epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A GIUSEPPA TERRAGNOLI 2107(Milano#1830.03.23) La Canossa ha ricevuto quanto le necessitava urgentemente. Ora vorrebbe sapere se Mons. Traversi concede ancora a Padre Stefani di continuare la sua assistenza spirituale. Al termine della lettera, aggiunge che egli é stato confermato. Chiede poi che la Terragnoli faccia legalizzare da un notaio la formula di quietanza della dote di Rosa Della Croce, la quale tuttavia sa risolvere bene i suoi affari. Carissima Figlia Due sole righette vi scrivo mia Cara Figlia tanto per dirvi che ricevetti la vostra lettera colla copia della patente, e lettera del Santo nostro Patriarca 1 e ve ne ringrazio distintamente. Ho piacere di sentire, che la buona Signora Angela Trevisani 2 sia stata contenta di tutto, e che il buon Signor Francesco Padenghe 3 si l'abbia potuta ajutare ne suoi affari. Quando avete occasione di vederlo ringraziatelo distintamente per me, e presentategli i miei complimenti. Non avendo ricevuto sin quì alcuna lettera dal degnissimo nostro Patriarca vivo nella speranza che il Padre Stefani 4 resterà da noi. Tutte queste nostre Compagne sono infervorate perche hanno fatto i Santi Esercizj, venerdì comincieranno quelli delle Dame compiti i quali a Dio piacendo ripartirò per Bergamo, e Verona. Dopo ho gli Esercizj delle signore di Trento indi convien pensare anche a Venezia. Vedete mia cara Figlia quanto poco tempo ci vuole a rivederci. Intanto ringraziate senza fine Monsignor Traversi 5 che ci ha fatto propriamente da padre, e ringraziate anche il nostro Padre Stefani. Conviene poi che mi facciate un altro mestiaretto non essendo a me possibile per la somma angustia del tempo di scrivere io stessa alla cara Rosa della Croce 6 . Vi occludo dunque una lettera, che ricevetti colla posta di jer sera della sua mamma contenente una formula di quietanza che la Rosa dovra fare, e dopo fatta la farete legalizzare con tutte le formalità. Ci vorrà un nodaro. Per questo potete domandare, o al nostro Santo Padre Stefani o al buon Signor Padenghe. Quest'ultimo col Signor Albrizzi mi condussero quel buon nodaro che venne poi a farmi visita e mi raccontò la storia di suo nonno che non si ammala mai perche non vuol medici in casa sua. Insomma prendete chi credete e dirigete la lettera a questa Superiora 7 colla possibile sollecitudine. Per altro io dubito che per quanto presto faciate le carte non giungeranno in tempo da trovarmi quì avendo io avvertito l'ottima signora Cecilia della Croce 8 giunta che fui a Bergamo ma si vede che i suoi affari non gli permisero ne di venire ne di scrivere altro che adesso, e dall'altra parte incerta sempre io per cagione della tosse del quando avrei potuto partir da Verona come poteva avvertirla prima. Vuol dire che mi converrà fare una procura a qualche persona quì che rascuota, e mi faccia tenere poi il danaro. Per sollecitare ad ispedirla alla Cara Rosa non mi riesce possibile farla esaminare. Già ho ben compreso che la Cara Rosa ha cognizioni sufficienti intorno agli affari della sua famiglia. Ditele a mio nome, che ho già capito questo trattando con essa, che per ciò esamini la scritura, e siccome in qualità di Madre mi conviene pensare al suo vantaggio troverei bene che faceste dare un occhiata col mezzo, o del signor Padenghe, o del signor Giacometto all'avocato Gasperi 9 , per vedere se la scrittura fa l'effetto della rinunzia che a me non pare sull'eredità materna, che il Signore conservi cento anni sua madre, ma nel caso facesse quest'effetto veda la Rosa se sia 1 Mons. Monico Giacomo, Patriarca di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164). 2 Sig. Angela Trevisani, cognata del defunto Don Luigi Trevisani (Cf. Ep.III/3, lett. 2088). 3 Defunto Don Luigi Trevisani (Ep. I, lett. 297, n. 8, pag. 454). 4 Padre Stefani, parroco dei “Carmini” di Venezia (Ep. II/1, lett. 495, pag. 175). 5 Mons. Traversi Antonio, superiore della Casa di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165). 6 Rosa della Croce, nella Casa di Venezia Ep. III/2, lett. 1487, n. 5, pag. 1016). 7 Spasciani Teresa, superiora di Milano (Ep. I, lett. 279, n. 10, pag. 414). 8 La madre di Rosa della Croce, Cecilia della Croce (Ep. III/2, lett. 1487, n. 4, pag. 1016). 9 I due fratelli Gasperi, uno chirurgo, l’altro avvocato (Ep. III/2, pag. 899).

più sicuro per qualunque evento di fare la quietanza simile ma in modo da non rinunziare all'eredità materna perche siamo uomini, e viviamo in un mondo di guai. Potrebbe dunque accadere o che la Rosa volesse sortire, o che soprimessero l'Istituto ladove che a rinunziare vi è sempre tempo se lo crederà. Osservai che nella quietanza vi è pure accennata la mobilia. Anche per questa osservino che non trattandosi se non di piccola cosa, e sembrando a me impossibile fare un calcolo perfettamente esato essendo morta la Beatrice 10 ed avendo perduta la memoria la Metilde 11 per cio meglio è concludere sulla carta chiaramente anche su di questo. Ricevetti il vostro vigliettino e sono consolatissima che il Padre Stefani ci resti. Ringraziamo dopo Dio il nostro Padre spirituale. Addio mia cara figlia. Vi lascio tutte nel Cuor santissimo di Maria. Di voi carissima figlia Milano li 23 marzo 1830 Vostra affezionatissima Madre Maddalena Figlia della Carità 12 10 Olivieri Beatrice, morta nel 1827 (Ep. I, lett. 339, n. 5, pag. 529). 11 Bunioli Metilde, nella Casa di Verona (Ep. III/2, lett. 1612, n. 1, pag. 1267). 12 NB. Lettera con periodi a volte assai contorti. Firma autografa della Canossa.

A GIUSEPPA TERRAGNOLI<br />

2107(Milano#1830.03.23)<br />

La <strong>Canossa</strong> ha ricevuto quanto le necessitava urgentemente. Ora vorrebbe sapere se Mons. Traversi<br />

concede ancora a Padre Stefani <strong>di</strong> continuare la sua assistenza spirituale. Al termine della lettera, aggiunge<br />

che egli é stato confermato. Chiede poi che la Terragnoli faccia legalizzare da un notaio la formula <strong>di</strong><br />

quietanza della dote <strong>di</strong> Rosa Della Croce, la quale tuttavia sa risolvere bene i suoi affari.<br />

Carissima Figlia<br />

Due sole righette vi scrivo mia Cara Figlia tanto per <strong>di</strong>rvi che ricevetti la vostra lettera colla<br />

copia della patente, e lettera del Santo nostro Patriarca 1 e ve ne ringrazio <strong>di</strong>stintamente.<br />

Ho piacere <strong>di</strong> sentire, che la buona Signora Angela Trevisani 2 sia stata contenta <strong>di</strong> tutto, e<br />

che il buon Signor Francesco Padenghe 3 si l'abbia potuta ajutare ne suoi affari. Quando avete<br />

occasione <strong>di</strong> vederlo ringraziatelo <strong>di</strong>stintamente per me, e presentategli i miei complimenti.<br />

Non avendo ricevuto sin quì alcuna lettera dal degnissimo nostro Patriarca vivo nella<br />

speranza che il Padre Stefani 4 resterà da noi. Tutte queste nostre Compagne sono infervorate perche<br />

hanno fatto i Santi Esercizj, venerdì comincieranno quelli delle Dame compiti i quali a Dio<br />

piacendo ripartirò per Bergamo, e Verona. Dopo ho gli Esercizj delle signore <strong>di</strong> Trento in<strong>di</strong> convien<br />

pensare anche a Venezia. Vedete mia cara Figlia quanto poco tempo ci vuole a rivederci.<br />

Intanto ringraziate senza fine Monsignor Traversi 5 che ci ha fatto propriamente da padre, e<br />

ringraziate anche il nostro Padre Stefani. Conviene poi che mi facciate un altro mestiaretto non<br />

essendo a me possibile per la somma angustia del tempo <strong>di</strong> scrivere io stessa alla cara Rosa della<br />

Croce 6 . Vi occludo dunque una lettera, che ricevetti colla posta <strong>di</strong> jer sera della sua mamma<br />

contenente una formula <strong>di</strong> quietanza che la Rosa dovra fare, e dopo fatta la farete legalizzare con<br />

tutte le formalità. Ci vorrà un nodaro. Per questo potete domandare, o al nostro Santo Padre Stefani<br />

o al buon Signor Padenghe.<br />

Quest'ultimo col Signor Albrizzi mi condussero quel buon nodaro che venne poi a farmi<br />

visita e mi raccontò la storia <strong>di</strong> suo nonno che non si ammala mai perche non vuol me<strong>di</strong>ci in casa<br />

sua. Insomma prendete chi credete e <strong>di</strong>rigete la lettera a questa Superiora 7 colla possibile<br />

sollecitu<strong>di</strong>ne. Per altro io dubito che per quanto presto faciate le carte non giungeranno in tempo da<br />

trovarmi quì avendo io avvertito l'ottima signora Cecilia della Croce 8 giunta che fui a Bergamo ma<br />

si vede che i suoi affari non gli permisero ne <strong>di</strong> venire ne <strong>di</strong> scrivere altro che adesso, e dall'altra<br />

parte incerta sempre io per cagione della tosse del quando avrei potuto partir da Verona come<br />

poteva avvertirla prima. Vuol <strong>di</strong>re che mi converrà fare una procura a qualche persona quì che<br />

rascuota, e mi faccia tenere poi il danaro.<br />

Per sollecitare ad ispe<strong>di</strong>rla alla Cara Rosa non mi riesce possibile farla esaminare. Già ho<br />

ben compreso che la Cara Rosa ha cognizioni sufficienti intorno agli affari della sua famiglia.<br />

Ditele a mio nome, che ho già capito questo trattando con essa, che per ciò esamini la<br />

scritura, e siccome in qualità <strong>di</strong> Madre mi conviene pensare al suo vantaggio troverei bene che<br />

faceste dare un occhiata col mezzo, o del signor Padenghe, o del signor Giacometto all'avocato<br />

Gasperi 9 , per vedere se la scrittura fa l'effetto della rinunzia che a me non pare sull'ere<strong>di</strong>tà materna,<br />

che il Signore conservi cento anni sua madre, ma nel caso facesse quest'effetto veda la Rosa se sia<br />

1 Mons. Monico Giacomo, Patriarca <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 1, pag. 164).<br />

2 Sig. Angela Trevisani, cognata del defunto Don Luigi Trevisani (Cf. Ep.III/3, lett. 2088).<br />

3 Defunto Don Luigi Trevisani (Ep. I, lett. 297, n. 8, pag. 454).<br />

4 Padre Stefani, parroco dei “Carmini” <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 495, pag. 175).<br />

5 Mons. Traversi Antonio, superiore della Casa <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n. 2, pag. 165).<br />

6 Rosa della Croce, nella Casa <strong>di</strong> Venezia Ep. III/2, lett. 1487, n. 5, pag. 1016).<br />

7 Spasciani Teresa, superiora <strong>di</strong> Milano (Ep. I, lett. 279, n. 10, pag. 414).<br />

8 La madre <strong>di</strong> Rosa della Croce, Cecilia della Croce (Ep. III/2, lett. 1487, n. 4, pag. 1016).<br />

9 I due fratelli Gasperi, uno chirurgo, l’altro avvocato (Ep. III/2, pag. 899).

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