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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

Osservazione 2.4. Lo spazio W 1,p (Ω) è analogo allo spazio C 1 (Ω) (Esempio I.3.9):<br />

lo “spazio <strong>di</strong> riferimento” C 0 (Ω) è qui sostituito da L p (Ω) e le derivate sono intese in<br />

senso debole (si noti incidentalmente che non sorgono le <strong>di</strong>fficoltà segnalate nell’esempio<br />

citato, per cui non è necessario imporre ipotesi particolari su Ω ). Allora, come è stato<br />

possibile generalizzare e passare da C 1 (Ω) a C k (Ω) , qui si può generalizzare arrivando<br />

agli spazi <strong>di</strong> Sobolev W k,p (Ω) con k > 1 . Ad esempio, <strong>di</strong>re che una funzione v a<strong>pp</strong>artiene<br />

a W 2,p (Ω) significa <strong>di</strong>re che v ∈ W 1,p (Ω) e che tutte le sue derivate parziali<br />

(deboli) a<strong>pp</strong>artengono a W 1,p (Ω) . La norma si definisce poi in modo naturale. Tuttavia,<br />

per semplicità, ci limiteremo al caso k = 1 e tratteremo solo gli spazi W 1,p (Ω) .<br />

Teorema 2.5. Per ogni p ∈ [1, ∞] lo spazio W 1,p (Ω) è uno spazio <strong>di</strong> Banach. Esso<br />

è poi separabile se e solo se p ∈ [1, ∞) , riflessivo se e solo se p ∈ (1, ∞) e <strong>di</strong> Hilbert<br />

se e solo se p = 2 , nel qual caso il prodotto scalare è dato dalla formula<br />

<br />

(u, v)1 =<br />

Ω<br />

uv + ∇u · ∇v) dx. (2.4)<br />

Cenno della <strong>di</strong>mostrazione. Molte delle affermazioni del teorema possono essere<br />

<strong>di</strong>mostrate senza eccessive <strong>di</strong>fficoltà osservando preliminarmente che la formula<br />

Lv = <br />

v, ∂v/∂x1, . . . , ∂v/∂xn<br />

definisce un’a<strong>pp</strong>licazione da W 1,p (Ω) in (L p (Ω)) n+1 lineare e isometrica e che il sottospazio<br />

immagine <strong>di</strong> L è chiuso. Ad esempio la completezza per ogni p ∈ [1, ∞]<br />

segue dai Teoremi III.1.6 e III.1.8 e dalla (III.1.2) e la separabilità per p ∈ [1, ∞)<br />

e la riflessività per p ∈ (1, ∞) seguono da quanto affermato nelle Osservazioni V.4.6<br />

e V.3.14 rispettivamente. La necessità delle con<strong>di</strong>zioni imposte a p per le varie tesi, invece,<br />

è più delicata. Precisiamo poi che, se p = 2 , nessuna norma equivalente è indotta<br />

da un prodotto scalare.<br />

Osservazione 2.6. Il caso p = ∞ conduce a uno spazio che è simile a quello delle<br />

funzioni lipschitziane e che coincide con questo se Ω è un aperto limitato lipschitziano.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo la definizione <strong>di</strong> aperto lipschitziano, dato che questa ipotesi sarà usata<br />

anche in seguito. Un aperto Ω ⊂ R n (n > 1) <strong>di</strong> bordo Γ è lipschitziano quando, per<br />

ogni punto x ∈ Γ esistono un sistema <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate ortogonali y1, . . . , yn , un aperto<br />

ω ⊆ R n−1 , una funzione ϕ : ω → R lipschitziana e un numero reale δ > 0 tali che i<br />

punti (y ′ , yn) ∈ R n−1 × R = R n verificanti y ′ ∈ ω e |yn − ϕ(y ′ )| < δ costituiscano<br />

un intorno <strong>di</strong> x nelle nuove coor<strong>di</strong>nate e, per tali punti, le con<strong>di</strong>zioni y ∈ Γ e y ∈ Ω<br />

equivalgano rispettivamente alle con<strong>di</strong>zioni yn = ϕ(y ′ ) e yn > ϕ(y ′ ) .<br />

Su<strong>pp</strong>oniamo allora 1 ≤ p < ∞ . In tal caso vi è un altro spazio che ragionevolmente<br />

svolge un ruolo ugualmente buono, anzi, si <strong>di</strong>rebbe, migliore: il completamento<br />

<strong>di</strong> C ∞ (Ω) ∩ W 1,p (Ω) rispetto alla prima delle norme (2.3). Tale spazio è stato effettivemente<br />

introdotto ed è stato denotato con H 1,p (Ω) . Si è naturalmente posto il<br />

problema del confronto fra H 1,p (Ω) e W 1,p (Ω) , eventualmente in ipotesi o<strong>pp</strong>ortune<br />

su Ω . Ebbene, un celebre teorema, chiamato “ H = W ” e dovuto a Meyers-Serrin,<br />

afferma che i due spazi sono isomorfi. Precisamente, senza ipotesi alcuna su Ω , esso<br />

Capitolo VI: Primi problemi ellittici variazionali 67

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