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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

debole in spazi <strong>di</strong> tipo L 2 può me<strong>di</strong>are al limite le oscillazioni. La stessa cosa vale più<br />

in generale per la convergenza debole in spazi <strong>di</strong> tipo L p con 1 ≤ p < ∞ .<br />

Osservazione 3.9. L’Esempio 3.7 mostra che la sfera S costituita dai punti x tali<br />

che x = 1 non è chiusa nella topologia debole e che 0 a<strong>pp</strong>artiene alla sua chiusura.<br />

Lo stesso tipo <strong>di</strong> ragionamento consente <strong>di</strong> verificare che ogni x verificante x < 1<br />

a<strong>pp</strong>artiene alla chiusura <strong>di</strong> S . Fissato infatti un tale x , esiste uno e un solo tn > 0<br />

tale che, posto xn = x + tnvn = 1 , risulti xn = 1 . Si vede allora che xn ⇀ x<br />

usando il fatto che la successione {tn} è limitata. Dunque la chiusura della sfera S<br />

nella topologia debole include la palla chiusa <strong>di</strong> raggio 1 . Si può in realtà <strong>di</strong>mostrare<br />

che essa coincide con tale palla chiusa.<br />

Osservazione 3.10. Siccome la topologia debole dello spazio normato V è più debole<br />

<strong>di</strong> quella forte, ogni funzione f : V → R continua rispetto alla topologia debole è<br />

continua anche rispetto alla topologia forte, ma non vi è motivo perché una funzione<br />

continua rispetto alla topologia forte sia continua anche rispetto alla topologia debole,<br />

se non nel caso della <strong>di</strong>mensione finita. Se però ci limitiamo ai funzionali L : V → R<br />

lineari, allora le cose cambiamo, in<strong>di</strong>pendentemente dalla <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> V .<br />

Su<strong>pp</strong>oniamo infatti che L sia lineare e continuo rispetto alla topologia forte.<br />

Allora L ∈ V ′ , per cui | 〈L, · 〉 | è una delle seminorme della famiglia che induce la<br />

topologia debole. Segue allora che, per ogni u ∈ V e ε > 0 , l’insieme dei v ∈ V tali<br />

che | 〈L, v − u〉 | < ε è un intorno debole <strong>di</strong> u , da cui imme<strong>di</strong>atamente la continuità <strong>di</strong><br />

L anche rispetto alla topologia debole.<br />

Possiamo condensare quanto abbiamo a<strong>pp</strong>ena <strong>di</strong>mostrato nella frase: la topologia<br />

debole porta allo stesso spazio duale. Naturalmente, se V è uno spazio localmente<br />

convesso anziché uno spazio normabile, il suo duale è ancora lo spazio dei funzionali<br />

lineari e continui. Ad<strong>di</strong>rittura si può <strong>di</strong>re che (e spesso questa frase è assunta come<br />

definizione): la topologia debole è la più debole delle topologie localmente convesse che<br />

non cambiano lo spazio duale.<br />

L’importanza della topologia debole è dovuta, in particolare, ai suoi legami con la<br />

compattezza. Vale infatti il seguente Teorema <strong>di</strong> compattezza debole:<br />

Teorema 3.11. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Hilbert e E un sottoinsieme non vuoto <strong>di</strong> V .<br />

Allora sono equivalenti le con<strong>di</strong>zioni seguenti: (i) E è precompatto rispetto alla topologia<br />

debole; (ii) E è precompatto per successioni rispetto alla topologia debole; (iii) E<br />

è limitato.<br />

Cenno della <strong>di</strong>mostrazione. Questo è un teorema complesso e noi ci limitiamo a<br />

<strong>di</strong>mostrare che la (iii) implica la (ii) , il che può essere fatto senza eccessive <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Tutto si riduce a verificare che da ogni successione limitata si può estrarre una<br />

sottosuccessione convergente debolmente.<br />

Siano {un} una successione limitata e M tale che un ≤ M per ogni n . Se<br />

tutti i vettori un a<strong>pp</strong>artengono a uno stesso sottospazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione finita allora la<br />

situazione è simile a quella degli spazi euclidei e si banalizza. Su<strong>pp</strong>oniamo allora che<br />

ciò non avvenga. Pur <strong>di</strong> estrarre una sottosuccessione possiamo allora su<strong>pp</strong>orre che, per<br />

ogni n , gli elementi u1, . . . , un generino un sottospazio Vn <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione n . Con un<br />

Capitolo V: Compattezza 56

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