(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
Estratta una sottosuccessione debolmente convergente, si <strong>di</strong>mostra che il suo limite è<br />
una soluzione del problema (4.1).<br />
Per quanto si è detto sopra, in molti casi concreti il problema a<strong>pp</strong>rossimato può<br />
essere risolto per via numerica. Naturalmente, dal punto <strong>di</strong> vista numerico, la sua<br />
risolubilità effettiva <strong>di</strong>penderà dalla scelta degli spazi Vn e <strong>di</strong> quella delle loro basi.<br />
Per quanto riguarda la stima dell’errore, la (4.10) fornisce delle stime concrete tutte le<br />
volte che si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un operatore Pn : V → Vn effettivamente noto e <strong>di</strong> una stima<br />
concreta della norma v − Pnv per v ∈ V , ad esempio del tipo<br />
v − Pnv ≤ cn −λ v ′<br />
ove c e λ sono certe costanti positive e · ′ è una certa norma. In tali con<strong>di</strong>zioni<br />
la (4.10) implica<br />
u − un ≤ cM<br />
α n−λ u ′<br />
(4.11)<br />
e può essere a<strong>pp</strong>licata se l’ultima norma è finita. La verifica <strong>di</strong> questa con<strong>di</strong>zione<br />
corrisponde, nei casi concreti, a <strong>di</strong>mostrare un risultato <strong>di</strong> regolarità per la soluzione u .<br />
Senza entrare in ulteriori dattagli e considerato solo casi corrispondenti alla forma<br />
(4.5) e al funzionale (4.6), risultati <strong>di</strong> regolarità per u <strong>di</strong>pendono sia da ipotesi <strong>di</strong><br />
regolarità sui coeffienti aij e b , sui dati f e g e sull’aperto Ω , sia dalla scelta del<br />
sottospazio V <strong>di</strong> H 1 (Ω) , scelta che stabilisce il tipo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni ai limiti e che può<br />
costituire un ostacolo alla regolarità, come avviene nei problemi <strong>di</strong> tipo misto.<br />
Osservazione 4.5. Le stesse idee possono essere utilizzate quando il sottospazio Vn<br />
“a<strong>pp</strong>rossimante” è parametrizzato da un parametro <strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa e una situazione<br />
tipica si riscontra della teoria degli elementi finiti: il parametro, denotato usualmente<br />
con h , è reale e misura quanto fine sia la procedura <strong>di</strong> <strong>di</strong>scretizzazione.<br />
Su<strong>pp</strong>oniamo per semplicità che Ω sia un poligono <strong>di</strong> R2 e ci proponiamo <strong>di</strong><br />
a<strong>pp</strong>rossimare la soluzione u del problema <strong>di</strong> Dirichlet (3.3). Consideriamo allora una<br />
triangolazione Th <strong>di</strong> Ω , cioè una famiglia finita <strong>di</strong> triangoli chiusi la cui unione sia<br />
la chiusura Ω <strong>di</strong> Ω e verificanti le con<strong>di</strong>zioni seguenti: (i) se T ′ , T ′′ ∈ Th , allora<br />
l’intersezione T ′ ∩T ′′ è vuota, o<strong>pp</strong>ure è ridotta a un vertice comune o a un lato comune ai<br />
due triangoli considerati; (ii) tutti i lati <strong>di</strong> ogni triangolo <strong>di</strong> Th hanno lunghezza ≤ h .<br />
Denotiamo allora on Vh il sottospazio <strong>di</strong> H1 0 (Ω) costituito dalle funzioni v ∈ H1 0 (Ω)<br />
le cui restrizioni a ogni triangolo T ∈ Th siano polinomi <strong>di</strong> grado ≤ 1 . Ciò equivale<br />
a <strong>di</strong>re che v ∈ Vh se e solo se v è continua in Ω , nulla su Γ e coincidente con un<br />
polinomio <strong>di</strong> grado ≤ 1 in ogni triangolo.<br />
Allora valgono un risultato analogo a quello dato dal Teorema 4.3, ora relativamente<br />
a una famiglia {Th} <strong>di</strong> triangolazioni e al tendere <strong>di</strong> h a 0 , e la stima<br />
u − uhH 1 ≤ Ch u , sotto le due ipotesi seguenti. La prima è che il poligono Ω<br />
H2<br />
sia convesso, altrimenti è falso che la soluzione u a<strong>pp</strong>artenga ad H2 (Ω) ; la seconda,<br />
che possiamo chiamare con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “non a<strong>pp</strong>iattimento” dei triangoli, è che esista una<br />
costante c tale che, per ogni triangolo T <strong>di</strong> ognuna delle triangolazioni considerate,<br />
valga la <strong>di</strong>suguaglianza R(T ) ≤ c r(T ) , ove R(T ) e r(T ) denotano i raggi dei triangoli<br />
circoscritto a T e inscritto in T rispettivamente.<br />
Capitolo VI: Primi problemi ellittici variazionali <strong>80</strong>