(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
A<strong>pp</strong>lichiamo il Teorema 1.9 nel caso Y = R , limitandoci per brevità alla sola<br />
compattezza, ma considerazioni analoghe valgono per la compattezza per successioni:<br />
deduciamo che, se K è un sottoinsieme compatto <strong>di</strong> X , allora f(K) è un sottoinsieme<br />
compatto <strong>di</strong> R . Allora f(K) è chiuso per il Teorema 1.7 e limitato per l’Esempio 1.6.<br />
Deduciamo che f(K) ha l’elemento massimo e l’elemento minimo e otteniamo il cosiddetto<br />
Teorema <strong>di</strong> Weierstrass:<br />
Teorema 1.10. Se K è un compatto <strong>di</strong> uno spazio topologico, ogni funzione reale<br />
continua in K ha almeno un punto <strong>di</strong> massimo e almeno un punto <strong>di</strong> minimo e, se<br />
K è un sottoinsieme sequenzialmente compatto, ogni funzione reale sequenzialmente<br />
continua in K ha almeno un punto <strong>di</strong> massimo e almeno un punto <strong>di</strong> minimo.<br />
Vedremo che come casi particolari <strong>di</strong> compatti possiamo prendere tutti i sottoinsiemi<br />
chiusi e limitati <strong>di</strong> R n , ottenendo in tal modo la versione consueta del Teorema<br />
<strong>di</strong> Weierstrass.<br />
Combinando o<strong>pp</strong>ortunamente il risultato precedente con il Teorema 1.7 non è<br />
<strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>mostrare il risultato che segue.<br />
Corollario 1.11. Siano X e Y due spazi topologici e f : X → Y continua e<br />
biiettiva. Allora, se X è compatto e Y è <strong>di</strong> Hausdorff, f è un omeomorfismo.<br />
2. Spazi con strutture più ricche<br />
Consideriamo ad esempio il Teorema 1.9: esso è, ovviamente, <strong>di</strong> grande importanza e si<br />
pone il problema <strong>di</strong> verificare se l’insieme K al quale lo vogliamo a<strong>pp</strong>licare è compatto<br />
o<strong>pp</strong>ure compatto per successioni. Occorre dunque trovare altre caratterizzazioni della<br />
compattezza o almeno con<strong>di</strong>zioni sufficienti.<br />
Come abbiamo già detto, in generale la compattezza e la compattezza per successioni<br />
non sono collegate senza ipotesi sullo spazio topologico X . Se X è metrizzabile<br />
le cose vanno meglio.<br />
Definizione 2.1. Siano X uno spazio metrico e E ⊆ X . Diciamo che E è totalmente<br />
limitato quando, per ogni ε > 0 , esiste un ricoprimento finito <strong>di</strong> E costituito<br />
da palle <strong>di</strong> X <strong>di</strong> raggio ε .<br />
Teorema 2.2. Siano X uno spazio topologico metrizzabile e K ⊆ X non vuoto.<br />
Allora sono equivalenti le con<strong>di</strong>zioni seguenti: (i) K è compatto; (ii) K è compatto<br />
per successioni; (iii) se d è una qualunque delle metriche che inducono la topologia<br />
<strong>di</strong> X , K è completo con la metrica indotta e totalmente limitato.<br />
Cenno della <strong>di</strong>mostrazione. Da (i) a (ii) . Sia {xn} una successione <strong>di</strong> elementi<br />
<strong>di</strong> K . Se c’è una successione costante siamo a posto. In caso contrario possiamo su<strong>pp</strong>orre<br />
{xn} iniettiva e denotare con E l’immagine della successione e con E ′ l’insieme<br />
dei punti <strong>di</strong> accumulazione per E . Osserviamo preliminarmente che E ′ ⊆ K e che, se<br />
x ∈ E ′ , allora possiamo estrarre da {xn} una sottosuccessione convergente a x dato<br />
che ogni spazio metrizzabile è a basi numerabili <strong>di</strong> intorni. Dunque basta trovare un<br />
Capitolo V: Compattezza 47