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di verduno - Rivista IDEA

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LA REGIONE, MALGRADO L’ANNO DIFFICILE, HA FATTO MOLTO<br />

Il 2011 è stato un anno molto <strong>di</strong>fficile, ma che ha visto il grande<br />

lavoro svolto dalla Regione concretizzarsi in una serie <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti<br />

tradottisi in aiuti reali per la nostra gente.<br />

In un contesto generale in cui i finanziamenti sono stati drasticamente<br />

ridotti, la Regione ha tutelato in modo eccellente i piemontesi.<br />

Abbiamo <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> saper mantenere gli impegni continuando a<br />

sostenere il territorio e i Comuni: il cuneese, che a luglio aveva ricevuto<br />

per il superamento dei patti <strong>di</strong> stabilità quasi 17 milioni e 400 mila<br />

euro per la quota destinata alla Provincia e 16 milioni e 692 mila euro<br />

ai 23 Comuni che avevano fatto richiesta, a ottobre con il nuovo stanziamento,<br />

<strong>di</strong> ulteriori 120 milioni <strong>di</strong> euro, ha ricevuto un’altra importantissima<br />

boccata d’ossigeno. Per la legge 18 sono stati destinati oltre<br />

11 milioni e mezzo <strong>di</strong> euro a 160 Comuni della Granda, e quasi 13<br />

milioni sono arrivati a Cuneo per il suo Piano <strong>di</strong> sviluppo urbano.<br />

Sol<strong>di</strong> veri, non parole, per realizzare progetti molto attesi!<br />

Abbiamo sostenuto l’occupazione nelle scuole, con l’assunzione <strong>di</strong><br />

577 precari attinti dalle graduatorie regionali: anche grazie a questo<br />

LA MONETA UNICA<br />

È UNA RISORSA<br />

FONDAMENTALE<br />

PER LA PACE<br />

CHE LASCIAMO<br />

ALLE NUOVE<br />

GENERAZIONI<br />

78 á 12 gennaio 2012<br />

fondamentale intervento nemmeno una scuola è stata chiusa. Non<br />

solo: per garantire l’apertura delle scuole <strong>di</strong> montagna e delle aree<br />

<strong>di</strong>sagiate, nonché il sostegno agli alunni <strong>di</strong>sabili, sono state stanziate<br />

ancora più risorse che nel 2010, arrivando a 12 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

Il Piano per l’occupazione ha dato un segnale <strong>di</strong> svolta consentendo<br />

alla Regione <strong>di</strong> pensare a un rilancio nell’ottica dell’innovazione e<br />

della sburocratizzazione. Meno burocrazia anche in agricoltura: dal<br />

nuovo regolamento forestale, ai Piani ver<strong>di</strong>, all’anticipo Pac, sono sta -<br />

ti decisivi i cambiamenti apportati dalla giunta Cota per agevolare i<br />

nostri lavoratori. Il taglio agli sprechi è stato fin dall’inizio un imperativo:<br />

i risultati non si sono fatti attendere in tutti i settori, ma credo<br />

che il segnale più importante sia arrivato dalla sanità che, grazie ai<br />

provve<strong>di</strong>menti del Piano regionale <strong>di</strong> rientro, per la prima volta da<br />

anni è riuscita a costare <strong>di</strong> meno.<br />

Si è trattato <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> intenso lavoro che ha <strong>di</strong>mostrato la qualità<br />

della Lega <strong>di</strong> governo che non si perde in fronzoli, ma bada al sodo.<br />

Federico Gregorio (consigliere regionale, Narzole)<br />

«QUESTA CRISI CI RIGENERERÀ»<br />

scrivete a: clau<strong>di</strong>o.puppione@rivistaidea.it<br />

Abbiamo letto, <strong>di</strong>stratti perché concentrati sui contenuti della manovra<br />

salva Italia, i riassunti giornalistici dell’annuale rapporto del Censis <strong>di</strong>retto<br />

dal prestigioso professor Giuseppe De Rita. L’Italia, secondo il Censis,<br />

è un Paese fragile e smarrito <strong>di</strong> fronte a una crisi <strong>di</strong> cui tutti conosciamo e<br />

sperimentiamo la gravità e la profon<strong>di</strong>tà. Forse perché mi riconosco in quella frazione<br />

<strong>di</strong> italiani che, secondo il Censis, si sentono non solo citta<strong>di</strong>ni europei, ma del mondo<br />

e <strong>di</strong> conseguenza guardano con meno pessimismo al futuro, esprimo il mio augurio <strong>di</strong><br />

buon anno a tutti con un sentimento <strong>di</strong> fiducia nell’esito della crisi. Sono convinto che<br />

questi tempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà per tantissime persone ci porteranno verso un mondo <strong>di</strong>verso<br />

da quello che conosciamo e, se lo vorremo, migliore <strong>di</strong> quello attuale.<br />

La drammatica crisi della moneta europea è davvero inaspettata? Secondo me, no.<br />

Per il grande Helmut Khol, padre dell’euro e primo cancelliere della Germania unificata,<br />

solo coloro che avevano vissuto le <strong>di</strong>struzioni della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale potevano<br />

trovare il coraggio <strong>di</strong> dare l’avvio al progetto <strong>di</strong> una moneta unica europea, vera<br />

garanzia <strong>di</strong> pace consegnata alle nuove generazioni come strumento <strong>di</strong> stabilità e sviluppo<br />

del continente e del mondo. In questo contesto lo sforzo dei governanti <strong>di</strong> allora,<br />

segnati dalla guerra e prossimi a passare il testimone, fu un atto <strong>di</strong> generosità quasi<br />

commovente <strong>di</strong> cui riconosco la grandezza nell’intento <strong>di</strong> sventare i pericoli legati alla<br />

frammentazione europea e allo scontro franco-tedesco.<br />

Sapevamo tutti della fretta con cui la moneta unica è stata varata, per fortuna in tempo<br />

(oggi l’impresa non sarebbe più possibile!), e sapevamo che molti problemi erano ancora<br />

da risolvere, a cominciare dalla mancanza <strong>di</strong> una politica fiscale ed economica co -<br />

mune agli Stati membri. Per cause <strong>di</strong>verse, ma soprattutto per una grave caduta della<br />

tensione ideale, dopo un decennio <strong>di</strong> moneta unica che comunque ha portato nonostante<br />

tutto vantaggi agli italiani, ci troviamo costretti, in grave ritardo, a sciogliere<br />

quei no<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui conoscevamo l’esistenza.<br />

I problemi da risolvere non sono semplici. Ad<strong>di</strong>rittura, oltre Atlantico c’è chi ritiene<br />

preferibile il fallimento guidato dello Stato italiano e del suo debito piuttosto che tentare<br />

manovre, come quella appena varata, ritenute inutili, capaci solo <strong>di</strong> trasferire più<br />

avanti, in una situazione <strong>di</strong> caos futuro, una situazione irrecuperabile. Ma io resto

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