(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
assicura che C ∞ (Ω) ∩ W 1,p (Ω) è denso in W 1,p (Ω) . Notiamo incidentalmente che, al<br />
contrario, un risultato <strong>di</strong> densità in W 1,p (Ω) <strong>di</strong> sottospazi <strong>di</strong> funzioni regolari fino al<br />
bordo richiede ipotesi <strong>di</strong> regolarità su Ω .<br />
Dunque le due notazioni H e W sono perfettamente intercambiabili. Segnaliamo<br />
che nel caso p = 2 , al posto delle due possibili notazioni H 1,2 (Ω) e W 1,2 (Ω) , si usa<br />
più spesso quella più snella H 1 (Ω) .<br />
Le funzioni che hanno le derivate parziali in senso debole, in particolare le funzioni<br />
<strong>di</strong> Sobolev, sono per certi versi simili a quelle <strong>di</strong> classe C1 , in quanto godono <strong>di</strong> varie<br />
proprietà analoghe. Ad esempio, una funzione <strong>di</strong> L1 loc (Ω) con gra<strong>di</strong>ente (debole) nullo<br />
è costante su ogni componente connessa <strong>di</strong> Ω . Ma per questo riman<strong>di</strong>amo a testi<br />
specializzati. Tuttavia qualche osservazione merita <strong>di</strong> essere fatta anche in questa sede.<br />
La prima riguarda il fatto che le funzioni <strong>di</strong> W 1,p (Ω) possono essere molto irregolari<br />
se p ha un valore basso. Precisamente si <strong>di</strong>mostrano alcuni fatti positivi e altri<br />
negativi in <strong>di</strong>pendenza dal valore <strong>di</strong> p e dalla <strong>di</strong>mensione n dell’aperto Ω :<br />
se Ω è un aperto limitato lipschitziano e p > n ≥ 1 o<strong>pp</strong>ure p = n = 1,<br />
ogni v ∈ W 1,p (Ω) ha un ra<strong>pp</strong>resentante continuo fino al bordo; (2.5)<br />
se n > 1 e p ∈ [1, n] esiste v ∈ W 1,p (Ω) non limitata in alcun aperto<br />
ω ⊂ Ω non vuoto. (2.6)<br />
Si noti che si parla comunque <strong>di</strong> derivate parziali, ma che nel secondo caso si è ben lontani<br />
dal caso classico delle funzioni <strong>di</strong>fferenziabili ovunque. Notiamo che l’importante spazio<br />
H 1 (Ω) cade nel secondo caso se n > 1 . Ad esempio, una funzione v ∈ H 1 (R 2 ) non<br />
limitata in alcun aperto non vuoto è data dalla formula<br />
v(x) =<br />
∞<br />
k=1<br />
2 −k |ln |x − xk|| λ ζ(|x − xk|) per q.o. x<br />
ove {xk} è una successione che descrive un sottoinsieme denso <strong>di</strong> R 2 , λ ∈ (0, 1/2) e<br />
ζ ∈ C 1 [0, +∞) verifica ζ = 1 in [0, 1/3] e ζ = 0 in [1/2, +∞) .<br />
La seconda osservazione è strettamente legata alla prima. Consideriamo il caso<br />
della minimizzazione <strong>di</strong> un integrale <strong>di</strong> tipo (1.1): la scelta dello spazio in cui ambientare<br />
l’a<strong>pp</strong>licazione dei risultati astratti è dettato dalla funzione F e in molti casi<br />
occorre prendere come ambiente uno spazio <strong>di</strong> Sobolev, scelto in modo che il funzionale<br />
“assomigli il più possibile” a una funzione della norma. Ad esempio nel caso del funzionale<br />
(1.2) occorre scegliere p = 2 . Ma il problema che avevamo posto consiste nella<br />
minimizzazione del funzionale (1.1) su una classe <strong>di</strong> funzioni nulle sul bordo Γ <strong>di</strong> Ω , e<br />
qui sorge un problema.<br />
Infatti, se la forma della funzione F conduce a un valore <strong>di</strong> p che rientra nel<br />
caso (2.6), come nel caso (1.2) con n = 2 , le funzioni <strong>di</strong> W 1,p (Ω) possono essere<br />
molto irregolari e non è chiaro che cosa significhi “nulle al bordo”. Occorre dunque una<br />
definizione precisa. Si noti che questa necessità si presenterebbe, a maggior ragione, per<br />
funzionali che fanno intervenire anche integrali su Γ , per interpretare i quali occorre<br />
poter parlare <strong>di</strong> v|Γ . Ma ciò non ha significato come restrizione a Γ nel senso letterale,<br />
dato che Γ ha misura nulla nei casi migliori e v non ha un ra<strong>pp</strong>resentante qualificato.<br />
Capitolo VI: Primi problemi ellittici variazionali 68