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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A DOMENICA FACCIOLI<br />

1928(Trento#1828.06.27)<br />

Poichè senza interpellarla <strong>di</strong> nuovo, ha fatto un passo falso nell'accettare I 'ere<strong>di</strong>tà paterna, il cui<br />

testamento a suo riguardo non è valido, la <strong>Canossa</strong> le manifesta il suo <strong>di</strong>sappunto e insiste perché rime<strong>di</strong><br />

per quanto è possibile, così che il marchese Bonifacio possa ancora salvare il salvabile.<br />

V. G. e M. Carissima Figlia<br />

Riscontro sul punto la carissima vostra lettera, mia cara Figlia, per vedere se siamo in tempo<br />

<strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are allo sproposito che mi avete fatto accettando l'ere<strong>di</strong>tà. Vi aveva scritto, mia cara Figlia,<br />

che non faceste nessun passo, che già faceva tutto io, e dovevate rispondere, che tutto era stato<br />

riportato al Tribunale del vostro paese, ed al più domandaste una nuova proroga, sinché<br />

v'informavate dell'andamento delle cose; ma non mai fare un passo decisivo <strong>di</strong> questa sorte sinché<br />

siamo in trattativa. Almeno l'avvocato vi avrebbe suggerito un qualche mezzo termine da poter<br />

salvare tutto; ma non mai fare un passo, che forse rende inutile ogni trattativa fatta da mio fratello 1 ,<br />

e da me per esempio vi avrebbe suggerito, che sapevate, che si andava combinando una<br />

conciliazione, non essendo valido il testamento per la parte, che vi riguarda, manco male era<br />

ripu<strong>di</strong>are l'ere<strong>di</strong>tà, e domandare la legittima, che sempre restava luogo ad un accomodamento, che<br />

sapevate, ch'io stava facendo.<br />

In somma ci vuole pazienza, se l'avvocato non ha veduto la cosa lui, ed abbia accettato<br />

l’ere<strong>di</strong>tà, credo, che non ci sarà più rime<strong>di</strong>o. Appena ricevuta questa mia, mandate a pregare il<br />

Signor Legrenzi 2 <strong>di</strong> venire da voi, ed a posta corrente scrivetemi subito, cosa l'avvocato abbia fatto<br />

per combinare, almeno con mio fratello, poiché gli <strong>di</strong>spiacerebbe, facesse poi anche una cattiva<br />

figura, sostenendo quello, a cui voi per mancanza <strong>di</strong> cognizioni senza saperlo avete rinunziato. Non<br />

vi angustiate perciò, solo vi serva <strong>di</strong> regola per un'altra volta <strong>di</strong> non concludere affari rilevanti, se<br />

prima non mi scrivete. Fate orazione, e il Signore rime<strong>di</strong>erà a tutto Lui.<br />

Ho piacere, che le vestine siano riuscite belle. Alla Teresa 3 io <strong>di</strong>e<strong>di</strong> una sovrana 4 , quando fui<br />

a Milano, e a <strong>di</strong>rvi il vero, credeva avesse da bastare, molto più che una fù ricamata da una nostra<br />

compagna. Ma trattandosi <strong>di</strong> oro, si vede che non ha bastato. Mi <strong>di</strong> spiace che la cara Deodata 5 sia<br />

<strong>di</strong> nuovo ammalata, vedrete, che col sudare si rimetterà. Niente mi <strong>di</strong>re del Signor Don Gaetano<br />

Zanetti 6 , né del Signor Vicario Milesi 7 . Quando mi scrivete nuova, presentando i miei rispetti al<br />

Signor Don Giovanni 8 .<br />

Mi rallegro molto, che il bambino Camozzi sia andato in Para<strong>di</strong>so. Mi fanno però molta<br />

compassione que' signori per l'Ambrosino. Non mancherò <strong>di</strong> raccomandare al Signore, ma lasciamo<br />

fare a Lui.<br />

Noi continuiamo a star tutte bene. Se vedete il Conte Marco 9 , presentategli i miei rispetti, e<br />

<strong>di</strong>tegli che lo ringrazio degli attestati, che in due volte ricevetti, e che tra tutti, se non isbaglio, sono<br />

<strong>di</strong>eci. Vi abbraccio <strong>di</strong> tutto cuore. Noi ce la passiamo bene.<br />

In somma fretta abbraccio tutte, e tutte vi lascio nel Cuore Santissimo <strong>di</strong> Maria<br />

Di Voi Carissima Figlia<br />

Vostra Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> <strong>di</strong> <strong>Canossa</strong> 10<br />

Figlia della Carità<br />

1 March. Bonifacio<strong>Canossa</strong> (Ep. I, lett. 351, pag. 552).<br />

2 Sig. Legrenzi, procuratore <strong>di</strong> Maria Minori (Ep.III/2, lett. 1737, n. 3, pag. 1507).<br />

3 Spasciani Teresa, superiora <strong>di</strong> Milano (Ep. I, lett. 279, n. 10, pag. 414).<br />

4 La “sovrana” antica moneta austriaca (Ep. I, lett. 244, n. 1, pag. 362).<br />

5 Mazzi Adeodata (Ep. II/1, lett. 585, n. 5, pag. 442).<br />

6 Don Zanetti Gaetano, parente <strong>di</strong> Don Giovanni Zanetti<br />

7 Don Gaetano Milesi parroco <strong>di</strong> Breno (Ep. II/2, lett. 821, n. 3, pag. 1035).<br />

8 Don Zanetti Giovanni, superiore e confessore della comunità <strong>di</strong> Bergamo (Ep. II/1, lett. 570, n 1, pag. 407).<br />

9 Conte Passi Marco, missionario apostolico e fratello <strong>di</strong> Don Luca (Ep. II/2, lett. 711, n. 6, pag. 787 )<br />

10 NB. Firma autografa della <strong>Canossa</strong>.

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