di verduno - Rivista IDEA
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TUTTI D’ACCORDO<br />
SULLE FEROCI<br />
CRITICHE<br />
AGLI STIPENDI<br />
DEI PARLAMENTARI.<br />
PECCATO CHE<br />
I PARTITI COSTINO<br />
MOLTI PIÙ SOLDI<br />
PUBBLICI...<br />
n L’AUGURIO... PIÙ CARINO<br />
Iniziamo il nuovo anno con questa<br />
immagine <strong>di</strong> quello che, forse,<br />
è il più giovane lettore <strong>di</strong> “<strong>IDEA</strong>”<br />
Il nonno (omonimo) e i genitori,<br />
Cecilia e Massimiliano, del piccolo<br />
Riccardo Cascino <strong>di</strong> Santo Stefano<br />
Belbo, il quale fra poche settimane<br />
compirà 2 anni, ci hanno inviato<br />
questa foto, che volentieri ospitiamo.<br />
12 á 12 gennaio 2012<br />
L’e<strong>di</strong>toriale<br />
UN SOBRIO QUALUNQUISMO<br />
Clau<strong>di</strong>o Puppione<br />
Ilettori che hanno la pazienza <strong>di</strong> sopportare questi sproloqui settimanali sanno<br />
come il sottoscritto non riponga molta fiducia nella generalità della propria<br />
categoria professionale. Non si tratta <strong>di</strong> pretendere che i giornalisti siamo<br />
“super partes”, ché se una persona non è un’ameba ha le proprie idee le quali,<br />
c’è poco fa fare, influenzano più o meno coscientemente quanto viene scritto oppure<br />
detto. In sintesi, l’obiettività non può esistere. Ma, <strong>di</strong>amine, almeno un pochino <strong>di</strong><br />
malafede dovrebbe essere messo da parte, quando ci si cala nel ruolo <strong>di</strong> informatori e,<br />
quin<strong>di</strong>, si contribuisce a plasmare, più spesso a indottrinare, una parte più o meno<br />
consistente dell’opinione pubblica. È emblematico il caso dello “spread”, il non-si-sacosa-sia-ma-deve-per-forza-essere-un-mostro-terribile:<br />
la minaccia sul futuro (meglio,<br />
letteralmente sul domani) dell’Italia spinse quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> indubbia autorevolezza (e<br />
sobrietà premontiana) a titolare a caratteri cubitali «Fate presto» (sottointeso, a mandare<br />
a casa Berlusconi, unico colpevole della crisi), ma un mese dopo neppure viene<br />
citato in prima pagina, benché resti sugli stessi livelli e, anzi, rischi <strong>di</strong> superarli.<br />
Questo atteggiamento confida nella memoria cortissima degli utenti del mondo dell’informazione,<br />
che tale è davvero, però certo non contribuisce a rafforzare la cre<strong>di</strong>bilità<br />
dei giornalisti presso la fetta un po’ più avvertita dei lettori.<br />
Comunque ci sono temi che, specie in perio<strong>di</strong> così <strong>di</strong>fficili, “sfondano” e vengono<br />
assimilati. Se capita ci sono giustificazioni più che valide, ma proprio per questo converrebbe<br />
non portare il cervello all’ammasso, evitando il qualunquismo più becero e<br />
cercando <strong>di</strong> far ragionare chi è ancora in grado <strong>di</strong> farlo.<br />
Ci vuole coraggio a <strong>di</strong>rlo, ma a chi scrive non piace la “caccia al politico” scatenata dai<br />
mass me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> destra, centro e sinistra, i quali hanno sban<strong>di</strong>erato ai quattro venti la<br />
parziale verità che i parlamentari del bel Paese sono i meglio pagati dell’eurozona,<br />
sottacendo la circostanza che essi spendono meno per bortaborse, costi <strong>di</strong> segreteria<br />
e rappresentanza, cosicché alla fine non sforano troppo rispetto alla me<strong>di</strong>a continentale<br />
(tuttavia il cambio con il loro stipen<strong>di</strong>o lo accetterei molto volentieri).<br />
Il problema è la loro “produttività” e la qualità della medesima, e qui non è possibile<br />
<strong>di</strong>ssociarsi dalle critiche più feroci, ricordando però che non ci si può attendere molto<br />
da “nominati” secondo una legge elettorale che a parole tutti demonizzano, ma che<br />
trovò moltissimi sostenitori anche a sinistra, perché dava ai vertici dei partiti potere<br />
pressoché assoluto in barba alla sovranità popolare. E poi mille fra deputati e senatori<br />
sono proprio troppi, è verissimo; peccato pochi ricor<strong>di</strong>no che la riforma della Co -<br />
stituzione varata alcuni anni fa dal centro-destra, cassata dal centro-sinistra via referendum,<br />
prevedesse il <strong>di</strong>mezzamento dei seggi <strong>di</strong>sponibili.<br />
Ma se vogliamo parlare dei costi della politica perché nessuno si occupa, invece che<br />
degli emolumenti dei parlamentari (i quali, se fanno bene il loro lavoro, devono essere<br />
pagati benissimo, non solo bene, per sfuggire a ricatti e tentazioni varie), dei sol<strong>di</strong><br />
incassati dai partiti? Sono essi l’autentico pozzo senza fondo in cui spariscono miliar<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> euro, sotto forma <strong>di</strong> rimborsi elettorali e <strong>di</strong> mille altri rivoli misconociuti, nonostante<br />
un referendum abbia abolito il finanziamento pubblico.<br />
Ciò, oltre tutto, <strong>di</strong>mostra una volta <strong>di</strong> più in quale considerazione sia tenuta la volontà<br />
popolare, salvo, quando serve, titillare l’in<strong>di</strong>gnazione della gente in<strong>di</strong>rizzandola<br />
verso falsi obiettivi. Innocenti vittime sacrificali sono anche le Province (meno tutte<br />
quelle create negli ultimi venti-trent’anni) e Mario Monti si è subito accodato...