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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

Teorema 3.4. Sia V uno spazio normato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione finita. Allora due norme<br />

qualunque in V inducono la stessa topologia.<br />

Cenno della <strong>di</strong>mostrazione. Per isomorfismi algebrici ci si riduce al caso V = R n .<br />

Inoltre basta verificare l’equivalenza fra una norma generica e una fissata, ad esempio<br />

la norma | · | p della (2.8) con p = 1 . Una delle due <strong>di</strong>suguaglianze è banale e l’altra<br />

può essere <strong>di</strong>mostrata per assurdo con l’aiuto del Teorema <strong>di</strong> Bolzano-Weierstrass.<br />

Esempio 3.5: lo spazio euclideo (seguito). La norma euclidea <strong>di</strong> R n è data dalla<br />

prima delle formule (1.6), che coincide con la (2.8) nel caso p = 2 . Altre norme in<br />

R n sono date dalla (2.8), ove p ∈ [1, ∞] . La topologia indotta è sempre la topologia<br />

euclidea, l’unica fra le topologie in R n che può essere indotta da una norma.<br />

Esempio 3.6: lo spazio C 0 [a, b] . Esso è lo spazio vettoriale costituito dalle funzioni<br />

v : [a, b] → R continue. Esso è spesso denotato anche con C[a, b] o con notazioni<br />

analoghe che fanno intervenire parentesi tonde aggiuntive e la sua norma “naturale” è<br />

definita dalla formula<br />

v ∞ = max {|v(t)| : 0 ≤ t ≤ 1} . (3.8)<br />

Il fatto che tale scelta sia quella che abbiamo chiamato naturale sarà chiaro solo in<br />

seguito. La (3.8) è detta anche norma del massimo.<br />

Notiamo che l’intervallo chiuso [a, b] può essere sostituito da altri tipi <strong>di</strong> insiemi,<br />

ad esempio da un sottoinsieme K <strong>di</strong> R n chiuso e limitato. La sola cosa che serve,<br />

infatti, è che tutte le funzioni continue sull’insieme K considerato abbiano massimo.<br />

Si ottiene lo spazio denotato con C 0 (K) .<br />

Esempio 3.7. Un’altra norma in C 0 [a, b] è data dalla formula<br />

v 1 =<br />

b<br />

a<br />

|v(t)| dt. (3.9)<br />

Tale norma non è equivalente alla (3.8). Più in generale, altre norme sullo stesso spazio<br />

che inducono topologie tutte <strong>di</strong>verse fra loro sono date dalle formule<br />

<br />

vp =<br />

b<br />

a<br />

|v(t)| p 1/p<br />

dt<br />

(3.10)<br />

ove 1 ≤ p < ∞ . Tale restrizione serve per verificare la <strong>di</strong>suguaglianza triangolare (3.4),<br />

detta in questo caso <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> Minkowski, la cui <strong>di</strong>mostrazione, al contrario <strong>di</strong><br />

quelle delle altre proprietà della norma, non è banale. Segnaliamo infine che risulta<br />

v ∞ = limp→+∞ v p per ogni v ∈ C 0 [a, b] .<br />

Esempio 3.8: lo spazio C 1 [a, b] . Esso è lo spazio vettoriale costituito dalle funzioni<br />

v : [a, b] → R <strong>di</strong> classe C 1 , cioè <strong>di</strong>fferenziabili con derivata continua. La sua topologia<br />

naturale è quella indotta dalla norma<br />

v = v ∞ + v ′ ∞<br />

(3.11)<br />

Capitolo I: I concetti fondamentali 7

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