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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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iflettere sul piano del vocabolario dell’autore le associazioni stabilite dalla sua<br />

ispirazione.<br />

Ciò detto, mi pare si possa avanzare un’ipotesi <strong>in</strong>terpretativa <strong>di</strong> dati testuali<br />

non casualmente ricorrenti, e perciò stesso meritevoli <strong>di</strong> attenzione. Considero<br />

plausibile affermare che nella pag<strong>in</strong>a tacitiana risult<strong>in</strong>o tra sé affiancate – anche a<br />

mezzo della puntuale ripresa lessicale – alcune precise situazioni, e che all’<strong>in</strong>terno<br />

<strong>di</strong> esse si trov<strong>in</strong>o appaiati pure coloro su cui Tacito, ora con maggiore, ora con<br />

m<strong>in</strong>ore certezza, <strong>in</strong> modo ora più, ora meno scoperto, vuol fare ricadere la<br />

responsabilità dell’assass<strong>in</strong>io, o sulla cui figura vuole comunque gettare una fosca<br />

nube <strong>di</strong> sospetti. In altre parole ritengo che nell’offic<strong>in</strong>a letteraria del Tacito<br />

narratore vi sia una sorta <strong>di</strong> toépov, <strong>di</strong> “pezzo tipico”, quello relativo, appunto,<br />

alle false voci <strong>di</strong> guarigione che si <strong>di</strong>ffondono poco prima della morte <strong>di</strong> un<br />

personaggio politico <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssimo peso e, soprattutto, presumibilmente<br />

assass<strong>in</strong>ato, e che lo storico vi faccia ricorso nei tre casi sopra citati, così <strong>di</strong> fatto, a<br />

mezzo dell’<strong>in</strong>tratestualità, accomunandoli tra loro. Il laconico e <strong>di</strong>rei quasi<br />

sentenzioso nec obstitit falsis Tiberius <strong>di</strong> II 82, 5, dunque, acquisisce una notevole<br />

valenza per l’<strong>in</strong>terprete, ponendosi come una delle più rilevanti “spie” del pensiero<br />

dell’autore che è possibile r<strong>in</strong>venire negli Annales. Come era accaduto prima con<br />

Livia ed Augusto, come si sarebbe poi verificato al tempo <strong>di</strong> Agripp<strong>in</strong>a e <strong>di</strong><br />

Clau<strong>di</strong>o, così nel caso del grande figlio <strong>di</strong> Druso I vi fu chi ne cagionò la morte, o<br />

comunque ne fu complice, e dopo <strong>di</strong> essa lasciò propagarsi fallaci notizie <strong>di</strong><br />

guarigione. Tacito, dunque, si serve anche dell’uso reiterato <strong>di</strong> questo “modulo<br />

narrativo tipico” 378 per formulare il proprio <strong>in</strong>esorabile (pure stavolta, mascherato)<br />

378 A. DE VIVO, Le parole ambigue della storia…, cit., pp. 90 ss., pone con acume l’accento sulle implicazioni che<br />

derivano all’<strong>in</strong>terprete <strong>degli</strong> Annales da un parallelo, agevolmente istituibile, tra quanto Tacito racconta su<br />

Germanico e quanto, anni prima, aveva scritto sul proprio suocero nell’Agricola (Agr. 43, 2-3). Gli emissari <strong>di</strong><br />

Pisone, che a II 69, 3 si <strong>di</strong>ce fossero più volte andati a spiare il peggioramento della malattia, ricordano gli uom<strong>in</strong>i <strong>di</strong><br />

Domiziano, presenti al capezzale <strong>di</strong> Agricola morente. Come ciò aveva confermato lo storico nell’idea che suo<br />

suocero fosse morto a seguito <strong>di</strong> una congiura sulla quale, comunque, Tacito mai si esprime; allo stesso modo, negli<br />

Annales <strong>in</strong><strong>di</strong>zio <strong>di</strong> colpevolezza del legatus <strong>di</strong> Tiberio potrebbe essere il comportamento dei suoi emissari: «il<br />

riconoscimento dell’<strong>in</strong>tertesto è un altro elemento <strong>di</strong> sovrasenso che con<strong>di</strong>ziona il lettore (…) avvalorando l’ipotesi<br />

<strong>di</strong> avvelenamento» anche a proposito <strong>di</strong> Germanico, commenta De Vivo (p. 91). Ancora, lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso fa osservare (p.<br />

93) come l’Agricola che aveva scagionato dalle accuse Domiziano (Agr. 45, 3) pure per tutelare i parenti che gli<br />

sarebbero sopravvissuti, ricor<strong>di</strong> il Germanico che (apparentemente) allontana qualsiasi sospetto da Tiberio (Ann. II<br />

71, 4). Ho ripreso le conv<strong>in</strong>centi argomentazioni <strong>di</strong> De Vivo <strong>in</strong> quanto esse, fornendo vali<strong>di</strong> esempi da affiancare al<br />

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