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di verduno - Rivista IDEA

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FINO AL 5 FEBBRAIO<br />

LE SALE<br />

DELLA PINACOTECA<br />

MILANESE<br />

PROPONGONO<br />

DICIASSETTE<br />

VERI CAPOLAVORI<br />

n GIÒ POMODORO<br />

Alessandria-Se<strong>di</strong> varie<br />

(fino al 29 aprile)<br />

Luoghi storici straor<strong>di</strong>nari quali<br />

ville e palazzi nobiliari, musei<br />

e siti d’eccezione <strong>di</strong>ventano<br />

un circuito dove compiere uno fra<br />

i più esaustivi viaggi fra le opere<br />

del grande maestro della scultura.<br />

82 á 12 gennaio 2012<br />

Arte<br />

BRERA INCONTRA IL “PUSKIN”<br />

a cura <strong>di</strong> Giorgio Barberis<br />

Sono “solo” <strong>di</strong>ciassette, ma che capolavori per la mostra milanese “Brera<br />

incontra il Puskin-Collezionismo russo tra Renoir e Matisse”! Fanno la par -<br />

te del leone Gauguin, Van Gogh, Matisse e Picasso, i primi che sedussero i<br />

collezionisti d’inizio Novecento Sergei Scukin e Ivan Morozov, ricchissimi<br />

personaggi, all’epoca eccentrici rispetto al gusto imperante, che oggi permettono <strong>di</strong><br />

ammirare questa preziosa rassegna aperta al pubblico sino al 5 febbraio.<br />

L’evento cavalca l’onda dell’anno delle culture incrociate tra Italia e Russia, il 2011,<br />

anche se Brera non può che ospitare rassegne <strong>di</strong> formato ridotto visto che nelle sue<br />

sale manca (uno tra i tanti problemi) uno spazio per le mostre temporanee. Il risultato,<br />

tuttavia, è eccellente: si possono ammirare opere che i due mecenati, costretti<br />

dopo la rivoluzione d’ottobre a cedere le collezioni allo Stato sovietico, acquistarono<br />

dagli artisti preferiti. Il “Ritratto <strong>di</strong> Ambroise Vollard”, una delle migliori opere della<br />

fase cubista <strong>di</strong> Picasso, fu comprato da Morozov a Parigi. Invece gran<strong>di</strong> “Pesci rossi”<br />

<strong>di</strong> Matisse, il preferito <strong>di</strong> Scukin, fu <strong>di</strong>pinto nel 1911, dopo un soggiorno dell’artista<br />

a Mosca, dove rimase colpito dai colori e dalle forme delle icone russe. “La regina<br />

Isabeau”, ancora <strong>di</strong> Picasso, è merito dello stesso Matisse che presentò lo spagnolo a<br />

Scukin: nacque un’amicizia che, per il collezionista, <strong>di</strong>ventò una sorta <strong>di</strong> ipnosi.<br />

Tra le opere esposte spiccano la “Ronda dei carcerati” <strong>di</strong> Van Gogh e tre quadri <strong>di</strong> Cé -<br />

zanne tra cui il “Pierrot e Arlecchino” che anticipa Picasso <strong>di</strong> almeno venti anni. E poi<br />

“Ehaiha Ohipa”, capolavoro del periodo tahitiano <strong>di</strong> Gauguin, e la “Vista del ponte<br />

Sèvres” del “doganiere” Russeau, mai esposto in Italia. In chiusura tre foto in bianco<br />

e nero danno solo una pallida idea <strong>di</strong> quello che dovevano essere le due raccolte: tre<br />

saloni tappezzati <strong>di</strong> quadri <strong>di</strong> Monet, Matisse e Cézanne a ricoprire pareti enormi.<br />

È trascorso quasi un secolo da quanto ciò che è immortalato su quegli scatti ci racconta,<br />

ma il rimpianto per quello che è stato (e che non c’è più) è ancora forte tra gli appassionati<br />

d’arte. Anche se quanto è rimasto riesce lo stesso a dare forti emozioni e segna<br />

l’inizio <strong>di</strong> un nuovo scambio con il continente <strong>di</strong> mezzo.<br />

Nel 2012, infatti, approderà a Mosca il “nostro” Caravaggio con opere provenienti<br />

dai principali musei italiani. Anche se i puristi storceranno il naso, ormai i gran<strong>di</strong><br />

eventi sono questi: la situazione in cui versa da tempo la cultura artistica italiana non<br />

può che costringerci a emigrare e a importare o esportare anche gli autori scomparsi.<br />

Per i nobili talenti ancora attivi spazi e finanze sono ormai al lumicino, fatta eccezione,<br />

naturalmente, per alcune realtà sban<strong>di</strong>erate dai mass me<strong>di</strong>a che, pur proponendo<br />

l’improponibile, continuano a esporre, almeno a detta dei loro “promoter”, il “top del<br />

top” dell’arte internazionale.<br />

n “I TESORI DEL PRINCIPE”<br />

Bard (Aosta)-Forte<br />

(fino al 13 maggio)<br />

Rubens, Brueghel, Rembrandt,<br />

Cranach, Hayez e Canaletto:<br />

capolavori delle collezioni del Principe<br />

del Liechtenstein. Sono ottanta opere<br />

realizzate tra il 1500 e la seconda<br />

metà del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo.<br />

n ”VINCENT VAN GOGH<br />

E IL VIAGGIO DI PAUL GAUGUIN”<br />

Genova-Palazzo ducale (fino al 15 aprile)<br />

Van Gogh è il cuore e l’anima <strong>di</strong> questa<br />

mostra straor<strong>di</strong>naria, che fa perno<br />

sul prestito del “Da dove veniamo? Chi<br />

siamo? Dove an<strong>di</strong>amo?” <strong>di</strong> Gauguin.<br />

E, accanto ai loro, ci sono tanti altri<br />

capolavori, da Hopper a Kan<strong>di</strong>nsky.

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