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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANGELA BRAGATO<br />

2141(Venezia#1830.06.02)<br />

Le Dame <strong>di</strong> Venezia e la <strong>Canossa</strong> sono rimaste ammirate della conferenza del Patriarca, Mons. Monico, che<br />

ha tratteggiato, con stupenda penetrazione psicologica, la donna forte, la sola che può creare una famiglia<br />

felice. Non sa ancora quando potrà ritornare a Verona, per cui la prega <strong>di</strong> sostenere, con tutti gli<br />

accorgimenti, la salute della Ferrari, così che continui a star meglio.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Domenica giorno della Pentecoste si terminarono felicemente i santi Esercizj e questa volta le<br />

Dame restarono ancor più contente e sod<strong>di</strong>sfatte, insomma spero che Dio sia per cavarne un gran<br />

frutto.<br />

Il <strong>di</strong>scorso che sabato fece loro Monsignor Patriarca 1 fu sopra la donna forte, la quale col<br />

suo prudente operare forma la felicità nella famiglia guadagna i cuori <strong>di</strong> tutti, e alimenta la pace<br />

scambievole tra congiunti. Insomma decantò più che felice quella famiglia che ha il vantaggio<br />

d'essere <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> tal donna.<br />

Questo <strong>di</strong>scorso egli lo fece piano si ma con<strong>di</strong>to <strong>di</strong> tal grazia ed eloquenza propria da quel<br />

degnissimo Prelato ch'egli è, e non solo le buone Dame rimasero contente <strong>di</strong> lui che non seppero<br />

che <strong>di</strong>re, ma anch'egli restò molto e<strong>di</strong>ficato <strong>di</strong> loro, e mi <strong>di</strong>sse egli stesso ch'erano in maggior<br />

numero dell'altro anno, perchè a lui parve che fossero circa 50.<br />

La mia salute grazie al Cielo è buona, cioè nel mio essere è sufficiente perchè sappi che in<br />

mezzo a tante occupazioni, e tra l'incostanza del tempo il quale per così <strong>di</strong>re si muta ad ogni istante,<br />

e pure con tutto questo mi sento proprio bene.<br />

Non ti <strong>di</strong>co adesso quando debba ritornare a Verona perchè ho qui qualche affaretto da<br />

sbrigare.<br />

Sento quanto mi <strong>di</strong>ci della cara Isabella 2 a <strong>di</strong>re il vero ci vuol pazienza proprio ed a me pure<br />

verrebbe la tentazione <strong>di</strong> sgridarla ma bene che vuoi fare conviene compatire la malattia.<br />

Sta attenta che abbia sempre della roba dolce in vantaggio e che abbia la rosa<strong>di</strong>na 3 per la<br />

notte.<br />

Ricordati anche <strong>di</strong> farle comperare delle ciregie 4 che siano belle e ben mature essendo un<br />

rime<strong>di</strong>o della sua malattia. Vorrei nuova <strong>di</strong>stinta della Moterlini 5 . Per la cara Luigia 6 mi consolo che<br />

va<strong>di</strong> meglio e non occorre che voi altre ci an<strong>di</strong>ate.<br />

Oggi non posso per la fretta <strong>di</strong> rispondere alla cara Cecilia 7 parlarti della Bernar<strong>di</strong>na 8 , ma te<br />

ne parlerò sabato.<br />

Intanto che tu avrai la risposta delle Monache <strong>di</strong> San Giovanni in Valle 9 riguardo alla Sughi 10<br />

io avrò la risposta da Milano ove mi pare siano determinati <strong>di</strong> volere la Sughi però aspettiamo anche<br />

quest'ultima risposta.<br />

1 Mons. Monico Jacopo (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).<br />

2 Ferrari Isabella (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542).<br />

3 ROSADINA, crema confezionata con uova frullate, latte e zucchero.<br />

4 Ciregie per ciliege.<br />

5 Moterlini Maria, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep.III/3, lett. 1878, n. 3, pag. 1851).<br />

6 Una degente all'ospedale.<br />

7 Donà delle Rose Cecilia, nella Casa <strong>di</strong> Verona(Ep. I, lett. 399, n. 3, pag. 651)<br />

8 Castellani Bernar<strong>di</strong>na (Ep.III/3, n. 2, lett. 1869, pag. 1833).<br />

9 Chiesa antichissima (Cf. Lett. 2139).<br />

10 Teodora Sughi, nipote <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong> (Ep. III/3, lett. 2141, n. 10, pag. 2401).

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