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epistolario iii/3 - S.Maddalena di Canossa

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A GIUSEPPA TERRAGNOLI<br />

1832(Bergamo#1827.10.27)<br />

La <strong>Canossa</strong> é preoccupata per la malattia del Superiore <strong>di</strong> Venezia, per quella dell'Arciprete Albrizzi e<br />

infine per quella <strong>di</strong> una giovane <strong>di</strong> Milano. Chiede alla Terragnoli che si preghi per tutti e tre. Per il<br />

momento invece rimane accantonato il problema della «polenta» perché il granoturco non é ancora<br />

arrivato.<br />

V.G. e M. Carissima Figlia<br />

Non so cosa pensare mia Cara Figlia per essere questa settimana priva delle Care vostre<br />

lettere avendovi pregato <strong>di</strong> continuarmi le notizie del santo nostro vecchietto 1 . Vi confesso che stò<br />

propriamente con pena per lui, e solo mi lusingo dell’essermi accaduto ancora <strong>di</strong> ricevere le vostre<br />

lettere tar<strong>di</strong> perche forse le avrete mandate tar<strong>di</strong> alla posta. Vi <strong>di</strong>rò intanto che grazie al Signore noi<br />

qui se la passiamo bene che le Compagne stanno facendo un po’ <strong>di</strong> ritiro dopo il quale cambierò la<br />

Superiora 2 in<strong>di</strong> vorrei sperare che tra circa quin<strong>di</strong>ci giorni potrò tornare a Verona.<br />

Raccomando alle orazioni <strong>di</strong> tutte una Compagna <strong>di</strong> Milano 3 <strong>di</strong> quasi venti sei anni la quale se il<br />

Signore non fà quasi <strong>di</strong>rei un miracolo, è incamminata sulla via del Para<strong>di</strong>so. Siamo contente <strong>di</strong><br />

tutto quello che <strong>di</strong>spone il Signore ma pregatelo, che se la vuole le continui la rassegnazione e<br />

quiete sin ora goduta, e che le doni morte santa.<br />

Sono desiderosa altresì <strong>di</strong> sapere notizie del degnissimo Signor Arciprete Albrizi 4 .<br />

Non vi parlai più della polenta 5 perche non l’abbiamo ancora ricevuta se non che in parte<br />

dall'affittuale onde non l’ho ancora da mandarvela. Oltre <strong>di</strong> che mia cara Figlia il dover concludere<br />

la cosa per via <strong>di</strong> lettere nella somma angustia <strong>di</strong> tempo in cui mi trovo mi riesce quasi impossibile<br />

se anche la polenta fosse arrivata.<br />

Oggi ricevetti notizie della Compagna <strong>di</strong> Milano, la quale stà meglio, ma è ancora in grande<br />

burasca la raccomando <strong>di</strong> nuovo alle vostre orazioni, perche fuori d'un miracolo non si ricupera<br />

certamente.<br />

Se poteste informarvi se il Signor avocato Gasperi 6 sia ritornato a Venezia mi farete un<br />

piacere a farmelo sapere, bramando <strong>di</strong> rispondere alle <strong>di</strong> lui lettere.<br />

Vi abbraccio tutte <strong>di</strong> vero cuore, e vi lascio nel Cuor Santissimo <strong>di</strong> Maria.<br />

Di Voi Carissima Figlia<br />

27 ottobre Bergamo 1827<br />

1 P. Marino da Cadore, ammalato (Ep. I, lett. 533, n. 3, pag. 557).<br />

2 Rosa Dabalà con Faccioli Domenica.<br />

3 Crippa <strong>Maddalena</strong>, nella Casa <strong>di</strong> Milano (Ep. II/1, lett. 530, pag. 314).<br />

4 Mons. Giuseppe Albrizzi, parroco <strong>di</strong> S. Marco (Ep. II/1, lett. A 37, n. 1, pag. 226).<br />

5 Granoturco.<br />

6 Il fratello del chirurgo, Giacomo Gaspari (Ep. III/2, pag. 899).<br />

7 NB. Firma autografa della <strong>Canossa</strong>.<br />

Vostra Aff.ma Madre <strong>Maddalena</strong> 7<br />

Figlia della Carità

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