(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
la topologia forte <strong>di</strong> V ′ quando V ha <strong>di</strong>mensione finita, mentre, nel caso o<strong>pp</strong>osto, non<br />
è nemmeno metrizzabile. La sua introduzione, tuttavia, è ben giustificata se valgono<br />
risultati significativi che fanno intervenire questi concetti. Abbiamo in proposito il<br />
seguente Teorema <strong>di</strong> compattezza debole*:<br />
Teorema 5.3. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Banach e E un sottoinsieme non vuoto dello<br />
spazio duale V ′ . Allora sono equivalenti le con<strong>di</strong>zioni seguenti: (i) E è precompatto<br />
rispetto alla topologia debole*; (ii) E è limitato.<br />
Inoltre, se V è separabile, dette con<strong>di</strong>zioni equivalgono alla seguente: (iii) E è<br />
precompatto per successioni rispetto alla topologia debole*.<br />
L’ultima parte del teorema è dovuta al fatto che ora cerchiamo <strong>di</strong> spiegare. Se D è<br />
un sottoinsieme <strong>di</strong> V , possiamo considerare la famiglia FD costituita dalle seminorme<br />
(5.1) ottenuta al variare <strong>di</strong> v in D anziché in tutto V . Sia ID la topologia in V ′<br />
indotta da FD . Su<strong>pp</strong>oniamo ora D denso in V . Allora si vede facilmente che la<br />
famiglia FD è anche separata per cui ID è <strong>di</strong> Hausdorff. Su<strong>pp</strong>oniamo ora D anche<br />
numerabile. Allora è numerabile anche FD , per cui la topologia ID è metrizzabile.<br />
Tuttavia si può <strong>di</strong>mostrare che, se V ha <strong>di</strong>mensione infinita, ID non coincide con la<br />
topologia debole* <strong>di</strong> V ′ . Ciò nonostante non è particolarmente <strong>di</strong>fficile vedere che, se<br />
E è un sottoinsieme limitato <strong>di</strong> V ′ , la topologia debole* e ID inducono su E la stessa<br />
topologia, per cui la topologia indotta su E dalla topologia debole* è metrizzabile e il<br />
punto (iii) segue dal Teorema 2.2.<br />
Si noti che non vi è nulla <strong>di</strong> strano nel fatto che due <strong>di</strong>verse topologie in un<br />
insieme X possano indurre la stessa topologia su tutti i sottoinsiemi <strong>di</strong> X <strong>di</strong> un certo<br />
tipo. Consideriamo ad esempio la semiretta X = [0, +∞) con le due topologie che ora<br />
illustriamo. La prima è la topologia euclidea, mentre la seconda ha le seguenti definizioni<br />
<strong>di</strong> intorno: se x > 0 gli intorni <strong>di</strong> x sono quelli euclidei, mentre 0 ha X come unico<br />
intorno. Allora le due topologie, anche se sono <strong>di</strong>verse, inducono la topologia euclidea<br />
su ogni sottoinsieme E ⊆ X che non contiene 0 .<br />
Esempio 5.4: lo spazio L ∞ (Ω) (seguito). Ricordando l’Esempio 5.2, possiamo<br />
a<strong>pp</strong>licare senz’altro la prima parte del teorema. D’altra parte, siccome L 1 (Ω) è separabile<br />
(ve<strong>di</strong> Esempio 4.5) possiamo a<strong>pp</strong>licare anche la seconda e ottenere l’equivalenza<br />
delle tre con<strong>di</strong>zioni. In particolare da ogni successione {vn} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> L ∞ (Ω)<br />
limitata, in particolare da una successione limitata in C 0 (Ω) , si può estrarre una sottosuccessione<br />
convergente debolmente* in L ∞ (Ω) , cioè esiste v ∈ L ∞ (Ω) alla quale una<br />
certa sottosuccessione della successione data converge debolmente*.<br />
Capitolo V: Compattezza 63