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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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<strong>in</strong> ragione <strong>di</strong> un confronto con la scaltra e sagace astuzia <strong>di</strong> cui il sovrano si serve<br />

per sfruttare e poi rov<strong>in</strong>are il prefetto del pretorio.<br />

L’essere, come si è detto sopra, un elemento <strong>in</strong>terno al potere, rende<br />

naturalmente Livia più simile e più vic<strong>in</strong>a a Germanico che non a Seiano, dal<br />

momento che anche il figlio adottivo <strong>di</strong> Tiberio avrebbe avuto <strong>in</strong> sé stesso tutti i<br />

requisiti necessari per puntare, ove lo avesse voluto, alla dom<strong>in</strong>atio; anche a<br />

proposito del giovane condottiero, la pag<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Tacito sembra sp<strong>in</strong>gere il lettore ad<br />

istituire dei paralleli tra due figure che vuole si richiam<strong>in</strong>o l’una con l’altra,<br />

seppure a <strong>di</strong>stanza. Partiamo da una considerazione, cui si è accennato nel capitolo<br />

I, e che è relativa ad una situazione narrativa proposta da Tacito: lo storico<br />

parrebbe voler determ<strong>in</strong>are una analogia tra Germanico e Livia <strong>in</strong> quello che è<br />

l’atteggiamento assunto ad un dato momento da Tiberio nei loro riguar<strong>di</strong>. Forse,<br />

però, la analogia fu più nella ricostruzione tacitiana che nella storia, sicché si potrà<br />

avanzare l’ipotesi che essa serva all’autore anche, non certo soltanto, per mettere la<br />

madre ed il figlio adottivo <strong>di</strong> Tiberio sullo stesso piano, almeno s<strong>in</strong>o ad un certo<br />

punto. A seguito del <strong>di</strong>scusso decesso <strong>di</strong> Germanico, Tiberio, <strong>in</strong> ciò appaiato<br />

proprio a Livia, evitò <strong>di</strong> prendere parte alle cerimonie funebri 451 <strong>in</strong> onore del suo<br />

giovane aemulus: Tiberius atque Augusta publico abst<strong>in</strong>uere 452 . Orbene, quando<br />

arrivò il momento, il pr<strong>in</strong>ceps – racconta Tacito – si comportò allo stesso modo<br />

con la propria madre: at Tiberius, quod supremis <strong>in</strong> matrem offic<strong>ii</strong>s defuisset, nihil<br />

451 Va <strong>in</strong>vero precisato che quelli <strong>di</strong> cui si legge a III 5 non sono dei veri e propri funerali: giustamente L. LENAZ <strong>in</strong><br />

Tacito, cit., p. 1130 osserva che essi a Germanico eran già toccati (cfr. II 73, 1) e che «era vietato celebrare due<br />

volte le esequie per la stessa persona (Cic. leg. II 60)».<br />

452 Ann. III 3, 1. Tacito, poi, a III 3, 3 attribuisce alle imposizioni <strong>di</strong> Tiberio e <strong>di</strong> Livia anche l’assenza <strong>di</strong> Antonia,<br />

nonna del defunto: lo storico non <strong>di</strong>ce che Antonia partecipò almeno alla programmazione dei funerali <strong>di</strong><br />

Germanico, cosa che appren<strong>di</strong>amo dalla Tabula Siarensis, documento epigrafico <strong>di</strong> eccezionale importanza,<br />

scoperto <strong>in</strong> Spagna, ed utile per chiarire più <strong>di</strong> una questione (per es., l’or<strong>di</strong>ne delle misure adottate per onorare<br />

Germanico, o la cronologia delle salutationes imperatoriae <strong>di</strong> Germanico stesso). Così comportandosi Tacito,<br />

secondo H.L. FLOWER, Ancestors Masks and Aristocratic Power <strong>in</strong> Roman Culture, Oxford 1996, p. 251, è «guilty<br />

of a deliberate misrepresentation, or at best a considerable overstatement». A mio avviso, <strong>in</strong>vece, è fuori <strong>di</strong>scussione<br />

che Tacito abbia operato una « deliberate misrpresentation», <strong>in</strong> cui trova un sostegno ulteriore a cui appoggiarsi nel<br />

proprio tentativo <strong>di</strong> accomunare la coppia reale ponendola <strong>in</strong> una luce completamente negativa, dopo aver già<br />

gettato fosche ombre su Tiberio – si è visto – e su Livia – si vedrà – narrando della morte <strong>di</strong> Germanico. Il luogo <strong>in</strong><br />

questione, dunque, si <strong>in</strong>serisce perfettamente nel quadro complessivo del<strong>in</strong>eato dallo storico, ed è anzi funzionale<br />

alla sua compiutezza: tutto è volto a mettere <strong>in</strong> rilievo la malvagità dei due sovrani (a giusta ragione A.J. WOODMAN<br />

– R.H. MARTIN, The Annals of Tacitus. Book 3, cit., p. 92 sottol<strong>in</strong>eano che «the whole passage (…) provides<br />

elaborate evidence for the hypocrisy of Tib. and Livia»).<br />

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