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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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Pisone. Posto che Tacito <strong>di</strong>fficilmente dovette avere a <strong>di</strong>sposizione delle fonti per<br />

raccontare <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> e segreti colloqui i quali, altro dato significativo, sono assenti<br />

<strong>in</strong> Svetonio e Dione; posto dunque che, come escluderlo?, siamo ancora una volta<br />

<strong>in</strong>nanzi a potenziali “<strong>in</strong>venzioni” tacitiane, non sfuggirà all’<strong>in</strong>terprete la legittimità<br />

<strong>di</strong> un <strong>in</strong>serimento anche <strong>di</strong> questa comunicazione a <strong>di</strong>stanza, per <strong>in</strong>terposti figli, nel<br />

circuito dei rapporti <strong>di</strong> Tiberio con Pisone, <strong>in</strong> quel complesso gioco <strong>di</strong> echi,<br />

allusioni, richiami, riman<strong>di</strong>, situazioni che fan pendant tra loro. Ancora una volta,<br />

dunque, Pisone si configura come lo strumento <strong>di</strong> Tiberio, e tiene un<br />

comportamento speculare a quello del sovrano, <strong>in</strong> quanto, <strong>in</strong>viando suo figlio dal<br />

pr<strong>in</strong>cipe, ed andando egli stesso da Druso, cerca <strong>di</strong> salvaguardare la propria<br />

situazione personale; ad un espe<strong>di</strong>ente più o meno simile, però, ricorre anche<br />

Tiberio, e ad esso, potremmo supporre, l’ “<strong>in</strong>ventore” Tacito vuol far credere che<br />

Tiberio, <strong>in</strong>superabile, avesse già pensato prima, visto che ci mostra Druso II <strong>in</strong><br />

possesso <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni con ogni probabilità ricevuti <strong>in</strong> precedenza dalla bocca del<br />

padre. Sulla scorta <strong>di</strong> quanto emerso dalle ultime riflessioni sviluppate, io credo, si<br />

può ritornare al filone pr<strong>in</strong>cipale della nostra argomentazione, con la<br />

consapevolezza <strong>di</strong> aver r<strong>in</strong>venuto numerosi elementi sui quali fondare la tesi<br />

secondo cui Tacito determ<strong>in</strong>a un sottile gioco <strong>di</strong> corrispondenze per legare la figura<br />

<strong>di</strong> Pisone a quella del pr<strong>in</strong>cipe, anche servendosi, dunque, dei circuiti relazionali <strong>di</strong><br />

tipo familiare che co<strong>in</strong>volgono, oltre a Planc<strong>in</strong>a e Livia, gli stessi figli <strong>di</strong> Pisone e<br />

<strong>di</strong> Tiberio.<br />

Ora, resta <strong>in</strong>controvertibile il fatto che Tacito non parli mai <strong>di</strong> alcuna<br />

responsabilità colpevole <strong>di</strong> Pisone nell’exitus <strong>di</strong> Germanico, che è poi quanto egli<br />

fa anche, e <strong>di</strong> più, relativamente a Tiberio 362 . Ma, si potrebbe <strong>di</strong>re, questo è Tacito.<br />

Lo storico lat<strong>in</strong>o, <strong>in</strong>fatti, non dà certezze quando sa <strong>di</strong> non poterle dare; preferisce<br />

362 Su chi avesse assass<strong>in</strong>ato Germanico, l’ho già sottol<strong>in</strong>eato, Dione non nutre alcun dubbio. Tra l’imparzialità<br />

apparente <strong>di</strong> Tacito (il quale anzi, come ho detto e come riba<strong>di</strong>rò, ricorda quanto poco resse l’accusa <strong>di</strong> veneficio <strong>in</strong><br />

sede processuale), e la sicurezza accusatoria <strong>di</strong> Dione, collocherei la posizione <strong>di</strong> dubbio irrisolto – magari tendente<br />

alla condanna – che si ev<strong>in</strong>ce dalla lettura <strong>di</strong> Suet. Tib. 52 e Cal. 2: il biografo adopera <strong>in</strong>fatti espressioni come<br />

cre<strong>di</strong>tur ed ut op<strong>in</strong>io fuit. Sulla base dei luoghi menzionati, mi pare un po’ forzata l’affermazione <strong>di</strong> F. SAMPOLI, Le<br />

gran<strong>di</strong> donne <strong>di</strong> Roma antica…, cit., p. 133, il quale, parlando appunto della morte <strong>di</strong> Germanico, afferma che<br />

«Tacito, Svetonio, Dione sono concor<strong>di</strong> nell’affermare che (Germanico) fu avvelenato per or<strong>di</strong>ne più o meno<br />

esplicito <strong>di</strong> Tiberio». Per quanto concerne Tacito, <strong>in</strong>vero, ritengo che lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso debba sempre <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere tra ciò<br />

che lo storico lat<strong>in</strong>o afferma e ciò che egli <strong>in</strong>vece può voler far credere senza però mai pronunciarsi esplicitamente.<br />

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