - l’altra fu l’imperium proconsulare maius et <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itum -, def<strong>in</strong>itasi sostanzialmente<br />

negli anni tra il 27 ed il 23 a.C., cfr. A. GUARINO, Storia del Diritto Romano, Napoli 1948 (10 a e<strong>di</strong>zione, ibid. 1994),<br />

pp. 392 s.<br />

136 La motivazione ufficiale fornita dal regime fu quella <strong>di</strong> aver voluto abbattere chi aveva cospirato contro il<br />

pr<strong>in</strong>cipe, così meritandosi il titolo <strong>di</strong> hostis publicus: cfr. ILS 157, ed. H. DESSAU, Berol<strong>in</strong>i 1892-1916 (rist. 1954-<br />

55). Passando <strong>in</strong>vece alle fonti letterarie, Svetonio (<strong>di</strong> Tacito <strong>di</strong>rò tra breve), dopo aver ricordato che Tiberio<br />

affermò falsamente <strong>di</strong> avere elim<strong>in</strong>ato Seiano per punirlo della persecuzione ai danni <strong>degli</strong> ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Germanico (Tib.<br />

61), parla della decisione, presa da Tiberio, <strong>di</strong> elim<strong>in</strong>are Seianum res novas molientem, facendo poi riferimento ad<br />

una coniuratio or<strong>di</strong>ta da Seiano stesso (Tib. 65). Dione – o, meglio, il suo epitomatore Zonara –scrive seccamente<br />

(LVIII 3, 9) che Tiberio, dopo aver <strong>in</strong>nalzato Seiano a grande potenza, lo elim<strong>in</strong>ò, senza alcun riferimento ad<br />

eventuali pressioni senatoriali esercitate sull’imperatore (per l’eventuale ruolo dei gruppi <strong>di</strong> potere, cfr. <strong>in</strong>fra) né,<br />

tanto meno, ad una congiura messa <strong>in</strong> pie<strong>di</strong> dal prefetto del pretorio. Lo storico greco, a questo proposito, si limita<br />

ad osservare che Seiano, <strong>in</strong>certo se passare all’azione a causa dell’<strong>in</strong>decifrabile atteggiamento <strong>di</strong> Tiberio, avrebbe<br />

forse anche tentato un colpo militare se non avesse percepito il grande favore popolare <strong>di</strong> cui godeva Gaio, figlio <strong>di</strong><br />

Germanico, il futuro imperatore Caligola, che Tiberio aveva lasciato <strong>in</strong>tendere avrebbe voluto come proprio<br />

successore (cfr. LVIII 8, 1-2). Dione, <strong>in</strong>oltre, accenna al rammarico che assalì Seiano, quando questi si vide<br />

abbandonato da chi prima lo adulava, <strong>di</strong> non aver dato la stura ad una rivolta militare al tempo del suo consolato<br />

(LVIII 8, 3): lo stesso storico però, ripeto, non parla mai <strong>di</strong> una congiura. Interessante mi sembrerebbe, piuttosto, la<br />

lettura <strong>di</strong> LVIII 12, 6, laddove Seiano è presentato come colui che au\toiè [i senatori] tai%v te u|perbolai%v kaiè<br />

tai%v ka<strong>in</strong>oéthsi tw%n timw%n proèv toèn o"lejron prohégagon (…). Cosa vuole <strong>in</strong>tendere, qui, Dione? Forse<br />

che parte del Senato cospirò contro Seiano, e che magari i patres lo rov<strong>in</strong>arono “<strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente”, <strong>in</strong>nalzandolo<br />

sempre più e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> creando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> base per la <strong>di</strong>ffidenza e, poi, per la violenza <strong>di</strong> Tiberio? Come mostrerò<br />

più avanti, a qualcosa del genere può darsi avesse pensato anche Tacito, con la <strong>di</strong>fferenza che, a mio parere, secondo<br />

lo storico lat<strong>in</strong>o fu Seiano che si rov<strong>in</strong>ò da sé, concentrando nelle proprie mani un potere sempre maggiore e, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>,<br />

gettando le basi per la sua crudele, improvvisa elim<strong>in</strong>azione decretata dal pr<strong>in</strong>ceps.<br />

137 Secondo R. SEALEY, The Political Attachments of L. Aelius Seianus, «Phoenix» 15, 1961, pp. 97-114 (part. p.<br />

98), già dal 14 d. C. c'era a corte un gruppo che assumeva atteggiamenti decisamente <strong>in</strong><strong>di</strong>pendenti rispetto a Tiberio,<br />

gruppo del quale Seiano era un giovane membro. Tale cricca mantenne <strong>in</strong>tatto il proprio potere anche durante tutto il<br />

regno <strong>di</strong> Tiberio, vedendo arrivare al consolato <strong>di</strong>versi suoi membri, alcuni dopo il fati<strong>di</strong>co 31. La consistenza della<br />

pars Seiani, secondo Sealey, dovette consigliare a Tiberio molta prudenza nell'attaccare il suo prefetto del pretorio;<br />

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