di verduno - Rivista IDEA

Paesi dove muoversi in aereo è
ancora un lusso per pochi.
E così, quando a fine settembre ho
deciso di partire, ho scelto di viaggiare
via terra, guidando una jeep o
salendo su un autobus a lunga percorrenza,
guardando fuori dal finestrino
di un treno o camminando
su itinerari altrimenti inaccessibili.
Punto di partenza Buenos Aires.
Cosmopolita, sconfinata, frenetica
di giorno quanto elettrizzante di
notte, la capitale argentina, divisa
in “barrios” assai differenti, necessita
di alcune settimane per essere
visitata in modo accurato.
Tutto è differente a Buenos Aires.
Solo l’inconfondibile odore di
asado della domenica accomuna i
ARTE POETICA DI NERUDA
Per noi ragazzi il Sudamerica era
quel lo che proveniva dai fumetti o
dal la televisione piuttosto che dai libri
di testo o dalla letteratura.
Era “Corto Maltese”, marinaio avventuriero
uscito dalla matita di Hugo
Pratt, che naviga l’oceano fra il Bra -
sile, la Colombia, il Venezuela e le
An tille; era Beppe Grillo che strappava
un sorriso il giovedì sera con “Te
lo do io il Brasile”; erano le ragazze
piumate del “Cacao meravigliao”.
Ora, dopo Neruda, sinonimo di Suda -
merica non era solo l’avventura.
Sotto gli stereotipi occidentali, infatti,
questo continente celava la storia di
popoli indigeni antichissimi e di “conquistadores”,
di sofferenze e schiavitù,
di povertà e di riscatto.
Nacque così in me una gran voglia di
partire per il nuovo mondo.
Matteo Mineo
Nella pagina a fianco:
l’alba sulla Isla del
Pescado, altipiano andino
meridionale (Bolivia);
famiglie aymara nella
missione di Santiago de
Huata (Bolivia); fenicotteri
di James nella laguna
Guayaques (Bolivia);
Matteo Mineo con padre
Leonardo, della missione
di Santiago de Huata.
Sotto: l’inizio del “Camino
real”, valle dei calchaquì
(popolazione preincaica),
in Argentina
residenti della più europea delle
città del Sudamerica. Lasciata alle
spalle l’Argentina, sono entrato in
Uruguay su un traghetto veloce.
Rapito dalle belle vie ciottolate di
Colonia del Sacramento, gioiello di
architettura coloniale spagnola,
sono arrivato a Montevideo dopo
alcune ore di strada in mezzo alla
verde pianura uruguagia dove,
oltre al sole all’orizzonte, puoi
scorgere solo mandrie ed “estâncias”,
i tipici ranch sudamericani.
Qui il burocratico grigiore di molti
edifici del centro è rotto dalle file di
palme lungo la costa della capitale.
Seguendole, si arriva a Punta
dell’Este, mecca del turismo latinoamericano,
che lascio presto per
rientrare in Argentina e salire fino
ai confini con il Brasile.
Quant’è lontana Buenos Aires.
Qui, nelle province di Misiones e
Corrientes, non sono più i discendenti
italiani l’etnia dominante: la
fanno da padroni i discendenti dei
guaranì, indios evangelizzati dai