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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

spazi normati essendo quella data <strong>di</strong> seguito. Cogliamo l’occasione per dare anche la<br />

definizione <strong>di</strong> successione limitata.<br />

Definizione 1.3. Diciamo che un sottoinsieme E <strong>di</strong> uno spazio normato V è limitato<br />

quando esiste una palla che lo include e <strong>di</strong>ciamo che una successione {xn} <strong>di</strong> elementi<br />

<strong>di</strong> V è limitata quando è limitato il suo insieme immagine.<br />

Si richiede dunque l’esistenza <strong>di</strong> una costante M > 0 tale che x ≤ M e<br />

xn ≤ M rispettivamente per ogni x ∈ E e per ogni n .<br />

Si noti che la nozione <strong>di</strong> limitatezza che abbiamo dato fa intervenire la norma o la<br />

la metrica indotta dalla norma. Ciò nonostante, essa <strong>di</strong>pende solo dalla topologia dello<br />

spazio, dato che essa non cambia significato se si cambia la norma in un’altra equivalente<br />

(ma bisogna considerare solo metriche compatibili con la topologia e indotte da norme,<br />

altrimenti succedono pasticci). Se si riprende l’Esempio 1.1, non è <strong>di</strong>fficile controllare<br />

<strong>di</strong>rettamente che l’operatore L considerato non è limitato.<br />

Definizione 1.4. Siano V e W due spazi normati. Si denota con L(V ; W ) lo spazio<br />

vettoriale costituito da tutti gli operatori L : V → W lineari e continui.<br />

Nel caso particolare in cui W = R , lo spazio L(V ; W ) viene denotato con V ′ e<br />

detto spazio duale dello spazio normato V .<br />

Specialmente nel caso dello spazio duale V ′ , alla notazione Lv si preferisce la<br />

seguente: 〈L, v〉 . Si pone cioè<br />

〈L, v〉 = Lv per ogni L ∈ V ′ e v ∈ V . (1.2)<br />

Questa notazione è aderente al fatto che l’a<strong>pp</strong>licazione (L, v) ↦→ 〈L, v〉 è bilineare<br />

dal prodotto V ′ × V in R . Vedremo che essa è anche continua non a<strong>pp</strong>ena avremo<br />

introdotto in V ′ una topologia.<br />

Consideriamo ora un operatore L ∈ L(V ; W ) . Allora è non vuoto l’insieme delle<br />

costanti M verificanti la (1.1) e possiamo prenderne l’estremo inferiore. Usiamo la<br />

notazione<br />

L L(V ;W ) = inf {M ≥ 0 : Lv W ≤ M v V per ogni v ∈ V } . (1.3)<br />

Ebbene, non è <strong>di</strong>fficile verificare che con la (1.3) si è definita una norma nello spazio<br />

L(V ; W ) , norma che verifica le formule (che, dunque, ne costituiscono definizioni alternative)<br />

L L(V ;W ) = sup {Lv W / v V : v ∈ V, v = 0}<br />

= sup {Lv W : v ∈ V, v V ≤ 1} .<br />

= sup {Lv W : v ∈ V, v V = 1} . (1.4)<br />

Si è così introdotta una topologia in L(V ; W ) , detta topologia uniforme dello spazio<br />

degli operatori. Il motivo <strong>di</strong> questo nome è il seguente: una successione {Ln} <strong>di</strong><br />

Capitolo IV: Qualche elemento <strong>di</strong> analisi funzionale 37

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