epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A GIUSEPPA TERRAGNOLI 1851(Verona#1827.12.05) Alla Canossa preme molto che Mons. Traversi conosca, con esattezza, la consistenza e i limiti del suo superiorato, perciò scrive di nuovo alla Terragnoli perché chiarisca meglio il pensiero suo a riguardo del Superiore. V.G. e M. Carissima Figlia Vorrei sperare, che aveste ricevuto una mia lettera scrittavi lunedì sulla sera, e speditavi collo straordinario di martedì, per altro sul dubbio vi ripeterò quando in quella vi diceva. Prima per non iscordarmi vi dirò che mandiate dal signor Ponzetta 1 che spero avrà avuto la lettera del Signor Battista 2 al quale passai i quindici tàleri 3 , ed a primo incontro vi manderò quanto nell'altra vi dissi. Vi diceva dunque mia Cara Figlia come avete riflettuto prudentissimamente intorno a Monsignor Traversi 4 . E vi diceva che se la mia lettera vi giungeva prima ch'egli vi avesse favorito cercaste destramente di fargli conoscere come noi non abbiamo Superiore per ogni Casa ma che solo tre a me dopo la morte del Canonico 5 me ne furono assegnati per consigliarmi. Di più vi diceva che vi riuscirà più gentilmente e facilmente di dirglielo che voi sapete la mia somma cautela di non far conoscere possibilmente a nessuno chi sieno le persone da cui mi appoggio per consigliarmi per poter lasciare i miei Superiori in libertà di comandarmi quel che credono senza restare esposti con nessuno, e così restano anche liberi dalle suppliche o molestie esterne che potrebbero avere da chi volesse qualche cosa da noi. Del rimanente avete la mia lettera scritta al medesimo regolatevi. La mia salute va bene e tutte sono in piedi fuori di qualche gareletta. Sappiate che Maria Santissima continua le sue misericordie. Sentite queste due cose accadute da domenica e lunedì. Un giorno che non mi trovava su quel momento presente parlando le Compagne a ricreazione naturalmente delle grazie ricevute che vi scrissi, Pierina 6 piena di fede disse, che se le venisse male anche ad un dito mostrando il police della mano destra sarebbesi applicata i fiori di Maria Santissima. Una Compagna giovane rispose ch'essa per un dito non avrebbe voluto incomodare la Vergine Santa. La notte le venne alla medesima male al dito police della mano destra, e venne da me alla mattina, ed io feci che si applicasse qualche rimedio. Intanto il male cresceva con piccoli dolori per altro perché gia era stato per un sentimento di divozione che aveva detto così come poi mi raccontò ma non poteva ne lavorare ne scrivere. Domenica sera essendo anch'io a ricreazione parlarono di questo ed io venendo in cognizione dissi a questa tal Compagna che guardasse bene di non averla a pagare. Alle mie parole si persuase. Cavò il rimedi(o), e si pose la cenere dei fiori e la mattina susseguente era ed è perfettamente guarita. Una novizia, che stà facendo gli Esercizj per sortire di noviziato venerdi, o sabbato scorso fù presa da un gran male in bocca per cui domenica mattina eravamo in dubbio di lasciarla andare in coro a Messa. La stessa notte che guarj l'altra, ebbe dolori sì fieri, che veglio tutta la notte, e mi diceva che li aveva tanto forti nella testa che temeva d’impazzire. La mattina si raccomando a Maria Santissima supplicandola, ad ottenerle la grazia di poter continuare i Santi Esercizj promettendole di visitare dodici volte la Madonna del coretto si adormento dormì una mezz'ora e si svegliò guarita. Continua nei santi Esercizj, e venerdì sera debbo darle la Madonna. 1 Sig. Ponzetta, corrispondente di Fiducia di Verdari (Ep. III/2, pag. 1487). 2 Verdari Giambattista, farmacista della farmacia di Porta Borsari (Ep. I, lett. 145, n. 6, pag. 239) 3 Moneta Tallero, vecchio nome della moneta austriaca (Ep. III/3, lett. 1782, n. 1, pag. 1635). 4 Mons. Antonio Traversi, superiore della Casa di Venezia (Ep. II/1, lett. 489, n 2, pag. 165). 5 Mons. Galvani Nicola, confessore di Maddalena (Ep. I, lett. 47, n. 3, pag. 94). 6 Moro Pierina, nella Casa di Verona (Ep. II/1, lett. 465, pag. 116).

Non vi dico altro mia Cara Figlia perché gia le cose sono tali che non fà bisogno di parole, se non che vi dirò mie Care Figlie amate tutte, e servite di vero cuore questa Madre si santa, e si amorosa per noi. In somma fretta vi lascio nel Cuor Amorosissimo della amata nostra Madre. Di Voi Carissima Figlia Verona li 5 dicembre 1827 I miei rispetti al Padre Stefani 8 . 7 NB. Firma autografa della Canossa. 8 Padre Stefani, parroco ai “Carmini” a Venezia (Ep. II/1, lett. 495, pag. 175). Vostra Aff.ma Madre Maddalena Figlia della Carità 7

Non vi <strong>di</strong>co altro mia Cara Figlia perché gia le cose sono tali che non fà bisogno <strong>di</strong> parole, se<br />

non che vi <strong>di</strong>rò mie Care Figlie amate tutte, e servite <strong>di</strong> vero cuore questa Madre si santa, e si<br />

amorosa per noi.<br />

In somma fretta vi lascio nel Cuor Amorosissimo della amata nostra Madre.<br />

Di Voi Carissima Figlia<br />

Verona li 5 <strong>di</strong>cembre 1827<br />

I miei rispetti al Padre Stefani 8 .<br />

7 NB. Firma autografa della <strong>Canossa</strong>.<br />

8 Padre Stefani, parroco ai “Carmini” a Venezia (Ep. II/1, lett. 495, pag. 175).<br />

Vostra Aff.ma Madre<br />

<strong>Maddalena</strong> Figlia della Carità 7

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