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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A DON CASTELLANI GIUSEPPE<br />

1869(Verona#1828.02.08)<br />

La <strong>Canossa</strong> ha già avvicinato sua sorella e non oppone un rifiuto alla sua presunta vocazione, ma pensa<br />

sarebbe assai meglio rendersene conto esatto, annoverandola tra le giovani can<strong>di</strong>date a maestre <strong>di</strong><br />

campagna. Se il risultato <strong>di</strong>mostrasse che Bernar<strong>di</strong>na non è chiamata alla vita religiosa, rientrerebbe in<br />

famiglia più capace <strong>di</strong> affrontare la vita comune con un patrimonio culturale ed esecutivo decisamente<br />

valido.<br />

V.G. e M. Molto Illustre e Reveren<strong>di</strong>ssimo signor Arciprete 1<br />

La <strong>di</strong> lei bontà vorrà perdonare se trattante sue cure ed occupazioni vengo ad incomodarla. La<br />

venerazione che sento verso la S.V.M.to Ill.re e Rev.ma ed il desiderio <strong>di</strong> pienamente unirmi alle<br />

saggie e prudentissime <strong>di</strong> lei viste relativamente all’elezione da farsi dell’ottima signora<br />

Bernar<strong>di</strong>na 2 e <strong>di</strong> lei sorella mi determina ad incomodarla con questa mia.<br />

Parlai varie volte con questa buonissima figliuola nella quale mi pare <strong>di</strong> scorgere delle<br />

traccie <strong>di</strong> vocazione <strong>di</strong>vina alla religione. Ella però che per ogni rapposto <strong>di</strong> me conosce quantdo<br />

vada bene accertarsi in ciò singolarmente del <strong>di</strong>vino volere, credo penserà meco doversi simili<br />

risoluzioni con sicurezza maturare.<br />

Anzi <strong>di</strong>rò meglio, e per le cognizioni che ho della rispettabile <strong>di</strong> lei persona e per quanto jeri<br />

mi <strong>di</strong>sse da sua parte il degnissimo signor Don Bajetta 3 che mi portò anche i gentili suoi saluti <strong>di</strong><br />

cui vivamente la ringrazio certa sono uniformarsi pienamente su <strong>di</strong> ciò il nostro modo <strong>di</strong> pensare.<br />

Ciò posto sottopongo ai <strong>di</strong> lei riflessi un desiderio della signora Bernar<strong>di</strong>na che a me pare possa<br />

essere il partito migliore per accertarne la cosa non solo ma anche perché nel caso opposto<br />

ritornando la sorella alla propria casa vi ritorni sempre più addestratta ad eseguire le caritevoli viste<br />

della S.V.M.to Ill.re e Rev.ma a vantaggio del suo popolo.<br />

Sappia ella dunque come il minimo nostro Istituto tra i varj Rami <strong>di</strong> carità in cui per la<br />

Divina Misericor<strong>di</strong>a si esercita uno si è quello dell’ammaestramento delle maestre dei paesi <strong>di</strong><br />

campagna. Queste vengono da noi istruite in un po <strong>di</strong> scrivere giusta il metodo normale, s’insegna<br />

loro le quattro operazioni dell’aritmetica altre piccole cosette relative allo stu<strong>di</strong>o ed ogni sorta <strong>di</strong><br />

lavoro, e ciò che più importa anzi questo si è il fine unico per cui l’Istituto si esercita formando loro<br />

il cuore, <strong>di</strong> fondamentare nello spirito <strong>di</strong> carità per cui abbiano ad accompagnare l’opera utile con<br />

quelle viste che richiede una educazione veramente cristiana.<br />

Degnossi il Signore <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re sin qui le piccole nostre fatiche e sono già alcuni anni che<br />

teniamo un corso d’educazione il quale consuetamente è <strong>di</strong> sette mesi per ogni anno. Il corso<br />

dell’anno corrente è già incominciato da un mese circa ed abbiamo varie buonissime giovani le<br />

quali si vanno a ciò addestrando e queste sono state da me ricevute ad istanza de’ loro Parochi<br />

previe come può figurarsi le più strette ed esattissime informazioni sulla saviezza e sul sempre stato<br />

illibato loro costume come sull’idoneità e pietà delle medesime. La signora Bernar<strong>di</strong>na bramerebbe<br />

dunque quando ella lo permettesse <strong>di</strong> entrare sotto questo titolo e qui fermarsi in qualità <strong>di</strong> maestra<br />

sino alla Pasqua. Intanto avrebbe luogo da conoscere sempre meglio le cose. Vedrei <strong>di</strong> appoggiarla<br />

a qualche ottimo <strong>di</strong>rettore il quale esaminare potesse la vocazione più a fondo, noi sempre più<br />

l’averressimo conoscendo e dopo il tempo svolto, o il Signore veramente la chiama ed allora<br />

concluderemo con lei e con essa la massima ed il modo da eseguirla, o il Signore fa conoscere che<br />

non la vuole e scorso questo po <strong>di</strong> tempo la sorella tranquillapoi sempre ed un pò più addestrata<br />

ritorni a casa e si esercita nella scuola come ella desidera. Attendo su <strong>di</strong> ciò un pregìato <strong>di</strong> lei<br />

riscontro sul quale essa ed io ci regoleremo, bramando ambidue tutte combinare colla <strong>di</strong> lei cor<strong>di</strong>ale<br />

adesione e colla bene<strong>di</strong>zione altresì della <strong>di</strong> lei signora madre alla quale la prego dei miei<br />

1<br />

L’Arciprete <strong>di</strong> SANDRA’ comune della provincia <strong>di</strong> Verona, don CASTELLANI Giuseppe, nato a Torri nel 1789,<br />

promosso nel 1827.<br />

2<br />

BERNARDINA, sorella del destinatario e aspirante alla vita religiosa anche se in breve la si riconoscerà non<br />

chiamata.<br />

3<br />

Bajetta Giambattista, confessore della comunità <strong>di</strong> Verona (Ep. III/1, lett. 1092, n. 3, pag. 216).

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