epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa
epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa
A DOMENICA FACCIOLI 1993(Verona#1829.03.05) Piace molto alla Canossa la notizia del rinnovato fervore di tutta la comunità nel ricercare la gloria di Dio ciò che avverrà se tutte manterranno carità scambievole. E’ soddisfatta anche della disposizione di ciascuna a dar corso agli Esercizi spirituali delle signore. Chiederà si qualche aiuto a Milano per quel periodo ma non potrà certo chiedere la Cocchignoni che non è possibile allontanare neppure per un istante. In quanto alla proposta delle due tavole la Canossa non ne è affatto propensa per molte ragioni che elenca, ma specialmente perché potrebbe suonare come discriminazione. V.G. e M. Carissima Figlia Verona 5 marzo 1829 Riscontro la cara vostra del giorno 25 febbraio, e prima di tutto vi dirò che mi sono grandemente rallegrata nel sentirvi tutte concordemente infervorate nel cercar la Gloria di Dio. Mie care Figlie, io ne godo assai e vi prego tutte quante quanto mai posso di star unite con Dio nell'adempimento delle vostre Regole, ed allora non temete, state certe che quantunque voi siate deboli, il Signore supplirà alle vostre mancanze, e vi darà la grazia di vederlo servito e glorificato nei prossimi, ma vi raccomando prima di tutto la carità scambievole tra voi e pel rimanente tutto andrà bene. Sento la vostra disposizione buonissima di dar principio il giorno 23 ai santi Esercizj, e del desiderio di procurarvi l'Antonietta 1 con un'altra compagna di Milano per darvi ajuto. Cara Figlia, l'Antonietta non ho cuore nemmeno di pensarvi di levargliela neanche per pochi momenti, e voi che conoscete la Casa di Milano mi pare impossibile che vi sia venuto un tal pensiero, massime in questo tempo di tanto da fare. Mi scrive Teresa 2 che ha molte ammalate, tra le altre Poli 3 , la Vimercati 4 e la Caffù 5 . Quello che unitamente si può tentare è di scrivere alla Teresa, e questo lo farò io in questo ordinario, perché se non le riesce di troppo disturbo il darvi due compagne, ma vedo difficile che ve le possa dare in questo tempo di quaresima, nonostante le scriverò, e posso averle o no. Nel caso che la detta Casa di Milano non potesse darci due compagne, mi pare che potreste ingegnarvi con alcune delle nostre buone giovani, come abbiamo fatto l'anno scorso con l'Adelaide. Rapporto all'oratore il conte Marco 6 è disposto di farvi la carità, e che le signore sono contente, niente di meglio avete un angelo. Per alloggiarlo converrà che vediate, o dal Signor Bentivoglio, o nella camera di Don Giovanni Maria, o parlate colla signora Salvi 7 , perché ci vuole un alloggio proprio. Per l'epoca d’incominciarli trovo essere troppo tardi, perché se vi dessero le compagne di Milano, terminati i vostri Esercizj non resterebbe che un giorno tra mezza con quelli di Milano. Sarebbe dunque necessario che anticipaste quei giorni che potete per dare un po' d'intervallo tra gli uni e gli altri, ed anche un po' di riposo alla mia Cara M. Masina 8 che mi immagino la vorranno a Milano. Per le due tavole che pensate di fare, io ho due obbietti. 1 Cocchignoni Antonietta della Casa di Milano (Ep.II/1,lett. 529, n. 9, pag. 312). 2 Spasciani Teresa, superiora di Milano (Ep. I, lett. 279, n. 10, pag. 414). 3 Per Polli Rosa della Casa di Milano (Ep. III/1, lett. 1128, n. 8, pag. 281). 4 Vimercati Angela della Casa di Milano (Ep.III/1, lett. 1272, n. 6, pag. 522). 5 Caffù Giuseppina della Casa di Milano (Ep. III, lett. 1475, n. 9, pag. 991). 6 Conte Passi Marco, fratello di Don Luca, missionario apostolico (Ep. II/2, lett. 711, n. 6, pag. 787 ) 7 L'organizzatrice degli Esercizi. 8 Masina Rosa della Casa di Bergamo (Ep. II/1, lett. 592, n. 4, pag. 455).
II primo si è che non vorrei portaste troppo peso e fatica, primo per la cuoca, e poi per tutte, poiché due tavole porta tutto raddoppiato, due lezioni, due ricreazioni, due servimenti, oltre di che questa divisione a me piace poco, e porterà delle conseguenze non edificanti, ed ecco il secondo motivo. Sappiate mia Cara Figlia, che nell'ultimo viaggio ebbi occasione di parlare con una persona del ceto medio che era stata a fare gli Esercizj in un celebre monastero di quella città ove mi trovava, dove dividevano le principesse dalle particolari. Che volete che vi dica? pareva che alla tavola dello stato medio, dessero sempre il peggiore, ed anche poco. Insomma niente mi piacque questa cosa, e compresi la conseguenza, e perciò il mio parere sarebbe, che ne riceveste meno, parlando per venire a pranzo, e che fossero all'incirca di una condizione sola, avendo l'avvertenza che la signora ch'è alla testa sia quella che le riceve, come faccio anch'io a Milano, proponendo voi a questa signora, che mi figuro sarà la signora Salvi, quelle che a voi vengono proposte, lasciando ch'ella si combini colle altre, così ricevono o rifiutano con sè a tavola quelle che vogliono. Rapporto alla spesa la Rosina 9 e Checchina 10 sanno quello che abbiamo fatto l'anno scorso, cioè che siamo state sulla nostra Regola, dar loro una buona minestra e tre pietanze. Al Signor Conte Marco potete mandare, dove alloggia, la stessa minestra e le stesse pietanze, ma a lui qualche galanteria, come facevamo a Milano, perché egli non entra nella Regola e fatica tanto. Già per la cucina sarei del parere che vi appoggiate intieramente alla Rosina, la quale finché viene il tempo degli Esercizj, può prepararsi tutte le galanterie, come facevamo a Milano per le Dame, e dopo si dà il conto alla signora che sovrasta. Scrivetemi pure con libertà qualunque lume vogliate che vi assisterò in tutto quello che potrò almeno in iscritto. Sappiate mia Cara Figlia, che il Signore conferma la volontà del Superiore coi fatti. Qui a Verona due terzi della città è stata costipata. Io pure lo fui, sempre però in piedi, mi fecero al solito un salasso, ed ho una visita di tosse che mi fa onore, per cui se anche volessi non potrei venire. Non vi prendete pena, che già sapete la mia risoluzione e promessa di vivere fino al giorno del giudizio, e poi sai che la mia tosse con un po' di pazienza va sempre a finire in niente. Vi prego dei miei rispettosi saluti al Signor Don Giovanni 11 , ed alla famiglia Camozzi 12 , come pure alla signora Salvi. Addio, mia Cara Figlia, fatevi coraggio, confidate nel Signore, ed in Maria Santissima e vedrete che ogni cosa andrà con buon ordine. Vi raccomando nel trattare con le Dame, somma compostezza, buona maniera ed uguaglianza di carattere. Vi abbraccio tutte e vi lascio nel Cuor Santissimo di Maria. Di Voi Carissima Figlia Aff.ma Madre Maddalena Figlia della Carità 13 9 La Masina Rosa come cuciniera nella Casa di Bergamo (Ep. II/1, lett. 592, n. 4, pag. 455). 10 Luca Francesca della Casa di Bergamo (Ep. III/2, lett. 1426, n. 2, pag. 882). 11 Don Zanetti Giovanni, superiore e confessore della comunità di Bergamo (Ep. II/1, lett. 570, n. 1, pag. 407). 12 Famiglia Andrea Camozzi, benefattrice dell’Istituto (Ep.II/1, lett. 569, n. 2, pag. 404). 13 NB. Da un dattiloscritto.
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II primo si è che non vorrei portaste troppo peso e fatica, primo per la cuoca, e poi per tutte,<br />
poiché due tavole porta tutto raddoppiato, due lezioni, due ricreazioni, due servimenti, oltre <strong>di</strong> che questa<br />
<strong>di</strong>visione a me piace poco, e porterà delle conseguenze non e<strong>di</strong>ficanti, ed ecco il secondo motivo.<br />
Sappiate mia Cara Figlia, che nell'ultimo viaggio ebbi occasione <strong>di</strong> parlare con una persona del<br />
ceto me<strong>di</strong>o che era stata a fare gli Esercizj in un celebre monastero <strong>di</strong> quella città ove mi trovava, dove<br />
<strong>di</strong>videvano le principesse dalle particolari. Che volete che vi <strong>di</strong>ca? pareva che alla tavola dello stato<br />
me<strong>di</strong>o, dessero sempre il peggiore, ed anche poco.<br />
Insomma niente mi piacque questa cosa, e compresi la conseguenza, e perciò il mio parere<br />
sarebbe, che ne riceveste meno, parlando per venire a pranzo, e che fossero all'incirca <strong>di</strong> una<br />
con<strong>di</strong>zione sola, avendo l'avvertenza che la signora ch'è alla testa sia quella che le riceve, come faccio<br />
anch'io a Milano, proponendo voi a questa signora, che mi figuro sarà la signora Salvi, quelle che a voi<br />
vengono proposte, lasciando ch'ella si combini colle altre, così ricevono o rifiutano con sè a tavola<br />
quelle che vogliono.<br />
Rapporto alla spesa la Rosina 9 e Checchina 10 sanno quello che abbiamo fatto l'anno scorso, cioè<br />
che siamo state sulla nostra Regola, dar loro una buona minestra e tre pietanze.<br />
Al Signor Conte Marco potete mandare, dove alloggia, la stessa minestra e le stesse pietanze, ma a lui<br />
qualche galanteria, come facevamo a Milano, perché egli non entra nella Regola e fatica tanto.<br />
Già per la cucina sarei del parere che vi appoggiate intieramente alla Rosina, la quale finché viene il<br />
tempo degli Esercizj, può prepararsi tutte le galanterie, come facevamo a Milano per le Dame, e dopo si<br />
dà il conto alla signora che sovrasta.<br />
Scrivetemi pure con libertà qualunque lume vogliate che vi assisterò in tutto quello che potrò almeno in<br />
iscritto.<br />
Sappiate mia Cara Figlia, che il Signore conferma la volontà del Superiore coi fatti.<br />
Qui a Verona due terzi della città è stata costipata. Io pure lo fui, sempre però in pie<strong>di</strong>, mi fecero al<br />
solito un salasso, ed ho una visita <strong>di</strong> tosse che mi fa onore, per cui se anche volessi non potrei venire.<br />
Non vi prendete pena, che già sapete la mia risoluzione e promessa <strong>di</strong> vivere fino al giorno del giu<strong>di</strong>zio,<br />
e poi sai che la mia tosse con un po' <strong>di</strong> pazienza va sempre a finire in niente.<br />
Vi prego dei miei rispettosi saluti al Signor Don Giovanni 11 , ed alla famiglia Camozzi 12 , come<br />
pure alla signora Salvi.<br />
Ad<strong>di</strong>o, mia Cara Figlia, fatevi coraggio, confidate nel Signore, ed in Maria Santissima e vedrete che<br />
ogni cosa andrà con buon or<strong>di</strong>ne.<br />
Vi raccomando nel trattare con le Dame, somma compostezza, buona maniera ed uguaglianza <strong>di</strong><br />
carattere.<br />
Vi abbraccio tutte e vi lascio nel Cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />
Di Voi Carissima Figlia<br />
Aff.ma Madre<br />
<strong>Maddalena</strong> Figlia della Carità 13<br />
9 La Masina Rosa come cuciniera nella Casa <strong>di</strong> Bergamo (Ep. II/1, lett. 592, n. 4, pag. 455).<br />
10 Luca Francesca della Casa <strong>di</strong> Bergamo (Ep. III/2, lett. 1426, n. 2, pag. 882).<br />
11 Don Zanetti Giovanni, superiore e confessore della comunità <strong>di</strong> Bergamo (Ep. II/1, lett. 570, n. 1, pag. 407).<br />
12 Famiglia Andrea Camozzi, benefattrice dell’Istituto (Ep.II/1, lett. 569, n. 2, pag. 404).<br />
13 NB. Da un dattiloscritto.