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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A MARGHERITA ROSMINI<br />

2131(Verona#1830.05.03)<br />

Un <strong>di</strong>sguido postale aveva fatto ritardare le sue notizie e la <strong>Canossa</strong> ne era preoccupata. Ora che le ha<br />

ricevute, manda le attese risposte, tra cui quale valore ha la regola del silenzio, quando alcune consorelle<br />

lavorano sempre insieme tutta la giornata. Una madre deve pensare anche al sollievo delle figlie, quin<strong>di</strong> uno<br />

scambio <strong>di</strong> idee non può essere una sottrazione alla Regola. Spiega poi come comportarsi con la Carminati<br />

per condurla a lei, senza pericolosa contestazione. Per la morte del Card. Bertazzoli, uno dei tre che<br />

approvarono le Regole, si facciano suffragi.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Ella mia Cara Figlia <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> avermi scritto tre lettere, ed io non ne ricevetti altro che due jer<br />

sera solamente, una proveniente da Bergamo l'altra dalla posta. Dopo <strong>di</strong> averle io scritto quella<br />

lunghissima lettera, che le dava un'idea degli Esercizj, ero sorpresa nel vedermi priva dè suoi<br />

caratteri. Le <strong>di</strong>co questo mia cara Figlia solo perche sappia, che una sua lettera andò perduta, e che<br />

le rispondo alle altre subito ricevute.<br />

Può credere quanta consolazione io provi del felice esito dei santi Esercizj. Ebbi pure molto<br />

piacere che le care compagne <strong>di</strong> qui le siano state d'ajuto, giacchè non piacque al Signore che<br />

potessi ajutarla io.<br />

Sapendo la loro bontà per me, prima <strong>di</strong> rispondere alle due care sue lettere che ricevetti,<br />

voglio darle le mie notizie, che grazie al Signore sono buone sufficientemente. La tosse mi ha<br />

lasciato si può <strong>di</strong>re intieramente, mi resta solo della debolezza non piccola, e singolarmente sono<br />

imbarazzata per mangiare, ma già mi passerà essendo cosa da niente e <strong>di</strong> più dormo benissimo.<br />

Veniamo adesso alle <strong>di</strong> Lei lettere.<br />

Comincio a rispondere alla prima. Rapporto a quanto le Signore <strong>di</strong>edero alla sottosuperiora 1<br />

da portare a Verona per la Turri, io non trovo che questo abbia niente a che fare colla nostra regola,<br />

trattandosi che delle sorelle, un fratello, una cognata, consegnarono ad una che veniva a Verona<br />

della robba, e del danaro da portare ad una sua sorella. Per combinazione la Turri, è povera, ma voi<br />

altre niente avete domandato in conseguenza, è come qualunque altro Plico.<br />

Per le mezze ore <strong>di</strong> riposo in cui si parlavano insieme le signore neppur questo vi è <strong>di</strong>fficoltà,<br />

perche non si tratta <strong>di</strong> Figlie della Carità, ma <strong>di</strong> Signore.<br />

Pel confessore non rispondo a quanto Ella mi <strong>di</strong>sse nella prima, sentendo dalla seconda, che il<br />

Signore le ha provvedute.<br />

Per i <strong>di</strong> Lei ringraziamenti mia cara Figlia non vi é ragione che me ne faccia, perche si tratta<br />

<strong>di</strong> una cosa sola, vale a <strong>di</strong>re che si tratta del servizio <strong>di</strong> Dio, e che tutte sono egualmente le<br />

amatissime mie figlie, e mi creda che vorrei se potessi sollevarle tutte, ed essere in tutte le Case,<br />

non già perche sia capace <strong>di</strong> far niente, ma solo per la loro bontà.<br />

Rispondo adesso alla seconda del giorno 30 p.p.<br />

Ella mi domanda se sia permesso in due compagne trovandosi insieme a lavorare <strong>di</strong> parlare<br />

senza necessità, e se ciò sia contro la Regola. Veramente mia cara Figlia nella Regola della Carità<br />

verso Dio, che parla del silenzio, prescritti i luog(h)i dove deve essere sempre esatto si <strong>di</strong>ce: - nelle<br />

officine dei rispettivi impieghi, quelle che non sono addette ai medesimi non vi si tratteranno a<br />

parlare. Tutte siano parche nel parlare ec.ec. Da questo come vede non si può <strong>di</strong>re assoluta<br />

mancanza <strong>di</strong> Regola.<br />

Non v'ha dubbio che il silenzio, è più secondo lo spirito della regola, ma se si tratta <strong>di</strong> quelle<br />

che stanno <strong>di</strong> sopra ore, e ore, anche prima della regola approvata in qualche caso io <strong>di</strong>ceva loro che<br />

1 Dabalà Rosa, vice superiora <strong>di</strong> Verona (Ep. II/1, lett. 585, n. 4, pag. 442) ).

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