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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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viaggio a Pianosa, che Livia fu colpevole dell’avvelenamento <strong>di</strong> Augusto: la malevola allusione dovette<br />

costituire un elemento portante della denigrazione <strong>di</strong> Livia che Tacito, su questo pare non possano<br />

sussistere dubbi, pone <strong>in</strong> essere f<strong>in</strong> da subito.<br />

Ora, tra la “lettura” <strong>di</strong> Charlesworth e quella <strong>di</strong> Marasco, alle quali bene si può ricondurre <strong>in</strong><br />

ultima istanza il <strong>di</strong>battito, non mi sentirei <strong>di</strong> prendere una decisa posizione, ma vorrei pur fare<br />

un’osservazione. Ritengo <strong>in</strong>nanzitutto opportuno accogliere quanto giustamente sostiene C. Formicola 120 ,<br />

e cioè che Tacito, riportando a I 5, 1 la <strong>di</strong>ceria sul presunto <strong>in</strong>contro riappacificatore, avvenuto a Pianosa,<br />

tra Augusto e Agrippa Postumo, sembrerebbe voler <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente avvalorare la voce sulla colpevolezza<br />

<strong>di</strong> Livia nella morte del marito. Penso si debba <strong>in</strong>fatti concordare con quanto lo stesso Formicola afferma<br />

a p. 48, n. 62 del medesimo articolo: non conta quanto <strong>di</strong> vero vi fosse <strong>di</strong>etro il racconto dell’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Pianosa, bensì il fatto che emerga «(…) l’<strong>in</strong>tenzione <strong>di</strong> Tacito <strong>di</strong> far comprendere che senza gli opportuni<br />

<strong>in</strong>terventi <strong>di</strong> Livia Tiberio non sarebbe mai <strong>di</strong>ventato imperatore, e che qu<strong>in</strong><strong>di</strong> il figlio contraeva un<br />

pesante debito nei confronti della madre, un motivo che sarà poi piuttosto ricorrente nella narrazione<br />

tacitiana». Come osserva R. Mart<strong>in</strong> 121 , Tacito, partendo da dati <strong>di</strong> fatto, spesso arricchisce la propria<br />

narrazione con «non factual material» (l’espressione è <strong>di</strong> Bessie WALKER, The Annals of Tacitus, cit., pp.<br />

33 s. e p. 158, dove si sostiene che tali materiali per Tacito sono «part of his more elaborate narrative<br />

technique»), con cui stabilisce il tono morale ed emotivo che vuole evocare nel lettore. Ove si convenga<br />

che, nei capitoli d’apertura del I libro, lo storico ha, tra gli altri, l’<strong>in</strong>tento <strong>di</strong> denigrare pesantemente Livia,<br />

si potrebbe scorgere qui appunto un caso <strong>di</strong> “materiale non fattuale” (i rumores sulle colpe dell’Augusta<br />

nella morte dello sposo e poi <strong>di</strong> Agrippa Postumo) <strong>in</strong>serito su un sostrato <strong>di</strong> dati sicuri e certi: se davvero<br />

le cose stessero così, la mia osservazione <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> prassi narrativa potrebbe fornire alla lettura<br />

proposta da Marasco un altro punto d’appoggio, oltre a quelli <strong>di</strong> cui la aveva già dotata lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso nel suo<br />

<strong>in</strong>teressante contributo.<br />

120 C. FORMICOLA, I rumores nell’esade…, cit., p. 47.<br />

121 R. MARTIN, Tacitus and the Death of Augustus, «CQ» 5, 1955, pp. 123-28 (part., p. 127).<br />

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