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università degli studi di napoli federico ii dottorato di ricerca in ...

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La lettura appena proposta per l'<strong>in</strong>vi<strong>di</strong>a menzionata nell'allocuzione <strong>di</strong><br />

Germanico ai suoi amici ha teso ad <strong>in</strong>terpretare tale <strong>di</strong>scorso come un "pezzo"<br />

narratologicamente e storiograficamente <strong>di</strong> gran peso nel testo <strong>degli</strong> Annales, a sua<br />

volta imperniato su un term<strong>in</strong>e altamente evocativo nel quadro del vocabolario<br />

dell’opera. Difatti, l'<strong>in</strong>vi<strong>di</strong>a che nelle menzioni "germaniciane" <strong>di</strong> II 22, 1 e II 26, 5<br />

costituiva il term<strong>in</strong>e per mezzo del quale si avanzava un sospetto senza che si<br />

facesse il nome del sospettato, a II 71, 2 <strong>di</strong>viene una parola chiave attraverso cui<br />

Germanico, pur sempre cripticamente, allude alle <strong>in</strong>elu<strong>di</strong>bili responsabilità <strong>di</strong><br />

Tiberio. Tacito, dunque, attraverso le tre occorrenze citate del term<strong>in</strong>e <strong>in</strong>vi<strong>di</strong>a ed<br />

attraverso la voce <strong>di</strong> Germanico, consegue due obiettivi: da un lato, sparge nel<br />

proprio testo una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>zi utili per prefigurare il futuro dest<strong>in</strong>o del figlio<br />

adottivo <strong>di</strong> Tiberio, un dest<strong>in</strong>o luttuoso 308 , <strong>in</strong> quanto, si è visto, la scelta del<br />

sostantivo <strong>in</strong> questione è correlata ad un preciso ‘sovrasenso’, ad una precisa<br />

metatestualità; dall'altro offre la possibilità <strong>di</strong> comprendere il proprio pensiero sulle<br />

mani che, più o meno occultamente, furon <strong>di</strong>etro la morte <strong>di</strong> Germanico stesso. E si<br />

tratta, a mio parere, <strong>di</strong> un pensiero <strong>di</strong> <strong>in</strong>appellabile (benché soltanto sussurrata)<br />

condanna verso il pr<strong>in</strong>cipe, colui che, <strong>di</strong> tale morte, se non fu esecutore materiale,<br />

fu certamente agli occhi <strong>di</strong> Tacito il perfido demiurgo. Tacito, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i,<br />

opera una precisa presa <strong>di</strong> posizione, deciso com’è ad accusare Tiberio, ma lo fa<br />

sempre attraverso il filtro e lo schermo delle parole altrui. E' questa, <strong>in</strong>vero,<br />

secondo la mia <strong>di</strong>rezione analitica, una modalità espressiva fortemente presente<br />

nella coscienza letteraria <strong>di</strong> Tacito, ne è forse, anzi, la cifra più tipica: <strong>di</strong>re<br />

alludendo, raccontare prefigurando, spesso servirsi <strong>di</strong> voci altre dalla propria per<br />

esprimere il proprio pensiero.<br />

Come ho già detto, il figlio <strong>di</strong> Druso I volle tentare <strong>di</strong> evitare che i suoi si<br />

scagliassero, <strong>in</strong> un vano donchisciottesco empito, contro il pr<strong>in</strong>ceps; per fare ciò,<br />

scagionò apparentemente Tiberio da ogni possibile accusa, attaccando <strong>in</strong>vece<br />

308 Alla stregua <strong>di</strong> quanto accade, come ho <strong>di</strong>mostrato, a Seiano.<br />

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