epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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secondato, e cedeva se la Rosmini voleva prenderla per cucina non solo per non portar danno alla ragazza, ma anche perchè fondando essa una casa, ed avendo la ragazza per le mani, lasciava che si contentasse giacchè poi essa le dava anche la dote. Ma senta mia cara Figlia, la dote che sperano da parte Ravelli 11 in primo luogo è incerta perchè il medico può morire, ma può vivere anche molti anni. In secondo luogo anche morendo, quando ha dato alla figlia la dote dell'Istituto, è troppo chiaro che lascierà usufruttuaria la moglie, e quando fosse la parte di Marianna un po più abbondante, non vedono mie care Figlie, che tutto va a danno dell'Istituto, il quale ha bisogno di qualche soccorso, non sapendo come in questi anni combinare per vivere coi bisogni che abbiano. Oltre di che, se questa figliuola avesse dato saggi di vocazione per anni, avesse qualche singolare straordinaria abilità, come la Pompei, che ricama benissimo, che lavorasse a perfezione di fiori, almeno che fosse brava come Marietta 12 per cucina, già non potressimo, ma pazienza; ma in sostanza qualunque delle nostre ragazze che sono a scuola da molto tempo, hanno per lo meno 1'abilità di penna. Di più mia cara Figlia con quella madre famosa, che bel concetto per I'Istituto nella stessa parrocchia, e città averla da noi. Per quanto ci abbia pensato, e ci penso mi trovo ammareggiata ed imbarazzata. Il far adesso che con Trevisani abbiano da far figura d'aver parlato senza riflettere può rovinare 1'affare delle Convalescenti, ricevere questa ragazza io non me la sento. Pregando dinanzi a Maria Santissima mi venne in mente un ripiego almeno sino che con i Superiori parlo io perchè quando dirò loro tutto ciò che penso non so cosa risolveranno. Col danaro che hanno per questa ragazza le provedino un letto, che già con quello che dà anche mio fratello a poco, a. poco si può supplire, ed in ogni modo il letto le sarà in ogni luogo, o necessario, o utile. Quando hanno il letto pagando qualche cosa al mese parlino alla Fini, perchè la prenda col letto suo nella camera delle ragazze. Vi sarebbe anche quella Signora Domenica zia della Pasquina buona, e credo sieno esse due sole in casa. Avendo il letto, ed anche da pagare vedrà che facilmente si troverà bene. Dal giorno poi che resti a scuola tutto il giorno come la Damiani, ed in seguito vedremo. Non si angustj, ma ciò sia di regola per un'altra volta, e cerchiamo di rimediare come si può. Vi sono tante aspiranti da tanti anni come la Damiani, la Toffaloni e varie altre di cui siamo umanamente certe, e questa veniva poi accettata dalla Campostrini 13 , se non si credeva di metterla a servire. Una parola adesso pel Signor Dottor Ravelli se mai mi avessero fatta anche quella di raccontargli l’avvenuto con Trevisani. Tutte le mie ragioni in contrario a lui non possiamo dirle perciò sarebbe un offenderlo. Allora già vedranno parlandogli come regolarsi; ma possiamo anche dirgli che desidero che la ragazza faccia prima una prova esterna, e che lasciandola fuori la ragazza, ed io restiamo in libertà di conoscere ogni cosa. Rapporto alla Zappettini mi par meglio mia cara Figlia che faccia così, che mandi la lettera del confessore sigillata con una sopracoperta……..e poi penso meglio che a dirittura trattenga la lettera sino al mio ritorno, o almeno sino che non le scrivo di spedirla. Quando mi manderà a prendere che già glielo scriverò, mi mandeà nove braccia veronesi di velo, per fare tre veli per queste compagne, similmente troverà qui occlusa una stricca di carta che la vecchietta Cinquetti 14 mi pregò di farle fare un pajo di scarpe fodrate di lana come le mie della lunghezza, proporzionate in quel modo che i calzolai prendono la misura della grossezza del piede. 11 Marianna Ravelli, figlia del medico della comunità, novizia a Verona (Ep. III/2, lett. 1622, n. 7, pag. 1288). 12 Maria Dottori membro della Comunità di Verona (Ep. III/2, lett. 1795, n. 75 pag. 1660). 13 Teodora Campostrini, fondatrice delle Sorelle Minime della Carità di Maria Addolorata (Ep. II/1, lett. 466, n. 9, pag. 120). 14 Rosa Cinquetti, mebro della comunità di Venezia (Ep. II/1, lett. A 27, pag. 215).

Le abbraccio tutte di vero cuore, altro non le dico del santo Provinciale 15 , avendoglielo già scritto l’altra volta. Per la carta della Signora Leopoldina 16 non si prenda pena che già non me la mandò; ma ho quì l’originale, e ne porterò una copia a Verona. Di nuovo le abbraccio anche per parte di tutte in particolere di Della Croce 17 , e sono Di Lei Carissima Figlia Venezia Santa Lucia 16 giugno 1827 Tua Madre Maddalena Figlia della Carità 18 Mi faccia grazia domandare alla cara Metilde 19 , ed a Beatrice per mia regola se hanno a Verona quei merli 20 della Signora Teresa Guizzetti 21 , se li hanno li consegni alla Dama Durini 22 , e dica alla medesima che li tenga intanto sino che le scrivo, presso di se, mi sappia poi dire se li ha consegnati. Alla Signora La Signora Angela Bragato Figlia della Carità Recapito dal Signor Verdari Speziere alla Porta de Borsari VERONA 15 P. Marino di Cadore, superiore e confessore della comunità di Venezia (Ep. I, lett. 533, n 3, pag. 557) 16 Leropoldina Naudet, fondatrice delle Suore della Sacra Famiglia (Ep. I, lett. 193, n. 5, pag. 303). 17 Rosa della Croce, della comunità di Venezia (Ep. III/2, lett. 1487, n. 5, pag. 1016). 18 NB. Firma autografa della Canossa. I puntini sono nella lettera. 19 Bunioli Metilde della comunità di Verona ( Ep. III, lett. 1612, n. 1, pag. 1267). 20 Trine. 21 Defunta Teresa Guizzetti, benefattrice dell’Istituto (Ep. I, lett. 412, pag. 676). 22 Contessa Carolina Durini, amica di Maddalena (Ep. I, lett. 2, pag. 6).

secondato, e cedeva se la Rosmini voleva prenderla per cucina non solo per non portar danno alla<br />

ragazza, ma anche perchè fondando essa una casa, ed avendo la ragazza per le mani, lasciava che si<br />

contentasse giacchè poi essa le dava anche la dote.<br />

Ma senta mia cara Figlia, la dote che sperano da parte Ravelli 11 in primo luogo è incerta<br />

perchè il me<strong>di</strong>co può morire, ma può vivere anche molti anni. In secondo luogo anche morendo,<br />

quando ha dato alla figlia la dote dell'Istituto, è troppo chiaro che lascierà usufruttuaria la moglie, e<br />

quando fosse la parte <strong>di</strong> Marianna un po più abbondante, non vedono mie care Figlie, che tutto va a<br />

danno dell'Istituto, il quale ha bisogno <strong>di</strong> qualche soccorso, non sapendo come in questi anni<br />

combinare per vivere coi bisogni che abbiano.<br />

Oltre <strong>di</strong> che, se questa figliuola avesse dato saggi <strong>di</strong> vocazione per anni, avesse qualche<br />

singolare straor<strong>di</strong>naria abilità, come la Pompei, che ricama benissimo, che lavorasse a perfezione <strong>di</strong><br />

fiori, almeno che fosse brava come Marietta 12 per cucina, già non potressimo, ma pazienza; ma in<br />

sostanza qualunque delle nostre ragazze che sono a scuola da molto tempo, hanno per lo meno<br />

1'abilità <strong>di</strong> penna.<br />

Di più mia cara Figlia con quella madre famosa, che bel concetto per I'Istituto nella stessa<br />

parrocchia, e città averla da noi. Per quanto ci abbia pensato, e ci penso mi trovo ammareggiata ed<br />

imbarazzata. Il far adesso che con Trevisani abbiano da far figura d'aver parlato senza riflettere può<br />

rovinare 1'affare delle Convalescenti, ricevere questa ragazza io non me la sento.<br />

Pregando <strong>di</strong>nanzi a Maria Santissima mi venne in mente un ripiego almeno sino che con i<br />

Superiori parlo io perchè quando <strong>di</strong>rò loro tutto ciò che penso non so cosa risolveranno.<br />

Col danaro che hanno per questa ragazza le prove<strong>di</strong>no un letto, che già con quello che dà<br />

anche mio fratello a poco, a. poco si può supplire, ed in ogni modo il letto le sarà in ogni luogo, o<br />

necessario, o utile.<br />

Quando hanno il letto pagando qualche cosa al mese parlino alla Fini, perchè la prenda col<br />

letto suo nella camera delle ragazze. Vi sarebbe anche quella Signora Domenica zia della Pasquina<br />

buona, e credo sieno esse due sole in casa. Avendo il letto, ed anche da pagare vedrà che facilmente<br />

si troverà bene. Dal giorno poi che resti a scuola tutto il giorno come la Damiani, ed in seguito<br />

vedremo. Non si angustj, ma ciò sia <strong>di</strong> regola per un'altra volta, e cerchiamo <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are come si<br />

può.<br />

Vi sono tante aspiranti da tanti anni come la Damiani, la Toffaloni e varie altre <strong>di</strong> cui siamo<br />

umanamente certe, e questa veniva poi accettata dalla Campostrini 13 , se non si credeva <strong>di</strong> metterla a<br />

servire. Una parola adesso pel Signor Dottor Ravelli se mai mi avessero fatta anche quella <strong>di</strong><br />

raccontargli l’avvenuto con Trevisani.<br />

Tutte le mie ragioni in contrario a lui non possiamo <strong>di</strong>rle perciò sarebbe un offenderlo. Allora già<br />

vedranno parlandogli come regolarsi; ma possiamo anche <strong>di</strong>rgli che desidero che la ragazza faccia<br />

prima una prova esterna, e che lasciandola fuori la ragazza, ed io restiamo in libertà <strong>di</strong> conoscere<br />

ogni cosa.<br />

Rapporto alla Zappettini mi par meglio mia cara Figlia che faccia così, che man<strong>di</strong> la lettera<br />

del confessore sigillata con una sopracoperta……..e poi penso meglio che a <strong>di</strong>rittura trattenga la<br />

lettera sino al mio ritorno, o almeno sino che non le scrivo <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>rla. Quando mi manderà a<br />

prendere che già glielo scriverò, mi mandeà nove braccia veronesi <strong>di</strong> velo, per fare tre veli per<br />

queste compagne, similmente troverà qui occlusa una stricca <strong>di</strong> carta che la vecchietta Cinquetti 14<br />

mi pregò <strong>di</strong> farle fare un pajo <strong>di</strong> scarpe fodrate <strong>di</strong> lana come le mie della lunghezza, proporzionate<br />

in quel modo che i calzolai prendono la misura della grossezza del piede.<br />

11 Marianna Ravelli, figlia del me<strong>di</strong>co della comunità, novizia a Verona (Ep. III/2, lett. 1622, n. 7, pag. 1288).<br />

12 Maria Dottori membro della Comunità <strong>di</strong> Verona (Ep. III/2, lett. 1795, n. 75 pag. 1660).<br />

13 Teodora Campostrini, fondatrice delle Sorelle Minime della Carità <strong>di</strong> Maria Addolorata (Ep. II/1, lett. 466, n. 9,<br />

pag. 120).<br />

14 Rosa Cinquetti, mebro della comunità <strong>di</strong> Venezia (Ep. II/1, lett. A 27, pag. 215).

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