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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A MARGHERITA ROSMINI<br />

2068(Verona#1829.12.10)<br />

La <strong>Canossa</strong> la tranquillizza su due argomenti: quello della Carminati, dì cui in questa lettera rivela il nome. La<br />

sua temuta debolezza mentale è decisamente sotto controllo e, intanto, con i suoi scritti, la prepara ad<br />

allontanarla da Trento. Quello del giovane che le aveva raccomandato e del quale, al momento, non può dare<br />

alcune risposta perché ne sta facendo fare gli accertamenti.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Comincierò col <strong>di</strong>rle mia Cara Figlia che mercoledì ricevetti una cara sua, unita a quella della<br />

Cara Cattina 1 , ed oggi ne ricevetti un'altra da quel giovane che mi raccomandò. Ella sa mia Cara Figlia,<br />

che per uomini non ho alcuna abilità, ciò non ostante feci domandare al suddetto dalla portinaja la sua<br />

professione, e dove abita (al momento che scrivo non ho ancora avuto la risposta dalla stessa) perche a<br />

un caso potesse giovarli in qualche cosa per servirla. Questa volta non posso molto <strong>di</strong>ffondermi, a<br />

motivo che dalla vigilia della Immacolata in quà mi é sopraggiunta una acutissima tosse per la quale il<br />

giorno <strong>di</strong> Maria Santissima la sera mi <strong>di</strong>edero un salasso, e guardai per molte ore il letto presentemente<br />

sto un pò meglio, e a poco a poco la tosse si consumerà.<br />

Intesi dalla lettera della Cara Cattina, e da quello che fa, che non vi é pericolo alcuno <strong>di</strong> quello<br />

Ella tanto temeva. Io già la compatisco mia cara Figlia, perche sarebbe una gran <strong>di</strong>sgrazia, che il Signore<br />

permettesse una tal cosa. Vedo che sarà bene per <strong>di</strong> Lei quiete, <strong>di</strong> levarla, ma però io non trovo<br />

che la cosa meriti un precipizio. Scrivo anche questa volta due righe alla stessa, e continuerò a farlo con<br />

frequenza, anche per andar, a poco a poco, e con destrezza <strong>di</strong>sponendola. Continui a regolarsi come<br />

fece altre volte, se a caso la suddetta le domandasse, se sa qualche cosa, sempre le risponda, che sa che<br />

io prima ancora <strong>di</strong> venire a Trento aveva qualche intenzione <strong>di</strong> adoperarla, anche riguardo al mal <strong>di</strong><br />

testa, che va soggetta, ma che <strong>di</strong> preciso quello che io farò Lei non lo sà.<br />

Le raccomando <strong>di</strong> regolarsi come le <strong>di</strong>ssi nell'altra mia cioè <strong>di</strong> compatirla darle tutta la<br />

confidenza, e adoperarla. Non si prenda poi pena per non poterla esercitare nella virtù, perche adesso<br />

conviene adoperarsi per la salute. Le <strong>di</strong>co questo perche so la sua gran <strong>di</strong>ligenza. Le <strong>di</strong>co anche che non<br />

tema <strong>di</strong> niente, che vedrà come io vivamente spero nella bontà del Signore, e nella protezione <strong>di</strong> Maria<br />

Santissima che tutto anderà bene.<br />

Abbraccio con Lei tutte le Care Compagne, ed in somma fretta la lascio nel Cuor Santissimo <strong>di</strong><br />

Maria.<br />

Di Lei Carissima Figlia<br />

Verona li 10 <strong>di</strong>cembre 1829<br />

PS. Il Signor Don Bresciani 2 non l'ho mai veduto, al tempo del Giubileo so che era impegnato a<br />

pre<strong>di</strong>care al Duomo. Ebbi una risposta dalla Signora Campostrini 3 ma come non é ancora precisa,<br />

non posso significargliela. Scriverò <strong>di</strong> nuovo alla stessa Signora e subito che avrà la risposta<br />

decisiva gliela farò sapere pel Signor Prefetto.<br />

Benche non sia venuto il Signor Don Bresciani in questo punto, ho saputo dalla Metilde 4 una cosa<br />

la quale per sua regola gliela <strong>di</strong>co. Mi <strong>di</strong>sse che la"madre della Giustina, è stata dalla Annetta <strong>di</strong><br />

Casa Buri 5 , che si trovava a San Michele, andò dunque a domandarle se alla S ignora Rosmini<br />

le farebbe niente <strong>di</strong> aspettare ancora a rascuotere il danaro che le appartiene. L'Annetta le rispose<br />

che non è convenienza <strong>di</strong> tardare <strong>di</strong> più a sod<strong>di</strong>sfare, e chi sa in che angustia si troverà la povera<br />

Giustina per questa tardanza. Vi aggiunge anche la stessa Annetta, ch'Essa é <strong>di</strong>sposta <strong>di</strong> fare quello<br />

che le aveva promesso, e se per formare la summa le mancasse qualche cosa Essa sarebbe pronta a<br />

prestarle quello che vi potesse mancare, tutto perche non venisse tardato il dovuto pagamento. Ecco<br />

quanto posso <strong>di</strong>rle. Mandai a chiamare il suddetto Religioso, e, se verrà sentirò cosa <strong>di</strong>rà anche lui.<br />

La avverto che uno <strong>di</strong> questi giorni ritorna a Trento il nipote della nostra Metilde, con questo<br />

incontro le mando il ceroto per la Giustina, le foglie, e gli occhi 6 . Vedrà che un'occhio e ofeso ma<br />

mettendolo bene non se si accorge che sia <strong>di</strong>ffettoso.<br />

Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> Figlia della Carità 7<br />

1 Carminati Cattina, nella Casa <strong>di</strong> Trento (Ep. II/1, lett. 618, n. 2, pag. 519).<br />

2 Padre Cesare Bresciani, precettore a Casa Buri e pre<strong>di</strong>catore (Ep. I, lett. 394, n. 1, pag. 638).<br />

3 Teodora Campostrini, fondatrice delle Sorelle Minime dell’Addolorata (Ep. II/1, lett. 466, n. 9, pag. 120).<br />

4 Bunioli Metilde, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep. III/2, lett. 1612, n. 1, pag. 1267).<br />

5 La famiglia della madre defunta del March. Carlo <strong>Canossa</strong>, cugino <strong>di</strong> <strong>Maddalena</strong> (Ep. I, lett. 8, n. 6, pag. 23).<br />

6 Quelli della statua della Madonna.<br />

7 NB. Firma autografa della <strong>Canossa</strong>

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