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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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<strong>in</strong>sistere su dei dati psicologici e comportamentali che, è chiaro, servono poi a<br />

rendere più compiuta la def<strong>in</strong>izione del personaggio, dei personaggi, dei loro<br />

reciproci rapporti e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> porsi. Dal confronto tra i nostri pr<strong>in</strong>cipali testimoni<br />

letterari dei fatti che stiamo <strong>in</strong>dagando, io credo, si potrebbe desumere un<br />

importante <strong>in</strong><strong>di</strong>zio della presenza <strong>in</strong> Tacito <strong>di</strong> una strategia narrativa molto<br />

particolare, <strong>di</strong> sicuro ben def<strong>in</strong>ita, fondata sul cont<strong>in</strong>uo accumulo <strong>di</strong> materiali<br />

<strong>in</strong>formativi che, letti ed <strong>in</strong>terpretati nel loro <strong>in</strong>sieme, sembrerebbero tutti sp<strong>in</strong>gere<br />

il lettore <strong>in</strong> un’unica <strong>di</strong>rezione esegetica: Pisone e Tiberio hanno qualcosa (anzi,<br />

molto) <strong>in</strong> comune nella ricostruzione <strong>degli</strong> Annales, e l’accostamento delle due<br />

figure appena proposto consente <strong>di</strong> compiere un primo passo verso<br />

l’<strong>in</strong><strong>di</strong>viduazione dell’elemento <strong>di</strong> contatto che a mio parere Tacito volle stabilire<br />

tra le personalità <strong>in</strong> questione, nonché delle f<strong>in</strong>alità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terpretazione storiografica<br />

<strong>in</strong> base alle quali l’autore determ<strong>in</strong>ò la forte simiglianza tra i due personaggi che si<br />

sta ravvisando. Il comportamento sempre mite tenuto da Germanico nei confronti<br />

dei suoi “persecutori” e, per converso, le speculari pratiche vessatorie, le più o<br />

meno palesi angherie che caratterizzano gli atteggiamenti <strong>di</strong> Tiberio e <strong>di</strong> Pisone nei<br />

riguar<strong>di</strong> del giovane condottiero, potrebbero costituire la proiezione nel testo della<br />

volontà autoriale <strong>di</strong> appaiare il legatus al pr<strong>in</strong>ceps, facendo del primo un<br />

“emissario del male” del secondo, un altro Tiberio: tra i due uom<strong>in</strong>i, dunque, nella<br />

pag<strong>in</strong>a tacitiana si viene a determ<strong>in</strong>are un’importante e significativa<br />

corrispondenza, una rilevante simmetria f<strong>in</strong>alizzata, si potrebbe ipotizzare, a creare<br />

i presupposti perché nel giu<strong>di</strong>zio dell’operato <strong>di</strong> Pisone potesse poi risultare<br />

implicitamente co<strong>in</strong>volto anche Tiberio.<br />

sostenuto dalla Solimeno Cipriano; pur tuttavia, non mi sentirei, <strong>in</strong> mancanza <strong>di</strong> prove certe, <strong>di</strong> azzerare il marg<strong>in</strong>e<br />

<strong>di</strong> “libertà <strong>in</strong>ventiva” che si può essere <strong>di</strong>sposti a riconoscere allo storico lat<strong>in</strong>o. Soprattutto nel caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi<br />

privati, <strong>di</strong> atteggiamenti, <strong>di</strong> psicologie sottoposte a scavi profon<strong>di</strong>, Tacito potè benissimo «<strong>in</strong>ventare ex nihilo», né si<br />

vorrà davvero pensare che eventuali spunti trovati nelle fonti per siffatte materie fossero altro che elucubrazioni e<br />

congetture personalissime (e credo che il raccontare sull’<strong>in</strong>ventato possa ben <strong>di</strong>rsi, a suo modo, un <strong>in</strong>ventare!). In<br />

ogni caso, la motivazione “anagrafica” che la Solimeno Cipriano porta a sostegno della propria affermazione mi<br />

sembrerebbe poco cogente: non ritengo che potesse bastare la <strong>di</strong>stanza temporale ad <strong>in</strong>ibire uno storico ed uno<br />

scrittore come Tacito dal ricorrere a qualsivoglia espe<strong>di</strong>ente narrativo per portare avanti il proprio luci<strong>di</strong>ssimo<br />

racconto-<strong>in</strong>terpretazione della storia dei Giulio-Clau<strong>di</strong>. Per gli stessi motivi, non crederei <strong>di</strong> poter con<strong>di</strong>videre del<br />

tutto quanto sostiene Z. YAVETZ, Tiberio, dalla f<strong>in</strong>zione…, cit., p. 63 (lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>oso sta commentando, nello specifico,<br />

Ann. IV 53): «(…) Tacito lesse molto, cercò aiuto nelle fonti, abbellendo e drammatizzando i loro contenuti, mai<br />

<strong>in</strong>ventandoli».<br />

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