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di verduno - Rivista IDEA

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ottimista perché quella che stiamo vivendo è, anche se dolorosa,<br />

una crisi <strong>di</strong> crescita, necessaria per l’euro e per la vera Unione<br />

europea. In cambio dei tanti sacrifici, la nostra patria europea ne<br />

uscirà rafforzata, consolidando le prospettive <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> sviluppo<br />

insite nel sogno dei padri fondatori. Certo, come Paese fondatore<br />

dell’Europa unita, non abbiamo fatto bella figura. Mal governato<br />

come è stato negli ultimi vent’anni, in un clima politico do -<br />

minato tanto a destra quanto a sinistra dalla demagogia e dal po -<br />

pulismo, il Paese è scivolato sulla china del <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne economico<br />

che ha tolto la fiducia dei mercati nelle nostre potenzialità e ci ha<br />

portato a <strong>di</strong>ventare il detonatore <strong>di</strong> una possibile esplosione che<br />

potrebbe far crollare la costruzione europea.<br />

Ora che, finalmente, abbiamo alle spalle la seconda Re pubblica e,<br />

speriamo, anche i politici figli del “porcellum” che l’han no sorretta<br />

e interpretata con risultati fallimentari, sono convinto che, passata<br />

la fase <strong>di</strong>fficile, l’Europa, con il contributo decisivo del -<br />

l’Italia, tornerà faro <strong>di</strong> civiltà e <strong>di</strong> progresso per i nostri giovani e<br />

per tutti i popoli dell’altra nostra nuova patria, il mondo.<br />

Marco Botto (Mondovì)<br />

n LA POLITICA È CADUTA<br />

IN BASSO, MA NON TUTTA<br />

Per un politico è <strong>di</strong>fficile<br />

porgere gli auguri per<br />

la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>bilità<br />

derivata da certa politica.<br />

Se oggi il Paese è nelle<br />

con<strong>di</strong>zioni in cui si trova<br />

la colpa principale è della<br />

politica, quella <strong>di</strong> questi<br />

ultimi anni e quella dei<br />

decenni passati. Ed è vero<br />

anche che, se abbiamo un<br />

governo tecnico costretto<br />

a varare una manovra<br />

durissima per salvare l’Italia,<br />

questo è dovuto ai limiti<br />

della politica nell’era<br />

Berlusconi e negli anni<br />

precedenti. Però non tutti i<br />

politici sono uguali e molti<br />

hanno ancora a cuore,<br />

come dev’essere, l’interesse<br />

della collettività. Un aspetto<br />

positivo, nella situazione <strong>di</strong><br />

decadenza della società, è<br />

la voglia <strong>di</strong> partecipazione<br />

dei citta<strong>di</strong>ni, che si stanno<br />

riavvicinando all’interesse<br />

per la gestione della cosa<br />

pubblica e alla politica.<br />

È un punto <strong>di</strong> ripartenza<br />

importante: la rinnovata<br />

voglia <strong>di</strong> partecipazione<br />

va coltivata ed estesa<br />

ai giovani, i quali vanno<br />

messi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

riappropriarsi del futuro.<br />

La manovra è <strong>di</strong>ventata<br />

legge e ora bisogna che<br />

si programmi lo sviluppo.<br />

Non ci possono essere<br />

crescita e la speranza<br />

<strong>di</strong> uscire dalla crisi se<br />

ci si ferma ai tagli e alla<br />

tassazione, anche perché<br />

i tagli non sono stati così<br />

incisivi e dove necessari<br />

e la pressione fiscale resta<br />

rivolta in prevalenza ai soliti<br />

noti, a chi già dà il suo<br />

contributo. Anche la<br />

Granda paga un tributo<br />

alla crisi generale. Molte<br />

aziende sono in forte<br />

<strong>di</strong>fficoltà. Il trasporto<br />

pubblico sta subendo tagli<br />

importanti per la mancanza<br />

<strong>di</strong> risorse e ciò comporterà<br />

la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro.<br />

L’Alpitour è un altro fronte <strong>di</strong><br />

crisi occupazionale a causa<br />

del trasferimento degli uffici<br />

a Torino. Il piano sanitario<br />

regionale, per ridurre i costi<br />

della sanità, mette in forse<br />

il virtuoso “modello Cuneo”.<br />

Le comunità montane sono<br />

sul piede <strong>di</strong> guerra perché<br />

la giunta Cota le ha<br />

cancellate e i Comuni,<br />

specie quelli piccoli,<br />

non sanno come garantire<br />

i servizi essenziali. Voglio<br />

però essere ottimista<br />

e confido che il 2012 sia<br />

meno pesante <strong>di</strong> quanto<br />

viene <strong>di</strong>pinto. Ma del<br />

domani migliore che ci<br />

auguriamo, specie per i<br />

nostri figli, dobbiamo essere<br />

protagonisti, non delegando<br />

il futuro a chi non è stato<br />

capace <strong>di</strong> gestirlo.<br />

Per questo il mio augurio<br />

è <strong>di</strong> ritrovare, tutti insieme,<br />

la voglia <strong>di</strong> partecipare<br />

alla vita della collettività.<br />

Tullio Ponso (consigliere<br />

regionale, Cervasca)

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