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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A MARGHERITA ROSMINI<br />

2051(Verona#1829.10.10)<br />

Il ritorno da Trento a Verona è stato accompagnato, quasi tutto, dalla pioggia Senza però alcun<br />

inconveniente. Rimane ora in attesa delle notizie della nomina <strong>di</strong> monsignor Sardagna. Quello che poi le<br />

comunica, con largo margine <strong>di</strong> comprensione e <strong>di</strong> giustificazione, riguarda il caso della giovane Gioppi,<br />

che vien detto abbia chiesto <strong>di</strong> allontanarsi da Trento perché la superiora non dava abbastanza da<br />

mangiare. La <strong>Canossa</strong> sa che l'accusa non regge, ma la consiglia a variare il cibo, dando alle consorelle<br />

qualche tipo <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> carne perché, anche chi vende possa attestare dell’infondatezza delle accuse.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Mi affretto a darle subito le notizie del mio viaggio felicissimo mia Cara Figlia perche non<br />

abbiano da stare con pena per la cattiva giornata <strong>di</strong> jeri.<br />

Veramente il vento e la pioggia che faceva dopo che fui alzata erano tale che mi era<br />

detterminata d'approfittare delle gentili esebizioni del degnissimo <strong>di</strong> Lei fratello 1 il quale aveva<br />

voluto avere anche l'incomodo d'alzarsi cosi <strong>di</strong> buon ora e mi persuadeva a non partire. Sulle sette<br />

ore però cessò il vento bastantemente e la pioggia si fece più minuta onde i compagni <strong>di</strong> viaggio<br />

m'incoraggirono, e sono partita. Sino all'ò(ra) andò un po bene, e un po male.<br />

Nel tempo, che ci siamo fermate venne una buona pioggia poi a poco a poco venne un tempo<br />

<strong>di</strong>rebbesi proprio bello, e jer sera mezz'ora dopo l'Ave Maria siamo giunte felicemente.<br />

Trovai le Compagne fuori <strong>di</strong> Cecilia 2 in uno stato buono, Cecilia al suo solito, e le saluto tutte<br />

da parte <strong>di</strong> tutte in particolare <strong>di</strong> Cristina 3 , e <strong>di</strong> Marianna 4 che fu il nostro <strong>di</strong>vertimento in tutto il<br />

viaggio. La prego <strong>di</strong> tanti doveri a Monsignore 5 al quale non iscrivo anch'io per non rinnovargli i<br />

<strong>di</strong>sturbi, ma lo farei pure per nuovamente ringraziarlo, ma il Signor Don Leonar<strong>di</strong> 6 volendo<br />

scrivergli lui siamo stati intesi, che lo farà anche per me.<br />

Spero che sara giunta Sua Alteza. Subito, ch'Ella sa qualche cosa intorno alla nomina<br />

vescovile <strong>di</strong> Monsignore me lo scriva.<br />

Una parola sugli affari. A Rovereto era precorsa voce ch'io conduceva meco la Gioppi 7 , e si<br />

stupirono <strong>di</strong> non vederla. Venne il Signor Giacomo in compagnia del Padre Machioni <strong>di</strong> Riva al<br />

quale consegnai la lettera della sorella. Dopo letta vid<strong>di</strong>, che si mise un po serio. Mi raccontò poi<br />

avere in sua casa ritornato convalescente da Mantova suo fratello e mi domandò quando sua sorella<br />

professava. Io gli risposi che subito che avrebbe terminati gli affari temporali, che se anche non<br />

conseguiva subito bastava che tutto fosse stabilito. Glielo <strong>di</strong>co per sua regola per quando verrà.<br />

Senti mia Cara Giuseppina come vanno le ciarle. Furono quì <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Riva i quali<br />

raccontarono, che la Gioppi era fuggita 8 perche tu dai loro da mangiar male. Io già raccontai al<br />

Signor Giacomo minutamente come la tratti. Andai però pensando questa notte io credo, o questa<br />

mattina, che alle volte in vece del fegato, o della coradella tu <strong>di</strong>a loro del castrato in umido qualche<br />

volta del salado, che costa poco qualche volta anche del vitello, tanto che vedano anche chi vende, e<br />

chi compera come sono trattate. Vedo, che un pocchetto potrebbe costarti <strong>di</strong> più, ma piuttosto<br />

intanto va in lungo a ricevere la tedesca perche ciò <strong>di</strong>ficulterà le vocazioni colle doti. Dirai, che non<br />

t'importa, e che basta contentar Dio.<br />

1 Abate Rosmini Antonio, fratello <strong>di</strong> Margherita (Ep. II/1, lett. 494, pag. 172).<br />

2 Donà delle Rose Cecilia, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep. I, lett. 399, n. 3, pag. 651)<br />

3 Pilotti Cristina, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep. I, lett. 297, n. 7, pag. 454).<br />

4 Ravelli Marianna, nella Casa <strong>di</strong> Verona (Ep. III/2, lett. 1622, n. 7, pag. 1288).<br />

5 Sardagna Emanuele, Vicario <strong>di</strong> Trento (Ep. I, lett. 388, n. 5, pag. 626).<br />

6 Don Leonardo Leonar<strong>di</strong>, precettore <strong>di</strong> Carlino <strong>Canossa</strong> (Ep. I, lett. 147, n. 6, pag. 242).<br />

7 Gioppi Rosa, nella Casa <strong>di</strong> Trento (Ep. III/2, lett. 1713, n. 5, pag. 1464).<br />

8 Aveva chiesto <strong>di</strong> passare a Verona.

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