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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A DOMENICA FACCIOLI<br />

2146(Venezia#1830.06.16)<br />

La <strong>Canossa</strong> la sa ammalata con altre due e le incoraggia ad affrontare le fatiche ancora per pochi giorni,<br />

quando, ripartite le maestre <strong>di</strong> campagna, potranno riposare. In quanto alla fattura dei pozzi, sarebbe stato<br />

assai meglio che le avesse chiesto il salvacondotto, che l'avrebbe messa al riparo da ogni errore.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Riscontro alle care due vostre lettere, alle quali non mi fu possibile rispondervi prima per la<br />

gran molteplicità d'affari che ho, e pare che ogni giorno sempre più accrescono in modo che non<br />

posso arrivare a tutto.<br />

Sento con mio <strong>di</strong>spiacere che siete ammalate in tre, per carità governatevi e procurate <strong>di</strong><br />

riavervi in miglior stato, e ciò spero che sarà quando sortiranno le maestre 1 perché in'allora mie care<br />

Figlie avrete un po' più <strong>di</strong> riposo. Vi ripeto dunque che vi <strong>di</strong>ate coraggio, e non dubitate che Dio vi<br />

assisterà come ha sempre fatto.<br />

Io pure grazie a Dio in mezzo a tante occupazioni me la passo benino, e dacché sono a<br />

Venezia mi sono sentita alquanto migliorata e in pieno sto meglio.<br />

Ho già ricevuta anche la risposta <strong>di</strong> Don Giovanni 2 , al quale presenterete i miei rispetti.<br />

Riguardo poi ai pozzi vi devo <strong>di</strong>re che or<strong>di</strong>nariamente voi in ogni cosa avete il lodevole<br />

costume <strong>di</strong> premettervi il salva condotto, cioè non intraprendete mai niuna cosa senza prima<br />

<strong>di</strong>mandare a me. Anche per la fattura dei pozzi avrei avuto piacere mia cara figlia che prima me lo<br />

scriveste perché adesso è troppo tar<strong>di</strong>, e poi anch'io avrei preso le mie misure.<br />

Un'altra volta scrivetemelo anticipatamente quando avrete da intraprendere simili cose, onde<br />

possa regolarmi.<br />

Quando mi scriverete <strong>di</strong>rigete pure le lettere a Verona ove tra non molto debbo ricondurmi.<br />

Intanto raccomandatemi molto al Signore, del quale ho bisogno della <strong>di</strong> lui assistenza. Mi<br />

<strong>di</strong>menticava <strong>di</strong> <strong>di</strong>rvi che la Moterlini 3 sta bensì bene; ma non è guarita.<br />

Avete da sapere mia cara Figlia che ho degli affari lieti si per grazia <strong>di</strong> Dio: ma serj e <strong>di</strong><br />

grande impegno. Assistetemi tutte coll'orazione, che già lo so che ogniuna lo fate più che<br />

volentieri.<br />

Vi abbraccio <strong>di</strong> vero cuore, e tutte vi lascio nel Cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Venezia Santa Lucia li 16 giugno 1830<br />

VENEZIA<br />

Alla Signora<br />

La signora Domenica Faccioli<br />

Figlia della Carità<br />

In Contrada <strong>di</strong> Rocchetta<br />

Convento Santa Croce<br />

BERGAMO<br />

Vostra Aff.ma Madre <strong>Maddalena</strong> 4<br />

Figlia della Carità<br />

1 Le maestre <strong>di</strong> campagna.<br />

2 Don Zanetti Giovanni, superiore e confessore della comunità <strong>di</strong> Bergamo (Ep. II/1, lett. 570, n. 1, pag. 407).<br />

3 Moterlini Maria, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep.III/3, lett. 1878, n. 3, pag. 1851).<br />

4 NB. Firma autografa della <strong>Canossa</strong>.

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