(pp. 0-80).pdf - Dipartimento di Matematica
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Gianni Gilar<strong>di</strong> Elementi <strong>di</strong> Topologia e <strong>di</strong> Analisi Funzionale<br />
<strong>di</strong> X . Nel caso o<strong>pp</strong>osto, nel quale si <strong>di</strong>ce che x0 è un punto isolato <strong>di</strong> X , la continuità<br />
<strong>di</strong> f è automatica e sta al gusto <strong>di</strong> ciascuno dare o meno la definizione <strong>di</strong> limite.<br />
Definizione 2.5. Siano X e Y due spazi topologici e f : X → Y . Si <strong>di</strong>ce che f è<br />
un omomorfismo se f è biiettiva e se f e f −1 sono continue. Si <strong>di</strong>ce poi che X e Y<br />
sono omeomorfi quando esiste un omeomorfismo f : X → Y .<br />
Siano (X, d ′ ) e (Y, d ′′ ) due spazi metrici e f : X → Y . Si <strong>di</strong>ce che f è<br />
un’isometria se d ′′ (f(x), f(z)) = d ′ (x, z) per ogni x, z ∈ X e si <strong>di</strong>ce che i due spazi<br />
sono isometrici quando esiste un’isometria f : X → Y che sia anche suriettiva.<br />
Siano V e W due spazi normati e f : V → W . Si <strong>di</strong>ce che f è un isomorfismo se<br />
f è un omemomorfismo ed è anche lineare. L’isomorfismo è detto isometrico quando è<br />
anche un’isometria. Si <strong>di</strong>ce poi che V e W sono isomorfi quando esiste un isomorfismo<br />
f : V → W e che V e W sono isometricamente isomorfi quando esiste un isomorfismo<br />
isometrico f : V → W .<br />
Notiamo il fatto seguente, <strong>di</strong> verifica banale: due topologie in uno stesso insieme<br />
X coincidono se e solo se l’a<strong>pp</strong>licazione identica è un omeomorfismo <strong>di</strong> uno dei due<br />
spazi topologici nell’altro.<br />
Notiamo poi che tutte le isometrie sono iniettive e che ogni isometria suriettiva è<br />
anche un omeomorfismo rispetto alle topologie indotte dalle metriche considerate.<br />
Notiamo infine che un isomorfismo fra due spazi normati è isometrico se e solo se<br />
conserva le norme, dato che le metriche e le norme corrispondenti sono ricostruibili le une<br />
a partire dalle altre. Nel caso <strong>di</strong> spazi prehilbertiani, poi, un isomorfismo è isometrico<br />
se e solo se conserva i prodotti scalari, dato che questi e le norme corrispondenti sono<br />
ricostruibili gli uni a partire dalle altre.<br />
3. Convergenza <strong>di</strong> una successione<br />
Anche la nozione <strong>di</strong> convergenza <strong>di</strong> una successione ha carattere topologico e può essere<br />
data nel quadro generale che stiamo trattando.<br />
Definizione 3.1. Siano X uno spazio topologico, {xn} una successione <strong>di</strong> elementi<br />
<strong>di</strong> X e x un punto <strong>di</strong> X . Diciamo che {xn} converge a x quando per ogni intorno<br />
I <strong>di</strong> x esiste un in<strong>di</strong>ce m tale che xn ∈ I per ogni n ≥ m .<br />
Osservazione 3.2. Quando l’ambiente è anche uno spazio vettoriale oltre che uno<br />
spazio topologico, come avviene ad esempio nel caso degli spazi normati, abbiamo sia<br />
la nozione <strong>di</strong> somma che quella <strong>di</strong> limite e possiamo definire il concetto <strong>di</strong> serie come<br />
limite della successione delle somme parziali.<br />
Osservazione 3.3. Consideriamo la retta estesa X = [−∞, +∞] e, usando il Teorema<br />
I.1.8, introduciamo in X l’unica topologia che ha le seguenti basi <strong>di</strong> intorni: se<br />
x ∈ R denotiamo con B(x) l’insieme costituito dagli intervalli aperti (a, b) che contengono<br />
x ; denotiamo con B(+∞) l’insieme degli intervalli del tipo (a, +∞] con<br />
a ∈ R ; denotiamo infine con B(−∞) l’insieme degli intervalli del tipo [−∞, b) con<br />
b ∈ R . Allora la successione data dalla formula xn = n converge a +∞ nella topologia<br />
Capitolo II: Alcuni punti della teoria 18