(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
Risulta inoltre u = L ∗ .<br />
Si può aggiungere qualcosa <strong>di</strong> interessante. L’unico u dato dal Teorema <strong>di</strong> Riesz<br />
è anche l’unica soluzione <strong>di</strong> un altro problema. A questo proposito, introduciamo il<br />
funzionale quadratico J : V → R definito dalla formula<br />
J(v) = 1<br />
2 v2 − 〈L, v〉 , v ∈ V. (2.5)<br />
Ci poniamo il problema <strong>di</strong> vedere se esso ha minimo. La traccia della <strong>di</strong>mostrazione del<br />
risultato che ora enunciamo <strong>di</strong>mostra anche il Teorema 2.3 <strong>di</strong> Riesz.<br />
Teorema 2.4. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Hilbert e L ∈ V ′ . Allora il funzionale J<br />
definito dalla (2.5) ha uno e un solo punto <strong>di</strong> minimo u ∈ V e questo è anche l’unico<br />
elemento u ∈ V che verifica la (2.4).<br />
Cenno della <strong>di</strong>mostrazione. Il proce<strong>di</strong>mento può essere il seguente: (i) esiste almeno<br />
un punto u ∈ V <strong>di</strong> minimo per J ; (ii) ogni punto <strong>di</strong> minimo per J verifica<br />
la (2.4); (iii) vi è al massimo un elemento u ∈ V che verifica la (2.4).<br />
Il terzo punto è del tutto imme<strong>di</strong>ato, mentre il primo offre qualche <strong>di</strong>fficoltà. Si<br />
procede come segue. Si pone λ = inf J e, controllato che λ > −∞ , si costruisce<br />
facilmente una successione {xn} tale che J(xn) ≤ λ + 1/n per ogni n . Usando la<br />
regola del parallelogrammo, scrivendo la somma xn+xm come do<strong>pp</strong>io della semisomma<br />
ed esprimendo i quadrati delle norme che intervengono per mezzo del funzionale J , si<br />
arriva a controllare che {xn} è <strong>di</strong> Cauchy. Non è poi <strong>di</strong>fficile vedere che il suo limite,<br />
che esiste per l’ipotesi <strong>di</strong> completezza, è un punto <strong>di</strong> minimo per J .<br />
Per verificare il punto (ii) , infine, si pone ϕ(t) = J(u + tv) per t ∈ R , ove u è<br />
il punto <strong>di</strong> minimo considerato e v ∈ V è fissato ad arbitrio. Si controlla che t = 0 è<br />
un punto <strong>di</strong> minimo per ϕ e si vede che la (2.4) segue dalla con<strong>di</strong>zione ϕ ′ (0) = 0 .<br />
3. Proiezioni ortogonali<br />
Come abbiamo già anticipato, nell’ambito degli spazi prehilbertiani si può parlare <strong>di</strong><br />
angoli, dunque <strong>di</strong> ortogonalità. Siccome la completezza sarà in<strong>di</strong>spensabile per altri<br />
motivi, la richie<strong>di</strong>amo comunque, per semplicità, e su<strong>pp</strong>oniamo fin dall’inizio che lo<br />
spazio in esame sia <strong>di</strong> Hilbert.<br />
Definizione 3.1. Sia V uno spazio <strong>di</strong> Hilbert. Due elementi u, v ∈ V si <strong>di</strong>cono<br />
ortogonali fra loro quando (u, v) = 0 . Due sottoinsiemi non vuoti A, B ⊆ V si <strong>di</strong>cono<br />
ortogonali fra loro quando (u, v) = 0 per ogni u ∈ A e v ∈ B . L’ortogonale <strong>di</strong> un<br />
sottoinsieme E ⊆ V non vuoto è l’insieme definito dalla formula<br />
E ⊥ = {u ∈ V : (u, v) = 0 per ogni v ∈ V } . (3.1)<br />
Proposizione 3.2. Siano V uno spazio <strong>di</strong> Hilbert e E un sottoinsieme non vuoto<br />
<strong>di</strong> V . L’ortogonale E ⊥ <strong>di</strong> E è un sottospazio chiuso <strong>di</strong> V e coincide con il più grande<br />
sottoinsieme <strong>di</strong> V ortogonale a E .<br />
Capitolo IV: Qualche elemento <strong>di</strong> analisi funzionale 40