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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Capitolo VI<br />

Primi problemi ellittici variazionali<br />

Diamo qualche cenno su certi problemi relativi a una classe <strong>di</strong> equazioni alle derivate<br />

parziali, dette a<strong>pp</strong>unto <strong>di</strong> tipo ellittico, prendendo in considerazione problemi che consistono<br />

nella ricerca delle soluzioni dell’equazione che verificano con<strong>di</strong>zioni aggiuntive<br />

dette con<strong>di</strong>zioni al contorno o<strong>pp</strong>ure con<strong>di</strong>zioni ai limiti. Nel caso delle equazioni del<br />

secondo or<strong>di</strong>ne queste consistono nell’imporre alle soluzioni u dell’equazione ellittica<br />

considerata una con<strong>di</strong>zione in ogni punto del bordo dell’aperto Ω in cui il problema<br />

stesso è posto. Si noti che, nel caso mono<strong>di</strong>mensionale in cui Ω è un intervallo limitato<br />

(a, b) e sempre nel caso del secondo or<strong>di</strong>ne, l’equazione alle derivate parziali <strong>di</strong>venta<br />

un’equazione <strong>di</strong>fferenziale or<strong>di</strong>naria e le con<strong>di</strong>zioni ai limiti per u consistono in una con<strong>di</strong>zione<br />

relativa al punto a e in una relativa al punto b , il che lascia sperare in risultati<br />

<strong>di</strong> esistenza e unicità.<br />

1. Motivazioni per nuovi spazi funzionali<br />

Molti problemi ellittici costituiscono modelli matematici <strong>di</strong> fenomeni stazionari e molti<br />

<strong>di</strong> questi sono connessi con problemi <strong>di</strong> minimo. Consideriamo come problema-modello<br />

un tipico problema <strong>di</strong> calcolo delle variazioni: minimizzare l’integrale<br />

<br />

J(v) =<br />

Ω<br />

F (x, v(x), ∇v(x)) dx (1.1)<br />

fra le funzioni v : Ω → R che hanno una certa regolarità e che si annullano in ogni<br />

punto del bordo Γ <strong>di</strong> Ω , cioè, che verificano la cosiddetta con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dirichlet.<br />

Nella (1.1) Ω è un aperto limitato <strong>di</strong> R n e F è una funzione reale definita nel prodotto<br />

cartesiano Ω × R × R n . Il caso più semplice è quello in cui F è dato dalla formula<br />

F (x, s, ξ) = (1/2)|ξ| 2 − f(x)s , ove f : Ω → R è una funzione assegnata e il coefficiente<br />

1/2 non ha nulla <strong>di</strong> essenziale. La (1.1) <strong>di</strong>venta l’integrale<br />

J(v) = 1<br />

<br />

|∇v|<br />

2 Ω<br />

2 <br />

dx − fv dx (1.2)<br />

Ω<br />

detto integrale <strong>di</strong> Dirichlet. La nostra intenzione è quella <strong>di</strong> usare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi<br />

funzionale dei capitoli precedenti per stu<strong>di</strong>are questioni <strong>di</strong> esistenza e <strong>di</strong> unicità del<br />

minimo dei funzionali (1.1) e (1.2). Naturalmente siamo <strong>di</strong>sposti a pagare facendo<br />

ipotesi sul dominio Ω e sulle funzioni F e f .<br />

Ebbene, se confrontiamo il funzionale (1.2) con quello dato dalla formula (IV.2.5),<br />

notiamo una profonda analogia. Anzi essi formalmente coincidono se la norma e il

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