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(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica

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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />

Nel caso del limite <strong>di</strong> una funzione f : X → Y si ha una situazione analoga: per<br />

avere unicità del limite <strong>di</strong> f(x) al tendere <strong>di</strong> x a un punto x0 , oltre a richiedere che<br />

x0 sia un punto <strong>di</strong> accumulazione per X , dobbiamo imporre a Y <strong>di</strong> essere uno spazio<br />

<strong>di</strong> Hausdorff.<br />

5. Due costruzioni canoniche<br />

Ci limitiamo al caso del sottospazio e a quello del prodotto <strong>di</strong> due spazi. Naturalmente<br />

poi, per iterazione, si arriva al prodotto <strong>di</strong> un numero finito <strong>di</strong> spazi. Il caso del prodotto<br />

<strong>di</strong> infiniti spazi, invece, non verrà trattato.<br />

Partendo dal caso del sottospazio, su<strong>pp</strong>oniamo <strong>di</strong> avere uno spazio topologico X e<br />

un suo sottoinsieme non vuoto X0 . Per ogni x ∈ X0 consideriamo la famiglia costituita<br />

da tutte le intersezioni I ∩ X0 ottenuta facendo variare I fra gli intorni <strong>di</strong> X . Non è<br />

<strong>di</strong>fficile verificare che in tal modo si ottiene una topologia per X0 .<br />

Definizione 5.1. Siano (X, I) uno spazio topologico e X0 un sottoinsieme non vuoto<br />

<strong>di</strong> X . Chiamiamo topologia indotta da I su X0 la topologia I0 definita dalla con<strong>di</strong>zione<br />

seguente: se x ∈ X0 e I0 ⊆ X0 , <strong>di</strong>ciamo che I0 ∈ I0(x) se e solo se esiste<br />

I ∈ I(x) tale che I0 = I ∩ X0 .<br />

Quando X0 è munito della topologia indotta si <strong>di</strong>ce che X0 è un sottospazio dello<br />

spazio topologico dato. Si vede poi facilmente che la stessa costruzione fatta a partire<br />

da basi <strong>di</strong> intorni porta a basi <strong>di</strong> intorni per la topologia indotta.<br />

Esempio 5.2. Consideriamo l’intervallo [0, 1] e costruiamo la topologia indotta su<br />

<strong>di</strong> esso dalla topologia euclidea <strong>di</strong> R . Essa è quella che ha le seguenti basi <strong>di</strong> intorni:<br />

se x ∈ (0, 1) una base <strong>di</strong> intorni <strong>di</strong> x si ottiene prendendo tutti gli intervalli aperti che<br />

contengono x e sono inclusi in (0, 1) ; una base <strong>di</strong> intorni <strong>di</strong> 0 è costituita da tutti gli<br />

intervalli del tipo [0, b) con 0 < b < 1 ; una base <strong>di</strong> intorni <strong>di</strong> 1 è costituita da tutti<br />

gli intervalli del tipo (a, 1] con 0 < a < 1 .<br />

Esempio 5.3. Consideriamo la retta estesa introdotta nell’Osservazione 3.3. Allora<br />

la topologia indotta su R è la topologia euclidea.<br />

Osservazione 5.4. Di particolare interesse sono i casi <strong>di</strong> spazi topologici la cui topologia<br />

è indotta da altre strutture. Per tali spazi gra<strong>di</strong>remmo esprimere la topologia indotta<br />

su un sottoinsieme <strong>di</strong>rettamente in termini della struttura preesistente. Iniziamo dal<br />

caso degli spazi metrici.<br />

Se (X, d) è uno spazio metrico e X0 è un sottoinsieme non vuoto <strong>di</strong> X , si vede<br />

subito che la restrizione d0 <strong>di</strong> d a X 2 0 , cioè la funzione (x, y) ↦→ d(x, y) , x, y ∈ X0 ,<br />

è una metrica in X0 . Denotiamo con I la topologia in X indotta da d . Ebbene<br />

la topologia indotta in X0 dalla metrica d0 coincide con la topologia indotta su X0<br />

dalla topologia I .<br />

Considerazioni sostanzialmente identiche si possono fare nel caso degli spazi normati,<br />

prehilbertiani, localmente convessi: la sola precauzione aggiuntiva è che il sottoinsieme<br />

deve essere un sottospazio vettoriale, dato che senza questa struttura non<br />

Capitolo II: Alcuni punti della teoria 21

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