(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
compare nel funzionale quando vogliamo identificare (1.2) con (IV.2.5). Tuttavia le<br />
norme sono equivalenti grazie al risultato dato <strong>di</strong> seguito.<br />
Teorema 2.10. Siano p ∈ (1, ∞) , Ω ⊂ R n un aperto limitato lipschitziano e Γ il<br />
bordo <strong>di</strong> Ω . Allora esiste una costante c > 0 tale che valga la <strong>di</strong>suguaglianza<br />
v p ≤ c ∇v p<br />
per ogni v ∈ W 1,p<br />
0 (Ω) (2.11)<br />
detta <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> Poincaré e il secondo membro della (2.11) definisce una norma<br />
in W 1,p<br />
0 (Ω) equivalente a quella indotta dalla norma <strong>di</strong> W 1,p (Ω) .<br />
Avvertiamo che, con la definizione <strong>di</strong> W 1,p<br />
0 (Ω) più generale cui si è accennato sopra,<br />
si potrebbe evitare <strong>di</strong> fare l’ipotesi che Ω sia lipschitziano e ottenere il Teorema 2.10<br />
per ogni aperto Ω limitato. L’ipotesi <strong>di</strong> limitatezza può poi essere attenuata (basta<br />
la limitatezza “in una <strong>di</strong>rezione”) ma non completamente so<strong>pp</strong>ressa. Per semplicità,<br />
tuttavia, non indaghiamo oltre su questo punto.<br />
3. Qualche semplice problema ellittico<br />
A questo punto abbiamo tutti gli strumenti per stu<strong>di</strong>are compiutamente il problema<br />
del minimo del funzionale (1.2) sullo spazio H 1 0 (Ω) : si può a<strong>pp</strong>licare infatti il Teorema<br />
IV.2.4 e ottenere il risultato enunciato <strong>di</strong> seguito.<br />
Teorema 3.1. Siano Ω un aperto limitato lipschitziano e f ∈ L 2 (Ω) . Allora esiste<br />
una e una sola funzione u ∈ H 1 0 (Ω) che minimizza il funzionale (1.2) su H 1 0 (Ω) . Inoltre<br />
tale u è anche l’unico elemento <strong>di</strong> H 1 0 (Ω) che verifica<br />
<br />
Ω<br />
<br />
∇u · ∇v dx =<br />
fv dx per ogni v ∈ H<br />
Ω<br />
1 0 (Ω). (3.1)<br />
Le funzioni v che intervengono nella (3.1) sono dette funzioni test, intendendo<br />
con questo termine il ruolo che esse svolgono nella (3.1) stessa. La stessa espressione è<br />
usata in contesti simili.<br />
Osservazione 3.2. Su<strong>pp</strong>oniamo ora che u sia regolare quanto basta, lasciando vago<br />
il significato della parola “regolare”, e integriamo per parti nella (3.1). Deduciamo<br />
<br />
Ω<br />
<br />
(−∆u) v =<br />
fv dx per ogni v ∈ H<br />
Ω<br />
1 0 (Ω) . (3.2)<br />
ove ∆ = <strong>di</strong>v grad è l’operatore <strong>di</strong> Laplace e, viceversa, dalla (3.2) si può risalire<br />
alla (3.1). Ora, si può <strong>di</strong>mostrare che la con<strong>di</strong>zione (3.2) equivale all’equazione alle<br />
derivate parziali −∆u = f , detta equazione <strong>di</strong> Poisson, per cui u è l’unica soluzione<br />
del problema <strong>di</strong> Dirichlet per l’equazione <strong>di</strong> Poisson, vale a <strong>di</strong>re del problema ai limiti<br />
−∆u = f in Ω , u = 0 su Γ . (3.3)<br />
Capitolo VI: Primi problemi ellittici variazionali 71