epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A GIUSEPPA TERRAGNOLI 2130(Verona#1830.05.02) Don Marco Passi non ha potuto rinnovarle la visita perché dovette partire all'improvviso. Andrà la Canossa a Venezia, ma non sa quando, per la troppa debolezza che ancora la opprime. Quando andrà, cercherà di sistemare la sorella come penserà meglio davanti al Signore. Intanto preghi. V.G. e M. Carissima figlia Intesi dal signor conte Don Marco 1 le vostre notizie. Lo stesso non potè venire altra volta da voi perche le convenne improvvisamente partire. Rapporto alla carta di quietanza della Rosa della Croce 2 , non serve che mi mandate la formula, ma regolatevi secondo quello vi disse il nostro degnissimo Superiore 3 . La carta per la pensione della Salterini 4 ve la spedirò coll'ordinario di giovedì. Spero a Dio piacendo, che la ventura settimana avrò il piacere di abbracciarvi. Per altro non posso con certezza assicurarvi atteso la gran debolezza in cui mi trovo. Sento con dispiacere che siete in molte incomodate. Mi pare che forse qualcheduna avrà bisogno di cambiar aria non sò però quel che farò fate orazione acciò il Signore si degni di darmi lume. Non sò anche quali compagne dovrò prendermi per venire a Venezia, perche quest'anno non posso condurre la cara Isabella 5 , non essendo in istato di viaggiare, perche non può ancora reggersi in piedi. Vi prego di applicare tutte l'orazione, e quello che farete in questo mese secondo la mia intenzione e per tutti gli affari dell'istituto che ne ho tanti. Vi abbraccio tutte di vero cuore, e vi lascio nel Cuore santissimo di Maria. Di voi carissima figlia PS. Aspetto a dire alla cara Rosa Dabalà 6 la morte di sua sorella finchè possiate dirmi il modo della. morte, e s'abbia ricevuto i santi Sacramenti. Tanti rispetti al nostro degnissimo Superiore, ed al Padre Stefani 7 , come ai nostri conoscenti. Di nuovo vi abbraccio. Non vi prendete pena di quanto di sopra in fretta vi scrissi che qualche compagna ha bisogno di cambiar aria. Io lo giudico dalla qualità degli incomodi che mi dite ma prima bisogna che trovi da darvene in sostituzione. State dunque quieta ma pregate. Verona li 2 maggio 1830 VERONA Alla Signora La Signora Giuseppa Terragnoli Figlia della Carità Santa Lucia V E N E Z I A Vostra affezionatissima Madre Maddalena Figlia della Carità 8 1 Don Passi Marco, missionario apostolico (Ep. II/2, lett. 711, n. 6, pag. 787 ) 2 Rosa della Croce, nella Casa di Venezia (Ep. III/2, lett. 1487, n. 5, pag. 1016). 3 Mons. Traversi Antonio, superiore della Casa di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165). 4 Salterini Domenica, nella Casa di Venezia (Ep. III/1, lett. 1345, n. 1, pag. 689). 5 Ferrari Isabella, nella Casa di Verona (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542). 6 Rosa Dabalà, vice superiora di Verona (Ep. II/1, lett. 585, n. 4, pag. 442) ). 7 Padre Stefani, parroco ai “Carmini” di Venezia (Ep. II/1, lett. 495, pag. 175). 8 NB. Lettera scritta da tre segretarie. Firma autografa della Canossa.

A MARGHERITA ROSMINI 2131(Verona#1830.05.03) Un disguido postale aveva fatto ritardare le sue notizie e la Canossa ne era preoccupata. Ora che le ha ricevute, manda le attese risposte, tra cui quale valore ha la regola del silenzio, quando alcune consorelle lavorano sempre insieme tutta la giornata. Una madre deve pensare anche al sollievo delle figlie, quindi uno scambio di idee non può essere una sottrazione alla Regola. Spiega poi come comportarsi con la Carminati per condurla a lei, senza pericolosa contestazione. Per la morte del Card. Bertazzoli, uno dei tre che approvarono le Regole, si facciano suffragi. V.G. e M. Carissima Figlia Ella mia Cara Figlia dice di avermi scritto tre lettere, ed io non ne ricevetti altro che due jer sera solamente, una proveniente da Bergamo l'altra dalla posta. Dopo di averle io scritto quella lunghissima lettera, che le dava un'idea degli Esercizj, ero sorpresa nel vedermi priva dè suoi caratteri. Le dico questo mia cara Figlia solo perche sappia, che una sua lettera andò perduta, e che le rispondo alle altre subito ricevute. Può credere quanta consolazione io provi del felice esito dei santi Esercizj. Ebbi pure molto piacere che le care compagne di qui le siano state d'ajuto, giacchè non piacque al Signore che potessi ajutarla io. Sapendo la loro bontà per me, prima di rispondere alle due care sue lettere che ricevetti, voglio darle le mie notizie, che grazie al Signore sono buone sufficientemente. La tosse mi ha lasciato si può dire intieramente, mi resta solo della debolezza non piccola, e singolarmente sono imbarazzata per mangiare, ma già mi passerà essendo cosa da niente e di più dormo benissimo. Veniamo adesso alle di Lei lettere. Comincio a rispondere alla prima. Rapporto a quanto le Signore diedero alla sottosuperiora 1 da portare a Verona per la Turri, io non trovo che questo abbia niente a che fare colla nostra regola, trattandosi che delle sorelle, un fratello, una cognata, consegnarono ad una che veniva a Verona della robba, e del danaro da portare ad una sua sorella. Per combinazione la Turri, è povera, ma voi altre niente avete domandato in conseguenza, è come qualunque altro Plico. Per le mezze ore di riposo in cui si parlavano insieme le signore neppur questo vi è difficoltà, perche non si tratta di Figlie della Carità, ma di Signore. Pel confessore non rispondo a quanto Ella mi disse nella prima, sentendo dalla seconda, che il Signore le ha provvedute. Per i di Lei ringraziamenti mia cara Figlia non vi é ragione che me ne faccia, perche si tratta di una cosa sola, vale a dire che si tratta del servizio di Dio, e che tutte sono egualmente le amatissime mie figlie, e mi creda che vorrei se potessi sollevarle tutte, ed essere in tutte le Case, non già perche sia capace di far niente, ma solo per la loro bontà. Rispondo adesso alla seconda del giorno 30 p.p. Ella mi domanda se sia permesso in due compagne trovandosi insieme a lavorare di parlare senza necessità, e se ciò sia contro la Regola. Veramente mia cara Figlia nella Regola della Carità verso Dio, che parla del silenzio, prescritti i luog(h)i dove deve essere sempre esatto si dice: - nelle officine dei rispettivi impieghi, quelle che non sono addette ai medesimi non vi si tratteranno a parlare. Tutte siano parche nel parlare ec.ec. Da questo come vede non si può dire assoluta mancanza di Regola. Non v'ha dubbio che il silenzio, è più secondo lo spirito della regola, ma se si tratta di quelle che stanno di sopra ore, e ore, anche prima della regola approvata in qualche caso io diceva loro che 1 Dabalà Rosa, vice superiora di Verona (Ep. II/1, lett. 585, n. 4, pag. 442) ).

A GIUSEPPA TERRAGNOLI<br />

2130(Verona#1830.05.02)<br />

Don Marco Passi non ha potuto rinnovarle la visita perché dovette partire all'improvviso. Andrà la <strong>Canossa</strong> a<br />

Venezia, ma non sa quando, per la troppa debolezza che ancora la opprime. Quando andrà, cercherà <strong>di</strong><br />

sistemare la sorella come penserà meglio davanti al Signore. Intanto preghi.<br />

V.G. e M. Carissima figlia<br />

Intesi dal signor conte Don Marco 1 le vostre notizie. Lo stesso non potè venire altra volta da voi perche<br />

le convenne improvvisamente partire.<br />

Rapporto alla carta <strong>di</strong> quietanza della Rosa della Croce 2 , non serve che mi mandate la formula,<br />

ma regolatevi secondo quello vi <strong>di</strong>sse il nostro degnissimo Superiore 3 .<br />

La carta per la pensione della Salterini 4 ve la spe<strong>di</strong>rò coll'or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> giovedì.<br />

Spero a Dio piacendo, che la ventura settimana avrò il piacere <strong>di</strong> abbracciarvi. Per altro non<br />

posso con certezza assicurarvi atteso la gran debolezza in cui mi trovo.<br />

Sento con <strong>di</strong>spiacere che siete in molte incomodate. Mi pare che forse qualcheduna avrà<br />

bisogno <strong>di</strong> cambiar aria non sò però quel che farò fate orazione acciò il Signore si degni <strong>di</strong> darmi lume.<br />

Non sò anche quali compagne dovrò prendermi per venire a Venezia, perche quest'anno non posso<br />

condurre la cara Isabella 5 , non essendo in istato <strong>di</strong> viaggiare, perche non può ancora reggersi in pie<strong>di</strong>.<br />

Vi prego <strong>di</strong> applicare tutte l'orazione, e quello che farete in questo mese secondo la mia<br />

intenzione e per tutti gli affari dell'istituto che ne ho tanti.<br />

Vi abbraccio tutte <strong>di</strong> vero cuore, e vi lascio nel Cuore santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Di voi carissima figlia<br />

PS. Aspetto a <strong>di</strong>re alla cara Rosa Dabalà 6 la morte <strong>di</strong> sua sorella finchè possiate <strong>di</strong>rmi il modo della.<br />

morte, e s'abbia ricevuto i santi Sacramenti.<br />

Tanti rispetti al nostro degnissimo Superiore, ed al Padre Stefani 7 , come ai nostri conoscenti. Di<br />

nuovo vi abbraccio. Non vi prendete pena <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong> sopra in fretta vi scrissi che qualche<br />

compagna ha bisogno <strong>di</strong> cambiar aria. Io lo giu<strong>di</strong>co dalla qualità degli incomo<strong>di</strong> che mi <strong>di</strong>te ma<br />

prima bisogna che trovi da darvene in sostituzione. State dunque quieta ma pregate.<br />

Verona li 2 maggio 1830<br />

VERONA<br />

Alla Signora<br />

La Signora Giuseppa Terragnoli<br />

Figlia della Carità<br />

Santa Lucia<br />

V E N E Z I A<br />

Vostra affezionatissima Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> Figlia della Carità 8<br />

1 Don Passi Marco, missionario apostolico (Ep. II/2, lett. 711, n. 6, pag. 787 )<br />

2 Rosa della Croce, nella Casa <strong>di</strong> Venezia (Ep. III/2, lett. 1487, n. 5, pag. 1016).<br />

3 Mons. Traversi Antonio, superiore della Casa <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).<br />

4 Salterini Domenica, nella Casa <strong>di</strong> Venezia (Ep. III/1, lett. 1345, n. 1, pag. 689).<br />

5 Ferrari Isabella, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep. I, lett. 347, n. 5, pag. 542).<br />

6 Rosa Dabalà, vice superiora <strong>di</strong> Verona (Ep. II/1, lett. 585, n. 4, pag. 442) ).<br />

7 Padre Stefani, parroco ai “Carmini” <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 495, pag. 175).<br />

8 NB. Lettera scritta da tre segretarie. Firma autografa della <strong>Canossa</strong>.

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