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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

Se u non è regolare, tuttavia, rimane il risultato dato dal Teorema 3.1 e il problema<br />

(3.3) non ha soluzioni classiche. Si usa <strong>di</strong>re che la (3.1) è la formulazione variazionale<br />

del problema (3.3), o<strong>pp</strong>ure che noi abbiamo risolto il problema (3.3) in forma debole.<br />

Segnaliamo incidentalmente che l’equazione <strong>di</strong> Poisson cui siamo pervenuti, e che<br />

è con<strong>di</strong>zione sostanzialmente necessaria perché u sia un punto <strong>di</strong> minimo del funzionale<br />

considerato, è detta equazione <strong>di</strong> Eulero (o <strong>di</strong> Eulero-Lagrange) del problema <strong>di</strong> minimo<br />

stesso. La stessa terminologia viene usata in connessione con altri problemi <strong>di</strong><br />

minimo analoghi (l’equazione <strong>di</strong> Eulero essendo naturalmente <strong>di</strong>versa <strong>di</strong> volta in volta),<br />

o ad<strong>di</strong>rittura in situazioni astratte. Così, nel caso della minimizzazione del funzionale<br />

quadratico (IV.2.5), possiamo <strong>di</strong>re che l’equazione <strong>di</strong> Eulero è costituita dalla (IV.2.4).<br />

Osservazione 3.3. Si noti che, mentre il problema (3.3) è del secondo or<strong>di</strong>ne, nella<br />

(3.1) agiscono sulla soluzione solo derivazioni del primo or<strong>di</strong>ne. Dunque, considerando<br />

la formulazione variazionale, stiamo implicitamente parlando <strong>di</strong> derivate seconde senza<br />

farle intervenire esplicitamente.<br />

Sottolineiamo infine una conseguenza dell’uguaglianza u = L ∗ data dal Teorema<br />

IV.2.3 (ma sfruttiamo, <strong>di</strong> fatto, solo la <strong>di</strong>suguaglianza). Tenendo conto del Teorema<br />

2.10, otteniamo u 1,2 ≤ c L ∗ per una certa costante c . Ma la seconda<br />

delle (1.3) fornisce L ∗ ≤ f 2 , per cui conclu<strong>di</strong>amo che vale la <strong>di</strong>suguaglianza<br />

u 1,2 ≤ c f 2 per una certa costante c . Ciò assicura che l’a<strong>pp</strong>licazione lineare che<br />

alla generica f ∈ L 2 (Ω) associa la soluzione u del problema considerato è continua da<br />

L 2 (Ω) in H 1 (Ω) . Considerazioni analoghe si possono fare in casi più generali, come<br />

quello dell’osservazione che segue.<br />

Osservazione 3.4. Si sarebbe dovuto parlare <strong>di</strong> problemi ellittici, dati i titoli del<br />

capitolo e del paragrafo. In effetti, quello a<strong>pp</strong>ena considerato è, per certi versi, il<br />

prototipo dei problemi ellittici del secondo or<strong>di</strong>ne e la sua prima generalizzazione è<br />

quella che ora illustriamo e che fa intervenire il termine “ellittico” in modo esplicito. Se<br />

consideriamo, in luogo <strong>di</strong> (1.4), l’integrale<br />

<br />

(u, v) =<br />

Ω<br />

(A∇u) · ∇v dx (3.4)<br />

ove A è una matrice <strong>di</strong> funzioni aij : Ω → R , nulla sostanzialmente cambia purché la<br />

(3.4) definisca in H 1 0 (Ω) un prodotto scalare e che questo sia topologicamente equivalente<br />

a quello dato dalla (1.4). Richie<strong>di</strong>amo allora le con<strong>di</strong>zioni seguenti: aij ∈ L ∞ (Ω)<br />

per ogni i, j , la matrice A sia simmetrica ed esista una costante α0 > 0 tale che<br />

(A(x)ξ) · ξ ≥ α0|ξ| 2 per ogni ξ ∈ R n e per q.o x ∈ Ω . (3.5)<br />

L’ultima con<strong>di</strong>zione è detta con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ellitticità uniforme ed esprime che la matrice<br />

A(x) è definita positiva uniformemente rispetto al punto. Si noti che il caso trattato<br />

sopra corrispondere a scegliere come A la matrice unità. Allora, se tutte queste con<strong>di</strong>zioni<br />

sono sod<strong>di</strong>sfatte, basta munire H 1 0 (Ω) del nuovo prodotto scalare e a<strong>pp</strong>licare<br />

il Teorema IV.2.4 al funzionale relativo alla norma indotta per generalizzare quanto è<br />

stato fatto. In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> regolarità (non tanto su u quanto piuttosto su A∇u ) resta<br />

Capitolo VI: Primi problemi ellittici variazionali 72

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