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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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è def<strong>in</strong>ito dallo storico anxius <strong>in</strong> se occultis patrui 465 aviaeque o<strong>di</strong>is 466 . Non<br />

manca, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un caso <strong>in</strong> cui questa sfera semantica dell’ “ansietà angosciosa”<br />

trovi applicazione relativamente alla figura <strong>di</strong> Livia, una anus potentiae anxia,<br />

secondo quanto scrive Tacito 467 . La somiglianza delle scelte lessicali è notevole, <strong>di</strong><br />

sicuro non casuale, altresì significativa. In primo luogo, è <strong>di</strong> palmare evidenza, ed<br />

<strong>in</strong>sieme conferma quanto ho precedentemente sostenuto, il fatto che Livia e<br />

Germanico destavano secondo Tacito la stessa sensazione <strong>di</strong> angoscioso ed<br />

angosciato timore nell’animo <strong>di</strong> Tiberio, <strong>in</strong> quanto entrambi, potenzialmente,<br />

m<strong>in</strong>acce <strong>in</strong>quietanti per il suo potere 468 . Ma forse la nostra breve riflessione su<br />

questa sorta <strong>di</strong> “lessico dell’angoscia” 469 può acquisire un respiro ancora maggiore.<br />

Nel circuito che si crea tra Tiberio, Livia e Germanico, <strong>di</strong>fatti, osserviamo come il<br />

pr<strong>in</strong>cipe ed il suo figlio adottivo esercit<strong>in</strong>o ed <strong>in</strong>sieme subiscano, vicendevolmente,<br />

l’angoscioso timore, e come poi lo stesso accada a Tiberio a causa <strong>di</strong> Livia, ed a<br />

Germanico sempre – almeno <strong>in</strong> parte – per effetto della reg<strong>in</strong>a madre.<br />

Quest’ultima, dunque, è significativamente il solo personaggio, fra i tre, che riesca<br />

spiegazione, <strong>in</strong>fatti, può essere r<strong>in</strong>venuta a I 7, 6, laddove Tacito ricorda il timore del pr<strong>in</strong>ceps (e, si può supporre,<br />

anche da colei che per farlo tale tanto aveva brigato) che Germanicus, <strong>in</strong> cuius manu tot legiones, immensa<br />

sociorum auxilia, mirus apud populum favor, habere imperium quam exspectare mallet. E’ il comando delle legioni,<br />

è la grande simpatia popolare, dunque, a scatenare e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> a spiegare l’avversione dell’imperatore e <strong>di</strong> sua madre,<br />

soltanto <strong>in</strong> ciò unanimi e concor<strong>di</strong>. Inoltre, l’accenno ad un Germanico che potesse voler prendere piuttosto che<br />

attendere il potere imperiale, un potere cioè a lui dest<strong>in</strong>ato, mostra chiaramente, a mio parere, che il Tacito <strong>di</strong> I 33<br />

già ben conosceva le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> successione pre<strong>di</strong>sposte da Augusto, nel segno del programma <strong>di</strong> un graduale<br />

passaggio dell’imperium da Tiberio al figlio adottivo <strong>di</strong> quest’ultimo: tale programma trova a IV 57, 3 una più<br />

esplicita, ma non certamente la prima esposizione negli Annales.<br />

465<br />

A proposito dell’uso <strong>di</strong> patruus <strong>in</strong> relazione a Tiberio, che <strong>di</strong> Germanico era anche padre, benché adottivo, L.<br />

LENAZ, <strong>in</strong> Tacito, cit., p. 1131 sottol<strong>in</strong>ea che «Tacito evita (…) “padre” (adottivo), quasi a sottol<strong>in</strong>eare i cattivi<br />

rapporti tra l’imperatore e Germanico: patruus, lo zio paterno, è nella cultura romana figura proverbialmente (…)<br />

severa, contrapposta all’avunculus, lo zio materno (…)». L’osservazione del commentatore, <strong>in</strong>vero, si riferisce a III<br />

5, 2, ma per il suo contenuto può ben essere applicata al luogo che sto ora esam<strong>in</strong>ando.<br />

466<br />

Per spiegare le motivazioni <strong>in</strong> base alle quali Germanico sentiva come <strong>in</strong>iquae le causae <strong>degli</strong> o<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Tiberio<br />

(oltre che <strong>di</strong> Livia, naturalmente), D.C.A. SHOTTER, Tacitus, Tiberius and…, cit., p. 26 e n. 14, fa due proposte,<br />

delle quali soltanto la seconda, <strong>in</strong>vero ovvia per il lettore <strong>di</strong> Tacito, mi sembra con<strong>di</strong>visibile: gli o<strong>di</strong>a erano<br />

immotivati e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>in</strong>giusti perché Tiberio, da parte sua, temeva ed o<strong>di</strong>ava Germanico ritenendolo un pericolo per<br />

la stabilità del suo potere personale, ma Germanico, <strong>di</strong> contro, faceva tutto il possibile per mostrarsi fedele e<br />

deferente nei confronti del pr<strong>in</strong>ceps (cfr. ad esempio I 34, 1). Più <strong>di</strong>fficile mi sembra concordare con la prima<br />

ipotesi avanzata da Shotter, il quale ritiene che Tacito volesse def<strong>in</strong>ire <strong>in</strong>giusto quell’o<strong>di</strong>o per il fatto che esso<br />

nasceva da una imposizione – adottare Germanico, così subor<strong>di</strong>nando il figlio <strong>di</strong> Tiberio stesso, Druso II –, <strong>di</strong> cui <strong>in</strong><br />

fondo era stato responsabile Augusto, e per la quale dunque lo sfortunato nipote del pr<strong>in</strong>cipe non poteva aver colpa.<br />

A mio parere <strong>in</strong> questo modo si complica eccessivamente il senso <strong>di</strong> un testo che <strong>in</strong>vece mi sembra assai perspicuo.<br />

467<br />

Ann. IV 12, 4.<br />

468<br />

E non si mancherà <strong>di</strong> richiamare, a proposito <strong>di</strong> I 14, 2, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> Livia, quanto detto sopra, proprio parlando <strong>di</strong><br />

Germanico, <strong>in</strong> relazione al term<strong>in</strong>e <strong>in</strong>vi<strong>di</strong>a.<br />

469<br />

Sul tema o sul lessico della paura e dell’angoscia <strong>in</strong> Tacito, ricorderei tra gli altri W.R. HEINZE, Die Furcht als<br />

politisches Phänomen bei Tacitus, Amsterdam 1975, e Eugenia MASTELLONE IOVANE, Paura e angoscia <strong>in</strong> Tacito,<br />

Napoli 1991.<br />

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