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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

nella definizione della quale è stata usata la notazione (3.8).<br />

Altre norme possono essere prese in considerazione e alcune <strong>di</strong> esse, al contrario<br />

<strong>di</strong> altre, inducono la stessa topologia. Norme equivalenti alla (3.11) sono<br />

v = max {v ∞ , v ′ ∞ } e v = |v(t0)| + v ′ ∞<br />

ove ancora si è usata la notazione (3.8) e ora t0 è fissato ad arbitrio in [a, b] . Al<br />

contrario, con le notazioni (3.8) e (3.9), le norme<br />

v = v ∞ e v = v ∞ + v ′ 1 (3.12)<br />

inducono topologie <strong>di</strong>verse fra loro e da quella naturale.<br />

Esempio 3.9: lo spazio C 1 (Ω) . L’intervallo [a, b] può essere sostituito da insiemi<br />

più generali e il caso importante è quello della chiusura Ω <strong>di</strong> un aperto limitato Ω ⊆ R n .<br />

Si ottiene lo spazio C 1 (Ω) e la singola derivata della (3.11) deve essere sostituita dalle n<br />

derivate parziali. Si noti però che questa generalizzazione porta a problemi concettuali<br />

già a livello della definizione stessa, dato che non è ovvio che cosa debba significare<br />

la derivata parziale in un punto della frontiera. Tuttavia possiamo <strong>di</strong>re che, in ipotesi<br />

o<strong>pp</strong>ortune su Ω (nelle quali rientrerebbero tutti i casi interessanti), tutte le definizioni<br />

ragionevoli conducono allo stesso spazio.<br />

Esempio 3.10: lo spazio C k [a, b] . Esso generalizza l’Esempio 3.8. Se k > 0 si<br />

tratta dello spazio vettoriale costituito dalle funzioni v : [a, b] → R <strong>di</strong> classe C k ,<br />

cioè <strong>di</strong>fferenziabili k volte con derivate continue fino all’or<strong>di</strong>ne k . La sua topologia<br />

naturale è quella indotta dalla norma (sempre con la notazione (3.8))<br />

v =<br />

k<br />

j=0<br />

v (j) ∞ . (3.13)<br />

Anche nella costruzione <strong>di</strong> questo spazio è possibile sostituire l’intervallo [a, b] con la<br />

chiusura <strong>di</strong> un aperto limitato Ω ⊆ R n , eventualmente in ipotesi o<strong>pp</strong>ortune su Ω . Si<br />

ottiene lo spazio C k (Ω) .<br />

Definizione 3.11. Sia V uno spazio vettoriale. Un prodotto scalare in V è una<br />

a<strong>pp</strong>licazione ( · , · ) : V 2 → R verificante, per ogni x, y, z ∈ V e c ∈ R , le con<strong>di</strong>zioni<br />

(x, x) ≥ 0 (3.14)<br />

(x, x) = 0 se e solo se x = 0 (3.15)<br />

(x, y) = (y, x) (3.16)<br />

(x + y, z) = (x, z) + (y, z) e (cx, y) = c(x, y) (3.17)<br />

Uno spazio prehilbertiano è una co<strong>pp</strong>ia (V, ( · , · )) costituita da uno spazio vettoriale<br />

V e da un prodotto scalare in V .<br />

Capitolo I: I concetti fondamentali 8

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