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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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AD ANGELA BRAGATO<br />

1883(Bergamo#1828.03.12)<br />

Lunga lettera, ma tutta accentrata sull'ere<strong>di</strong>tà Guizzetti che, per i troppi cre<strong>di</strong>tori, si è ridotta ad una somma<br />

<strong>di</strong> limitata consistenza e che, per <strong>di</strong> più, deve essere subito assicurata su un fondo. Molti quin<strong>di</strong> i passi e<br />

molte le noie, ma la <strong>Canossa</strong> si affida a lei.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Ella mi scrive della premura, che ha la nipote <strong>di</strong> Don Paolo Madona 1 <strong>di</strong> essere assistita, e sappia,<br />

che appunto detto Religioso consegnò alla Superiora 2 <strong>di</strong> qui due bavere 3 , e quattro svanzicher 4<br />

perche io al mio ritorno a Verona abbia da portarle a sua nipote. Dica dunque a questi cioè, o al<br />

marito, o alla moglie, che si trovano in questo bisogno mi prendo la libertà <strong>di</strong> far avere questo danaro<br />

subito invece <strong>di</strong> allora, ed ella prenda se<strong>di</strong>ci zvanzicher <strong>di</strong> quelle della Ravelli 5 , e le <strong>di</strong>a loro<br />

contro ricevuta del marito ed io addopererò le se<strong>di</strong>ci zvanzicher qui a pagare la tela della Ravelli.<br />

Jeri si terminarono grazie al Signore i santi Esercizj con sod<strong>di</strong>sfazione grande <strong>di</strong> tutti, cosa che<br />

attribuiscono singolarmente alle orazioni fatte anche da loro.<br />

Le Comunioni le giu<strong>di</strong>co siano state più <strong>di</strong> due cento. Jeri mattina all'ultima funzione il<br />

Direttore degli Esercizj vedendo che nella scuola ove si fecero come l'altra volta non si poteva per<br />

la gran piena più moversi si pensò dopo la Bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> portare in coro il Santo Crocefisso da<br />

bac(i)are, e cosi fece. In tanto, che tutte gli baciavano i pie<strong>di</strong> si cantò il Tedeum, ma la folla era tale,<br />

che il pre<strong>di</strong>catore ci suggerì <strong>di</strong> aprire la porta del coro, e dare sfogo lasciando il passaggio dalla<br />

chiesa il bello era, che sortivano dalla chiesa, e ritornavano in convento sinchè feci <strong>di</strong>re alla<br />

Deodata 6 , che non le lasciasse entrare.Tutte grazie al Signore restarono sod<strong>di</strong>sfatissime, e questa<br />

mattina sono venute a domandare quando li facciamo un altra volta. Rapporto alla mia famiglia<br />

spero mi scriverà chiaramente come nell'ultirna settimana le <strong>di</strong>ssi intorno al bambino 7 , che pare<br />

abbia da avere la gran sorte <strong>di</strong> andare al Cielo, ma fa pena adesso.<br />

Mi fece ridere la lettera della Dama Donà 8 . Per altro scrivo alla Superiora, che 9 forse alla mia<br />

venuta a Venezia avessi da fare qualche piccolo acquisto, ma che per questo non ommetta <strong>di</strong> fare il<br />

suo interesse e non si daneggi a mio riguardo <strong>di</strong>pendendo io anche dalle rascozioni, che potrò, o non<br />

potrò verificare, che in voce meglio s'intenderemo.<br />

Adesso mia Cara Figlia perche non hai altro daffare devo darti un mare d'imbarazzi per<br />

salvare, o assicurare le 1130 dell'ere<strong>di</strong>tà Guizzetti 10 . Questa piccola somma che doveva essere<br />

invece un fondo <strong>di</strong> 4000 itali(a)ne circa non doveva secondo il testamento essere consegnato, ma sul<br />

fondo totale dell'ere<strong>di</strong>tà Guizzetti doveva esserci somministrato in perpetuo due cento lire italiane<br />

annue.<br />

Essendo andata tutta la massa dell'ere<strong>di</strong>tà in mano del Tribunale per i molti aggravj o debiti<br />

furono <strong>di</strong>vise le so(s)tanze <strong>di</strong>sponibili per so<strong>di</strong>sfare i legati, e tutti questi legati furono ristretti, e ridotti<br />

<strong>di</strong> modo, che a noi in luogo <strong>di</strong> due cento lire italiane annue fu assegnato un fondo <strong>di</strong> mile e<br />

tante svanzicher che il preciso non me lo ricordo. Questo piccolo capitale però va a restare in mano<br />

1 Don PAOLO MADONA, nato nel 1740. Lo Stato del Clero del 1829 lo annovera tra i confessori della parrocchia <strong>di</strong><br />

S. Alessandro della Croce.<br />

2 Faccioli Domenica, superiora della comunità <strong>di</strong> Bergamo (Ep. I, lett. 360, n. 1, pag. 568).<br />

3 Monete d’oro del Regno <strong>di</strong> Baviera (Ep. III/3, lett. 1785, n. 2, pag. 1642).<br />

4 Monete (Ep. II/2, lett. 749, n. 2, pag. 861).<br />

5 Ravelli Marianna, nella comunità <strong>di</strong> Verona (Ep. III/2, lett. 1622, n. 7, pag. 1288).<br />

6 Mazzi Adeodata (Ep. II/1, lett. 585, n. 5, pag. 442).<br />

7 Il fìglio del March. <strong>Canossa</strong> e dì Rosanna Carlotti, ALESSANDRO ANTONIO, morto nel 1828.<br />

8 La madre <strong>di</strong> Cecilia Donà delle Rose (Ep. I, pag. 651).<br />

9 Terragnoli Giuseppa, superiora della comunità <strong>di</strong> Venezia (Ep. I, lett. 398, n. 2, pag. 649)<br />

10 Teresa Guizzetti, benefattrice dell’Istituto, defunta (Ep. I, lett. 412, pag. 676).

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